Lacrime e Ossa
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Tanto tempo fa, fu imposta una gerarchia.

Al tempo in cui le città Fae furono piazzate, a ogni cosa venne dato un rango. Anche la bassa Casa dei Centopiedi e le alti Corti Seelie trovarono i loro posti in questa gerarchia, e tutti gli Dei presiedettero le loro corti ben organizzate. Sotto i loro talloni, il suo nome sovente dimenticato, risiedeva Khahrakh.

Khahrakh non era dignificato nella sua condizione: in verità, era patetico. Era stato venduto al Re Cornuto di Alagadda, assieme a quattro altri ragazzi, dalla Regina Mab — ma a differenza dei suoi compagni-schiavi, lui era rachitico e brutto. E così, mentre il Re Cornuto donava il suo affetto a Bauta, Arlecchino, Pantalone e Brighella, Khahrakh sentì solamente il suo disprezzo e la sua derisione. L'esistenza doveva essere sofferenza, ma il Re Cornuto ne voleva anche la sua fetta. Sarebbe stato meglio non esistere.

Sotto il suo giogo, Khahrakh assorbì gli abusi del Re Cornuto, e sviluppò un'acerba arguzia. Quell'arguzia, la sua prima arma, alleviava il peggio della sua rabbia, mentre soffriva attraverso ripetute umiliazioni. Divenne ancor più crudele per il suo dolore. Così pungenti erano le sue parole, e così crudele il suo affetto, che il Re Cornuto lo nominò il giullare della Corte Alagaddiana.

Rosso dalla rabbia, scarlatto dai tagli e dai lividi, bagnato dal vino gettatogli addosso dai cari del Re, Khahrakh divenne conosciuto — apparentemente, da quel momento fino alla fine dei tempi — come lo Stolto Scarlatto.

***

Anche prima che il buco le si fosse aperto nelle interiora — in verità, la differenza era praticamente una questione di autocontrollo — la Regina Mab non era per niente estranea alla decadenza. Le ricchezze saccheggiate della nostra Terra scorrevano liberamente nelle Corti Fae, e se il suo istinto imperiale non poteva essere controllato, come avrebbe potuto Mab regnare sui suoi istinti più basilari? Gli studiosi di oggi ora calcolano gli eccessi delle spese della Regina d'Inverno, e li sposano alla povertà del volgo; ma cosa poteva saperne Mab di boulevard da lei mai calpestati? Per la Conquistatrice, le terre fuori dal suo palazzo erano una piatta e continua distesa di obiettivi personali, le sue ricchezze, da celebrare in qualunque maniera desiderasse.

E così era per Mab: la Mascherata del Raccolto, soltanto un'altra festività, una festa quaranta giorni dopo l'Equinozio d'Autunno. La Mascherata del Raccolto di quell'anno doveva essere una grande faccenda, come lo erano state tutte le Mascherate del Raccolto.

Dagli Urali giunse lo Zar Xanteo, il Grande Re Cinghiale. Un oracolo a otto zampe aveva rivelato che le sue interiora fossero simili a quelle di un dio, e così lo Zar Xanteo si era dichiarato il Buongustaio dei Buongustai, ed era divenuto saggio nelle arti culinarie. Alla Mascherata del Raccolto, portò il suo figlio disobbediente — sarebbe stato un banchetto degno di un principe.

Dai Fiumi Gemelli giunse Nahash, il Serpente della Conoscenza. Nahash era considerato un'icona del vizio, un corruttore come nessun'altro; la sua faccia serpentina non gli permetteva di fulminare con lo sguardo coloro che fossero caduti per i suoi tranelli, e nessuno sapeva che riferisse il tutto al Potere Massimo. Alla Mascherata del Raccolto, portò un bellissimo ragazzo per il Re Cornuto, allenato nelle arti dell'Ambasceria.

Dalla sponda opposta del Mare giunse la gentile Sanna, la delegata di Isarrataitsoq per le Corti Fae. La sua bellezza era uguagliata solo dalla sua saggezza, e lei le usava entrambe in difesa del suo popolo. Alla Mascherata del Raccolto, portò ceste di pellicce e beni di altissima qualità per la Regina Mab… e promise di portarne altri, se fosse stata incline a un'alleanza.

Infine, da Alagadda giunse il Re Cornuto, e alla Mascherata del Raccolto portò lo Stolto Scarlatto.

