La Rivoluzione Sarà Trasmessa in TV
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In una terra che non aveva conosciuto altro che la guerra, un re parlò al suo consigliere. Il re era un pacifista mentre il consigliere un guerrafondaio. Il consigliere aveva servito il padre del re, e suo padre prima di lui, e non gli importava nulla della pace che il re cercava di mantenere. La guerra era la via del loro popolo - abbandonarla sarebbe stato come abbandonare se stessi.

Ogni notte, nel giardino del palazzo, il consigliere raccontava una storia al re. La storia di un antico conquistatore, o un pazzo pacifista che perse tutto. Un racconto improntato a convincere il re che le sue vie erano sbagliate.

Non funzionò mai.

Faceva freddo nel giardino quella notte d'inverno ed il consigliere era pronto a rinunciare. Forse il tempo per la guerra era passato. Non aveva più storie da raccontare al suo re, pensò.

Ma poi, gliene comparve una nuova in testa - come se non fosse stata pensata da lui. Come se l' avesse pensata qualcun altro.

"Mio re" iniziò il consigliere. "Ha mai sentito la storia di Bael il Giullare Decadente?"

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Jeffrey si era arreso. Tutti lo erano.

Non esisteva salvezza. Nessuna liberazione da tutto questo. Sarebbero rimasti intrappolati qui per sempre, nel fottuto TD Garden. A una partita di basket che andava avanti da… Dio, cosa? Anni, forse? Più a lungo di quanto chiunque possa sopportare, senza dubbio.

La maggior parte delle persone ora si sdraiava sul pavimento all'inizio dei match. Suicidarsi richiedeva uno sforzo che nessuno era più disposto a compiere. Erano più balani che persone. Jeffrey aveva visto un balano tempo fa - in un acquario vicino a casa sua. Passava molto tempo nell' acquario della sua mente ultimamente. Ripensandoci, dov'era casa sua? Non se lo ricordava nemmeno. Qui le cose tendevano a svanire.

Le luci diventarono rosse ad un certo punto. A chi importava? La novità di un cambiamento nell'illuminazione svanì dopo un paio di minuti.

Jeffrey inspirò.

Jeffrey espirò.

Jeffrey inspirò.

Jeffrey espirò.

Jeffrey inspirò.

Jeffrey espirò.

Jeffrey inspirò.

Jeffrey espirò.

Jeffrey inspirò.

Jeffrey espirò.

Jeffrey inspirò.

Jeffrey espirò.

Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò. Jeffrey inspirò. Jeffrey espirò.

Le porte dell'arena si aprirono.

Jeffrey balzò in piedi. Non era il solo: in tutta l'arena la gente si stava alzando, con gli occhi spalancati e agitati. Stava succedendo qualcosa. Stava fottutamente succedendo qualcosa!

Una folla si radunò rapidamente, le persone si spingevano e strattonavano a vicenda per vedere cosa stesse succedendo. Stavano venendo salvati? Perdonati? Avrebbero finalmente potuto morire?

Un clown cartoonesco varcò le porte con passo energico. Era strano da vedere - una cosa in 2D in un mondo in 3D, eppure… abbastanza in 3D da poter essere guardato da diverse angolazioni. Non era qualcosa che sarebbe dovuto esistere. Era evidente subito dopo averlo visto.

Il pagliaccio era in piedi di fronte a loro, le mani sui fianchi e un ampio sorriso sul suo volto.

"Finalmente!" disse. "Sapete quante partite di basket ho dovuto controllare prima di trovarvi, ragazzi?"

Si voltò e urlò alle sue spalle: "Ehi ragazzi! È questo!"

Il pagliaccio non era solo. Altri personaggi varcarono le porte ed erano altrettanto bizzarri. Un pellicano cartoonesco con un fucile per ogni ala, una figura che scivolava sul pavimento con un mantello nero (e quello che sembrava essere Ronald Reagan, che lo seguiva lealmente), e un uomo in abito di cui era impossibile guardare il viso, non importa quanto ci provassi.

""Raccogli ciò che semini" mormorò il pellicano, agitandosi con i suoi fucili. "Raccogli ciò che dannatamente semini.""

Il clown agitò un braccio con aria sprezzante. "Sì, sì, datemi il cinque, ragazzi."

Nessuno di loro si mosse, ma a quanto pare, questo fu sufficiente per il pagliaccio, che si voltò di nuovo verso la folla.

"Ehilà!" disse.

Jeffrey iniziò a parlare: all'inizio di tutto ciò, si sarebbe inquietato vedendo qualcosa di così bizzarro, ma la paura si affievoliva sempre più ad ogni ciclo. Se il peggio era già accaduto, cos'altro c'era da temere?

"Mi scusi, signore" disse piano. "Chi è esattamente lei?"

"Effettivamente," rispose il clown. "Questa è una domanda fantastica, ragazzo mio! Una stella d'oro! Sono la stimata icona dei cartoni americani Bobble il Clown. Forse hai sentito parlare di me?"

