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Elemento #: SCP-170-IT
Classe dell'Oggetto: Euclid Fedro1
Procedure Speciali di Contenimento: SCP-170-IT è contenuto al Sito Iride, nell'Ala delle Anomalie Statistiche. Dato il suo profilo psicologico instabile ma l'indole innocua, l'anomalia può fare richiesta per avere un membro del personale come compagnia per un periodo variabile dai 30 minuti alle 2 ore tre volte a settimana; tuttavia, è obbligatorio per i sopracitati impiegati indossare indumenti altamente protettivi, conoscere varie tecniche di primo soccorso e supportare l'anomalia indipendentemente dall'andamento della sessione. A cadenza settimanale, SCP-170-IT deve essere sottoposto a una seduta terapeutica.
Aggiornamento del 03/11/1974: L'Area Noosferica-170-IT, mappata nella coscienza umana in coordinate riservate ai membri del personale apposito, è da tenere sotto stretta osservazione nel caso si verifichino ulteriori Concezioni Nootiche Discensionali.
Descrizione: SCP-170-IT è un umanoide dall'aspetto umano di natura parzialmente essofisica2, assomigliante fisicamente a Zeno Cosini, protagonista del romanzo La Coscienza di Zeno di Italo Svevo.
Ogni volta che SCP-170-IT si sente felice o soddisfatto di se stesso a seguito di una qualsiasi azione che egli giudichi come positiva avviene un drastico innalzamento della probabilità che SCP-170-IT e/o chi gli sta attorno venga svantaggiato, danneggiato (sia fisicamente che emotivamente) o finisca in situazioni che ritiene umilianti; è stato osservato come questi eventi non siano mai fatali, ma hanno contribuito a rendere l'individuo nevrotico e irascibile nel corso della sua vita.
Stando alla mappatura noosferica concettuale effettuata sull'individuo, l'anomalia è indissolubilmente legata al concetto di "inettitudine" e "Zeno Cosini"3. Vari tentativi di neutralizzazione temporanea degli effetti sono risultati futili, in quanto il legame nootico è una qualità intrinseca di 170-IT stesso.
SCP-170-IT è registrato all'anagrafe come Zeno Carlini, ed è nato a Trieste il 24/05/40. Stando a quanto detto da 170-IT stesso, si sarebbe dovuto chiamare Girolamo Carlini, ma un errore di comunicazione in seguito alla sua nascita lo ha portato ad avere il nome attuale. Il padre avrebbe poi tentato di cambiare il nome, ma morì pochi giorni dopo in un incidente stradale mentre si stava recando all'anagrafe. Essendo la madre morta di parto, la podestà su 170-IT è passata allo zio, il quale ha scelto di non cambiargli il nome in onore di Zeno Marini, prete locale che ufficializzò il suo matrimonio.
Ritrovamento: Il 18/02/1972, SCP-170-IT è stato ritrovato dall'Agt. Fatima Solimeo, in visita a Trieste. Stando al resoconto di entrambi i coinvolti, l'anomalia si stava recando all'anagrafe per cambiare legalmente nome, trovando per la strada un biglietto della lotteria vincente caduto all'Agt. Solimeo; avrebbe poi tentato la fuga col biglietto, ma l'attivazione delle sue qualità anomale ha provocato il malfunzionamento dei freni di una macchina in marcia lì vicino, colpendo 170-IT ai fianchi, facendolo cadere e perdere il biglietto nei fori di un marciapiedi drenante. Ulteriori eventi ugualmente dannosi in tutto il quartiere in cui si trovavano l'anomalia e l'agente4 hanno insospettito quest'ultima, che ha deciso di richiamare l'attenzione della Fondazione sulla faccenda.
Una volta che il Rilevatore Voltumna ha evidenziato il ruolo di epicentro anomalo che 170-IT ha avuto negli eventi che ne hanno portato alla scoperta, egli è stato portato all'area della Fondazione più vicina e, una volta accertate le qualità anomale iniziali e ne è stata insabbiata la sparizione, mandato al Sito Iride.