***

Lasciatemi speculare un attimo.

Fra i partecipanti di quella Mascherata, non sono sicuro chi abbia architettato veramente quella notte. Il Re Cornuto era certamente solito umiliare lo Stolto Scarlatto; ciononostante, dubito che si sia allontanato dal suo amato Ambasciatore abbastanza a lungo da poter portare a termine uno schema del genere. Non ho alcun problema a credere che l'Ambasciatore potesse compiere un'azione del genere, ma allora, portarlo alla Mascherata fu uno sbaglio stranamente sciocco da parte di Nahash. Questo è vero assumendo, ovviamente, che Nahash non avesse cospirato con loro — e, anche se la cospirazione potrebbe spiegare perchè il suo regalo non fosse destinato al suo ospite, Nahash non aveva mai tradito prima di quel momento un confidente tanto quanto avrebbe ipoteticamente tradito lo Stolto. Ma, se la Regina Mab fosse stata coinvolta, le leggi della Corte Fae suggeriscono che lei avesse avuto il consenso esplicito del Re Cornuto, o che lei credesse di avercelo. E infine: anche se lo Zar Xanteo mi sembra troppo stupido, e Sanna troppo gentile, i dettagli più fini di quella notte continuano a sfuggirmi dalla memoria.

Era stato tutto pianificato, oppure la miseria dello Stolto Scarlatto fu una questione di serendipità? Avrebbe potuto far qualcosa per mitigare il suo fato? Le parole dello Stolto Scarlatto furono così terribili da meritarsi una tale vendetta? Oppure il suo tormento fu semplicemente un'espressione della tacita gerarchia?

***

Estasiato dal suo nuovo Ambasciatore, il Re Cornuto di Alagadda all'inizio era stato stranamente gentile nei confronti dello Stolto Scarlatto. Permise allo Stolto di mangiare da dei piattini, e gli assegnò una porzione non indifferente di vino. C'erano, ovviamente, i suoi soliti abusi, ma ora sembravano contenuti, leggeri — quasi scherzosi.

Invero, i partecipanti della Mascherata agirono in maniera molto più gentile nei confronti dello Stolto Scarlatto di qualsiasi altra persona ad Alagadda. La corte della Regina Mab trattò lo Stolto con un'ospitalità ancora sconosciuta; gli uomini dello Zar s'assicurarono che ricevesse la quantità giusta di prelibatezze della Mascherata; anche l'Ambasciatore, egualmente famigerato nella sua crudeltà, lo trattò come un altro ospite. Ma ciò che dev'essere saltato maggiormente all'occhio dello Stolto Scarlatto fu la maniera in cui fu accolto dalla gentile Sanna.

Una condizione sociale poco elevata non genera benevolenza — guardate alle altre nazioni, e poi ditemi se dissentite — ma l'anima della gentile Sanna sembrava aver eroso il proprio potere. In tutte le faccende era paziente, cordiale, e tanto genuina quanto la sua posizione glielo permettesse. Anche lo Stolto Scarlatto, quella cosa brutta e miserabile, fu degno della sua gentilezza.

Lo Stolto Scarlatto non conosceva l'amore, ma fu ciononostante certo di amare Sanna.

Una blasfemia sociale.

A un'ora imprecisata della serata, il Re Cornuto convocò lo Stolto Scarlatto di fronte agli invitati. Nello spirito di quella celebrazione, allo Stolto Scarlatto sarebbe stata concessa una battuta tagliente verso tutti coloro che si sarebbero offerti volontari, senza paura di alcuna ripercussione. Credo fosse una trappola, e una così complessa che mi viene difficile pensare a chi potrebbe averla preparata.

Pensatela così:

Gli insulti dello Stolto Scarlatto non avrebbero necessariamente offeso i suoi bersagli; era stato, dopo tutto, invitato a pronunciarli, e dal suo signore—

'—oh, lui s'è preso così tanta cura dei suoi regali, mia Regina. Tanto che se li fa portare per tutta Alagadda! Alcune volte è lui il motivo per cui non possono semplicemente camminare, questo è certo, ma—'

—per giunta. Se la Regina Mab—

'—oh no, non mi permetterò d'infangare la seconda più bella delle Sorelle Seelie! Sarebbe—'

—lo Zar Xanteo—

'—e i suoi piatti sono stati cucinati magistralmente, Vostra Maestà. Beh, questa è l'impressione che ho ricevuto dai segugi del palazzo—'

—o Nahash—

'—e delle zanne così adorabili! Mi dica, in quanto piscio ha dovuto lavarle per—'

si fossero offesi a causa degli insulti dello Stolto Scarlatto, avrebbero avuto solo loro stessi da incolpare… Se lo Stolto avesse insultato anche Sanna.