Jeffrey scosse la testa lentamente. "No… no."

Uno sguardo irritato attraversò la faccia del clown per un momento, ma svanì rapidamente. "Ah, i ragazzi di questi tempi!" disse, guardando la figura con il mantello nero dietro di sé. "Scommetto che non sarebbe nemmeno in grado di dire i nomi di qualche elfo macchina!"

La figura non rispose.

"Ora che ci penso," continuò Bobble, voltandosi di nuovo verso la folla. "Forse sarebbe meglio che, voi ragazzi e ragazze, mi chiamaste Generale Bobble.""

"Perché?" disse Jeffrey lentamente. Non gli piaceva particolarmente come si stava evolvendo la situazione.

"Un ufficiale comandante deve essere rispettato dalle sue truppe, ovviamente", disse Bobble. "E da questo momento in poi, tutti voi ragazzi e ragazze sarete i miei piccoli aiutanti! Siate fieri e gioite di questo traguardo, ma non troppo a lungo, perché qui siamo un po' in ritardo."

Qualcuno urlò rabbiosamente dalla folla. Con la coda dell'occhio, Jeffrey vide il sorriso di Bobble espandersi. All'improvviso gli sembrò di trovarsi nella stessa stanza di un leone affamato.

"Qualcuno non è felice?" chiese Bobble. "Sarei felice di rispondere a eventuali lamentele."

L'uomo urlante si fece strada verso la parte anteriore della folla. Era un Custode della Fede - o almeno lo era stato, prima che tutti si arrendessero. Aveva il viso arrossato per l'indignazione.

"Hai detto che ci troviamo in un nastro, vero? Ti ho sentito dire così!" urlò, avanzando verso il pagliaccio.

"Ottimo udito! L'ho detto davvero, mio ​​buon signore!"

Il Custode della Fede raggiunse il pagliaccio e gli pungolò il petto con un dito. Il sorriso di Bobble si allargò ancora di più e uno sguardo selvaggio pervase i suoi occhi.

"Sei tu quello che ci ha fatto questo? Che ci ha messo qui?! Tutto questo è dannatamente colpa t-"

L'uomo non finì mai la frase, poiché Bobble allungò la mano in modo disinvolto e gli strappò la testa con una mano guantata.

Nessuno parlò. Le decapitazioni erano qualcosa a cui erano abbastanza abituati a questo punto.

"Ora, ascoltate" disse Bobble, dribblando la testa come se fosse un pallone da basket. Circa ogni secondo, il suo discorso veniva punteggiato da un forte splat quando la testa colpiva il pavimento. "Sono un capo comprensivo. Mi considero una brava persona. Sicuramente andrò in paradiso. Ma andiamo, ragazzi. Il vostro capo vi permetterebbe di parlargli in quel modo? Beh, ora io sono il vostro capo, e non lo farò. Quindi adesso il Sig. Testacalda non potrà più venire con noi."

"Dove stiamo andando?" disse Jeffrey. Non aveva più la minima intenzione di andare contro al clown.

"Ovunque cavolo mi paia, ragazzo mio. Ovunque cavolo mi paia. Andiamo a incontrare i Jetson, bruciamo Springfield, andiamo a sparare in faccia a Scooby Doo! Questa è una televisione rivoluzionaria!"

Indicò l'uomo con l'abito. "Ehi - una televuzione! Cosa ne pensi?"

"È divertente! Mi fa ridere! Dovresti ridere con noi! Ridere con noi! Ridere con noi!" disse l'uomo.

"Sì, più tardi."

"Sì! Si fotta Scooby!" urlò il pellicano, chiaramente gasato.

Bobble si spostò di lato e con un gesto prosperoso indicò la porta. C'era della luce - no, non luce. Statico. Statico da televisione. Ma era comunque un'uscita.

"O," disse Bobble. "Potresti rimanere qui per il resto dei tuoi giorni."

Jeffrey non ebbe bisogno di pensarci due volte

Riproduzione ████ È presente solo un individuo, un membro dei Custodi della Fede. Per tutta la riproduzione, tenta di uscire dall'arena colpendo a pugni le porte di uscita. Poco prima della fine della riproduzione, è possibile sentire un singolo "honk".

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La storia proseguiva incessantemente, le parole uscivano dalla bocca del consigliere così in fretta che lui stesso non sapeva cosa significassero. Racconti di massacri e genocidi, atrocità e apocalissi, tutti causati da un giullare di nome Bael. Mentre parlava, le parole si radicarono nella sua mente e giurò di aver sentito le ridicole risate di quel folle decadente nella sua testa. Un suono dolce e gentile, come gli zoccoli di un lattonzolo.

E poi la storia finì.

Il re guardò il suo consigliere, spalancando gli occhi. E poi, lentamente, un sorriso comparve sul suo viso.

"Informa i miei eserciti", disse, tremando per l'eccitazione. "Domani, andremo in guerra."




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