Addendum-170-1
In seguito a un mese di permanenza al Sito Iride, molti membri del personale hanno segnalato l'indole rassegnata e negativa di 170-IT, intimando un qualsiasi tipo di aiuto nei suoi confronti. In seguito all'aver fatto richiesta per potersi occupare del caso, il Professor Manuel C. Molina ha ricevuto il permesso per ricevere come paziente l'anomalia. Segue la trascrizione del loro primo incontro.
[Inizio Log]
(170-IT chiude la porta, rivolgendosi verso la guardia che l'ha scortato fino alla stanza.)
170-IT: Sì, sì, non c'è bisogno di spingere!
(Girandosi, rimane qualche secondo in silenzio, prima di rivolgersi al Prof. Molina.)
170-IT: Buongiorno, ho l'impressione di non aver ancora fatto la sua conoscenza. Il mio codice è 170-IT.
Prof. Molina: No, devo dire lo stesso. Io sono Manuel Molina, e a partire da oggi le farò da psicologo. Si sieda, prego.
170-IT: (Sospira) Seriamente? Avrei preferito l'isolamento…
(170-IT sbuffa, per poi sedersi sulla poltrona indicata dal Prof. Molina.)
Prof. Molina: Grazie mille.
170-IT: Ma quindi, lei cosa vuole da me?
Prof. Molina: Come, prego?
170-IT: Insomma, dottore, io sono uno scherzo della natura; o almeno, questo mi è stato fatto intendere da quando sono qui. Non sarò un genio, questo no, ma è ovvio che voglia studiarmi, capire che problemi ho e vincere qualche bel premio!
Prof. Molina: 170, credo che lei sia partito un po' troppo in fretta. Le posso assicurare che tutto quel che io voglio è che lei stia bene. È fortunato, sa? È dalla pericolosità relativamente bassa, è obbediente e abbastanza interessante perché volessi aiutarla.
170-IT: Come vuole, dottore. (Sospira) Cominciamo.
Prof. Molina: Molto bene! Per cominciare, mi parli di se stesso.
170-IT: Girolamo Carlini, nacqui il 24 maggio del '40 a Trieste. Entrambi i miei genitori morirono poco dopo la mia nascita, per cui mi ha cresciuto mio zio. Lavoro per la Filiale di Trieste, non sono sposato né ho figli.
Prof. Molina: Ho letto il suo fascicolo, la sua particolarità è assai singolare. Di solito i poveri malcapitati che troviamo paiono tornati da un esperimento di uno scienziato pazzo, o da Marte, ma Trieste no, quasi mai. Come vive la sua capacità?
170-IT: Io non la vivo, dottore. Come la può anche solo chiamare vita, questa?
Prof. Molina: Sono conscio che non è affatto semplice convivere con cose del genere, 170. Nessuno al mondo può capirla, è vero, ma a questo punto che senso ha buttar la medicina prima di averla provata?
170-IT: Va bene. Dottore, per caso ha una moneta? Una qualsiasi.
(Il Prof. Molina cerca nella tasca e dà una moneta da 500 lire a 170-IT.)
170-IT: Croce.
(170-IT lancia la moneta e, raccolta, fa vedere al Prof. Molina come sia uscita croce. Pochi secondi dopo, le gambe posteriori della poltrona su cui si trova l'anomalia si spezzano, facendola cadere all'indietro.)
Prof. Molina: 170?! Sta bene?
(170-IT si alza, mettendosi in piedi di fronte al Prof. Molina.)
170-IT: Sì, ovviamente sto bene. Son più di 30 anni che faccio questa vita, dottore.
Prof. Molina: Ciò non vuol dire sia troppo tardi per cominciare a-
170-IT: Oh, per piacere! Mi guardi, dottore! Sono un cane bastonato da questo mondo! Sono un miserabile! Sono… sono un inetto! Non ci arriva? Devo semplicemente stare al mio posto, da cosa inutile quale sono! Quest'effetto altro non è che il mondo che mi dice di non fare il passo più lungo della gamba. E magari è anche ora io gli dia retta.