Infatti, quando venne il momento di denigrare la gentile Sanna, lo Stolto Scarlatto non potè trovare le parole per esserle crudele, e i suoi veri sentimenti furono finalmente rivelati ai partecipanti della Mascherata.

Se violare quella tacita gerarchia non ispirò ciò che succedette in seguito, allora divenne molto più facile per i suoi partecipanti accettarla.

***

Le portate principali di quella serata furono offerte con cortesia dal disobbediente Principe Xanteo. Di fronte alla Mascherata era disposta una deliziosa schiera di varie carni pregiate. Prosciutto glassato al miele, luccicante sotto la luce delle lampade, condito con verdure fresche e fette di mela; spesse fette di pancetta, speziate con della paprika e dello zucchero di canna, avvolte attorno a delle capesante cucinate perfettamente; griglie di costine di maiale, affumicate alla perfezione; lombo di maiale, farcito con un saporito miscuglio di pangrattato e verdure; bistecche di spallotto di maiale, spettacolarmente aromatizzate; e per la Regina Mab in persona, un muso di maiale al tartufo nero, ingannevolmente delizioso. Le ossa erano state messe da parte.

Nessuno notò il gioiello regale della Regina Mab mentre spariva dalla sua corona.

***

Lo Stolto Scarlatto conosceva molto bene la crudeltà e il corteggiamento; in materia d'amore e pietà, però, era stupido. Ma, e lo giuro sul mio vero nome: lo Stolto Scarlatto non era un ladro. Così vile era la sua condizione che il suo senso di "proprietà" si era completamente degradato, e non poteva concepire nulla come veramente suo.

Dopo che l'ultima delle carni fu rimossa dalle proprie ossa, lo Stolto Scarlatto s'avvicinò alla gentile Sanna, al tavolo dei nobili. Sentimenti proteiformi d'amore e d'affetto l'avevano spinto al suo fianco, ma la sua lingua, influenzata da anni d'odiosi abusi, non voleva collaborare. Al posto delle parole, allora, presentò alla gentile Sanna un profondo e bellissimo zaffiro — perchè lei era più degna di questo regalo, che uno sciocco miserabile come lui.

Sfortunatamente per lo Stolto, la gentile Sanna s'era seduta accanto alla Regina Mab, e la vista del suo gioiello regale nelle mani d'uno schiavo accese un terribile fuoco al suo interno.

Con un singolo grido, il banchetto cadde in un convulso caos. La Guarnigione della Regina circondò gli entourage dei nobili con lance e spade, e catene verdeggianti eruppero dalle mura per intrappolare i restanti. Lo Stolto Scarlatto fu issato nell'aria dalla magia della Regina Mab; solo una supplica da parte della gentile Sanna prevenì che lo Stolto venisse squarciato, e passò una lunga e dolorosa ora prima che lo Stolto Scarlatto venisse rigettato sul pavimento.

Mentre lo Stolto annaspava per cercare di respirare, i muscoli del suo collo furono sollevati verso la punta della lancia del Capitano del Terrore Mykyta. Accanto a lui, la Regina Mab, la sua espressione marcata da un'odiosa falsa neutralità.

"Noi che t'abbiamo ospitato," la sua voce, nera come la pece bollente, "Che abbiamo trattato questo disgraziato come avremmo fatto con un ospite illustre. Tu osi profanare la nostra corona? Cosa spregevole!" La Regina Mab colpì lo Stolto con il dorso della sua mano, e la sala si riempì d'un terribile grido, poichè il suo colpo aveva trascinato il suo collo sulla lancia del Capitano del Terrore.

Sangue sgorgò dallo Stolto Scarlatto, perchè la sporgenza mascolina nel suo collo era stata cavata fuori.

