Niente di Buono
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Aleksander premé il tasto di avvio sul lettore Blu-ray e apparve l'iconico castello della Disney, seguito dall'introduzione di Frozen, l'edizione fatta apposta per cantare assieme ai personaggi. Mentre indossava le cuffie Bose del padre, Lucille chiese:

«Stavolta posso cantare ad alta voce?»

«Certo, se vuoi. Devo solo parlare col signor Lurk e il dottor Bridge. Va bene?»

Aleksander sprimacciò un cuscino da divano per la bambina, che si accomodò e annuì.

«Bene. Ehi, tesorino? Non vedi Pelosetto, vero?»

SCP-1471-A, nell'angolo della stanza, scosse la testa con vigore. Lucille lo guardò per un lungo istante e mentì al massimo della velocità consentita da un cervello di sette anni:

«Ehm… no!»

«D'accordo. Torno tra poco»

L'agente Foxx guardò l'angolo vuoto della stanza, sospirò e andò nella rimessa.


«Aleksander! Devi credermi. Io non… lei non…»

Dietrich era disperato, cercava di spiegare un motivo che non capiva nemmeno. Django si appoggiò al tavolo da lavoro, in cerca delle parole giuste o, a quel punto, di un modo per attenersi al protocollo. L'agente Foxx lo rassicurò:

«Calmati, Dietrich. Posso chiamarti Dee? Come ha spiegato il dottor Bridge, è un'entità innocua e forse andrà via con te. D'accordo?»

L'agente Lurk fece un respiro profondo e si sfregò la faccia sudata.

«Sì. Sono certo che…»

In una frazione di secondo, con un rapido movimento, Aleksander sfoderò uno stiletto di venti centimetri e, con una precisione quasi chirurgica, lo infilò nella bocca dell'agente Lurk. Lo affondò di quindici centimetri giù per la gola, ben oltre l'ugola. Con l'altra mano, gli afferrò la trachea e strinse la presa sempre più forte. Dietrich sbarrò gli occhi e annaspò. Il dottor Bridge si affrettò a intervenire:

«Ehi ehi ehi ehi ehi! Aleksander! Fermati! Che cazzo?!»

L'agente Foxx spinse lo stiletto ancora più a fondo nella gola.

«Fermarmi? È compromesso. A questo punto, è solo burocrazia. Mi basta sollevare la lama e torcerla, per recidergli la base del cranio. Sarà velocissimo. È più di quanto merita»

Dietrich gorgogliò e si agitò, impotente; aveva le lacrime agli occhi e la sua pelle diventò paonazza. Django si avvicinò con prudenza:

«Eh, no. Ascolta: ci serve ancora. Serve a te. Ho controllato la chiavetta che ci ha dato il dottor Clef. Lì dentro ci sono cose più grandi. Cose che io e te non possiamo gestire da soli»

«Stronzate. Non mi interessa. Posso cavarmela da solo»

Lo stiletto dell'agente Foxx incise con delicatezza l'interno della guancia di Dietrich, mentre l'agente Lurk si sforzava di mantenere la presa. Tutto quello che poteva fare era emettere gorgoglii orribili e cercare di respirare.

«Invece no, so di cosa parlo. Lascialo andare, mi occuperò di lui dopo. Posso rimediare»

«Voglio la sua parola, dottor Bridge. Voglio la sua parola servita su un piatto d'argento cosparso di caviale, perché non mi farò problemi a uccidere uno di voi»

Sei già in piedi oppure dormi?

Giochiamo insieme, dai!

Django ignorò Lucille che cantava nella stanza accanto e fissò l'agente Foxx. Aleksander aveva lo sguardo di un uomo che aveva visto persone morire male. Quegli occhi avevano visto più malvagità di quanto il dottor Bridge osasse immaginare. Rispose in tono fermo:

«Capisco. Ora mollalo, per favore»

L'agente Foxx chiuse gli occhi e indugiò un attimo. Dopodiché, molto in fretta, estrasse il coltello dalla gola di Dietrich, che tossì. Mentre Aleksander lo superava, Django tirò un sospiro di sollievo, rilassò le spalle e annuì:

«Grazie di avermi ascoltato»

Il dottor Bridge era un po' troppo distratto per reagire, quando l'agente Foxx si sfilò la pistola elettrica dal fianco. Senza guardare, Aleksander tornò nella rimessa e fulminò Dietrich.

