Una fotografia di SCP-2913 scattata durante il contenimento. La struttura scheletrica esposta non è visibile.
Elemento #: SCP-2913
Classe dell’Oggetto: Safe
Procedure Speciali di Contenimento: SCP-2913 deve essere detenuto in una cella di contenimento normale per anomalie umanoidi. SCP-2913 ha diritto a lussi basilari su richiesta, finché mantiene la sua cooperazione costante con la Fondazione.
Una spoletta, che in precedenza faceva parte di una granata a frammentazione M67, deve essere tenuta in una teca antiproiettile trasparente nella cella di SCP-2913.
Descrizione: SCP-2913 è una mano destra mozzata che in precedenza apparteneva a James Hallman (deceduto), capace di muoversi in autonomia. Dietro la giuntura del polso sporgono 5,1 cm del radio e 4,6 cm dell’ulna, scoperti dalla pelle. Nonostante la mancanza di un sistema di supporto biologico e un ovvio trauma associato alle estremità delle ossa dietro la giuntura del polso, SCP-2913 resta in salute.
SCP-2913 è in grado di parlare e ha i sensi dell’udito, della vista e dell’olfatto. Ha dimostrato un’abilità moderata nella risoluzione dei problemi complessi. Anche se è stato osservato muovere le dita e il pollice di pari passo mentre “parla”, lo studio di SCP-2913 ha rivelato che la fonte uditiva della sua voce si trova tra il primo e il secondo osso metacarpale, anche in assenza di movimento.
SCP-2913 fu scoperto dalla polizia di Madison, nel New Jersey, che aveva risposto a una denuncia per disturbo della quiete pubblica. Gli agenti di polizia trovarono SCP-2913 mentre guardava la televisione stringendo il telecomando fra le dita. Poi SCP-2913 ha parlato con gli agenti venuti a indagare, scusandosi per aver acceso il televisore dell’appartamento senza permesso, dopodiché i poliziotti hanno fatto rapporto sull’anomalia. Gli agenti della Fondazione che monitoravano le comunicazioni radio della polizia locale indagarono sull’incidente e, dopo aver somministrato gli amnestici, presero SCP-2913 in custodia per ulteriori studi.
Registrazione di un’Intervista:
Dott. Maddox: Sono il dottor Maddox, inizio la registrazione a verbale dell’Intervista 2913-003.
SCP-2913: Ehilà, Maddox!
Dott. Maddox: Ciao, SCP-2913.
SCP-2913: Se ti va, puoi chiamarmi “Mano”.
Dott. Maddox: Ne abbiamo già parlato.
SCP-2913: E va bene, vada per SCP-2913.
Dott. Maddox: Lo scopo di questa intervista è capire come sei stato separato dal tuo proprietario.
SCP-2913: Ah, sì? Be’, è una storia lunga. Appartenevo a un tizio che si chiamava Jimmy. Jimmy era davvero strambo, per la maggior parte del tempo il mio unico amico è stato Joe.
Dott. Maddox: Chi è Joe?
SCP-2913: Ecco, prima che potessi parlare ad alta voce, Joe mi parlava spesso. Jimmy non era esattamente un santo, sai? Voglio dire, mi “usava” quando stava crescendo, la roba che ci si aspetta da un ragazzo di quell’età. Ma Jimmy era un po’ più perverso del normale. La prima volta che ho capito che c’era qualcosa che non andava fu quando aveva sei anni: mi usò per strozzare un cane. Spostò tutto il suo peso su di me, quando lo fece. A volte riesco ancora a sentire i guaiti di quella povera bestia.
Dott. Maddox: E Jimmy ha fatto altre cose che ti hanno turbato, man mano che cresceva?
SCP-2913: Sì. Aveva tredici anni quando si spinse oltre gli animali. Un giorno la sua sorellina stava nuotando nella piscina nel giardino sul retro, Jimmy la tenne sott’acqua finché non smise di respirare. Il padre intervenne appena in tempo per salvarla.
Dott. Maddox: Joe era presente, in quelle occasioni?
