Pistole Elettriche e Termite
voto: +3+x
blank.png

Il dottor Django Bridge si svegliò. Si era addormentato nel suo ufficio, con la faccia sulla scrivania. Il bagliore dello schermo del suo computer e il giallo di una lampada di fuori stavano proiettando un misto di luce fredda e calda nella stanza. Il dottor Bridge si mise più comodo sulla sedia e si fece scricchiolare il collo; guardò il suo schermo: c'era un riquadro rosso. Non era un buon segno.

MESSAGGIO DI AVVISO ◄ ► ▬ X

TENTATIVI DI ACCESSO NON AUTORIZZATI!

UBICAZIONE: NODO-66-A

SIETE PREGATI DI CONTATTARE L'AMMINISTRATORE DEL SISTEMA!

L'amministratore del sistema era lui. Il dottor Bridge era anche l'unico ricercatore di Livello 4 del sito. Si alzò in fretta e furia dalla scrivania e si precipitò nella stanza dei server, al piano di sotto. Chi diamine stava pasticciando coi server alle tre di notte? Solo i membri del personale di Livello 3 o superiore avevano il permesso di entrare in quella stanza. Mentre scendeva le scale e attraversava i corridoi, il dottor Bridge si sfilò la ricetrasmittente dalla cintura e fece una chiamata.

In origine, il Sito-66 era una centrale elettrica a carbone; era stata abbandonata per una decina d'anni, prima che fosse scoperto SCP-1479 in uno degli edifici annessi. La maggior parte delle strutture era stata restaurata e migliorata e, in giro per il complesso, erano sparpagliate altre anomalie contenute. L'ufficio di Django era nell'Edificio A, la struttura più grande e modificata: era completo di uffici moderni, un sistema di sicurezza eccezionale e un blocco di archivi digitali al secondo piano sotterraneo. La maggior parte delle sale era illuminata da forti luci fosforescenti nei vecchi e pesanti corridoi di metallo e cemento, il che dava un aspetto industriale ai piani inferiori. Il dottor Bridge arrivò al secondo piano sotterraneo e notò subito che era tutto tranquillo. Nessun addetto alla sicurezza in vista, il che era strano.

«Dottor Bridge alla sicurezza, ho un allarme di ingresso non autorizzato nei nuovi archivi digitali. Sto dando un occhiata…»

Si interruppe, appena si accorse che uno dei server accanto a lui aveva il pannello aperto. Django svoltò l'angolo e vide un uomo che non riconobbe. Indossava una camicia bianca con una cravatta nera e le bretelle; era chino su un groviglio di fili e dispositivi intrecciati. Il dottor Bridge esclamò:

«Ehi, tu, fermo dove sei! Mani in alto!»

Si affrettò a sfoderare una pistola elettrica e puntargliela contro. Si era esercitato con quel movimento nel tempo libero. L'intruso alzò lo sguardo con un'espressione sconvolta:

«Ehi, calma! Sto solo…»

«In piedi, mani in alto!»

«Come ti pare. Però ascolta: sto rispondendo allo stesso allarme che hai avuto tu. Forse»

«Va bene. Allora chi sei e che diavolo stai facendo coi server?»

Il braccio del dottor Bridge si rilassò un po'. L'intruso indossava le bretelle, aveva gli auricolari ed era pallido. Era un tecnico?

«Guarda, ho il tesserino»

L'uomo si mise la mano nel taschino e ne tirò fuori una targhetta della Fondazione e un ordine di trasferimento piegato. Django aguzzò la vista e lo lesse ad alta voce:

«Requisizione di informazioni al Sito-66 per ordine del direttore Aktus, agente subentrante della SSMA Lambda-2 Dietrich Lurk. Eh? Che razza di cognome è Lurk?»

Rivolse uno sguardo curioso a Dietrich, che fece spallucce:

«Mio padre ha la famiglia scozzese»

Il dottor Bridge continuò a leggere gli ordini di Dietrich. I suoi occhi guizzavano tra la foto sul tesserino identificativo e la faccia dell'agente Lurk. L'aveva già vista da qualche parte. Forse quando stava riordinando l'indice del personale per la casella di posta dell'agente Lament. Scosse la testa, si avvicinò di un passo e appuntò la targhetta alla tasca di Dietrich.

«Avrebbero dovuto dirmi che c'era un nuovo arrivato. Il dottor Seidelman ti ha confermato? Che stai facendo alle tre di notte?»

L'agente Lurk fece un lungo sospiro:

«Sono arrivato solo dodici ore fa, sono ancora abituato al fuso orario d'oltremare. Sul serio, però: non sono stato io»

Indicò i fili scoperti e le pinze a coccodrillo davanti al pannello aperto del server e il contenitore argentato nel mezzo.

