Stimato amico,
ogni tanto mi faccio sentire e come intuirai da questa mia lettera,sono ancora vivo, grazie alle forze superne che ci osservano e ci guidano attraverso questi tempi tristi. Sarò franco e diretto con te, poiché il nostro legame, anche se non rafforzato dalle ultime vicende del nostro vissuto assai travagliato, sento esser vivo e carico d'affetto: non sono d'accordo con la tua scelta. Benedetto2 ci ha offerto una possibilità di redenzione e di salvezza dalle brutture della nostra età e del nostro paese, e il tuo ricusare non m'è solo fonte di dispiacere, ma anche di timore per il tuo destino: le nostre idee di libertà da questa tirannide non sembrano più trovare posto in mezzo a tanto squallore generale, e temo che la situazione non farà altro che peggiorare. Per noi su questa terra non c'è più posto; tu hai risposto al nostro accorato appello con il diniego, la nostra voce fino all'ultimo si è spesa onde tu ravvedessi la tua opinione, ma invano. Tu e Umberto3 avete un carattere davvero simile, forse è per questo che mi viene a pensare a te come un fratello… Che sia il volere del fato che le nostre strade si separino per sempre, o per lungo tempo, ce lo sapranno dire solo le alte sfere. In cuor mio confido ancora che all'ultimo tu ci raggiunga, in qualche modo. Non potrei sopportare saperti in pericolo, ma d'altra parte siamo uomini liberi, dopotutto e nonostante tutto; costringere gli altri a modificare il proprio volere contro i loro desideri è quello che abbiamo sempre cercato di combattere sotto questo regime grottesco e asfissiante.
Non me ne voglio andare senza lasciarti qualcosa di mio come ricordo: questa lettera accompagna, come puoi ben vedere, uno strumento molto particolare, usato nella steppa per cantare le lodi dei gran Khan sotto il cielo infinito. Ho sempre trovato la musica e la vita nomade dei popoli dell'Asia affascinante, il loro non mettere radici in un luogo singolo ma viaggiare attraverso i grandi spazi non li ferma dal concepire e vivere la musica come strumento per costruire la loro nazione, rimangono legati tra loro grazie a questa e sono liberi dal giogo pesante della terra…