Elemento #: SCP-4036
La bandiera ufficiale di SCP-4036
Classe dell'Oggetto: Keter
Procedure Speciali di Contenimento: SCP-4036 deve essere circondata da un perimetro che copre 120.000 km2, mantenuto dalla marina della Fondazione in collaborazione con le truppe pacificatrici delle Nazioni Unite per impedire a qualunque istanza di SCP-4036-1 o merce di entrare o uscire dal perimetro. Se oggetti o persone tentano di varcare il perimetro, devono essere neutralizzati e i loro resti devono essere trasferiti al Sito-004, in Indonesia.
Gli agenti operativi della Fondazione devono infiltrarsi nelle istituzioni politiche, militari, religiose e culturali di SCP-4036. Questi agenti operativi devono acquisire informazioni sulle faccende in corso, potenziali operazioni ai danni della Fondazione, e sovvertire le potenziali operazioni all'interno di SCP-4036. Per tutto il tempo, almeno 1 abitante di SCP-4036 su 50 deve essere un agente operativo della Fondazione o un'istanza di SCP-4036-1 fedele alla Fondazione.
Nel caso di un'operazione militare su vasta scala ai danni della Fondazione da parte di SCP-4036, si deve attuare l'operazione “Giglio Nero”. L'operazione “Giglio Nero” si deve mettere in pratica soltanto nell'eventualità in cui (A) SCP-4036 non può più essere contenuto senza uno scenario XE-“Sipario Alzato”, (B) dei vasti territori non vengono restituiti alle rispettive nazioni e (C) SCP-4036 sbaraglia le forze della Fondazione fino a lasciare quest'ultima del tutto indifesa.
Al momento, l'atteggiamento del presidente di SCP-4036 nei confronti della Fondazione è stato conciliante, privo dell'ostilità tipica delle amministrazioni o dei governi precedenti. Tuttavia, a causa dell'attuale contesto della Fondazione e della possibilità che il presidente venga estromesso prima che si possa giungere a una soluzione permanente, i rapporti diplomatici sono rimasti invariati. Le procedure speciali di contenimento sono rimaste in vigore, qualora un presidente e un gruppo legislativo anti-Fondazione prendano il controllo dell'apparato governativo.
Descrizione: SCP-4036 è una piccola repubblica teocratica unitaria situata in un arcipelago nella Polinesia sud-orientale, con un raggio di 300 km e un'area di 100.000 km2. I cittadini di SCP-4036 la chiamano “Repubblica Adytita della Polinesia”. In precedenza, era sotto il governo autocratico della PdI-432 (Norman Taylor): fu al potere dal 1857 al 1862, l'anno in cui fu assassinato da gruppi locali appoggiati dalla Fondazione. Prima di allora, SCP-4036 era una nazione militarista che combinava la tecnologia dell'epoca industriale ad armi biologiche per creare una milizia mobilitata. SCP-4036 controllava circa 3/10 della Polinesia, la maggior parte dei suoi possedimenti si trovava in località dalla popolazione scarsa. Le autorità attuali di SCP-4036 hanno rinnegato il suo fondatore, la PdI-432, e la sua politica imperialista.
La popolazione di SCP-4036 è per la maggior parte anomala: le stime attuali oscillano tra 5 abitanti su 10 e 8 su 10. Le statistiche del governo dichiarano che circa 16 abitanti su 25 sono anomali sebbene, a causa di una mancanza di revisioni paritarie, non sia noto se ciò rappresenti la popolazione di SCP-4036. Gli abitanti anomali nascono con la capacità di manipolare la carne.
La religione nazionale di SCP-4036 è il sarkicismo; le statistiche ufficiali indicano che tutte le istanze di SCP-4036-1 aderiscono al sarkicismo, anche se ci sono piccole minoranze cristiane e islamiche nell'arcipelago. La Costituzione di SCP-4036 permette la libertà di culto, però quasi tutte le istanze non sarkiche professano il loro credo in segreto per evitare l'emarginazione sociale e politica.
La società di SCP-4036 è in gran parte rurale e gli abitanti sono perlopiù concentrati nelle poche zone urbane. Gli edifici di questi centri abitati variano da normali strutture di calcestruzzo a costruzioni in materiali biologici. Dal punto di vista economico, SCP-4036 si basa sull'agricoltura umana e animale, sull'artigianato e sulle piantagioni di tabacco. Il commercio è impossibile, poiché SCP-4036 è contenuta dalla Fondazione. Il governo di SCP-4036 controlla 3/5 dell'economia, mentre il resto è di proprietà privata o messo in comune.
Il governo di SCP-4036 è diviso in tre settori: legislativo, esecutivo e giudiziario.
Il settore legislativo di SCP-4036 è diviso in tre camere: la Camera dei Rappresentanti, il Senato e il Consiglio dei Karcisti. Al momento, la Camera dei Rappresentanti comprende 100 rappresentanti, ciascuno dei quali rappresenta 100 cittadini. Il Senato è composto da 10 delegati, ciascuno dei quali rappresenta 1000 cittadini. Entrambe le camere vengono scelte per voto di maggioranza da ogni distretto. Il Consiglio dei Karcisti è un gruppo di 20 individui che rappresentano il principale corpo religioso del governo, la Chiesa della Repubblica, di cui tutti i cittadini fanno parte. Questa camera è composta da individui selezionati di persona dal Consiglio dei Karcisti. Un disegno di legge può passare in due modi: (A) venendo approvato dal 60% dei membri del Senato e della Camera dei Rappresentanti o (B) venendo approvato dal Consiglio dei Karcisti con un voto di maggioranza, anche se una camera esprime un rifiuto unanime della proposta di legge.
Il settore esecutivo è composto dal presidente (eletto per voto popolare) e dal suo gabinetto; entrambi governano per un mandato di 5 anni, senza possibilità di rielezione. Tutte le posizioni del gabinetto devono essere approvate dal Consiglio dei Karcisti per voto di maggioranza o dal 60% del Senato e della Camera dei Rappresentanti.
Il settore giudiziario è costituito dalla Corte Suprema della Repubblica, composta da 6 giudici a vita che vengono scelti dal presidente e approvati per maggioranza semplice dal Senato e la Camera dei Rappresentanti.
