Un Fuoco d'Artificio per Olivia
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La neve ha smesso di cadere, non la sento più sul mio volto. Il cielo è bianco, bianco, bianco, la neve è bianca, la mia uniforme è bianca, galleggio nel bianco. L’unico elemento che si distingue è il rosso. Il rosso sulle mie dita, il rosso sul bianco.

Mi fa male dappertutto.
L’aria… dov'è l'aria?
Non c’è aria. È sparita. Non riesco più a respirare.

Dove sono?

Non so cos'è successo. Perché non c’è nessuno? Cosa faccio qui?

Chiudo gli occhi e provo a respirare. Fallisco. L’aria rimane bloccata all’esterno, non vuole entrare nei miei polmoni. Aspiro, aspiro, ma so cosa sta per succedere.

Mi hanno afferrata mentre tornavo a casa… mi hanno rubato la carta d’identità… mi hanno pestata… e mi hanno abbandonata… Non so nemmeno chi erano questi tizi…

Sto per morire. La visione sfocata dalle lacrime, guardo per l’ultima volta il cielo. Questo cielo valdostano che mi ha vista crescere, questo cielo valdostano sotto il quale ho fatto i miei primi passi, sotto il quale ho imparato a sciare, questo cielo valdostano che mi ha offerto tanto.

Scoppio a piangere, diventando ancor più senza fiato, strozzata dalle lacrime e dal sangue nella mia bocca. I miei occhi si chiudono mentre guardo il bianco delle nuvole che ricoprono questo cielo che non rivedrò mai più. Vedo rosso, rosso come le mie dita, rosso come i miei capelli.

Non voglio morire!


La neve ricopre le montagne della Valle d’Aosta, come accade spesso in febbraio. Dopottutto, siamo vicino al Monte Bianco. Uno spesso strato di neve ricopre il suolo, con grande piacere degli sciatori e degli escursionisti come noi. Il freddo glaciale di ieri ha lasciato il posto a temperature più calde e siamo usciti sperando in una bella escursione, prima di mangiare il formaggio alla piastra per mezzogiorno.

Camminare fa venire la fame. Ce lo meritiamo, il nostro formaggio alla piastra. Era da tanto tempo che non si faceva una bella mangiata tra amici!

— Per quanto ancora cammineremo?

Gégé sospira.

— Rhoooooo, piantala di lamentarti, Toine. Vedrai, ci ringrazierai.

Fa un ampio gesto con il braccio, come per mostrarci tutta questa neve che si estende fino all’orrizonte, riflettendo la luce del timido sole che compare dietro le nuvole.

— Le escursioni fanno venire fame, continua Gégé. E poi sarà meraviglioso con l’ambiente circonstante.

Adoro il formaggio alla piastra. Il formaggio alla piastra, il buon vino e gli amici. Dopo la fine di un anno un po’ complicato, abbiamo deciso di andare in vacanza tutti insieme alla stazione sciistica. Siamo andati nella Valle d’Aosta, non lontano da Bourg-Saint-Maurice, ma dall’altro lato della frontiera. In Italia. Abbiamo deciso di scalare il Monte Bianco, o almeno, andare più in alto che possiamo. Forse potremo trovare idee per nuovi oggetti o testare quello che abbiamo, visto che la zona è deserta. Così, nessuno ci vedrà. E lo daremo agli amici della Fondazione se funziona, così li renderemo un buon servizio.
Tra l’altro…

— Sab! Non hai dimenticato la macchina?
— No, risponde Sab. Ho controllato due volte che fosse nel mio zaino.

JP inizia a fare delle battute. È molto bravo in questo, ci fa urlare dal ridere ogni volta, anche quando le sue battute fanno schifo. Lulu dovrebbe essere morta dal ridere dopo averle ascoltate.
O forse è stanca dalle sue battute. Spesso è costretto a riciclarle, nessuno può avere uno stock infinito di battute.

— Aspettate!

Sab inizia a correre come se non ci fosse neve. Ci fermiamo tutti, chiedendoci cosa diamine sta facendo, cos’ha visto.

— Oh cazzo! Come sta? Signora? Come sta?

Alza la testa verso di noi, spaventata.

— Gégé!


