Sfida alla Critica, fine XIX secolo
DENOMINAZIONE D'UFFICIO: 7389-[FI]
Autore: Camillo Pezzani1
Data: Fine XIX secolo
Luogo: Nord Italia
Dimensioni: 91,5 cm x 72,5 cm
Tecnica: Olio su tela
Luogo dell'Esposizione: Palazzo Medici-Riccardi, Firenze
Descrizione: Il dipinto è un ritratto su sfondo monocromatico di un uomo sulla trentina, vestito con tabarro color verde scuro, guanti in pelle nera, cappello a cupola bassa in feltro nero e fascia gros grain grigia. La figura del giovane, visibile dal busto al capo, si trova in posizione eretta con il tronco del corpo leggermente in torsione verso lo spettatore. Lo sguardo del soggetto dipinto guarda verso l'esterno della tela, dando l'impressione che i suoi occhi seguano sempre lo spettatore, con un'espressione concentrata e penetrante. La mano sinistra è infilata in una delle tasche del tabarro, nell'atto di estrarre quello che sembra un piccolo oggetto, forse un orologio da tasca; il braccio e la mano destra, invece, sono tesi in avanti verso l'esterno della tela, impugnando una pistola da duello, di cui è possibile osservare il mirino, parte dell'interno della canna e parte del calcio. La firma per iniziali dell'autore è riportata sulla parte posteriore della tela. Sullo strato di pittura nella metà inferiore destra si ritrova un'incisione della frase "Non mancherà", probabilmente postuma.
Eccezionalità: Esprimere, sia attraverso la parola che la scrittura,2 giudizi negativi sull'opera, non solo ma specialmente nelle sue vicinanze, farà sì che un proiettile, apparentemente invisibile e incorporeo, si materializzi per colpire chi abbia espresso questi pensieri. Non è necessario che la vittima si trovi davanti al dipinto perché ciò accada. I colpi, benché possano risultare fatali, dal momento dell'acquisizione hanno causato un'unica vittima.
Conservazione: Per la corretta conservazione del dipinto sono sufficenti le comuni procedure per opere non anomale. Vi è tuttavia da prestare attenzione nei momenti in cui le eccezionalità si palesino, poiché è stato riscontrato che gli spari, nonostante non siano collegati alla tela, causano la comparsa di materiale cinereo, principalmente polvere da sparo, che potrebbe danneggiare sia il pigmento che il supporto stesso.
Giudizio critico: Benché sia una delle ultime testimonianze di un autore sconosciuto, il valore artistico del pezzo rimane limitato e circoscritto nel suo piccolo. Vi sono vaghe reminescenze di Joseph Ducreux, o di Gustave Courbet, ma al contrario dei suoi predecessori, l'artista non dimostra alcun intento satirico alle convenzioni canoniche della ritrattistica, e nemmeno dimostra alcun gusto romantico nelle espressività. Il richiamo allo spettatore e ai suoi gusti, quasi a diventare l'opera arbitra di vita e morte, non sembra essere una sufficente ispirazione, per altro maldestramente veicolata da tecnica sì buona, ma inespressiva, è forse buon motivo per una simile reazione? Non posso concordare in alcun modo.3
Augusto Servolini
Provenienza:
Fine XIX secolo: Il ritratto viene iniziato dal suo autore.4
1895: Morte dell'autore. Il dipinto passa nelle mani di un rigattiere, venduto da strozzino creditore di Pezzani.
31/10/1901: Il dipinto ricompare presso un'esposizione privata fiorentina. Una vittima accertata, un uomo di mezza età, e due feriti.
16/11/1901: Il dipinto, momentaneamente nascosto, viene venduto per ₤ 60 ad un'acquirente esterno, agente tuttavia per conto dell'Accademia.
19/11/1901: Dopo le dovute verifiche, viene decisa l'esposizione dell'opera.
01/01/1902: Primo incidente con uno dei collaboratori. Ferite non mortali riportate. Viene disposta una momentanea ricollocazione. L'opera non viene più esposta.
1950: Viene effettuata un'ispezione sulle opere contenute nei magazzini. L'opera, ritrovata, è prelevata per alcuni restauri. Ritorna dunque in esposizione.