Una nave naufragata al largo della costa della Groenlandia sotto la luce della luna piena, 1819
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Una nave naufragata al largo della costa della Groenlandia sotto la luce della luna piena1

DENOMINAZIONE D'UFFICIO: 1475-[WI]

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Caspar David Friedrich, autore dell'opera



Autore: Caspar David Friedrich

Data: 1819-1820

Luogo: Dresda

Dimensioni: 1,4 m × 2,6 m

Tecnica: Olio su tela

Luogo dell'Esposizione: Gran Archivio Germanico, Vienna

Descrizione: L'opera è un dipinto a olio raffigurante la scena di un naufragio sulle coste orientali della Groenlandia. Al centro della scena, in primo piano, si trova una nave baleniera arenata sulla costa ghiacciata, con uno squarcio sul lato destro dello scafo. Una scritta, probabilmente il nome della nave, si trova sulla prua e recita "Hoffnung"2. Un'analisi tramite |Informazione Riservata| ha mostrato l'esistenza di una scritta precedente, poi coperta, recitante "Diamond". Sulla destra si vedono due uomini accasciati sulla poppa della nave, in quello che pare essere un profondo sonno. Il volto dell'uomo più a destra è sfocato e privo di tratti somatici distinguibili.
Lo sfondo è composto da un paesaggio idealizzato, costituito da una piana ghiacciata con quattro speroni di ghiaccio disposti simmetricamente rispetto alla nave.
La scena è ambientata di notte: la luna la illumina dall'alto, mettendo in risalto le due figure umane.
Nel retro della tela, inizialmente nascosta dalla cornice, si trova incisa una scritta, probabilmente apposta da Friedrich stesso, recitante: "A David Campbell di Ayr, figlio di Abraham e Margaret".

Eccezionalità: Gli effetti dell'opera si vanno a manifestare solo dopo una prolungata visione, superiore a 5 minuti. Lo spettatore comincerà a provare una piacevole sensazione di calore, accompagnata da un generale senso di calma. Una visione di maggior durata dell'opera, che cambia da soggetto a soggetto ma rimane comunque intorno a 10 minuti, porta a una sensazione di benessere e in parte dei casi di infondata speranza. Gli spettatori arrivati a questi effetti tendono ad allontanarsi dall'opera, ritenendosi soddisfatti della visione.
Nel caso di una visione ancora maggiormente prolungata, gli effetti tendono a rimanere costanti nel tempo senza alcuna progressione di essi.

Conservazione: L'opera è al momento in ottime condizioni, in seguito a un restauro effettuato nei primi anni 2000. Le eccezionalità hanno posto difficoltà per i necessari restauri che l'opera ha dovuto affrontare, a causa del disinteresse causato da una prolungata visione. Data la natura comunque non nociva dell'opera, il protocollo per aggirare questi effetti occulti è una rotazione degli addetti ai lavori ogni 5 minuti.

Giudizio critico: Un dipinto magnifico, alla pari degli altri lavori esposti di Friedrich. Il legno della Hoffnung è rappresentato con un tratto leggero ma realistico, con un alto livello di dettagli che rimane costante in tutta l'opera. L'unione tra il tenue azzurro dei ghiacci artici si unisce a meraviglia con i toni più scuri del cielo, colmando in una sfumatura continua lungo i raggi della luna quando colpiscono il terreno. L'attenzione al paesaggio, che seppur spoglio dimostra notevoli dettagli, è tipica del tema del paesaggio simbolico, di cui Friedrich era forse il più grande esponente.
Una caratteristica che stona rispetto ai suoi altri lavori è l'attenzione dedicata verso i due uomini, situati quasi al centro della scena e dotati di sfumature scure, che vengono posti in contrasto rispetto all'ambiente ghiacciato che li circonda.
Per ricapitolare, un dipinto che mostriamo con fierezza qui a Vienna, forse uno dei migliori della corrente romantica anche fuori dal mondo occulto.

Supervisore alle Arti Visive, Agnes Beck


Provenienza:

Febbraio 1819: L'artista inizia a dipingere l'opera a Dresda, che verrà abbandonata intorno alla fine del Marzo del 1819.

Dicembre 1819: Friedrich riprende a lavorare sull'opera, completandola il mese successivo.

1820: L'opera viene esposta alla mostra dell'Accademia delle Belle Arti di Dresda e passa relativamente inosservata.

1840: L'opera viene data al pittore Carl Gustav Carus in seguito alla morte di Friedrich.

1842: Carus, da tempo in contatto con l'Accademia, dona alla Sede di Dresda l'opera dopo averne constatato le doti occulte.

1848: L'opera viene esposta alla Sede di Dresda dell'Accademia.

1912: In seguito a uno scambio di informazioni tra l'Accademia e l'Agenzia Imperiale Tedesca per le Indagini sui Fenomeni Anomali (AITIFA) l'Accademia ottiene nuove documenti riguardanti l'opera.

1940: In seguito all'inizio del Secondo Conflitto Mondiale, la Sede di Dresda viene totalmente evacuata, temendo possibili bombardamenti. L'opera viene trasferita nella Sede Viennese.

1947: La Sede di Vienna prende precedenza in tutte le nazioni germanofone dopo la completa distruzione della Sede di Dresda causata dai bombardamenti degli Alleati. L'opera viene permanentemente esposta nella Sede Viennese.

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