Prof. Molina: 170, capisco come si sente, e le assicuro che farò tutto quel che posso per dimostrarle che-
170-IT: Per l'amor di dio! Quando finisce questa baracconata?
Prof. Molina: … Sì, stavo giusto per dire che abbiamo finito il tempo a disposizione. Ci vediamo fra una settimana, 170.
170-IT: (Sospira) Ad allora, dottore.
[Fine Log]
Addendum-170-2
[DATI OMESSI PER BREVITÀ]
Prof. Molina: Vediamo un attimo il nocciolo della questione, 170. Cosa pensa che sia questa sua condizione?
170-IT: Sento… ecco, sento come se fosse una limitazione. Come se il mondo stesso mi dicesse che non devo fare più di quanto io normalmente faccia.
Prof. Molina: E cosa le fa credere che sia il mondo che la voglia punire?
170-IT: Voglio dire, dottore, possibile mai che succeda ogni volta che mi sento felice? Ogni volta! Non una volta al giorno, non alla settimana, ma in qualunque momento!
Prof. Molina: Ovviamente non posso capire cosa prova, ci convive da tutta la vita dopotutto. Eppure, non potrebbe essere come una specie di malattia?
170-IT: Peggio mi sento! Il mondo neanche si interessa di me! Solo io, misero, con una maledizione del cazzo.
Prof. Molina: È esattamente questo che intendevo, 170. Lo scopo di questa struttura è di…
170-IT: Studiarmi, capire la mia singolarità ed eventualmente trovare una cura. Lo so, sto qui da due mesi, e pare ci vorrà più di qualche mese.
Prof. Molina: Siamo pure sempre uomini, 170, facciamo quel che possiamo. I nostri limiti son quelli della scienza, se ci pensa: studiandola, non stiamo curando solo lei, ma stiamo facendo un favore a tutta l'umanità. Non è lieto, sapendo di star aiutando qualcuno, seppur passivamente?
170-IT: Con tutto il rispetto, dottore, credo non ci sia alcun dubbio che io abbia priorità per me stesso. E il fatto che io sia qui da due mesi ormai non è di alcun conforto.
Prof. Molina: Mi creda che due mesi sono un nonnulla. C'è una donna, ███-IT, qui dal '64, che trasforma in amianto tutto quello che tocca coi polpastrelli.
170-IT: E? Siete riusciti ad aiutarla?
Prof. Molina: Qualche mese fa abbiamo capito come faceva a trasformare la materia in amianto. Ora stiamo ricercando modi per annullare la trasmutazione.
170-IT: Dopo 8 anni di carcere.
Prof. Molina: Meglio che una vita di miseria, non crede?
(170-IT rimane in silenzio per vari secondi.)
170-IT: Immagino lei abbia ragione.
Prof. Molina: Ottimo! Sono lieto dei progressi che abbiamo fatto, 170. Ci vediamo alla prossima seduta.
170-IT: Anche io, dottore. Arrivederci.
[Fine Log]
Addendum-170-3
[Inizio Log]
Prof. Molina: Bentornato, 170.
170-IT: Salve, dottore. (Si siede.) Di cosa dovremo discutere oggi?
Prof. Molina: Diciamo che c'è una parte del suo problema che lei non può vedere, e volevo giusto parlargliene.
170-IT: Ossia?
Prof. Molina: Spiegherò tutto col tempo. Piuttosto, alcune domande che volevo farle: lei ha mai letto La Coscienza di Zeno? Cosa ne pensa?
(170-IT aggrotta le sopracciglia.)
170-IT: (Alterato) Non c'è libro che io odi di più.
Prof. Molina: Sono sorpreso, ci sono molti punti in cui mi sembra possibile tracciare paralleli fra lei e il protagonista.
170-IT: Mi offende, sa? (Ride) Cosini era un miserabile quasi alla pari del suo autore.
Prof. Molina: Beh, non si descrive lei stesso come miserabile?
170-IT: La differenza sta nella radice dei nostri problemi, dottore. Le pare che il signor Cosini fosse maledetto? O che fosse solo auto-convinto di essere malato?