«Dannazione!»

L'agente Lurk si accasciò sul pavimento di cemento come un sacco di patate.


Erano seduti in imbarazzo tutti e tre intorno al tavolo della cucina. Aleksander fissava Dietrich con uno sguardo assassino, l'agente Lurk si strofinava la gola dolorante e il dottor Bridge digitava con la tastiera, pronto a cominciare una riunione estemporanea.

«Va bene, Alex, ripassa quello che hai trovato nella chiavetta»

Django girò il portatile dall'altra parte per far vedere lo schermo agli agenti Lurk e Foxx.

«Dunque! La Marshall, Carter e Dark ha raccolto informazioni molto interessanti sul generale Bowe. Nello specifico, sulle persone collegate a lui e quello che stanno facendo. Tuttavia, i fascicoli sono "sparsi", per così dire. Di certo, so che almeno una parte di queste informazioni proviene dai server del Sito-19»

Il dottor Bridge lanciò un'occhiata a Dietrich che si strofinava la trachea, strinse un po' la presa sul portatile e aggiunse:

«E anche dai server del Sito-66. Almeno c'è chi li usa, giusto? Fagli vedere l'altra cosa, Alex»

«Certo. Molti di questi dati sono davvero, ma davvero crittografati. All'inizio credevo che fossero corrotti, ma qui c'è molto altro a cui non posso accedere»

L'agente Lurk reclinò il capo:

«Com'è possibile che tu non possa decifrarli? È la crittografia della Fondazione»

«Sì, ma questi dati hanno algoritmi cifrari di Gershwin-Laramie. Sono codifiche anti-IA sviluppate per essere informazioni riservate ai soli umani»

Dietrich serrò le labbra e si sporse verso l'avatar di Alexandra sullo schermo.

«D'accordo, quindi come si fa a leggere i documenti?»

Il dottor Bridge borbottò:

«Non si può. Ci vorrebbe un dispositivo di decrittazione di Gershwin-Laramie. È tutta tecnologia nuovissima della Fondazione sviluppata dall'AIAD. Che io sappia, gli unici che possono darci anche solo l'illusione di essere accessibili erano al Sito-19»

Finalmente, l'agente Foxx si concentrò su Django:

«E allora? Non si può andare al sito e accedere a uno di questi dispositivi?»

Il dottor Bridge scosse la testa e fece una risatina colma di disagio, con un sorriso fin troppo ampio:

«No, no no no no, non è così facile. Tu ti riferisci all'attuale Sito-19, io al vecchio Sito-19»

«Il vecchio Sito-19?»

«Alex, fagli vedere la configurazione del Sito-19 coi piani segreti»

«Dottore, non sono autorizzati a…»

«Loro no, io sì. Li autorizzo io. Fagli vedere»

Alexandra fece spallucce e raffigurò un diagramma dell'intero Sito-19. In tutta onestà, non era niente di nuovo. C'erano ali di contenimento, laboratori, uffici, sale pausa, un'armeria eccetera. Il dottor Bridge indicò quello che sembrava un pozzetto che scendeva nel sottosuolo e si interrompeva dopo qualche decina di metri.

«Ora carica il resto»

All'improvviso, la schermata si allontanò e scese: rivelò un intero impianto sotto la struttura. Era tanto complesso e vasto quanto la costruzione soprastante. Numerosi pozzetti parevano scendere dalla superficie, ma sembravano tutti interrotti.

«Questo è il vecchio Sito-19, quello che fu distrutto»

L'agente Lurk si strofinò le tempie, nel tentativo di elaborare il tutto:

«Vuoi dire che hanno costruito il Sito-19 sopra il Sito-19?»

Il dottor Bridge annuì, si contorse un po' e si fece scricchiolare il collo:

«Quello che sto per dirvi è ben al di sopra del vostro livello di autorizzazione. Uno scopo secondario dell'attuale Sito-19 è contenere le rovine sottostanti. Dopo l'esplosione, molte anomalie andarono perdute; alcune… insomma, si ruppero, in mancanza di un termine migliore»

«Si ruppero?»