"Dodici ore?" si chiese Django.

Si chinò per guardare meglio il nuovo arrivato. Dopo un istante, girò i tacchi e si accucciò per dare un'occhiata più da vicino. Il pannello era stato scardinato, c'erano parecchi fili, ma nessun nome di marca né scritte. E i cavi? Il dottor Bridge si rialzò e si sbatté una mano sulla fronte:

«Hanno violato gli interblocchi di sicurezza?!»

Dietrich annuì:

«Sì, e guarda qua: hanno impostato la frequenza di disturbo del sito per inibire le sue stesse comunicazioni»

«Ha senso. Aspetta, sul serio…»

Django sobbalzò quando fu interrotto da uno scatto sommesso e Dietrich si accasciò sul freddo pavimento. Per una frazione di secondo, il dottor Bridge credé che gli fosse scivolato il dito e di aver sparato per sbaglio a Dietrich con la pistola elettrica, ma intravide una sagoma femminile mascherata che imbracciava una sorta di fucile elettropneumatico. L'assalitrice svanì dietro un angolo, mentre l'agente Lurk si contorceva ed emetteva versi farfuglianti. Afferrò la gamba del dottor Bridge, in preda al dolore:

«Dannazione!»

«Ah! Scusa, scusa»

Django si chinò e sfilò il proiettile dalla schiena di Dietrich. Ancora tremolante, l'agente Lurk si tirò su e si alzò in ginocchio:

«Ahia! Merda! Quanto cazzo pizzica! Uuuuuuuuuuuh!»

«Stai bene?»

Il dottor Bridge rabbrividì, mentre osservava il proiettile che aveva in mano. Era un cilindro biforcuto giallo e nero; stava ancora scagliando a vuoto piccoli archi di elettricità. Django era meravigliato da quella brutalità. Mormorò:

«Questo non è un problema ordinario»

«Ah, sì? Non mi dire! Hai intenzione di inseguirla?»

«Cosa?»

«Siamo isolati, sono appena stato fulminato e a malapena sto in piedi. Inseguila!»

Dietrich passò un auricolare al dottor Bridge:

«Ecco, indossa questo»

Django si pulì l'orecchio col dito e vi infilò l'auricolare.

«Fatto. Bene. Perché?»

All'altro capo della linea, cinguettò una voce femminile pimpante:

«Prova. Prova. Uno due»

Dietrich indicò il proprio auricolare, identico all'altro:

«Alex, la tua connessione è buona. Ti installo nella rete del sito. Dai le indicazioni a questo signore, metti l'intrusa all'angolo e vedi se riesci a contattare la cavalleria. Tutto chiaro?»

«Ricevuto, signore! Dottor Bridge, vada avanti e giri a destra al prossimo angolo»

Django fece un respiro profondo e annuì. Partì appena Dietrich collegò il suo cellulare a una fessura per chiavette.


«Molto bene, dottor Bridge, ora vada a sinistra e l'avrà fiancheggiata. Sto bloccando gli accessi e la sto spingendo verso una galleria. Sarà intrappolata»

«Solo "dottore". E grazie… ehm… Alex. Alex, giusto? Sei fuori dal sito?»

«No, sciocco! Sono una delle IA coscritte»

«Oh. Oh, ehi, figo! Ho appena letto di voi, come con…»

«Ha mancato la curva»

«Giusto, scusa»

Il dottor Bridge inchiodò e roteò sui tacchi per continuare a trottare lungo il corridoio.

«Ottimo, la vedo nei filmati della sorveglianza: sta venendo da lei. Si nasconda dietro questo angolo per un attimo»

Django obbedì e sfoderò di nuovo l'arma stordente.

«Ehm… dottore? La pistola vera»

Il dottor Bridge rabbrividì dall'imbarazzo e si ficcò la pistola elettrica in tasca, mentre cercava quella d'ordinanza con l'altra mano.

«Bene, ora spari due colpi nel corridoio adiacente da dietro il suo angolo»

«A cosa sto sparando?»

«Non ha importanza, serve solo a spaventarla. Si sta inoltrando nel sotterraneo»

Django obbedì e fece fuoco due volte alla cieca. Una voce femminile gridò:

«Figlio di troia!»

L'imprecazione fu seguita dal rumore di passi affrettati nella direzione opposta.

«La ringrazio! Ora è diretta verso il vicolo cieco»

«Ah!»

Il dottor Bridge fece una smorfia trionfante: là in fondo non c'era niente, a parte vecchie tubature e interruttori.

«Dietrich, mi ricevi? L'abbiamo intrappolata. Sto anche aggiustando le comunicazioni»


«Sì, ti ricevo. Ben fatto, voi due. Sto provando a occuparmi di qualunque cosa sia la roba che si è lasciata dietro»

Dietrich guardò "Merle" nel riflesso: stava indicando una delle viti sul contenitore.