Prof. Molina: In realtà, ricordo proprio che alla fine del libro il protagonista riesce a uscire dal ciclo di miseria realizzando che lui non fosse mai malato, bensì fosse solo convinto di esserlo.
170-IT: Appunto! Un povero omiciattolo vittima di una profezia che si autoavvera, scritta da un ancor più povero omaccio!
Prof. Molina: Che intende?
170-IT: Italo Svevo era solito mettere un po' di sé nei suoi scritti, non è così? E cosa può significare secondo lei?
Prof. Molina: Ho sempre interpretato la questione come Svevo che distaccava la malattia da se stesso e cercasse di analizzarla in modo impersonale.
170-IT: No.
Prof. Molina: Lei cosa ne pensa?
170-IT: Svevo era convinto che l'unico modo per guarire fosse convincersi di non essere affatto malati. E mi spieghi, in che modo questo potrebbe mai aiutarmi?
Prof. Molina: Mi viene da pensare che lei abbia preso troppo alla lettera il significato, non crede?
170-IT: E come mai?
Prof. Molina: La negazione della malattia, o almeno così io capii leggendo il libro, è un primo passo per evitare la vera minaccia, la mancanza di cambiamento con conseguente cristallizzazione, precludendosi un qualsiasi miglioramento.
170-IT: Bah. Mi sembrano un sacco di parole per non dire che fosse solamente un illuso lieto di affogare in un mare di mediocrità.
Prof. Molina: Come ho già detto prima, 170, mi viene da paragonarla a Zeno Cosini. Voglio dire, alla fine entrambi negate di essere malati, solo per ragioni diverse. Sbaglio?
170-IT: La mia è tutto men che una malattia! È… è… una prigione, ecco! Se io son malato, pure un povero cristo sotto torchio delle tasse lo è. Capisce?
Prof. Molina: Certo che capisco, sono semplicemente dell'idea che discutiamo un po' sulla semantica.
170-IT: Dice? Sono più dell'idea che, piuttosto, dovremmo almeno riuscire a essere d'accordo sul non esserlo.
Prof. Molina: Non posso obbligarla a pensarla come me, ma le consiglio vivamente di pensarci fra questa sessione e la prossima. Arrivederci, 170.
170-IT: Assolutamente. Arrivederci, dottore.
[Fine log]
Addendum-170-4
Data e Orario: 30/07/1972, 18:40-19:36
Coinvolti: SCP-170-IT, Agt. Roberto Cominic
- [18:40] - Come richiesto da 170-IT, l'Agt. Cominic arriva nella sua camera per tenergli compagnia.
- [18:45] - Scambiati i convenevoli, l'Agt. Cominic apre una scatola che si era portato con sé, rivelando un set da dama. 170-IT reagisce molto positivamente, e iniziano a giocare.
- [18:50] - L'Agt. Cominic vince la prima partita.
- [18:55] - L'Agt. Cominic vince la seconda partita.
- [19:00] - L'Agt. Cominic vince la terza partita.
- [19:05] - L'Agt. Cominic perde la quarta partita. L'anomalia sembra reagire positivamente.
- [19:14] - 170-IT consuma delle mandorle dategli dall'agente. È importante notare che il capo della ricerca sull'anomalia non ha approvato il consumo di cibo avvenuto durante l'incidente.
- [19:16] - L'agente e l'anomalia discutono del comportamento, a detta del secondo sgradevole, di alcune anomalie umanoidi durante la mensa varie ore prima. Sia lui che l'agente ridono sonoramente.
- [19:26] - L'anomalia lascia cadere il pacchetto di mandorle, facendo inciampare l'Agt. Cominic. Questi aveva in mano alcuni pezzi di dama che stava riponendo nella custodia, e cadendo li lancia accidentalmente contro le telecamere; il feed video a questo punto è interrotto5.
- [19:32] Alcuni agenti, sentendo delle urla, si recano alla camera di contenimento dell'anomalia. Trovano l'Agt. Cominic che si massaggia i piedi, esprimendo soddisfazione per l'arrivo degli agenti. Stando all'agente egli avrebbe provato a uscire dalla stanza, ma ogni volta che provava a correre scontrava accidentalmente i piedi contro l'arredo della camera, arrivando a sanguinare.