La società di SCP-4036 è una combinazione tra le credenze proto-sarkiche, la modernità (con una forte attenzione al patriottismo civico e religioso) e la tecnologia contemporanea. L'opinione pubblica dà molto valore alla venerazione del Gran Karcista Ion, nonché all'innovazione tecnologica. I dispositivi elettronici e digitali sono popolari tra le istanze di SCP-4036-1: la maggior parte di essi proviene dal contrabbando o dal traffico di alcolici. Tuttavia, il popolo fa anche uso di macchinari biologici, soprattutto i ceti più bassi. I macchinari biologici sono spesso reputati inferiori alla tecnologia elettronica e digitale e spesso vengono usati quando le opzioni non biologiche non sono disponibili. Di solito, i ceti più bassi non sono in grado di comprare i prodotti, dunque se li costruiscono da soli.
La PdI-432 (a sinistra) e la PdI-433 (a destra), il primo e il secondo presidente di SCP-4036
Anche se nella società di SCP-4036 è presente la stratificazione sociale, ogni individuo ha diritto a una quantità adeguata di cibo e cure mediche. La sanità di SCP-4036 è la più economica di tutto il mondo. Tuttavia, è probabile che ciò sia dovuto più all'abbondante manipolazione biologica e alla fabbricazione praticata dagli abitanti che a qualsivoglia superiorità del sistema sanitario del governo locale.
Prestare servizio militare o partecipare al servizio civile è obbligatorio una volta che un cittadino compie 19 anni. Gli individui devono trascorrere del tempo nelle forze armate locali per 2 anni prima del congedo, oppure prendere parte al servizio civile per 16 mesi. La maggior parte dei cittadini sceglie quest'ultima opzione.
Il sentimento patriottico e quello religioso coincidono spesso con un altro, nella cultura di SCP-4036: Klavigar Saarn è spesso associata a madama Adytum, la personificazione di SCP-4036; di norma, le preghiere si recitano dopo il saluto alla bandiera di SCP-4036. Tutti i presidenti di SCP-4036 hanno dichiarato una notevole fede nel sarkicismo. La maggioranza delle istanze di SCP-4036-1 crede che non si possa essere cittadini di SCP-4036 se non si è anche sarkici. La milizia di SCP-4036 usa spesso il sigillo di Klavigar Orok, al quale si attribuiscono la guerra e la dominazione.
Al momento, SCP-4036 è confinata a circa 300 isole e non ha il permesso di espandersi oltre questi confini. Benché non si sia mai concluso un trattato o un accordo cooperativo ufficiale tra la Fondazione e SCP-4036, nessuna delle due parti ha mai tentato di interrompere lo stallo.
Fascicolo della Persona d'Interesse #432
Nome Legale: Norman Taylor
Alias: Presidente Taylor
Gruppo d'Interesse Associato: Culti Sarkici
Persone d'Interesse Associate: La PdI-182 (William Walker), la PdI-433 (Ohashi Hachigoro) e la PdI-431 (John Taylor)
Motivi del Monitoraggio: La PdI (A) ha violato le leggi della neutralità americane e (B) ha fondato uno stato fuorilegge chiamato “Repubblica Adytita della Polinesia” assieme ad altri filibustieri e mercenari vari.
Linea di Condotta Attuale: N/D
Linea di Condotta Precedente: Neutralizzare la PdI prima che possa tentare di ostacolare gli interessi coloniali in Polinesia o, in circostanze più gravi, di occupare vasti territori.
Priorità: Alta N/D
Status: Presidente di una repubblica fuorilegge denominata d'ora in avanti SCP-4036 Deceduto
Antefatto: Prima del rapporto della PdI con SCP-4036 e con altri filibustieri, la PdI sviluppò un rapporto breve ma d'impatto con la PdI-182 (William Walker) nel 1853, durante un periodo in cui la PdI-182 stava tentando di arruolare mercenari per fondare una repubblica federale autonoma, la Repubblica di Sonora (dall'ottobre del 1853 al maggio del 1854) e la Repubblica della Bassa California (dall'ottobre del 1853 al gennaio del 1854) per farne le colonie di schiavi della regione. Tuttavia, verso il 1854 il rapporto tra la PdI-432 e la PdI-182 era in declino: infine, la PdI-432 e la PdI-182 presero strade diverse.
Intorno al 1855, la PdI aveva sentito vari racconti su un'isola vergine nell'area meridionale della Polinesia, piena di risorse come canne da zucchero, tabacco e oro. Il dettaglio notevole era che si presumeva che quella regione ospitasse una popolazione che aveva avuto pochissimi contatti con gli esploratori europei e che, all'epoca, era stata presa di mira dalla maggior parte dei filibustieri americani del tempo era un popolo servile.
Nel 1856, la PdI-432 si rivolse al fratello, la PdI-431 (John Taylor), il quale all'epoca gestiva un'impresa privata mercantile e di costruzione navale, e gli chiese numerose navi per il viaggio. La PdI-431 consegnò le navi a un prezzo ridotto per la PdI-432, ma solo a condizione che non si incontrassero mai più.
Verso il 1857, la PdI-432 arruolò circa 300 mercenari e filibustieri che componessero la sua flotta di 10 navi in totale, armata di cannoni e con provviste per un anno per tutto l'equipaggio. Dopodiché, la PdI si imbarcò per l'isola. Si noti che la PdI-432 non aveva prove concrete dell'esistenza di SCP-4036, siccome esisteva solo nei pettegolezzi che circolavano in California e in Nevada.
Le seguenti note dal diario della PdI-432 sono state sequenziate dagli storici della Fondazione nell'ordine in cui furono scritte:
Walker ha rovinato Sonora e la Bassa California, ora sta rovinando il Nicaragua. È uno schiavista amorale che si crede migliore di tutti gli altri: ho cercato di fargli prendere la direzione giusta, ma non ha voluto ascoltare la voce della ragione. Stavolta, le cose andranno in tutt'altro modo. Abbiamo le armi; siamo lontani dalla civiltà e dalle Americhe. Certo, le altre potenze coloniali sono vicine, ma finché non le facciamo arrabbiare o non attiriamo la loro attenzione, finirà tutto bene. Walker era rozzo nel suo stile presidenziale: si concentrava sempre solo sulla schiavitù, quell'istituzione orrida e barbarica. Fantasticava, come se fosse al di sopra dell'aristocrazia, invece di un uomo ricco del Tennessee. È stata un'impresa piuttosto rozza e amorale, per come la vedo io.
Un uomo giallo, un antropologo che mi ha accompagnato nel mio viaggio per mediare con queste tribù, è venuto da me in privato per avvertirmi del suo timore riguardo al mio progetto. Gli ho detto che le sue paure sono ingiustificate. Siamo entrambi repubblicani: credevamo che la schiavitù fosse immorale. Non concordava forse che le società più evolute, come noi e i Giapponesi, avessero il dovere di civilizzare questi poveri barbari? Fornire loro gli strumenti e le risorse per ribellarsi alla tirannia?
