Time To Fly
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Erano dieci minuti che Herbert rideva, da quando il suo tavolo si era trasformato in una scogliera.
Sì, una scogliera.
Da quando aveva finito la sua opera, era condannato
Normalmente, Herbet aveva sempre il suo equipaggiamento da Bungee Jumping con lui, ma non quella volta; era salito sulla tavola per cambiare la lampadina della cucina, ma aveva dimenticato di prendere il suo equipaggiamento dia Bungee Jumping, o il suo paracadute.
Ed era fottuto.
All'inizio, i cambiamenti nello spazio provocati dalla sua creazione non erano che rari, ma ora, diventavano sistematici.
Per scendere una scala ci impiegava un'ora e mezza, e scendere dal marciapiede era una vera sfida.

Smise di ridere per stimare l'altezza della falesia… Era sicuramente più di un chilometro.
Due chilometri di caduta libera… Quando sarebbe saltato da sopra il suo tavolo.
Era questo, il frutto della sua creazione: un'arma. Aveva creato un'arma. E quest'arma si era rivoltata contro di lui.
Aveva dipinto un quadro che uccideva la gente.
Bastava che una persona vedesse il quadro in modo che in seguito, ogni "discesa" che la persona avrebbe visto sarebbe stata percepita come se si trattasse di una scogliera verticale di circa due chilometri. Funzionava con i gradini delle scale, i marciapiedi, il suo letto, il suo divano… C'era tutto il necessario.
Di colpo, il caro pittore aveva sistematicamente un paracadute con sé e dormiva per terra.
Ma ora, aveva commesso un grosso errore, perché quello funzionava anche con il suo tavolo.
Il suo tavolo, che era un semplice tavolo in legno di due metri e mezzo per uno, era divenuto un supporto di legno issato sulla cima di un picco roccioso che era, molto, ma molto, molto alto.
Herbet esplose una volta di più a ridere.
Era stato idiota e ora era tempo di pagarne le conseguenze.
Almeno, aveva pensato a tutto, e qualche giorno prima, aveva dipinto qualche parola di addio sul muro della sua camera.
Ma col senno di poi, pensò che avrebbe dovuto avvertire la gente dell'effetto provocato dalla sua opera, tanto da essere preso per pazzo.
E pensare che in realtà, soffriva di vertigini. La situazione era così ironica. Si era preso nella sua stessa trappola, lui che odiava tanto l'altitudine.

Ma tutto questo non aveva più la minima importanza, perché il cielo lo chiamava.
Era tempo di volare, di prendere il suo volo.

Tese una gamba nel vuoto e si lasciò cadere, ridendo alle schegge, il pavimento ora si avvicinava così velocemente…

"Mamma, perché il signore di sopra ride?"

"Non lo so cara, ma se continua, chiamerò la polizia per schiamazzi notturni."

"Che cosa sono gli schiamaaaaaazi?"

"Taci e finisci le tue verdure."

Il riso mutò in un urlo, e a qualche metro dal tavolo della cucina della famiglia, il soffitto esplose in frammenti e molti resti insanguinati caddero sul pavimento dell'appartamento, mentre i pezzi del soffitto e il pavimento superiore crollavano su di essi.
La famiglia si era alzata, sorpresa e spaventata. Ora vedeva una pila di detriti.
Non sapevano cosa stesse facendo il vicino di sopra, ma-

Un braccio maciullato e insanguinato sporgeva dai detriti.

La bambina urlò.

il cielo mi chiama
è tempo di volare

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