Tutto è buio. Galleggio nel vuoto e tutto ciò che provo è un violento dolore in tutto il corpo. Il cuore mi batte nelle orecchie. Non sento nient’altro. Non sento più il vento, sento solo questo rumore regolare e il mio soffio che diventa sempre più debole. Non posso muovermi, sto soffocando, piango, voglio urlare, ma niente esce dalla mia bocca.

Aiutatemi!

Ho perso la radio, non posso nemmeno avvertire la mia superiore. Hannah non sa dove sono, non potrà venire ad aiutarmi.

Si saranno resi conto della mia sparizione? Hannah, Pino, Roberto e i miei agenti avranno inviato i soccorsi?

Mi fa male dappertutto… Ho bisogno di soccorso, ma non arriva nessuno! Sto morendo!

Aiuto!

Sab! Non hai dimenticato la macchina?

Voci. Sono dei francesi, è una lingua che conosco. Qui nella Valle d’Aosta parliamo anche il francese. La frontiera non è lontana, dall’altro lato del Monte Bianco, saranno in vacanza.

No, ho controllato due volte che fosse nel mio zaino!

Quale macchina?
I loro passi. Si avvicinano verso me, ridendo per non so quale battuta.

Devo raggiungerli!

In uno sforzo sovrumano, provo a raddrizzarmi. Un dolore atroce mi fa urlare di disperazione, sputo sangue sulla mia uniforme. Si allontaneranno e non mi vedranno! Sto crepando a qualche metro da gente che potrebbe salvarmi!

Cazzo, no!

Emetto un singhiozzo e scoppio a piangere. Sono finita, condannata. ‘Sti figli di puttana avranno raggiunto il loro scopo. Mi hanno pestata… lanciata contro una roccia… e abbandonata, abbandonata alla morte, morta di freddo, o…
No…

— Aspettate!

Una voce di donna. I passi si avvicinano.

— Oh cazzo! Come sta? Signora? Come sta?

Mi rimetto a piangere, vicina all’asfissia. Non so se essere sollevata o meno.. Potrà salvarmi? La prego, signora, mi aiuti…

— Gégé!

Una mano prende la mia. Un contatto tanto dolce e rassicurante. Mi ci aggrappo, come se fosse una corda di sicurezza, l’ultima che mi impedisca di cadere nel vuoto.

— Mi chiamo Sab, dice la voce della donna. È viva. Si aggrappi alla mia mano.


Sarà di certo caduta sciando, anche se non vedo né i suoi scii, né il suo casco. Chi se ne frega, le priorità sono le sue ferite: la sua fronte e la spalla destra sanguinano abbondantemente. Si aggrappa alla mia mano, quasi fino a rompermi le dita. Dov’è il suo equipaggiamento? È strano che non ce l’abbia.

È una bella donna, se ignoriamo tutto quel sangue. Grande, robusta, capelli neri corti con ciocche rosse. Ha un’uniforme bianca e stivali militari. Alpina, di certo. Ma in questo caso, perché è da sola? Dove sono gli altri?
E cosa significa quella scritta appuntata sulla sua uniforme? SSM-X Consequentia Glacialis? Cos’è? Il nome del suo squadrone?

— Sab…

Si aggrappa ancora di più alla mia mano.

— Va tutto bene, sono qui.

Metto una mano nei suoi capelli, come per rassicurarla. Arrivano i miei amici e li vedo subito attivarsi e prendere fazzoletti, coperte e sciarpe per prestarle soccorso.

— Olivia… mormora lei, quasi strozzandosi con le lacrime il sangue che scorrono nella sua bocca.

Le sorrido e raccolgo il materiale fornito da Toine, Nico, JP e tutti gli altri per curarla. È sdraiata sul fianco, mentre si comprime la ferita alla spalla, che tinge la neve di rosso. La sua caviglia è in una posizione un po’ strana, meglio che lei non si muova.

— Siamo con lei, Olivia. Tenga duro.

Toine si avvicina al mio zaino.

— Dobbiamo allertare qualcuno. È l’occasione di testare il nostro nuovo coso.

Tira fuori del mio zaino la nostra nuova creazione e va a piazzarla un po’ più lontano, per non ferire nessuno. Olivia si irrigidisce. Ha paura. Posso capirla.