Lo sfruttamento dei deboli e degli impotenti è nella natura umana. Caino uccise Abele solo perché era un po' più gradito al Nostro Signore e Salvatore. Quattro persone sul nostro pianeta ed ecco il primo omicidio, la prima volta in cui del sangue viene versato sulla terra in cerca di una banale vendetta. Il nostro dovere è dare a queste tribù una sorta di pari dignità, fare in modo che ci sia chi le protegge dallo sfruttamento. L'uomo giallo è stato d'accordo ed è tornato al lavoro.
Abbiamo raggiunto l'isola. Ai margini della giungla, ho visto una donna che corrispondeva alle descrizioni dei nativi. Indossava oggetti carnosi che la coprivano dalla cintola in giù. Forse direi che era la bellezza in persona, se non avesse avuto dei ripugnanti simboli incisi sul viso e sul corpo. Bambini che si sfregiano per una cultura barbarica! Ci siamo accampati qui e abbiamo intenzione di restarci finché sarà necessario.
Credo che questi nativi diventeranno dei bravi operai, se otteniamo l'amicizia delle loro istituzioni culturali. La fedeltà in queste istituzioni implica sacrifici per il bene comune. Le grandi civiltà si fondano sulle spalle dei bravi operai.
A est del nostro accampamento, ho scoperto una piccola zolla di terra da cui spuntava una bizzarra protuberanza. Era pelosa al tatto, ma non come la spiga di una pianta, bensì come la peluria di un animale. Ho avuto l'impulso di estrarre quella cosa, per vedere di cosa si trattava. Ho ordinato ai miei uomini di aiutarmi quando non sono riuscito a tirarla fuori da solo e, insieme, siamo riusciti a sradicare la "pianta".
La protuberanza non era una pianta, ma la coda di un babirussa, un cinghiale del posto. Gliel'avevamo strappata. Mi domando come possano dei cinghiali trovarsi su un'isola così lontana da ogni continente. Mentre ci alzavamo, fissavamo il suino. Strillava per il dolore, cercando di alzarsi e camminare, ma è caduto su un fianco e ha continuato a sanguinare e gemere. Quella bestiaccia sventurata mi ha fatto così pena che ho preso la pistola e l'ho uccisa. Ho dato un'occhiata alla carcassa, dopo: sembrava adulto.
Una squadra di esploratori è tornata all'accampamento: quattro morti e tre feriti. Hanno raccontato che, mentre cercavano dei nativi, dalla giungla è spuntata una grossa bestia alta cinque metri che è andata alla spiaggia. Aveva delle placche d'osso che facevano rimbalzare le pallottole. Ho ordinato alla flotta di osservare la costa dalle navi, per trovare la bestia. Date le circostanze, credo che sia prudente.
La bestia ha attaccato l'accampamento, ha sterminato ventuno dei miei uomini. Era alta almeno sei metri, quasi tutto il muso era coperto da ossi giallastri. Non ho mai visto un animale del genere: aveva il corpo di un mammut, la testa di un cavallo e gli artigli di un orso. Il corpo era cosparso di spesse placche d'osso bianco e gli artigli erano fatti di carne. Si trasformavano e cambiavano, come un liquido; metallo liquido.
Ha smembrato gli uomini, li faceva a fette come il macchinario di una fabbrica, con degli enormi e lunghi aculei che spuntavano dal nulla, per poi essere risucchiati nella sua pelle. La sua carne sembrava una ragnatela: era fatta di fibre che si intrecciavano e si sovrapponevano. Ma sembravano quasi indipendenti dalla bestia: era come se cercassero di espandersi in mille direzioni, ma fossero trattenute da una forza superiore. Alcuni dei miei uomini vi sono rimasti appiccicati: bastava toccarla per restarvi attaccati. Un braccio diventava tutto il tuo corpo. Riesco ancora a sentire le grida ovattate di quelli che sono stati assorbiti dall'ammasso di carne. Sentivo gli occhi del mostro puntati su di me mentre lo riempivamo di buchi a cannonate.
A volte si contorce ancora. Ho bisogno di dormire, altrimenti straccerò questa pagina.
Ho intenzione di andare al centro dell'isola e vedere se lì ci sono dei nativi. Porterò ben cento uomini armati e vedrò se riusciamo a stipulare un accordo con gli indigeni. Voglio mantenere la promessa che ho fatto all'antropologo ed evitare di fare loro del male, per quanto possibile.
Oggi ho ucciso un capotribù. O meglio, quello che mi sembrava un capotribù. Ci ha ordinato di abbassare le armi, secondo l'interpretazione dell'antropologo. Gli ho sparato in testa ed è caduto senza un singolo gemito. Alcuni sono fuggiti in preda al panico, altri avevano troppa paura per scappare, ma per il momento è questo il loro destino.
Abbiamo parlato con uno di loro, un bambino di dieci anni. Ci ha ringraziati per aver ucciso il capotribù, perché era una guida immorale e crudele. Ho ricevuto testimonianze della sua crudeltà anche dagli altri nativi. Gli abbiamo detto che volevamo aiutarli ad avere una vita migliore. Poi gli ho chiesto del mostro e il bambino ha sospirato. Ci ha detto che era stato creato dal villaggio.
Quando ha saputo che degli stranieri erano sbarcati sull'isola, il capotribù ha radunato tutta la tribù al villaggio principale e ordinato di costruire un guardiano. Il procedimento ha consumato quasi tutta la loro energia, ma meno di tre giorni dopo il capotribù ha imposto ai più giovani di seguirlo e combattere, perché la bestia era stata uccisa. Il bambino ha raccontato che il capotribù aveva detto loro che volevamo uccidere gli uomini e stuprare le donne.
L'antropologo mi ha preso in disparte. Mi ha detto che questi indigeni sono un'anomalia. Sono dello stesso parere: non è normale che la gente fabbrichi carne; lui, però, ha anche detto che questa tribù non dovrebbe esistere. Quando gli ho chiesto perché, ha risposto che parlano un misto di lingue europee e polinesiane. Inoltre, non hanno i tratti somatici dei Polinesiani, bensì la pelle chiara. Significa che hanno attraversato continenti e oceani fino ad arrivare su quest'isola.