«Bella pensata, compare»

L'agente Lurk strinse gli occhi, nella speranza di identificare la polvere grigia che incrostava una delle viti sprofondate. Ne raccolse un po' sull'unghia e la annusò, un trucco che aveva imparato negli anni in cui aveva collaborato con la SSM Mu-13.

«Ragazzi, questa è termite. L'intrusa voleva coprire le sue tracce»

SCP-1471-A gesticolò con fare rassicurante:

SO-COSA-FARE


«Aspetta, cosa?»

Il dottor Bridge sistemò l'auricolare nel suo orecchio, sicuro di aver capito male. Invece no. La parola "termite" seguita dalla parola "bomba" faceva eco nefasta nella sua mente e Django si sentì un vuoto nelle budella.

«Agente Lurk? Ehilà? Puoi disinnescarla?»

Ci fu una breve pausa tra Alex e il dottor Bridge, mentre ascoltavano una serie di imprecazioni, seguite infine da un'affermazione.

«Bene, ho quasi ripristinato le comunicazioni. Tenete duro ancora cinque minuti»

«E quindi adesso?»

«Dottore, di avvicini e la tenga ferma»

«Capito. Dieci-quattro»

Il dottor Bridge raddrizzò la schiena. Le sue vertebre scricchiolarono un po', mentre imboccava la galleria. Il suo panico mutò in rabbia: come aveva osato quella donna piazzare una bomba nei sui archivi? Non la vedeva, ma sapeva che era lì. La ammonì:

«Non c'è via d'uscita! Posa le armi a terra!»

Il cuore gli batteva all'impazzata. Le mani gli tremavano, mentre puntava la pistola. Non ebbe risposta. Django serrò i denti e tolse la sicura della pistola. Gridò:

«Sdraiati! Non ti muovere!»

Si avvicinò con cautela, a piccoli passi. Teneva la pistola in una mano e infilò l'altra nella sua tasca, in cerca dello storditore elettrico. Teneva ciascun'arma puntata e si addentrò nella galleria buia; non trovò altro che tubature.

«Ma che diavolo? Dov'è andata?»

«È impossibile. Non l vedo più in nessun video, neanche con gli infrarossi»

All'improvviso, la galleria tremò e il dottor Bridge sentì un rombo di tuono.

«Cos'è stato?»

«Attenzione! Incendio rilevato nella stanza dei server! Estintori al bromotrifluorometano attivati! Siete pregati di evacuare al piano B-1!»

«Dietrich!»


Il buco fumante che prima era l'Archivio Principale del Sito-66 fu spento in fretta dal gas. Ancora qualche secondo e Dietrich si sarebbe ridotto a uno scheletro di carbone abbrustolito.

«Merle! Quando dici che puoi aiutarmi, non significa blaterare di tagliare fili rossi o verdi e poi rinunciarci e dirmi di buttarla in un cestino!»

L'agente Lurk avrebbe gridato di più, ma provare a parlare tra i colpi di tosse era troppo difficile. Guardò una superficie riflettente per vedere la risposta a gesti di SCP-1471-A:

CREDEVO-CHE-AVREBBE-FUNZIONATO

Dietrich rispose con rabbia:

HAI-PESSIME-IDEE

A quel punto, SCP-1471-A gli mostrò il dito medio. L'agente Lurk ricambiò il gestaccio, ma con molto più fervore.


Il dottor Bridge tornò e vide Dietrich che mostrava il dito medio alla sua immagine riflessa. Non volle farsi domande.

«Oh, grazie al cielo sei vivo. Stai bene?»

«Eh? Oh, sì… ehm… però il tuo archivio…»

L'agente Lurk indicò la stanza annerita dietro di loro. Django si coprì gli occhi con entrambe le mani:

«Non voglio guardare»

«Dietrich, ora sto sfogliando le registrazioni di riserva per visualizzare i cambiamenti più recenti. Inoltre, le comunicazioni sono tornate, la sicurezza è in arrivo e immagino che vorranno spiegazioni»

«Giusto. Ho una spalla ferita e i capelli bruciacchiati. Presumo che ci sarà un interrogatorio, Alex. Che mi dite voi due? Dov'è quella spia?»

«Non lo so. È svanita nel nulla»

Il dottor Bridge digrignò i denti, si tolse l'auricolare e lo guardò. L'agente Lurk si portava davvero in giro una scorta di cuffiette? Dietrich alzò un sopracciglio:

«Che intendi?»

«Intendo che è scomparsa in fondo a un vicolo cieco»

«Ma allora…»

Si sentì uno scatto. L'agente Lurk si accasciò sul pavimento una seconda volta, dopodiché una squadra di sei addetti alla sicurezza si precipitò nelle rovine della stanza dei server. La guardia in testa al gruppo urlò:

«Tutti fermi!»

