SCP-IT-098: documentazione aggiuntiva
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Personale coinvolto: Leonardo Costa, comandante della SIR-II; Dottor Giuseppe Pistillo, direttore del Dipartimento di Archeologia Sottomarina; Luca Spallacci, ammiraglio della flotta di SCP-IT-068.
Data: 28/09/2022


Com. Costa: Questa è Capitanata?

Dott. Pistillo: Sembra di sì. Siamo a Campomarino, il porto commerciale del regno.

Com. Costa: Dobbiamo trovare il figlio di Gian Galeazzo Spallacci. Chiediamo ai marinai.

(Arriva un uomo alto, dai capelli castani corti ricci, barbuto, che indossa un paio di occhiali e un abito militare cerimoniale)

Amm Spallacci: Leonardo Costa e Giuseppe Pistillo, giusto?

Com. Costa: Giusto.

Amm. Spallacci: Piacere. Sono Luca Spallacci, ammiraglio della regia flotta di Capitanata. Ho saputo del vostro arrivo. Stiamo per salpare. Spero siate pronti e che non soffriate il mal di mare.

Com. Costa: Dobbiamo prendere la nave?

Amm. Spallacci: Sì.

Com. Costa: Ma non viaggiate tra dimensioni?

Amm Spallacci: Sì. Ma il varco che ci collega a Gorična è a 120 km dalle nostre coste.

Com. Costa: Oh no…

Amm. Spallacci: Ah, ancora un altro che non sopporta i viaggi in mare… Avete mezz’ora per andare in farmacia a comprare degli antiemetici. Non voglio che sporchi la mia nave vomitando dappertutto, Costa.

[DATI OMESSI PER BREVITÀ]

Dott. Pistillo: Rieccoci, ammiraglio. Siamo pronti.

Amm. Spallacci: Spero abbia preso gli antiemetici, Costa.

Com. Costa: Affermativo.

Amm. Spallacci: Meglio per lei. Seguitemi.

(Tutti e tre entrano nella nave. Arriva un uomo di circa 30 anni, che assomiglia all’ammiraglio ma con i capelli biondi. Il Comandante Costa lo identifica come Renato, 27 anni, figlio dell’ammiraglio)

Amm. Spallacci: Renato, sono tutti pronti?

Renato Spallacci: Affermativo.

Amm. Spallacci: (urlando) Ammainate le vele!

Com Costa: Ammiraglio, ma come farete per navigare con una nave a vele? Non c'è vento…

Amm. Spallacci: Oh, ma non è un problema, basta crearlo. (urlando) Cazzate le vele!

Com. Costa: Ma come far-

(L'ammiraglio guarda le nuvole e schiocca le dita in direzione del cielo)

Renato Spallacci: Adoro quando lo fai, papà!

(Il vento inizia a soffiare e gonfiare le vele)

Amm. Spallacci: Ora c'è vento, Costa.

Dott. Pistillo: Manipolazione della realtà?

Amm. Spallacci: Cosa? No, semplicemente magia. Cos'è la manipolazione della realtà?

Dott Pistillo: Niente di importante.

Amm. Spallacci: Hmmmm… Va bene. Ragazzi, andiamo!

(La nave lascia il porto, guidata dall’ammiraglio. Il dottor Pistillo si porta sulla parte anteriore della nave per godersi il vento. Il resto del viaggio si svolge senza incidenti, fino al varco marino che collega SCP-IT-068 a Gorična. Il comandante Costa nota che è spesso osservato dall’ammiraglio, mentre il dottor Pistillo sembra poter muoversi a suo agio.)

Com. Costa: Credo Spallacci abbia un problema con me. E perché sono più importante?

Dott. Pistillo: Secondo me sì: sa della sua mansione ed è un ammiraglio, non è abituato ad essere sorvegliato.

Amm. Spallacci: Costa, Pistillo, siamo quasi arrivati.

Dott. Pistillo: Come lo sa?

Amm. Spallacci: Lo so.

Com. Costa: Non vedo nessun radar qui…

Amm. Spallacci: L’esperienza.

Com. Costa: Come fate a sapere che siamo nel posto giusto?

Amm. Spallacci: Non ve lo dirò, Costa, non insista.

(Luca Spallacci dà al comandante Costa e al dottor Pistillo due tute impermeabili)

Amm Spallacci: Indossate queste. Poi, andrete nella stiva.

Dott Pistillo: Perché?

Amm. Spallacci: Perché stiamo per entrare nel varco e quando uno non è abituato, è alquanto spiacevole.

Com. Costa: Perché noi dobbiamo farlo e non i suoi marinai?

(Luca Spallacci sospira)

Amm. Spallacci: Fa decisamente troppe domande, Costa, diventa leggermente pesante.