— Non si preoccupi, le dico. È solo un fuoco d’artificio. Forse riuscirà ad avvertire qualcuno.

E spero che avvertirà qualcuno. Ci deve essere una stazione sciistica o un osservatorio in questo posto. O una stazione meteorologica.

— Attenzione, sta per partire, annuncia Toine. Guardate.

E un covone di stelle esplode nel cielo. Stelle rosse, luminose. Rimangono sospese nell’aria, come ghirlande luminose appese in alberi o pali invisibili. Io e gli amici siamo meravigliati. Sembra essere il 14 luglio, ma siamo in febbraio alla timida alba alle otto del mattino. Un nuovo covone di stelle illumina il cielo e il bianco si mischia col rosso, in una perfetta armonia. Il respiro di Olivia sembra ridiventare a poco a poco normale, mentre guarda il fuoco d'artificio con aria stanca. Forse era gelata e spaventata, più che ferita. In un certo modo è rassicurante. Vuole vivere, vuole farcela, aveva solo bisogno d’aiuto.

— Sta bene, Olivia?
— È bello…

Il suo accento prova che è italiana, ma per fortuna, parla francese, e questo facilita molto la conversazione.

— Allora abbiamo fatto la metà del nostro lavoro. È già un bene.

I miei amici si siedono vicino a me nella neve. per osservare lo spettacolo. Altri covoni di stelle esplodono nell’aria, tingendo il cielo di dozzine di colori. Ci siamo riusciti, ha funzionato. È così bello. Il silenzio regna, maestoso, appena turbato dal rumore di lievi esplosioni della macchina. Olivia si rilassa a poco a poco, stringendo la mia mano. La nostra compagna le fa bene, mentre contempliamo un magnifico fuoco d’artificio aspettando eventuali soccorsi. Nell’attesa ho curato Olivia come lo potevo, con il materiale di soccorso nello zaino di Toine e quello che mi hanno dato tutti gli altri.

— Aiuterà la nostra amica alpina ad aspettare i soccorsi soffrendo meno, dice JP guardando Olivia con un sorriso. Cosi si divertirà un po’.
— Sicuramente, rispondo sorridendo anch’io.

Questa nuova macchina è il nostro orgoglio. Un fuoco d’artificio eterno. E non è esploso quando si è avviato. I covoni di stelle non sono caduti. Se tutto va bene, non dovrebbero cadere né spegnersi. I colori, rosso, verde, bianco, azzurro, viola, si mischiano alle prime luci del giorno, contribuendo ulteriormente alla bellezza del paesaggio. JP ricomincia a fare delle battute tra due detonazioni, sia per farci ridere che far ridere Olivia. E funziona, scoppia a ridere, riscaldando i nostri cuori. Nico si mette in una posizione confortevole ed emette un piccolo sospiro soddisfatto.

— Immaginate se avessimo la macchina per il formaggio alla piastra, avremmo mangiato formaggio sciolto e patate nella neve.
— Andiamo a prenderlo all'hotel con una prolunga di 15 chilometri? risponde Lulu.

Scoppio a ridere, seguita dai miei amici. L’idea di mangiare formaggio alla piastra sulle cime del Monte Bianco è assolutamente geniale. Sarebbe così bello e poetico.

— A lei piace il formaggio alla piastra, Olivia? Chiede JP.

Non sembra capire, quindi le spieghiamo. Non deve essere un piatto conosciuto in Italia.

— È un piatto a base di formaggio sciolto, di patate e di salumi, spiega Toine. Prosciutto crudo, coppa, pancetta… Si mangia quando fa freddo fuori. È un'occasione per passare un buon momento con la famiglia o gli amici.
— La inviteremo a mangiarne una con noi quando sarà guarita, Olivia, risponde Gégé prendendole l’altra mano.

Olivia osserva gli occhi azzurri di Gégé.

— È molto… gentile…

I ragazzi si avvicinano un po’ di più, fino a circondare Olivia per confortarla. Affinché lei non si senta da sola, perché abbiamo capito che le fa del bene di essere con noi. Dopotutto, siamo un gruppo di amici che si aiutano in ogni circostanza.