Aleksander si alzò per farsi un caffè e controllare sua figlia nel salotto, dietro l'angolo. La bambina stava ancora guardando il film, eppure suo padre non poteva fare a meno di immaginare una sagoma incombente che guardava il film a sua volta, seduta accanto alla bimba. Lucille guardò lo spazio vuoto accanto a sé e spiegò:

«Quella è Elsa. Non è cattiva. In realtà il cattivo è il principe»

Aleksander si pizzicò il setto nasale e soffocò la rabbia che gli ribolliva nelle viscere. Sapeva di dover allontanare quel coglione dell'agente Lurk da sua figlia, prima che quell'essere decidesse di stanziarsi a casa loro. Anche se non stava più ascoltando, sentì il dottor Bridge continuare il discorso:

«Diciamo solo che il vecchio Sito-19 fu distrutto e ciò che rimase si ridusse a un casino instabile. Così lo seppellirono e ci costruirono un coperchio sopra»

Django e Dietrich aspettarono pazienti; alla fine Aleksander tornò da loro col caffè in mano.

«Quindi cosa proponi?»

«Intendo che dobbiamo accedere al vecchio Sito-19»

«Scampagnata!»

L'agente Lurk scosse la testa con vigore:

«Cosa? Non se ne parla, Django. Come cazzo facciamo a scendere laggiù?»

«C'è un vecchio condotto di ventilazione all'estremità meridionale della base. Gli impianti dovrebbero essere ancora…»

Aleksander allungò il braccio e chiuse il portatile. Il dottor Bridge esclamò:

«Ehi! Ma che cazzo!»

«È una missione suicida, dottor Bridge»

«È probabile il contrario. Guardate: sotto il Sito-19 non c'è neanche della vera attività da anni e la maggior parte delle rovine sotterranee è allagata. Entriamo e usciamo. Dobbiamo solo raggiungere i laboratori informatici. Sul serio, i pericoli più grandi sono i crolli e i ratti»

«Quindi entriamo, troviamo questo dispositivo e usciamo?»

«Sentite, non sono Ellen Ripley. Dentro, fuori: nulla di stravagante»

«Ci servirà almeno un'altra persona che ci porti là in macchina e stia fuori di guardia, mentre siamo laggiù»

L'agente Foxx incrociò le braccia e continuò a rivolgere uno sguardo assassino a Dietrich. L'agente Lurk si fece piccolo piccolo sulla sua sedia, come se cercasse di proteggersi. Django dichiarò:

«Conosco un tizio. È più o meno fuori dai registri e sa come arrivare al Sito-19 da strade indirette. Inoltre, mi deve un favore. Partiamo stasera»


Aleksander abbracciò Lucille davanti alla porta.

«Dove va Pelosetto, papà?»

L'agente Foxx le abbottonò il colletto che si era allentato e replicò:

«Va via per sempre. Deve traslocare»

Lucille si rattristò e si guardò le scarpe rosse:

«Oh»

Aleksander cercò le parole giuste per confortarla, ma non gli venne in mente nulla di specifico. Invece, la abbracciò ancora e la baciò sulla fronte. Non era tanto l'idea che Lucille passasse la notte con la tata a preoccuparlo, quanto più il timore di essere fuori portata e incapace di tornare da lei, se fosse successo qualcosa. Non l'avrebbe lasciato accadere. Dietrich sollevò il borsone e la custodia del portatile da terra e andò sul marciapiede.

«Chi è questo tuo amico, Django?»

Il dottor Bridge, che stava già sul marciapiede della tranquilla strada suburbana, fece un sorrisetto:

«Solo un tizio utile da avere intorno. Solo un tizio»

Poco dopo, arrivò un furgone bianco che parcheggiò davanti alla casa accanto. Poi fece retromarcia e parcheggiò davanti alla casa giusta. Il dottor Bridge allargò le braccia e accolse l'autista con un saluto maldestro:

«Eeeeehi! Dimitri!»

«Ah, Django! Come va, camerata?»