(Il comandante Costa e il dottor Pistillo indossano la tuta prima di scendere nella stiva e sedersi contro il muro. È da notare che sono da soli. Sul ponte si sentono i marinai parlare e l’ammiraglio Spallacci urlare ordini in un linguaggio che né il comandante Costa né il dottor Pistillo capiscono)

Com. Costa: Capitanata ha una lingua propria?

Dott. Pistillo: No, parlano italiano, al massimo pugliese, ma questo non è pugliese.

Com. Costa: Parlano così apposta affinché noi non capiamo.

Dott. Pistillo: Non ne sarei sorpreso, parlare un'altra lingua per non essere capiti non mi sembra cosi raro, anche Spallacci ha adottato questa tecnica. O parla la lingua di Gorična. Non capisco lo sloveno, comandante, ve lo dico subito.

(La nave si ferma. Il dottor Pistillo prova a risalire sul ponte e si avvicina dall’ammiraglio, che parla con suo figlio. Entrambi non hanno notato il ricercatore)

Amm. Spallacci: Merda, il vento è caduto! Cazzo, non sono in forma, oggi, cosa diavolo mi succede?

Renato Spallacci: Potrei far uscire i remi.

Amm. Spallacci: Aspetta, fammi riprovare.

(L’ammiraglio schiocca di nuovo le dita verso il cielo. Il vento si intensifica)

Renato Spallacci: L’ho già detto ma adoro vederti farlo.

Amm. Spallacci: Lo so, anche tua sorella me l'ha detto.

Renato Spallacci: Vorrei anch’io avere un potere magico.

Amm. Spallacci: Forse ne hai uno ma non l’hai ancora scoperto. E sai, non è grave se non ne hai uno.

Renato Spallacci: Ok, ma siamo una famiglia di maghi, e io…

Amm ; Spallacci: Allora avrai preso dal lato materno. Tua madre non ha poteri, che ci vuoi fare?

(Renato Spallacci sospira)

Renato Spallacci: Ma mi secca vedere che Annabella ha dei poteri e io no.

Amm. Spallacci: Non ci posso fare niente, Renato.

Renato Spallacci: Serve davvero, il suo potere?

Amm. Spallacci: Eh, Renato, le negoziazioni commerciali e finanziarie di Capitanata, chi le fa, secondo te? Luigi Piazza?

Renato Spallacci: Quel povero cristo è malapena in grado di governare…

Amm. Spallacci: Secondo te, perché porto sempre Annabella con me quando devo fare mercato all’esterno e perché riesco sempre ad avere prezzi interessantissimi? Perché Annabella sa manipolare il mercato economico come nessun altro sa farlo. È estremamente brava a farlo.

Renato Spallacci: Lo so, lo so… Quanto cazzo vorrei essere un mago anch’io…

Amm. Spallacci: Renato, l'importante non è questo. Non è grave se non hai poteri, ok? Io e mamma siamo fieri di te così come sei, che tu abbia poteri o no non cambierà la nostra opinione su di te, né il fatto che ti amiamo. D'accordo?

Renato Spallacci: Hm.

(Momento di silenzio. Il dottore Pistillo si è nascosto sotto le scale che permettono l’accesso al timone)

Amm. Spallacci: Renato?

Renato Spallacci: Sì?

Amm. Spallacci: Ti ricordi quando siamo andati in quell’altro porto nel quale non eravamo mai andati prima? Sapevi parlare la loro lingua senza mai averla sentita. E ti è capitato diverse volte.

Renato Spallacci: Tipo ?

Amm. Spallacci: Ad esempio, mamma non ha mai avuto bisogno di insegnarti il goricano, lo sapevi già, mentre Annabella no, ha dovuto impararlo.

Renato Spallacci: Cazzo hai ragione! So parlare un sacco di lingue. Conosco il francese, spagnolo, sloveno, arabo, greco senza mai aver imparato queste lingue. Mi viene naturale!

(Renato Spallacci sorride, soddisfatto)

Renato Spallacci: Credi sia questo il mio potere?

Amm. Spallacci: Potrebbe. E non nego che sarebbe una figata, tu e Annabella fareste meraviglie insieme. Saper parlare la lingua della gente con la quale commerci è importantissimo.

Renato Spallacci: Non so. È un po’ una merda come potere?

Amm. Spallacci: Ma stai scherzando? Controllare il vento è una cosa, controllare menti come lo fa tuo nonno è una cosa, ma cazzo, Renato, non ti rendi conto dei vantaggi di un potere come il tuo? Potresti andare dappertutto nel mondo e capire tutto! Certo non è magia appariscente come la mia, ma rimane comunque magia!

Renato Spallacci: Cosa ti hanno detto ‘sti tizi che portiamo con noi quando hai creato vento? Manipolazione della realtà?

Amm. Spallacci: Proprio questo. Non mi chiedere cos’è, non ho mai sentito questa parola prima.