Gli indigeni ci hanno portati al villaggio. Gli abitanti non devono essere più di trecento, tra uomini e donne. Le loro case non sono fatte di legno o di pietra, bensì di ammassi di carne che pulsano e gemono. Le costruiscono coi corpi dei morti, per accertarsi che non muoiano invano. Indossano carne umida come vestiti, il che mi disgusta più di quelle case. La maggior parte dei nativi aveva paura del capotribù: non hanno neppure reclamato il cadavere, per timore che non fosse morto. Alcuni erano spaventati da noi, mentre altri hanno chiamato l'Anziano, il quale ha fatto loro la benevola proposta di aspettare, prima di saltare a conclusioni sui loro ospiti. Gli indigeni rispondono agli Anziani, il gruppo sacro che, fino a poco tempo fa, governava la tribù.
Non hanno il problema dei senzatetto. Sembra che non abbiano emarginati o persone indesiderate, che si tratti di un sistema a caste come quello dell'India o una condizione economica, come in Europa e nelle Americhe. Gli uomini e le donne non sono divisi in base al sesso, ma in base alla loro natura: maschi e femmine vanno a caccia, maschi e femmine vanno in cerca di cibo. Il loro alimento principale è la carne, però mangiano anche la frutta. Ho visto alcune famiglie uscire di casa di corsa per andare da alcuni degli uomini che abbiamo “catturato” e riempirli di baci, abbracci e pianti di gioia perché erano sani e salvi. Ho visto un uomo piangere di fronte a un altro: stava in piedi a malapena. Ho chiesto a Ohashi cosa stava succedendo e mi ha detto che erano mariti. Non voglio sapere altro.
Ho chiesto ad altri indigeni se c'era un anziano del villaggio. Hanno detto che un tempo ce n'erano tanti, ma che il capotribù li ha uccisi tutti. In origine, l'isola era governata da vecchi saggi che conoscevano la religione, studiavano le loro pratiche dalla nascita e raccontavano la storia della tribù a partire dalla sua fondazione, millenni fa. Il capotribù, che all'inizio era l'apprendista di uno di loro, si rivoltò e uccise loro e gli altri apprendisti. Da bambino padroneggiava già l'arte di fabbricare la carne e poteva formare interi mostri in un attimo. Ho chiesto se c'era qualcuno che potesse raccontarmi la storia della tribù; c'è ancora un anziano in vita: il padre del capotribù.
Quando ho chiesto loro dove hanno preso tutta questa carne, mi hanno detto di aver esaurito le loro provviste creando il mostro. Ho visto un'opportunità per fare la cosa giusta per questa comunità, così ho detto loro che abbiamo parecchio cibo sulle navi e che, se ne avevano bisogno, gliene avremmo dato più che potevamo. Tuttavia, mi serviva il consenso dell'anziano: se fosse stato d'accordo, avrebbero accettato ogni mia proposta, perché secondo loro l'anziano mette sempre da parte i suoi interessi per il bene del villaggio.
Gli abbiamo parlato della nostra offerta, che ha accettato, e ci ha ringraziati per la generosità. Ci ha abbracciati ed è uscito dalla tenda per chiamare tutto il villaggio: ha annunciato che gli stranieri sarebbero stati generosi e avrebbero portato cibo, mentre la tribù pianta il suo.
I miei uomini hanno trasportato del cibo al villaggio. Uno di loro si è lamentato con me perché stiamo regalando le nostre provviste. Sono d'accordo, ma è necessario per conquistare la loro fiducia. Una volta fatto ciò, saremo in grado di civilizzarli.
Abbiamo fondato la nostra capitale vicino al villaggio. Abbiamo insegnato ai cacciatori ad usare i fucili, mentre loro ci spiegano la loro isola e la loro "agricoltura". Scavano una fossa e seppelliscono un animale appena nato. Il suolo ne accelera la crescita. L'Anziano dice che è un segno che l'isola è una delle numerose terre sacre a Ion. I nativi piantano cuccioli di babirussa nel terreno e aspettano che crescano per un paio di mesi. Prima di allora, basterà andare a caccia di uccelli e pescare per sfamare il villaggio. Devo ricordarmi di chiedere al mio nuovo fornitore di portarmi mucche, galline e maiali. I babirussa sono un piatto eccellente, ma non un alimento da cui un popolo civilizzato dovrebbe dipendere.
Molte notti fa, mi è venuta in mente una cosa. E se fondassi un impero per questa tribù? È un'idea strana ma, visto tutto ciò che è successo in questi mesi, è davvero così bizzarra? C'è verità in essa? O, come minimo, ci sono elementi veritieri? Devo rifletterci.
Oggi sono stato in miniera e, decisamente, queste miniere contengono oro. È probabile che scendano per svariati chilometri, ben al di sotto della crosta terrestre. Vengo da una famiglia di cercatori d'oro: ce l'ho nel sangue. Pure il mio primo lavoro fu estrarre oro, quindi so che qui ce n'è. I miei uomini tramano di andarsene con l'oro, ma non posso permettere che succeda. Devo avviare un'economia qui, per rafforzarci. Ammesso che abbia tutto il necessario per gestire le miniere, mi serve qualcuno che crei una valuta. L'oro è la valuta più antica dell'umanità, ma questi indigeni non conoscono affatto il denaro. Non praticano nemmeno il baratto, perché condividono tutto. Ho sentito parlare del socialismo tra gli Europei e questa è la cosa più vicina al socialismo a cui riesco a pensare: siccome ci sono poche risorse, i nativi sono costretti a collaborare. In un certo senso è bellissimo, ma è inadatto a una società civilizzata, almeno dal punto di vista economico. Devo risolvere la crisi del lavoro, prima che i miei uomini mi rinneghino.
Ho fatto una domanda ipotetica all'Anziano: sarebbe possibile piantare un bambino nel suolo e farlo diventare adulto così? Mi ha lanciato un'occhiata perplessa, ma ha risposto che sì, è possibile, ma la tribù lo considera disumano, perché distrugge l'infanzia del bambino. Anche se nei tempi di crisi tendono a piantare dei bambini, lo fanno solo quando non ci sono alternative.
Allora mi ha chiesto perché gli stavo facendo una domanda così strana e gli ho risposto che stavo solo pianificando. All'inizio sembrava sconvolto, persino inorridito, ma poi gli ho spiegato i nostri progetti futuri. Gli ho detto che pensavo di fondare un impero e che, con le nostre armi e risorse, potremmo riuscirci in fretta. L'abbiamo accompagnato alle miniere d'oro e alle navi e gli abbiamo fatto vedere un planisfero. Gli ho detto che, con le abilità innate della tribù, potremmo prendere il controllo di tutto il mondo. Gli ho spiegato come funziona il commercio. Ho tralasciato la parte delle competizioni, perché so che avrebbe offeso la sua sensibilità culturale. Quando gli ho insegnato che funziona così in ogni nazione del mondo e che le istituzioni democratiche sono necessarie, è sembrato più convinto del mio progetto.