Lo Stolto Scarlatto incastrò il suo pollice nella ferita, e gorgogliò le sue scuse attraverso sangue e lacrime. Avrebbe voluto dire che non era un ladro, che gli era stato donato il gioiello per la sua performance; che era stato grazie al permesso del Re Cornuto se il gioiello era finito sotto suo possesso; che questo gioiello non gli era familiare, perchè era stato uno smeraldo durante la sua schiavitù sotto la Regina Mab, e che se avesse saputo che fosse della Regina Mab l'avrebbe restituito senza indugi; e che anche un miserabile come lui si meritava un minimo di dignità, un piccolo atto di pura gentilezza, il più piccolo briciolo di decisione nella sua miserabile esistenza, e che diritto avevano i nobili ad approfittarsi di lui in questo modo, con quale diritto potevano sfruttare quella vana speranza d'una personalità, con quale diritto?!

Nessuno prese in considerazione il fatto che lo Stolto Scarlatto fosse troppo basso da poter raggiungere la corona della Regina Mab, e la possibilità che un superiore potesse aver incastrato lo Stolto fu ignorata. Chi avrebbe difeso l'onore d'uno schiavo deformato?

Ma anche se i nobili avessero considerato le sue parole, lo Stolto Scarlatto stava venendo soffocato da lacrime e sangue.

La Regina Mab lo voleva squartato e scuoiato per aver desecrato la sua corona; fu l'Ambasciatore a convincerla a una mercè più crudele.

Una catena fu estratta dal lampadario, e lo Stolto Scarlatto vi fu legato per il collo. Così tesa era la catena che non poteva nè sedersi nè sdraiarsi, ma solamente stare in piedi e piegarsi in agonia. Mentre il dessert veniva servito ai partecipanti, le ossa rimaste delle portate principali furono portate davanti allo Stolto. Se fosse riuscito a divorarle tutte prima della fine della Mascherata del Raccolto, gli sarebbe stata concessa la vita.

(Fu, effettivamente, un compito più facile di quanto sembrasse. La Regina Mab era troppo affascinata dalla sua miseria per annullare le festività.)

Lo Stolto Scarlatto iniziò con le falangi, sottili e fragili, stranamente carnose e troppo secche. Schegge rotte squarciarono la sua bocca, un dolore rivaleggiato (pensavamo allora) solo dallo sforzo nell'ingoiare. Quella sarebbe stata la parte più sopportabile della sua punizione.

Frantumarsi il dente è un tipo speciale d'agonia; i nervi nella propria mascella urlano e urlano e urlano mentre sangue sgorga nella bocca. Lo Stolto Scarlatto ruppe il primo, su una tibia. Altri tre dovettero rompersi prima che fu costretto a spezzare il suo pasto con le sue mani, e una terribile cadenza venne data ai suoi gemiti.

Cosa lo spinse ad andare avanti, mi chiedo? Lo Stolto Scarlatto riuscì ad andare avanti nonostante la sua debolezza, ma senza dignità, o risolutezza; se le sue ferite non l'avessero reso muto, li avrebbe implorati. Non riusciva a guardare la sua torturatrice negli occhi, e neanche il suo signore. Solo una volta lo vidi posare il suo sguardo su qualcun altro — e anche se Sanna lo ricambiò con manifesto orrore, il suo popolo non poteva rischiare la collera della Regina Mab, e così non intervenne.

Ogni osso sembrava più doloroso per lo Stolto del precedente. I denti sembrava mordessero lui alla fine di ogni morso; i succhi residui delle costine pungolavano ogni ferita su cui si posavano; lo stesso processo di demolire la scapola sembrò un'impresa quasi fatale. Vomitò 2 volte, i suoi intestini col colore del caffè macinato, e non dovrei dire cosa gli fece fare la Regina Mab col vomito. Quando ingoiò anche l'ultimo frammento di cranio, lo Stolto era divenuto scarlatto dal suo stesso sangue, e aveva completamente esaurito le lacrime.

La Regina Mab mantenne la parola data, come minimo, e lo Stolto Scarlatto fu scortato di nuovo ad Alagadda.

***

Il Re Cornuto ancora oggi visita la Regina Mab, e qualche volta porta lo Stolto Scarlatto. Quella sua crudeltà sembra mitigata; non parla liberamente come una volta.

Per ora, è rimasto poc'altro da dire.

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Ma un giorno, lo Stolto Scarlatto avrà la sua vendetta.

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