L'agente Lurk guardò oltre le spalle del dottor Bridge, mentre Aleksander caricava le borse, l'attrezzatura e altro equipaggiamento. Il mangianastri del furgone sparava canzoni slave a tutto volume e dall'abitacolo usciva un bizzarro odore terroso di verdure. L'agente Strelnikov era stravaccato sul sedile del conducente e indossava una giacca di pelle, intento a squadrare il resto del gruppo. Aveva i capelli arruffati e un occhio iniettato di sangue. SCP-1471-A lo fissava dal riflesso nel parabrezza. Il dottor Bridge fece le presentazioni, mentre Dimitri si alzò dal sedile e aprì la portiera scorrevole. Django fece una risata giuliva:

«Signore e signori, vi presento l'agente Dimitri Arc-arca-daie-vici Strelnikov. Come da tradizione, ho massacrato il tuo secondo nome perché non so fare finta di avere l'accento russo. Scusami tanto»

L'agente Strelnikov sgusciò fuori dal furgone e lo corresse:

«Arkadyevich»

«Sì, giusto, si pronuncia così. E questi sono l'agente Dietrich Lurk e l'agente Aleksander Foxx»

Entrambi salutarono con un cenno e Dimitri fece altrettanto.

«È questa la squadra speciale che hai portato, Django? Ho ricevuto un messaggio, ti serviva un autista per una squadra speciale mobile? Ma non potevi dirmi perché al telefono. Spiegati. Avevo in programma un fine settimana molto impegnato»

Il dottor Bridge iniziò a caricare le borse nel furgone e rimuginò:

«Ecco… ti aggiornerò strada facendo. Sai ancora come si arriva al Sito-19 da qui, vero?»

L'agente Strelnikov si appoggiò al furgone e li osservò caricare le borse.

«Il Sito-19? Quel gulag? Sì. Immagino che, se portate pistole e computer, significa che volete intrufolarvi come scassinatori. Non dirigevo un'operazione furtiva da parecchio. Se me l'avessi detto, avrei portato un veicolo migliore. Ho un elicottero d'assalto Hind che prende polvere nel deposito, Django. Ha un cannone automatico di calibro trenta e spara razzi anticarro. È dipinto di nero. È la Morte di Molti Ceceni»

«Cosa? Hai ucciso dei Ceceni con quell'elicottero?»

«No, si chiama così: Morte di Molti Ceceni. Usavo l'attrito dell'aria per fare opere d'arte sulle fiancate»

Il dottor Bridge si limitò ad annuire e lasciare che Dimitri continuasse a sfogarsi:

«Devo supplicare la direttrice per non farmi tagliare i fondi. Ogni anno mi fa scrivere una giustificazione per tenere l'elicottero Hind nell'aviorimessa. Devo compiere un certo numero di missioni di combattimento, altrimenti la direttrice sostituisce l'elicottero. Ho bisogno di sapere queste cose, Django»

«Scusa, Dimitri. Sarà per la prossima, te lo prometto»

L'agente Strelnikov tirò un calcio alla portiera del furgone, frustrato per l'occasione persa. Borbottò tra sé e sé, mentre i passeggeri caricavano l'ultima borsa a bordo.

«Altro che questo merdoso furgone giapponese senza regolatore di velocità! È meglio l'elicottero Hind»

Dietrich si allarmò:

«Sei ubriaco?»

Dimitri gli sorrise e mise in mostra i suoi denti d'acciaio inossidabile:

«Sono russo»

Il dottor Bridge si rivolse all'agente Lurk e ridacchiò:

«Ed ecco la tua risposta. È anche un asso col fucile a pompa. Fidati di me»


EPILOGO

«Bene, bene; fammi rivedere ancora la scena»

Il dottor Clef ridacchiò, mentre l'agente Adams riavvolgeva il filmato di quindici secondi. Alto masticava mini-brezel a bocca aperta, stravaccato sulla sedia davanti allo schermo.

«Ah! Caspita, non sapevo che l'agente Lurk ha una gola così profonda. Sono colpito. Potrebbe avere un futuro come mangiaspade. Di solito, la casa dell'agente Foxx è una noia mortale»

Andrea levò gli occhi al cielo e sbuffò:

«Immagino. Dunque, sapevi già della presenza di MalO?»

Il dottor Clef mangiò un'altra manciata di mini-brezel e rispose:

«Più o meno. Insomma, non è un problema così grave»

L'agente Adams si voltò e lo guardò. Alto fece spallucce e ingoiò il boccone.

«Forse è questo ciò di cui il dottor Bridge mi avvertiva. Quel tizio è davvero ansioso. Non capisce il ruolo di questa cosa nel quadro generale»

«Che ruolo ha?»

«Fa da leva, Andrea»

«Ah! Capito»

Il dottor Clef si stravaccò ancora di più sulla sedia.

«Va bene, riavvolgilo un'ultima volta per me»

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