— Sarà un'occasione perfetta per scoprire la gastronomia francese. D'altronde, a tutti piace il formaggio alla piastra.

Nuovi covoni di stelle raggiungono gli altri nel cielo. Ciascuno è salutato da un “ooooooh” e da dei “aaaaaah” meravigliati. Siamo come dei bambini alla festa del 14 luglio, ma non lo facciamo solo per il nostro piacere. Abbiamo tutti capito che lo facciamo anche affinché una giovane donna non muoia da sola nel dolore, abbandonata mentre non eravamo lontano.

Se Olivia non dovesse farcela, almeno avrà passato un buon momento prima di morire.
Sarà comunque una buona cosa.


— Capitano Planieri?

Alzo gli occhi. Stavo per urlare perché di questo passo non finirò mai questo maledetto dossier, se vengo disturbata ogni tre secondi, ma in realtà, mi fa bene di alzare gli occhi da questi documenti, da questo computer, dal riagganciare questo maledetto telefono. E il povero Pino non deve subire il mio pessimo umore, non ha fatto niente per meritarselo.

— Sì, Pino?

— Il tenente Olivia Grange è in infermeria. Aspettiamo la SIR-III per portarla in un ospedale più attrezzato.

Sorrido. La mia amica e subordinata ce la farà.

— Come va?
— È cosciente, ma in un cattivo stato fisico. Trauma cranico, frattura scomposta alla spalla destra e alla caviglia sinistra. Il dottor Belmonte dice che sopravviverà. Si trova con lei, con il tenente Demichelis.

Sospiro. Non avevo nessuna voglia di sentire il nome di ‘sto scemo, è per colpa sua se ho tutti questi documenti da leggere, da firmare, tutte queste mail da inviare e tutte queste telefonate da fare.

— Avete potuto analizzare l’oggetto che avete ritrovato vicino a lei?
— Sì, capitano. È un lanciatore di fuochi d’artificio. Penso che dovremmo farlo analizzare da persone più competenti di noi.

Sicuramente…

— Il tenente Grange potrebbe dirci a cosa serve?

Pino fa spallucce.

— Non lo so, capitano Planieri. Parlava di fuochi d’artificio eterni e di un gruppo di amici che l’hanno aiutata e provato a farle passare dei bei momenti prima del nostro arrivo. Sono questi fuochi che hanno allertato i suoi agenti.

Pino tira fuori un foglio dal suo quaderno.

— Abbiamo trovato questo nella tasca della sua uniforme, mi dice mostrandomi un foglio. Dice che è stata salvata da francesi, ma non c’era nessuno sul posto quando siamo arrivati. Se ne saranno forse andati quando ci hanno visti, perché avranno avuto pura, o qualcosa del genere. Vuole leggere, capitano? Il caporale Ferri l’ha tradotto in francese per lei.

Annuisco e prendo il foglio.

All’attenzione del capitano Hannah Planieri, SSM-X Consequentia Glacialis
Abbiamo fatto un'escursione per stuzzicare i nostri appetiti e per provare una cosa di nostra invenzione. Non pensavamo trovare Olivia, ma l’abbiamo sentita urlare e ci siamo detti che dovesse avere un problema. Ed effettivamente, ne aveva uno bello grosso. Non pensavamo che ce l'avrebbe fatta, ma qui, devo dire che sono stata bravissima.
Olivia è una ragazza figa. È bravissima, ha voglia di vivere, ce l’ha fatta.
Vi abbiamo avvisati con questo. All’inizio, eravamo venuti qui solo per testare questo coso. Perché i fuochi d’artificio sono belli, eh? Non eravamo sicuri che funzionasse bene, ad essere onesti. Noi, non pensavamo usarlo come segnale di soccorso, ma in realtà funziona iper bene, quindi lo lasciamo a lei. Per avviare il meccanismo, si deve premere il pulsante verde e per spegnerlo, basta premere il pulsante rosso. È molto semplice e potrebbe essere utile anche a lei, non si sa mai.
Noi torniamo all’hotel, il formaggio e le patate ci aspettano.
Auguri ad Olivia una buona guarigione da parte nostra. Ha una super ragazza nella vostra squadra, Capitano Planieri, si prenda cura di lei.
- Sab, Associazione degli Amici dell’Anomalo.

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