Fanciulla alla Fonte Antica, 1970
voto: +13+x

Fanciulla alla Fonte Antica

DENOMINAZIONE D'UFFICIO: 5522-[FI]

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PIC-522



Autore: Anonimo laziale

Data: 4 Giugno 1970

Luogo: Zona rurale in provincia di Roma (Lazio)

Dimensioni: 0,3 m x 0,8 m

Tecnica: Tempera su tela

Luogo di esibizione: Palazzo Medici-Riccardi, Firenze

Descrizione: Il dipinto rappresenta una bambina a piedi nudi chinata presso un'antica fontana, nell’atto di riempire una brocca in porcellana. Accanto alla testa leonina da cui sgorga l’acqua, si possono notare delle frasi incise nella pietra1, che vanno oltre le dimensioni del dipinto. Attorno alla fanciulla crescono piante e infiorescenze delle più diverse fogge, a coprire quasi del tutto il paesaggio campestre sullo sfondo.

Eccezionalità: Un individuo che tenga lo sguardo fisso sugli occhi della bambina per più di cinque minuti cade vittima di uno stato allucinatorio di breve durata2, durante il quale prova la sensazione di cadere indefinitamente verso il basso, in un ambiente buio e privo di punti di riferimento. La reazione psicologica a tale visione cambia in base alla personale sensibilità degli osservatori3. L'effetto si manifesta soltanto osservando il quadro dal vivo.

Conservazione: Nonostante la recente realizzazione, al suo arrivo all’Accademia il dipinto presentava diversi danni di gravità variabile, probabilmente derivanti da incuria ed esposizione in luoghi inadeguati. Tra i più significativi si annoveravano craqueleure da invecchiamento, macchie di sporco superficiale e distacco di scaglie di colore in diverse zone del dipinto, fra cui gli occhi della figura femminile4.

La fase di restauro ha previsto una pulitura delle macchie tramite l’azione di miscela 3A5. Un intervento di ridipintura in corrispondenza delle parti di colore distaccatesi è stato invece giudicato non funzionale a un adeguato restauro dell'opera6.

A restauri ultimati, il quadro è stato sigillato in una teca di vetro ed esposto nella sede fiorentina, collegato a un sistema d’allarme.

Giudizio critico: L’opera è eseguita con una tecnica magistrale, che denota la maturità artistica raggiunta dal pittore. L’attenzione per il dettaglio e una sapiente gestione dei chiaroscuri conferiscono alle figure grande tridimensionalità e realismo. Notevole anche la simmetria del dipinto, con la fanciulla che funge a un tempo da centro e linea divisoria della composizione. Senza dubbio, però, il punto più notevole del quadro è rappresentato dagli occhi della bambina, cui il pittore ha saputo infondere grande vitalità e intensità, riuscendo comunque a mantenerne intatta la delicatezza espressiva.
Nel complesso, un’opera che unisce un altissimo spessore artistico al forte impatto emotivo che le sue capacità anomale potrebbero indurre negli osservatori più sensibili.

Supervisore alle Arti Visive, Augusto Servolini


Provenienza:

1970: Dipinto da un ignoto e successivamente acquisito da tale Giulia A███████.

1989: G.A. mette in vendita la villa di famiglia in F███████, ove aveva vissuto fino a quell'anno, lasciandovi il quadro all'interno. L’abitazione, ritenuta "il covo del demonio" dagli abitanti del posto, rimane invenduta per alcuni anni.

10 Settembre 1992: L'Assistente dell'Accademia Rinaldo Ferraro, giunto a F███████ per fare visita a una parente, nota e acquista la villa di G.A., con l’intenzione di utilizzarla come residenza estiva7. In un delle due camere da letto della villa, Ferraro rinviene il quadro e una serie di diari, appartenuti a G.A. Scoperte le proprietà anomale del dipinto, provvede poi a consegnarlo all’Accademia.

15 Ottobre 1992: Esposto al Palazzo Medici-Riccardi dopo un intervento di restauro.

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