
Le opere umane certo periscono, ma quelle divine permangono.
Prima che il manto della notte interminabile fosse gettato sul creato e la sua progenie foriera di sciagure lasciata libera d'imperversare, viveva un rinomato artigiano chiamato Modrin. Dunque, Modrin era noto come il più sopraffino architetto di tutti i Principati ed i Regni di Yore, creatore di qualunque opera, dai palazzi alle prigioni, con esperienza ineguagliabile.
Oltre che al mattone ed alla calce, Modrin era profondamente devoto a sua moglie, la serafica Kabasti dalla dolce voce, morta per mano di una silenziosa e crudele febbre a tre anni dal matrimonio, senza avergli generato dei figli. Sopraffatto dal dolore per la perdita della sua amata, Modrin rase al suolo il fantastico maniero che aveva progettato. Mentre ammirava le grandi volute di spesso fumo nero innalzarsi e calare attraverso l'etere, l'artichetto fu folgorato da un'idea.
E fu così che Modrin si ritirò dalla vita pubblica, lasciandosi alle spalle le terre civilizzate a favore di in un distante altopiano senza nome del quale nessun uomo aveva mai fatto la propria casa. Lì Modrin intraprese una nuova opera, un'opera che sarebbe stata la più temeraria ed ambiziosa della sua carriera: costruire una torre a gradini talmente alta da perforare i cieli stessi. In questa maniera, in teoria, l'artigiano avrebbe potuto soccorrere la cara sua Kabasti dalle grinfie della morte e tornare al mondo mortale portandola tra le braccia.
Modrin lavorò in solitudine a questa sua impresa ben sapendo che, se altri avessero inteso ciò che intendeva fare, avrebbero cercato di accedere loro stessi alla torre nel tentativo di riavere i propri cari trapassati. Per molti anni l'architetto si spezzò la schiena, isolato da tutti, ogni giorno, il suo senso di solitudine ormai cibo per la sua determinazione. Giunto il momento in cui la grande torre a gradini aveva usurpato la posizione delle nuvole più basse, quando il capolavoro di Modrin era quasi giunto al termine, allora gli dei si accorsero dell'impegno da lui profuso.
Infuriati per la trasgressione di Modrin nel regno celeste, per la violazione delle alte sfere nelle quali gli dei stabiliscono le proprie dimore, il signore delle tempeste Hiboran scagliò sei saette per fracassare la torre, riducendola a cenere e tizzoni. Quanto della torre rimaneva, in frantumi e in fiamme, venne preso e gettato nel cielo notturno senza cerimonie, formando una ferita infiammata sul volto del firmamento che perdura tutt'oggi, ed è un monito eterno riguardo il prezzo della blasfemia.
In quanto all'architetto in persona, Modrin, egli fu condannato a non morire mai e, come molti altri miscredenti prima di lui, a calcare invece la terra fino al tempo in cui la terra non esisterà più. La parte forse più tragica del fato di Modrin risiede nel fatto che, se non avesse concepito la Torre, in breve tempo si sarebbe trovato faccia a faccia con Kabasti nei luminosi pascoli stellati dell'Aldilà; eppure, a causa della sua hubris e della sua ribellione, questo non accadrà mai.
Così finisce la storia della Torre di Modrin.