Renato Spallacci: Creare vento non è manipolazione della realtà, è solo magia.

(L’ammiraglio annuisce)

Amm. Spallacci: Già.

Renato Spallacci: È come se vivessimo in un’altra realtà, per loro.

Amm. Spallacci: Qualcosa del genere. Chiedi a tuo nonno, ti spiegherà meglio la storia, l’ha vissuta lui, io non ero nato. Siamo stati rinchiusi in un’altra realtà perché la realtà di questi due tizi non accettava la magia.

Renato Spallacci: Hanno chiamato la magia “manipolazione della realtà” perché il termine “magia” li faceva schifo?

Amm. Spallacci: Spesso, la gente usa eufemismi e sinonimi per parlare di cose troppo dure ad accettare, Renato. Per loro, la magia è proibita e non se ne deve parlare, per noi fa parte della vita quotidiana. Non cercare a saperne di più, lasciali credere di aver ragione.

(Sotto le scale, il dottore Pistillo prova a cambiare posizione e la sua testa colpisce il legno, facendolo gridare di dolore)

Amm. Spallacci: (in sloveno) Renato, aspettami qua, ho sentito una cosa che non mi piace.

Dott. Pistillo: (a voce bassa) Oddio mi ha sentito…

(L’ammiraglio scende le scale verso il ponte e sorprende il dottore Pistillo che si nascondeva)

Amm. Spallacci: Pistillo!

Dott. Pistillo: Ammiraglio, non…

Amm. Spallacci: Ha sentito tutto?

Dott. Pistillo: Sono arrivato al momento nel quale lei creava vento più intenso.

Amm. Spallacci: (sospirando) Sapevo sarebbe stato complicato tenervi in questa stiva. Mi segua.

(Luca Spallacci controlla attentamente che il comandante Costa non si trovi anche lui sotto le scale. Attentamente sorvegliato da marinai, il dottor Pistillo raggiunge poi l’ammiraglio al timone, dove si trova Renato Spallacci, che sembra essere molto nervoso)

Amm. Spallacci: Oggi è la prima volta che Renato è al timone per entrare nel varco. Potrebbe essere un po’ più brutale di quando lo faccio io, le consiglio di aggrapparsi a qualcosa.

(Il dottor Pistillo si aggrappa alla ringhiera.)

Amm. Spallacci: Abbiamo ancora un po’ di tempo prima dell’apertura.

Dott. Pistillo: Se vuole che io torni nella stiva ci torno…

Amm. Spallacci: Fosse Costa, l’avrei rimandato direttamente nella stiva, con catene ai piedi. Una spia sulla mia nave? Mai e poi mai! Ma lei non è una spia, è un… archeologo, giusto?

(Il dottor Pistillo annuisce)

Amm. Spallacci: Non nego che sono diffidente di fronte a lei, Pistillo. Ma ho saputo che è sposato con la sorella di Italo1, che è il mio migliore amico, quindi immagino che mi possa fidare un minimo di lei.

Dott. Pistillo: La ringrazio.

Amm. Spallacci: A proposito, l'ultima volta che li ho visti era 45 anni fa, come stanno adesso?

Dott. Pistillo: Stanno bene. Paolo è in pensione, vive vicino a Trieste. Elia è disegnatore industriale per Fincantieri a Genova, Italo lavora su traghetti ad Ancona e Arianna e io viviamo a Napoli.

Amm. Spallacci: Mai andato a Napoli, dato che sono nato dopo l’imprigionamento, ma mio padre me ne ha parlato, dice che c’è un vulcano magnifico e ancora attivo. L’Etna, giusto?

Dott. Pistillo: Il Vesuvio.

(Momento di silenzio)

Amm. Spallacci: Ho conosciuto Italo a Molisonia. È più giovane di me, ma eravamo nella stessa squadra di pallavolo. Era bravissimo, molto più di me, talmente bravo che è diventato capitano della nostra squadra quando eravamo alle medie. Conosco poco Arianna ed Elia, pero. Italo ha sempre cosi tante difficoltà a parlare?

Dott. Pistillo: Molto meno. Secondo Arianna, è migliorato nel tempo, ora lo capiamo.

(L’ammiraglio ride)

Amm. Spallacci: Ammetto che era difficile capirlo, povero Italo.

(Nuovo momento di silenzio)

Dott. Pistillo: Posso chiedere qualcosa riguardo alla magia che sembra inerente alla sua famiglia, ammraglio?

Amm. Spallacci: Si, ma se stimo che è troppo segreto, mi riservo il permesso di non rispondere.

Dott. Pistillo: Va bene. Lei sa controllare il vento e apparentemente, suo padre sa controllare menti. Sono poteri ricorrenti nella dinastia?