- [19:34] SCP-170-IT si alza, affermando di aver sbattuto la testa contro il pavimento dopo essere inciampato sul corpo dell'agente, ingoiando un pezzo di dama e tentando di non soffocare; chiede inoltre se è possibile abbassare la temperatura della stanza, aggiungendo di star sentendo molto caldo. Gli agenti fanno notare la sua pelle rossa nella regione giugulare. 170-IT afferma "Oh." [sic] e perde i sensi, andando in anafilassi6.
Postfazione: SCP-170-IT è rimasto in coma per i seguenti 4 mesi.
Addendum-170-5
Non notando miglioramenti nel coma dell'anomalia, il capo della ricerca su 170-IT ha tuttavia notato un picco di attività cerebrale mai visto prima di allora. Considerata l'opzione più valida, si è scelto di utilizzare un prototipo di quello che è oggi noto come MORFEO7, ideato nello stesso periodo dall'allora S5-5 Marina Bajlovic, per tentare di comunicare con l'anomalia tramite i suoi sogni.
Data: 15/11/1972
Personale coinvolto: Agt. Mike Oxlong, Prof. Manuel C. Molina8
Comando: Dr.ssa Marina Bajlovic
[DATI OMESSI PER BREVITÀ]
(Il duo si butta dalla bottiglia, atterrando su vari specchi e frantumandoli uno dopo l'altro. Arrivano infine in un corridoio senza tetto.)
Agt. Oxlong: Mai stato più lieto di essere in un sogno, piuttosto che in una vera missione.
(La squadra procede ad andare avanti nel corridoio. Ogni volta che girano, vengono ricoperti di sale versato da quello che si presenta come un gatto domestico di color nero. Attraversati vari sottoscala, raggiungono una stanza con camino dall'arredamento antiquato. Due figure sembrano litigare ad alta voce, lanciandosi vari oggetti.)
Cosini: Continua, continua! Finirai morto un giorno di questi!
170-IT: Zitto! Non parlare! Non ti voglio sentire neanche per un altro minuto!
Agt. Oxlong: Stiamo interrompendo qualcosa?
(170-IT si gira, notando il Prof. Molina.)
170-IT: Ah, dottore! Grazie al cielo è qui! La prego, mi tiri fuori da qui, non riesco più a sentire 'sto bacucco parlare!
Prof. Molina: 170, sono felice di vedere che sta bene; per quanto riguarda l'uscire… non siamo esattamente sicuri di come fare.
Cosini: Decido io. E se ti ostini a essere una testa dura, mai!
(Il gruppo nota meglio la figura che litiga con 170-IT. A una seconda occhiata, egli sembra uguale all'anomalia, ma con un vestiario analogo a quello della classe media dell'inizio del secolo.)
Cosini: Ah, giusto, i convenevoli. Che maniere! (Porgendo la mano) Zeno Cosini, il piacere è mio.
Agt. Oxlong: Come, scusi? Quel Zeno Cosini?
Cosini: Mi verrebbe da dire "in carne e ossa", ma non mi sembra il caso.
Comando: Molina, Oxlong, l'entità davanti a voi ha un'enorme emissione di Onde Psi. Prestate attenzione. Che si tratti dell'Ombra di 170?
Cosini: (Sentendo il Comando) Preferisco il termine "angelo guardiano", ma immagino che non sia poi così sbagliato.
170-IT: "Angelo" i miei coglioni! Lasciami stare!
Cosini: Purtroppo il mio protetto è di coccio, e se solo capisse che voglio aiutarlo magari riuscirebbe a vivere davvero.
170-IT: Dio, ma come ti spegni? Parli senza sosta da un'eternità, uscirò pazzo semmai!
Prof. Molina: Ehm, volete stare un po' da soli, o…?
170-IT: Tutto tranne quello!
Cosini: Piuttosto, perché non ci aiuta? Da quel che ho avuto modo di vedere questo scapestrato sembra stia a sentire solo lei, dottore.