Ha approvato il mio piano, ma ci ha detto di fare in fretta e di accertarci che i genitori non assistano all'operazione. Gliel'ho promesso. L'Anziano ha detto alla tribù che cominciare a procreare il prima possibile è un imperativo morale. Ohashi mi ha guardato con disprezzo per tutta la procedura.
Sono passati quasi tre mesi dalla mia ultima nota e ho il voltastomaco per ciò che ho fatto. Mi sento sporco. Quasi tutte le donne sull'isola sono incinte. Mi sento disgustoso. Non riesco a mettere piede nel villaggio senza sentirmi rivoltante. Mi sento immorale, malvagio. Vedo le loro facce. So cosa sono. Prego per il perdono di Cristo e so che pure Lui mi disprezza. Ho gettato la mia Bibbia nell'oceano perché avevo la sensazione che mi rimproverasse. Il Signore è oltraggiato da quello che ho fatto.
Ma è necessario. Devo civilizzare questa tribù. Se non lo faccio io, chi altri? Gli Inglesi? Gli Americani? Qualche altra potenza orribile e immorale che stermina i popoli? Se me ne vado, questi figli della natura faranno la stessa fine? Prego Dio, che mi ha voltato le spalle. Oggi un bambino mi ha salutato con la mano e ho pianto, perché so che suo fratello sarà il primo a essere piantato. Ho vomitato.
Ho peccato Sono il peccato.
Sono passati sei mesi e non riesco più a riflettere. Ogni tanto, sono tormentato da incubi di bambini che escono dalla terra e mi divorano. Spuntano come funghi, mi afferrano le gambe e mi trascinano sottoterra. Vedo la polvere che mi inghiotte, mentre i bambini continuano a stringermi con le loro esili mani e chiamano le madri con le lacrime agli occhi, mentre io so di star sanguinando e chiamo Dio, ma Dio mi ha voltato le spalle.
Il mio peccato si è compiuto.
Ho detto ad alcuni dei miei uomini di prendere i fucili. Anche a Ohashi. Sembrava disgustato. Parlava da solo in varie lingue che non ho riconosciuto. Non l'ho mai visto così prima d'ora. Gli altri hanno cominciato a innervosirsi. L'Anziano del villaggio mi ha detto che quasi tutti i bambini erano nati, alcuni avevano un paio di settimane e altri avevano diversi mesi: erano tutti dell'età giusta per essere piantati. L'Anziano ha fatto la sua parte. Allora ho ordinato ai miei uomini di entrare nelle tende e prendere i bambini, senza sparare. Ho dovuto guardare da un'altra parte per tutto il tempo. Molti bambini sono stati portati via dalle braccia delle madri e dei padri piangenti. Alcuni hanno provato ad accoltellarci, ma li abbiamo sottomessi a bastonate.
Uno dei nostri ha ceduto. È entrato in una tenda e ha visto una madre col suo coltello d'osso. Teneva il suo bambino stretto a sé più forte che poteva e piangeva a dirotto. Pregava Ion di salvare suo figlio da noi. L'uomo ha cominciato a piangere a sua volta: Jethro perse suo figlio e sua figlia durante le dispute coi pellirosse sugli Appalachi. Non ne ha avuto il coraggio ed è crollato.
Abbiamo dovuto portarlo via e bastonare la madre. Lei chiedeva a Ion, il suo salvatore, di perdonarla per qualunque peccato avesse commesso per meritare una punizione del genere. Pregava, urlava, alla fine ha rubato un fucile e ha sparato a uno dei nostri. Il bambino è morto nella rissa, così l'abbiamo uccisa. L'Anziano stava cercando di consolare gli abitanti del villaggio, che lo supplicavano di fare qualcosa. Piangeva, ma ha detto loro che era per il bene comune, perché Ion gli aveva detto che col tempo sarebbero diventati un impero grazie alle mie gesta. Fino ad allora, non devono opporsi, altrimenti Ion si arrabbierà.
Alla fine dell'incubo, abbiamo preso trecento bambini. Abbiamo avviato la procedura sotterrandoli. Sento ancora i loro pianti, vedo la polvere che entra nelle loro bocche, polmoni e stomaci e da tutte le altre parti. Presto diventeranno adulti. Secondo una leggenda locale, il braccio sarà il segno della seconda nascita.
Sono passate due settimane e i miei uomini sono ancora segnati da quel giorno. Molti vogliono tornare a casa, altri hanno gli incubi. Sento un peso nel mio stomaco. C'è questa rivoltella accanto a me. Mi immagino di ficcarmela in bocca, abbassare il cane e premere il grilletto. Possa Dio prendere le mie spoglie mortali e farle a pezzi. Sono un bugiardo e uno schifoso impostore.
Ohashi si rifiuta di rivolgermi la parola, non fa altro che dormire e mangiare ogni tanto.
Gli incubi non fanno che peggiorare. I bambini non gridano più, sussurrano. Sussurrano ciò che mi faranno. Centinaia di voci che sussurrano della mia morte nella polvere intorno a me. Ion in persona mi farà a pezzi. Non sono più civile dei barbari che sto cercando di salvare. Signore, perdona le mie colpe!
Ho rovinato l'isola. Mio Dio, vorrei tanto scappare. Salpare per l'oceano e fingere che niente di tutto questo sia mai successo. Ma se me ne vado, i miei uomini si arrabbieranno perché sarà stata tutta fatica sprecata. Non solo, ora l'isola dipende dalle mie provviste. Ci vorranno mesi, se non anni, affinché i nativi tornino alla loro situazione d'origine. Se li abbandono, moriranno tutti di fame. Se mi imbarco, rovinerò questa tribù. Avrò dimostrato che non ci si può fidare dell'uomo bianco e taglierò per sempre tutti i ponti fra noi e loro. No, non lo permetterò.
Devo restare. Devo. Sono un mostro. Sono imperdonabile. Sono il peccato in persona. Mi dispiace tanto.
Sono passati tre mesi e c'è stata una seconda nascita. Ho messo piede nei pascoli al centro dell'isola per la prima volta da tre mesi. Il paesaggio era punteggiato di arti. C'erano braccia umane formate del tutto che spuntavano dal terreno, impolverate e scottate dal sole. Alcuni dei miei uomini hanno già iniziato a dissotterrarli. L'Anziano mi ha detto che ci vorrà del tempo prima che i nuovi adulti si sveglino.