SCP-2913: Diciamo che non era presente di persona. Ma vedeva tutto, sapeva che non ero contento. Si fece vedere più o meno cinque anni fa. Lo conoscevo già piuttosto bene grazie ai miei pensieri, ma decise lo stesso di presentarsi di persona. È fatto così. Mi offrì un accordo: lui mi avrebbe reso autonomo e io, in cambio, mi sarei ribellato a Jimmy. Finalmente, potevo fermarlo. La cosa strana era che Jimmy era all’oscuro di tutto. Stava mangiando il suo panino in silenzio, senza accorgersi di nulla.
Dott. Maddox: Così hai accettato?
SCP-2913: All’inizio no. Cerca di capirmi: ormai conoscevo bene Joe, ma ero stato con Jimmy per molti più anni e avevo molta più familiarità con lui. Per quanto Jimmy fosse fuori di testa, non avevo il coraggio di rivoltarmi contro di lui così, di punto in bianco.
Dott. Maddox: Ma alla fine hai accettato?
SCP-2913: Sì. Le cose si sono fatte più tenebrose da quel giorno. Credo che Joe lo sapesse, forse è per questo che mi fece l’offerta. Non voglio affatto parlarne, con permesso.
Dott. Maddox: Possiamo evitare per adesso, se vuoi.
SCP-2913: Bene. [sospira] Dopo una lunga notte, quattro anni fa, ho chiamato Joe con tutta la mia volontà. L’avevo già fatto altre volte, ma da quando ho rifiutato l’accordo, ha iniziato a venire più di rado. Non so come si “pensa” ad alta voce, ma ci provavo. Immagino che fosse vicino, perché mi sentì. Mi chiese la stessa domanda della volta prima: “vuoi la tua libertà?”. Quella volta dissi di sì. Doveva andare via, ma mi disse che mi avrebbe fatto fare delle cose appena avrebbe finito col piede su cui stava lavorando. Joe è ossessionato dai piedi.
Dott. Maddox: Cos’è successo dopo?
SCP-2913: Ho smesso di permettere a Jimmy di fare come gli pareva. Cercavo di stare in silenzio, perché era già abbastanza instabile. Ma a Jimmy piaceva il controllo. Credo che ormai l’unica cosa che lo aiutasse a sembrare un uomo sano di mente fosse soddisfare le sue pulsioni ogni tanto. Ma non gliel’avrei più permesso. Così ha iniziato a drogarmi: usava un anestetico locale. Diceva alla gente di avere i nervi danneggiati.
Dott. Maddox: Quando ti sei staccato dal suo corpo, di preciso?
SCP-2913: L’anno scorso. Sapevo che non sarebbe finita. Continuava a drogarmi e fare quelle cose. Volevo farla finita. Una mattina stava guidando per andare al lavoro, era in ritardo. Forse aveva in mente di sedarmi nel bagno quando sarebbe arrivato. Ho stretto la presa sul volante e l’ho tirato verso destra. Non se l’aspettava. Lui ha fatto una capovolta strana e io mi sono sporto fuori dal finestrino. Credevo che sarebbe stata la fine. L’auto mi ha schiacciato, ma non mi sono fatto male. Credo che fosse opera di Joe.
Dott. Maddox: E poi?
SCP-2913: Mi sono nascosto nell’erba. Hanno portato Jimmy in ospedale e mi hanno cercato per tutto il giorno, ma io strisciavo via quando si avvicinavano. Joe mi ha detto di capire perché ho fatto quello che ho fatto, ma che non poteva più aiutarmi a causa del mio atto di violenza. Mi sembra giusto. Mi ha dato la libertà, non penso che sapesse fare di meglio. [tace per diversi secondi, prima di continuare] Per caso sapete che ne è stato di Jimmy?
Dott. Maddox: Non ne siamo sicuri, ma possiamo fare ricerche.
SCP-2913: Se lo trovate, dategli l’aiuto che gli serve. E ditegli che mi dispiace.
Dott. Maddox: Vedrò cosa posso fare. Grazie per le informazioni.
SCP-2913: Nessun problema! [sospira]
SCP-2913 si è dimostrato collaborativo. I tentativi di usarlo per rintracciare l’entità nota come “Joe”, anche se infruttuosi, sono tuttora in corso.