Prof. Molina: Se accetto, smetterete di litigare per almeno 10 minuti?
Cosini e 170-IT all'unisono: Sì.
Prof. Molina: (Rivolto al Comando) Ci date notizie in caso il MORFEO abbia problemi?
Comando: Affermativo.
Prof. Molina: (Rivolto a Oxlong) Si metta comodo, ci aspetta una bella sed-
(Il Prof. Molina sospira, notando come l'Agt. Oxlong si sia seduto vicino al camino senza farsi notare.)
Prof. Molina: Va bene, cominciamo. Vi chiedo di non interrompervi a vicenda, onde non rimanere qui per il resto dei nostri giorni. Cosini, cosa vorresti comunicare a 170?
Cosini: Beh, molto semplicemente, che il suo atteggiamento non lo porterà da nessuna parte.
Prof. Molina: Potrebbe elaborare?
Cosini: (Rivolto a 170-IT) Ricordi le parole del dottore su di me?
(170-IT rimane in silenzio per qualche secondo.)
170-IT: La vera minaccia è il precludersi il cambiamento.
Cosini: Ecco, bravo!
170-IT: E quindi?
Prof. Molina: Un momento… 170, ricordi cosa pensavi della tua particolarità?
170-IT: Che… è una maledizione? Il mondo che mi ferma?
Prof. Molina: Esatto, sì. Penso di aver capito. (Rivolto a Cosini) L'abbiamo sempre vista dal lato sbagliato, non è vero?
Cosini: Sì! È esattamente così!
(170-IT guarda prima Cosini, poi il Prof. Molina.)
170-IT: Ah, ho già capito. Dottore, mi delude, speravo che almeno lei non cominciasse con questa tiritera.
Cosini: Ecco, vede? È da 4 mesi che butta tutto all'aria così!
170-IT: Lo so già come va a finire, per Diana! Il problema sono io, sempre negativo, egocentrico e complessato, poi non sono io, poi è il mondo, poi non è il mondo!
Prof. Molina: 170, devo chiederle di calmarsi, o non andremo da nessuna parte.
170-IT: Oh, per piacere! Sono qui, prigioniero della mia stessa mente, a giocare a fare lo psicanalista con me stesso e la stessa persona che mi ripete a pappagallo tante di quelle balle sulla mentalità. Sono stanco, dottore.
Cosini: Eccolo che continua a vittimizzarsi! Quand'è che vorrai crescere?
Prof. Molina: Dio! Voi due, entrambi, vi date una calmata?!
(Il Prof. Molina mette una mano sulla spalla a entrambi.)
Prof. Molina: 170, ha ragione, la colpa è del mondo. Cosini, ha ragione anche lei, la colpa è sua.
(170 e Cosini si guardano fra di loro, poi fissano il Prof. Molina.)
Prof. Molina: (Rivolto a 170) Il mondo è una canaglia, e se c'è una cosa che vuole è vederla in ginocchio. (Rivolto a Cosini) 170 ha una testa dura, ed è inflessibile quando si tratta di dover cambiare il suo approccio alla malattia.
(Silenzio.)
Prof. Molina: Quel che voglio dire, signori, è che siete d'accordo, ma non ve ne accorgete nemmeno. La verità è che dovete cambiare, collaborare e, finalmente dichiararvi guariti. Una mente che maltratta il corpo non è diverso dal corpo che disobbedisce a essa.
(Silenzio.)
170-IT: Suppongo… suppongo lei abbia ragione, dottore.
Cosini: Già.
Prof. Molina: Ottimo! Sarei più che lieto di illustrarvi come, ma diciamo che… (Guardandosi intorno) non siamo nella situazione più ideale.
Comando: Confermo, e aggiungo che se volete evitare danni a lungo termine vi conviene chiuderla nei prossimi 10 minuti.
Cosini: Immagino che la terapia sia l'unica.
170-IT: E immagino che intraprenderla armonizzando corpo e mente risolva… i miei, i nostri problemi. (Rivolto a Cosini) Signor Zeno… vorrei dire "ci vediamo", ma dubito sarà così.