Abbiamo affidato le donne alla tribù, perché ci serviranno per le future procreazioni, e abbiamo mandato gli uomini a estrarre l'oro nelle miniere. Abbiamo costruito delle baracche per loro: impareranno a lavorare in miniera e a coniare monete per l'isola.
Poi ripeteremo la procedura daccapo.
Ho scritto la mia costituzione. Mi sono ispirato a molti articoli di quella americana. Quasi tutti i miei uomini, anche se ce l'hanno ancora con me, mi voteranno alle prime elezioni. Se concedessi il diritto di voto ai nativi, perderei di certo. Il mio equipaggio sa che morirebbero senza l'amicizia (percepita) con Ohashi. Ohashi non mi ha risposto quando gli ho detto che ho scritto la costituzione. Non lo biasimo.
Ho detto all'Anziano che ho vinto la presidenza e si è congratulato con me. Poi mi ha chiesto come sono andate le seconde nascite. Ho risposto che l'efficienza delle miniere è aumentata e che stiamo forgiando il primo lotto di monete.
Abbiamo aperto i negozi e abbiamo dato a ciascun indigeno abbastanza soldi per comprare un paio di articoli. Abbiamo detto loro che, se volevano acquistare altro, avrebbero dovuto accettare le seguenti condizioni: distruggere le loro tende di carne e sostituirle con case di legno. Molti nativi hanno rifiutato e hanno detto che era un insulto alla loro cultura, che li avrebbe resi egoisti e autodistruttivi. Abbiamo risposto che se non accettavano, non avrebbero più messo piede nei negozi. Alla fine della giornata, tutte le tende di carne erano state distrutte e sono iniziate le costruzioni.
Molti di questi uomini e donne sono lavoratori operosi. La produzione dell'oro aumenta, stanno persino comparendo le prime fattorie. Ma ecco un altro problema: devo togliere di mezzo le fattorie comuni degli indigeni. Una fattoria comune scoraggia la libera impresa, perché si deve sempre pensare al terreno collettivo. Comunque, mi sono confidato con l'Anziano su questa faccenda e lui mi ha detto che, se significa che l'impero sorgerà più in fretta, allora così sia.
Sono il peccato.
Oggi ho stroncato una rivolta per strada. Quando ho annunciato che avrei spartito le fattorie tra i migliori fattori della tribù, tutti i nativi hanno rifiutato. Mi hanno gridato contro. Hanno iniziato a protestare. Poi hanno attaccato i miei uomini. Uno dei nostri, Henry, è andato nel panico e ha sparato a due indigeni. Questo ha fomentato la ribellione. Ho chiamato Ohashi per farmi aiutare a calmarli, ma lui non poteva farci niente. Hanno svaligiato i negozi e li hanno bruciati, dicendo che erano una violazione della loro cultura. Alcuni hanno persino tentato di rubare i fucili. Ho radunato tutto il mio equipaggio e i miei hanno cominciato ad abbatterli. Ci sono stati spari in tutto il villaggio, alla fine sono morte cinquanta persone.
Tra queste c'era anche l'Anziano.
Abbiamo soffocato la rivolta. Un quarto della nostra popolazione iniziale è stata massacrata per strada dai miei uomini. Dio, perdonami per quello che ho fatto. Ho dato loro dei barbari, degli assassini e dei ladri. Ho ucciso un terzo degli uomini del villaggio, perché le donne mi servivano vive per le procreazioni. L'indomani, ho preso tutti i neonati che avevano partorito e li ho sotterrati. I miei incubi peggiorano sempre di più, ma di una cosa sono certo: fonderò il mio impero. Una pallottola dopo l'altra.
Storia
Il generale [REDATTO] Bowe, intorno al 1854
Introduzione di SCP-4036: la sua storia, il suo contenimento e i suoi abitanti.
[…]
La Fondazione scoprì SCP-4036 mentre la repubblica invadeva l'Isola del Nord della Nuova Zelanda. C'erano segnalazioni di una potenza militare non identificata che seminava il caos sulle isole più piccole e meno abitate della Polinesia sud-orientale. Tuttavia, in mancanza di prove sostanziali, furono scartate.
Dopo l'invasione dell'Isola del Nord nel giugno del 1861, la Fondazione non poté più ignorare quella dichiarazione di guerra. In una sola giornata, l'isola cadde sotto il controllo di SCP-4036 e i suoi 5000 soldati, con un totale di 200 morti. A quel punto, la Fondazione dichiarò che SCP-4036 aveva la massima priorità in quella regione.
[…]
Verso la fine di giugno, la Fondazione chiese e ottenne che si istituisse una coalizione internazionale tra la Spagna, il Giappone, l'Olanda, la Francia e il Regno Unito per affrontare questa minaccia distruttiva e, per estensione, per interesse coloniale.
Sotto la guida del generale Bowe nell'Isola del Sud della Nuova Zelanda, la coalizione iniziò a costringere SCP-4036 a ritirarsi. Tuttavia, nonostante lo scenario suggerisse l'opposto, SCP-4036 fu in grado di sventare molteplici tentativi della Fondazione di invadere il territorio conquistato. La tentata invasione dell'Isola del Nord fallì e la coalizione subì circa 1000 perdite, soprattutto giapponesi e inglesi. Ogni tentativo di occupare le poche aree isolate che SCP-4036 controllava fallì, perché non si riusciva a capire le tattiche militari di SCP-4036.
[…]
Tuttavia un individuo, la PdI-433 (Ohashi Hachigoro), sapeva come aiutare. Era il vicepresidente di SCP-4036 e il capo dei suoi affari religiosi, dunque capiva la cultura di SCP-4036 meglio di chiunque altro, persino meglio di Taylor.
Scrisse una lettera a O5-2, che era stata un'amica di Ohashi prima che si unisse a Taylor, e offrì alla Fondazione informazioni quasi illimitate sulle operazioni militari di SCP-4036, le sue tattiche, le sue debolezze e i suoi gruppi di rivoltosi, se fossero stati riforniti d'armi. Era un aiuto di cui la Fondazione non poteva fare a meno e l'unica richiesta di Ohashi fu che SCP-4036-1 (la popolazione) rimanesse incolume.
Su un'isola remota vicino alla capitale di SCP-4036, la Fondazione consegnò vari armamenti a Ohashi e ai suoi gruppi di ribelli.
[…]
Comunque, il fattore decisivo fu la battaglia dell'Isola del Sud.