(L’ammiraglio annuisce)

Amm. Spallacci: Il nostro più vecchio antenato, Gennaro Spallacci, vissuto nel 1500, sapeva controllare il vento anche lui. Non sapeva crearne, pero, sono l’unico che ha mai saputo farlo. Molto utile per una famiglia di marinai. È la ragione per la quale siamo molto apprezzati dai Piazza e i Contadi: siamo in grado di arrivare velocemente dove vogliamo arrivare, grazie al controllo del vento. Poi, ci sono dei poteri più particolari, tipo i miei figli… ha sentito, immagino.

Dott. Pistillo: Ho sentito. Controllo del mercato economico per sua figlia, e il saper parlare ogni lingua esistente per suo figlio.

Amm. Spallacci: Esatto.

Dott. Pistillo: Ci sono altre famiglie di maghi in Capitanata?

Amm. Spallacci: Siamo la più conosciuta.

Dott. Pistillo: Non vuole dire se ce ne sono altre, giusto?

Amm. Spallacci: Esatto. Nel nostro regno la magia è davvero una cosa normale, ci conviviamo. Fa parte delle nostre vite, abbiamo sempre vissuto con magia, non fa paura come nel vostro mondo. Non so perché avete paura dei maghi. Cultura differente, immagino…

(Renato Spallacci scuote il braccio di suo padre)

Renato Spallacci: Papà, è il momento.

Amm. Spallacci: (urlando) Siete pronti, ragazzi?

(Tutti i marinai rispondono affermativamente. È da notare che uno di loro si è messo di fronte alla porte che conduce alla stiva, dov’è rinchiuso il comandante Costa)

Amm. Spallacci: Pistillo, guardi.

(A 200 metri della nave si forma una superficie bollente. Renato Spallacci guida la nave verso la zona, monitorato da suo padre che gli dà ordini in una lingua simile allo sloveno. Man mano che si avvicina, la superficie si appiattisce fino a diventare uno specchio d'acqua)

Renato Spallacci: È ora?

Amm. Spallacci: Hai 45 secondi per entrare, sbrigati!

(La nave vira leggermente verso sinistra e entra sullo specchio d’acqua, il cui colore diventa rossastro)

Renato Spallacci: (urlando) LASCO MURA A DRITTA!

(La nave arriva al centro dello specchio d’acqua)

Renato Spallacci: Pistillo si tappi il naso, ci siamo!

(La nave viene risucchiata nel varco e si ritrova immersa nel mare. Il dottor Pistillo inizia a fluttuare in acqua, non essendo riuscito a mantenersi alla ringhiera. È da notare che i marinai non sembrano infastiditi dal fatto di essere sotto la superficie del mare e lavorano come se fossero in condizioni normali. Il dottor Pistillo è riportato a bordo dall’ammiraglio)

Amm. Spallacci: Oi, rimanga con noi, mi farebbe schifo perdere il cognato del mè migliore amico.

Dott. Pistillo: Potete respirare sott’acqua?

Amm. Spallacci: Pure parlare.

(Per 25 secondi, la nave rimane sott’acqua. Si dirige verso una pietra a forma di serpente arrotolato su sé stesso. Questa pietra inizia a emettere una luce verde. L‘ammiraglio fa un cenno con la testa a suo figlio, che lancia un sasso contro la pietra)

Renato Spallacci: BOLINA LARGA! MURE A SINISTRA!

(La nave si mette contro la pietra)

Renato Spallacci: Pistillo, attenzione, l’uscita del varco è ancora più spiacevole dell’entrata.

(La nave viene aspirata verso l’alto, provocando al dottor Pistillo un violento dolore alle orecchie. Quando la nave riemerge dalla superficie, si ritrovano in un braccio di mare, con i vestiti completamente asciutti. È notte, e in lontananza si vedono le luci di una città dove sta piovendo)

Renato Spallacci: Cazzo, non me l’aspettavo cosi rapido! È molto diverso quando guido io!

Amm. Spallacci: Ce l’hai fatta! Congratulazioni, Renato! Mamma sarà fiera di te quando glielo dirò! Pistillo, va tutto bene?

(Il dottor Pistillo è sdraiato sul ponte, apparentemente stordito)

Dott. Pistillo: Ooooooh… non sento niente…

Amm. Spallacci: La differenza di pressione le ha danneggiato i timpani. Si riposi, Pistillo, arriviamo al porto e domani, lei e Costa potrete vedere le sirene.

Dott. Pistillo: A proposito: dov’è il mio collega?

(La porta conducendo alla stiva si apre e ne escono due marinai che aiutano il comandante Costa a camminare. Anche lui sembra stordito)

Com. Costa: Pistillo? Dove siamo?

(Il comandante Costa vomita sul suolo. Luca Spallacci l'osserva con uno sguardo disgustato)

Amm. Spallacci: Benvenuto a Gorična, Costa.

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