Il dottor Bridge si rimise l'auricolare di Alex e alzò le mani:

«No no no, lui no! È dei nostri!»

Tra gli schiocchi frenetici della pistola elettrica, Dietrich farfugliò:

«Dannazione!»


Il dottor Bridge accompagnò Dietrich all'infermeria per aiutarlo a riposare e farsi bendare. SCP-1471-A era ai margini del campo visivo dell'agente Lurk. Dietrich fumava di rabbia: era chiaro che "Merle" aveva deciso di non avvertirlo che stavano arrivando le guardie. Non che lo stupisse. SCP-1471-A era incline alle mosse bastarde.

infirmary.jpg

Alexandra aveva appena finito di effettuare diagnostiche e qualche altra programmazione sui server ausiliari.

«Allora, perché sei stato trasferito, Dietrich?»

L'agente Lurk strofinò la garza sulla sua spalla e serrò le labbra:

«Non mi sembra di poter davvero dire il motivo. Sto svolgendo gli ordini dei superiori. Devo discuterne col mio nuovo capo»

«Capisco. Immagino che non possa dirmi chi è»

Dietrich esitò un po', prima di rispondere:

«Hai sentito parlare della SSMA Lambda-2? È una squadra nuova. Non so neanch'io di cosa si tratti. Ma ne faccio parte»

Il dottor Bridge reclinò il capo e si appoggiò alla porta:

«Ho sentito alcune voci al riguardo. A quanto pare, la dirige il leggendario dottor Clef. Ma non l'avevano ridotto a un burocrate?»

Dietrich, a cui pizzicavano ancora i polmoni per il gas degli estintori, tossicchiò e annuì:

«Sì. Immagino che fosse ora di spolverare quel suo strano cappello da zotico. Tutto quello che posso dirti è che, forse, me ne vado domattina. Questa doveva essere una fermata breve. Magari la donna che ha piazzato la bomba stava cercando la stessa cosa che cerco io»

L'espressione di Django si indurì. Chiuse la porta della stanza di smistamento e lo esortò:

«Continua»

L'agente Lurk alzò una mano:

«Aspetta a fartelo venire duro. Ho appena chiesto ad Alex di fare controlli nel Sito-66. Avete un'archiviazione interna eccellente. Sto giusto verificando se è coinvolto un certo gruppo di interesse. Ho sentito che potrebbero aver fatto contatto qui»

Il dottor Bridge ansimò, irritato:

«Davvero? Nessuno si è degnato di dirmelo. Chi?»

Dietrich guardò alle spalle di Django. SCP-1471-A gli stava gesticolando in uno specchio lì accanto:

LUI-CI-TORNEREBBE-UTILE

L'agente Lurk annuì, concorde, e indugiò per scegliere bene le sue parole successive:

«Dottor Bridge, vorrai sapere chi ha incenerito i tuoi archivi e perché, vero? Ho appena avuto un'idea folle, ma ascoltami. Credo che dovresti accompagnarmi…»

«Accompagnarci!»

«Sì, accompagnarci al Sito-17»

Django guardò di lato, come se volesse guardare Alex dentro il suo orecchio, e mormorò:

«Il Sito-17. Va bene. Come mai?»

Iniziò a rimuginare e fare conti sulle dita. L'agente Lurk suppose che stesse facendo mente locale sui suoi futuri impegni e che stesse ripercorrendo il suo calendario. A giudicare dallo sguardo che fece alla fine, Dietrich capì che il dottor Bridge poteva senz'altro ritagliarsi del tempo libero. Alexandra cinguettò negli auricolari:

«A giudicare dai controlli che ho appena fatto, sospetto che l'intrusa stesse cercando i fascicoli del progetto Resurrezione, come noi»

«Mi servono credenziali. Sul serio, mi servono credenziali di livello abbastanza alto per far accedere Alex dove devo inserirla. Se collaboriamo, potremo prendere due piccioni con una fava. Vuole stare in panchina o calciare nel rigore?»

«Non gioco a calcio, ma credo che verrò. Datemi qualche ora e metterò tutto in ordine. Ci vediamo dopo»

Il dottor Bridge prese il suo cellulare e uscì dalla stanza. L'agente Lurk annuì:

«Sì, ti aspetterò nell'autorimessa»

Django rimuginò per un secondo, con la mano sulla maniglia, come se stesse elaborando le parole di Dietrich. Alla fine, lasciò il pomello della porta e se ne andò, dopo aver risposto:

«L'autorimessa. Capito. Ci si vede»

Salvo diversa indicazione, il contenuto di questa pagina è sotto licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 License