La battaglia cominciò il 13 ottobre, quando dozzine di navi d'osso furono avvistate all'orizzonte. I loro scafi, composti da femori, rendevano quasi impossibile il cannoneggiamento. Inoltre, avevano occhi incorporati in ogni parte delle imbarcazioni, dunque l'abbordaggio era impensabile.
Mentre preparava la difesa dell'isola, il generale Bowe ordinò ai soldati di mantenere la posizione.
In realtà, dietro le quinte, aveva un altro piano. Quando il Comando O5 gli concesse l'autorizzazione di Livello 5, ebbe accesso a informazioni che un generale normale non avrebbe mai potuto scoprire. Tra queste c'era la SSM Theta-1 (“Falchi di Guerra”). Formata durante la guerra civile della Fondazione del 1814, questa squadra speciale mobile era composta da soggetti anomali reclutati fra persone d'interesse, membri del personale e anomalie che avevano dimostrato di essere fedeli alla Fondazione. Nei tempi di crisi, fungevano da agenti operativi, medici, altera-memoria e spie. Erano un asso nella manica.
Così, quando il generale Bowe ordinò loro di distruggere la flotta, obbedirono più che volentieri. Con un'esplosione taumaturgica dal cielo, la flotta di carne fu spazzata via.
[…]
Verso la fine del 1861, SCP-4036 fu sconfitto del tutto.
Non solo, la repubblica era sul punto di collassare. Ohashi approfittò dell'occasione datagli dalla battaglia dell'Isola del Sud: ordinò ai suoi gruppi di ribelli di cogliere l'attimo e attaccare la capitale.
Nell'arco di due mesi, dall'inizio di dicembre alla fine di gennaio, la capitale era in rovina. Alla fine degli scontri, la popolazione urbana era crollata da 20.000 a 3000 abitanti. Nonostante la distruzione di massa, Hachigoro ne uscì vincitore e si autoproclamò presidente di SCP-4036, quindi esigé le elezioni della Camera dei Rappresentanti, del Senato e della Chiesa, in cerca di delegati.
[…]
Quando Taylor si rese conto di non avere più niente da perdere, tentò un ultimo assalto alla capitale. Radunò i pochi uomini ancora fedeli a lui, marciò sulla città e ordinò al suo ex socio Hachigoro di arrendersi: gli promise che, se l'avesse fatto, l'avrebbe perdonato.
Ohashi, invece, massacrò il suo pugno di uomini. Taylor si consegnò e si rinchiuse nella sua cella privata.
Ohashi sapeva che Taylor era merce di scambio.
[…]
Tuttavia, alla coalizione non serviva merce di scambio. Grazie alla SSM Theta-1, la maggior parte della popolazione era stata pacificata e i danni erano stati coperti. La coalizione aveva riavuto indietro le sue colonie con danni irrisori: sarebbe bastato.
Invece no. La Fondazione, ancora convinta che il contenimento non fosse compiuto, chiese alla coalizione di invadere l'isola. La coalizione, però, non conosceva le politiche della Fondazione e non era disposta a pianificare un'occupazione del territorio anomalo. Non avevano intenzione di mettere alla prova la milizia locale, dopo aver rischiato la sconfitta un mese prima.
Neppure Ohashi era disposto a collaborare. Si rifiutò di ammettere rappresentanti della Fondazione sull'isola e ordinò ai suoi soldati di arrestare qualunque agente della Fondazione fosse sbarcato. Siccome non aveva modo di opporsi, la Fondazione ricorse al contenimento di SCP-4036.
SCP-4036 è tutt'oggi il più grande fallimento della Fondazione.
Attualità
Seguono degli estratti da interviste a istanze contemporanee di SCP-4036-1. Queste registrazioni sono state effettuate da investigatori della Fondazione, sotto la copertura di giornalisti con sede nella capitale di SCP-4036.
«Sì, io… ehm… sì, parlo inglese. Non me la cavo al meglio, visto che è la lingua dei… ehm… superiori? Credo che sia la parola giusta. Ripeto, il mio inglese è scarso, quindi mi scuso per le parole sbagliate. Sì, sono giapponese, ma non ci sono mai stato. A volte mio padre parla del Giappone, ma io… ehm… non… ehm… non so niente della cultura o altro. Parlo in inglese il meno possibile. Solo quelli della città lo usano. Noi usiamo la lingua tradizionale, quella con cui i nostri antenati pregavano Ion, prima che ci tagliasse fuori. Eh? Ah sì, il Gran Karcista Ion ci ha tagliati fuori dalla carne perché usiamo il metallo. Ora vaghiamo nell'oscurità»
«Non usiamo quelle macchine. Usiamo la carne e le ossa, come abbiamo sempre fatto e faremo sempre. Ogni volta che tengo in mano uno di quegli arnesi, mi sento la pelle sporca, come se uno spirito mi massaggiasse la pelle e lo scalpo: mi mette a disagio. Mi mette a disagio anche parlarne. Oh, sì, molti contadini qui non li usano, ma è più perché sono poveri che per le loro credenze»
«Se non sono la cosa peggiore che abbia mai visto, le fogne ci vanno molto vicine. Anche i tubi sono vivi, come vedete. Crescono e si espandono verso l'esterno e a noi tocca incoraggiarli ad andare nella direzione giusta, vedete? Tagliamo un paio di arti qua e là. Certo, urlano e stridono, ma devono trasportare i nostri scarti nella direzione giusta, capite? Ma non è la parte peggiore, secondo me. Il peggio sono i raduni di senzatetto sotto la città. Non ci prendiamo la briga di recuperare gli arti tagliati: ci pensano i senzatetto a mangiarli. Ah, sì, quei tubi sono pieni dei nostri scarti. Non so quanto un uomo debba essere disperato, per mangiare carne ricoperta di piscio e merda, ma di certo so che è un atto di disperazione»
«La Fondazione SCP è una calamità. Trovo che la retorica del nostro presidente sia amorale e, forse, pericolosa. Non conosce la nostra storia? Il nostro passato? Non capisco come abbia potuto riallacciare i rapporti con loro, è come ficcare il cazzo in un vespaio: è divertente per un minuto o due, poi arrivano le punture. È spiacevole e basta»
«Presidente? Io, ecco, no guardare cosa fa. Scusa, inglese no mia lingua. Io americano, credo, ma no molto. Sapere poco giapponese, ma usare lingua tradizionale: più vicina a Ion. Io credere che gente di città pensare troppo a metallo e tecnologia e poco a nostro salvatore Ion, ma io no decidere. Noi tutti assorbiti in suo corpo dopo morte lo stesso»
«Non penso che i cristiani e gli islamici meritino quello che è successo, ma è innaturale che siano qui. È contro natura che una religione europea o asiatica si trovi sulla nostra isola: si espande lontano e in fretta, così al di là dello sguardo del nostro governo che mi sembra un pericolo per la nostra società. Dunque, sono contraria a tutto ciò che è capitato loro sempre e comunque, ma dovrebbero davvero stupirsi di quello che sta succedendo? Non sono regolati e fanno troppo contrasto con la nostra cultura! In fondo, siamo una nazione sacra, fondata sul credo e il volere di Ion, non di Gesù o Maometto. No, no, niente violenza, la aborro: voglio solo una purificazione pacifica dell'isola, tutto qui»
«Una volta ho dato un'occhiata nella giungla. Ho sentito i loro mormorii, le loro grida. Ho preso il fucile e ho viaggiato a piedi. Mi aspettavo di incontrare una o due persone, non una dozzina di tizi che indossavano filamenti di carne come vestiti. Portavano i simboli dell'accapamento di un capo guerriero, così ho iniziato ad allontanarmi, ma sono caduto in una fossa. Sentivo che c'erano dei cadaveri; tanti cadaveri. Forse un centinaio. Tutti putrefatti, pieni di vermi e larve.
Il tonfo della mia caduta ha attirato la loro attenzione. Ho caricato il fucile a pompa e mi sono nascosto sotto i cadaveri; ho pregato il salvatore Ion di perdonarmi e proteggermi da quei barbari. Parlavano nella lingua tradizionale. Uno ha punzecchiato il corpo della donna sopra di me: sentivo la puzza. Non aveva più gli occhi, solo due bulbi vitrei. La conoscevo: era stata una madre, una sorella, una moglie.
Ho sbirciato fuori e ho visto che avevano armi di carne; dai loro dorsi spuntavano aculei rossi e neri, la loro pelle si muoveva e si vedevano le ossa e gli organi sotto. Ho mirato a uno di quei dorsi, nella speranza di colpire un cuore o un altro organo vitale. Ho puntato, ho sparato e gli sono esplosi il cervello, il cuore e le ossa. Sono scappato il più lontano possibile, ogni tanto sparavo al cielo per intimidirli. Le loro armi funzionavano meglio a distanza ravvicinata: da lontano erano inutili. Mi sono chiuso in casa fino all'alba. Ho dormito col fucile a pompa a portata di mano.
La mattina dopo sono andato dalla polizia in città. Hanno controllato la fossa.
Non c'era una singola persona tra quei cadaveri che non avesse iconografie cristiane o islamiche»
«Quelli della Fondazione SCP sono sia i nostri protettori sia i nostri schiavisti. Proteggono i nostri confini, ma perché sperano di tenerci prigionieri. La nostra milizia non serve a proteggerci dalle altre nazioni, ma da un'organizzazione segreta che vuole distruggerci. Ho sentito parlare di tentativi in tribunale di persuaderli ad annullare il nostro isolamento, ma non accetteranno mai. Mi chiedo se rivedrò mai il Giappone, ma ne dubito»
«La nostra battaglia con la Fondazione SCP non è solo un conflitto ideologico di indipendenza e centralizzazione, è uno scontro di scienza e religione. Vedete, come capo della nostra Chiesa, credo che la Fondazione non sia una potenza solo fisica, ma anche spirituale: è quella forza che cerca di contenere chi sei, ciò che sei. Vogliono contenere la nostra religione, impedirle di diffondersi nel mondo come dovrebbe fare. Se riusciamo a distruggere quella forza dentro di noi che cerca di contenere le nostre convinzioni, abbiamo già vinto la battaglia»
«A volte mi preoccupo, perché il nostro popolo si concentra troppo su un'imminente battaglia difensiva contro la Fondazione SCP. Quelli che vivono in campagna desiderano la pace e la religione comune, quelli che vivono in città cercano prodotti stranieri come i telefoni, Internet e altri apparecchi elettronici. La Fondazione è una minaccia per la loro religione e la loro capacità di connettersi con l'estero. Ho prestato servizio militare per due anni e ve lo garantisco: sappiamo tutti che c'è una guerra in arrivo, ma non vogliamo ammetterlo. Se dichiarassimo guerra alla Fondazione, la nostra isola sarebbe spacciata, non c'è niente da fare»
«A volte mi chiedo perché siamo qui. Certo, capisco come siamo finiti qui, ma non so perché siamo qui. Stiamo solo provando a custodire l'esperimento del nostro fondatore, il nostro secondo presidente? O stiamo cercando di sopravvivere contro le forze oppressive della Fondazione SCP? Non lo so. Se non altro, so cosa siamo: nemici della Fondazione. E questo ci tiene uniti. Ma per quanto tempo ancora? Non ne sono sicura»
Trattato Ufficiale
Si dichiara che, in data [REDATTO], la Fondazione e la Repubblica Adytita della Polinesia sono giunte al seguente accordo:
- La Repubblica Adytita della Polinesia sarà riconosciuta in via ufficiale dalla Fondazione e avrà diritto al commercio e alla libera decisione, sotto la supervisione della Fondazione.
- La Fondazione proteggerà al meglio delle sue capacità l'attuale regime della repubblica, i suoi interessi e i suoi cittadini.
- La Repubblica Adytita della Polinesia, in cambio del titolo ufficiale di Stato anomalo, nel caso di un fenomeno anomalo cederà ogni responsabilità alla Fondazione una volta contenuto.
- Se viene scoperto un individuo anomalo tra gli abitanti della Repubblica Adytita della Polinesia al di fuori delle normali capacità anomale (stabilite dall'art. 3 dei Criteri di Normalità della repubblica), la Repubblica Adytita tratterrà e revocherà la cittadinanza del suddetto individuo anomalo e lo trasferirà al Sito-4036, dove sarà affidato alla Fondazione.
- La Repubblica Adytita della Polinesia autorizzerà la Fondazione a costruire il Sito-4036 per contenere ogni anomalia che potrebbe trovarsi sull'isola.
- La Repubblica Adytita della Polinesia autorizzerà la Fondazione a impiegare risorse fisiche e/o umane sull'isola per facilitare il contenimento di un'anomalia e/o per soddisfare le necessità della Fondazione.
Firmatari: O5-1, O5-2, O5-3, O5-4, O5-5, O5-6, O5-7, O5-8, O5-9, O5-10, O5-11, O5-12, O5-13,
il Presidente della Repubblica Adytita della Polinesia