Cosini: Non fisicamente, ma il minimo che possa fare è esserci con la testa. Sono bloccato nella tua mente, quindi tanto vale supportare il corpo. E sì, ci vediamo, Girolamo.
(170-IT rimane in silenzio per qualche secondo, poi abbraccia Cosini.)
[Fine Log]
Addendum-170-6
[DATI OMESSI PER BREVITÀ]
Prof. Molina: Sì, col senno di poi è stata una buona idea. (Controlla il taccuino) Ah, per oggi abbiamo quasi finito. C'è giusto un'ultima domanda.
170-IT: Dica pure.
Prof. Molina: Esattamente, perché lei continua a essere felice, o lieto, o insomma, soddisfatto di se stesso?
170-IT: Come, prego?
Prof. Molina: Una cosa curiosa che ho notato è l'attivazione della sua anomalia; le succede qualcosa di positivo e lei è soddisfatto. Mi viene da chiederle, dunque, perché continua a sentirsi soddisfatto, quando potrebbe far finta di rimanere neutrale?
(170-IT rimane in silenzio, poi sospira.)
170-IT: Sa, dottore, ci ho pensato io stesso un sacco. Davvero, da quando ne ho memoria che mi pongo la questione. Mi renderei la vita così semplice.
Prof. Molina: E quindi?
170-IT: E quindi, mi perdoni, ma è… abbastanza imbarazzante. O meglio, innocente, infantile, possiamo dire. Vede, potrei perfettamente farlo, ma… l'alternativa, esattamente, qual è? Smettere di essere felice per il resto della mia vita? Se non prendessi la vita com'è naturalmente, dopo quanto tempo impazzirei?
Prof. Molina: Immagino il suo approccio sia comprensibile, seppur non posso fare a meno di immaginare come sarebbe andata la sua vita.
170-IT: Beh, tanto per cominciare non sarei mai arrivato qui. (170-IT ride, poi rimane qualche secondo in silenzio) Ci può pensare? Son qui da due anni e mezzo.
Prof. Molina: Il tempo vola quando vede ogni giorno lo stesso posto… e si va in coma per vari mesi.
(170-IT ride.)
170-IT: Non posso darle torto. Anzi, sa? Penso che quel coma sia stata la cosa migliore che mi sia mai capitata.
Prof. Molina: Come mai?
170-IT: Conoscere il mio subconscio è stata una manna dal cielo. Certo, il primo mese ha tentato di comunicare solo in frasi criptiche per darsi arie, e gli altri tre non abbiamo fatto altro che litigare, eppure è stato… liberante.
Prof. Molina: È proprio da quell'incidente in poi che ha mostrato segni di miglioramento, effettivamente.
170-IT: Se mi permette di tornare sulla domanda di prima, ora che mi ci fa pensare… c'è un altro motivo a cui ho pensato dopo essere tornato.
Prof. Molina: Sentiamo.
170-IT: Questo… questo sono io. Non è lei, non è quella guardia, non è il mio vicino di camera. Sono io. Io e la mia malattia. E perché mai questa malattia dovrebbe impedirmi di vivere la vita al meglio? Il mondo è una canaglia, non mi comprenderà mai appieno, eppure non posso fare a meno che notare tutta la sua bellezza. Il mio male non abbatterà la mia visione di questo mondo, e quest'ultimo non mi renderà cattivo.
Prof. Molina: Ne sono molto lieto.
170-IT: Beh, non ho usato neanche un po' della mia fortuna per quasi 3 anni, era anche ora che la dea bendata mi sorridesse. Ma in realtà devo ringraziare non solo Cosini, anche lei, professore.
Prof. Molina: Oh! Ora se ne accorge?
170-IT: Una guardia mi ha corretto solo qualche giorno fa mentre chiacchieravamo, che figura…
(Il Prof. Molina ride.)
Prof. Molina: Si figuri. Ah, abbiamo finito il tempo a disposizione. Arrivederci, 170.
170-IT: Oh! Arrivederci, professore.
[Fine Log]
Nota del Prof. Manuel C. Molina: Questa è stata la mia ultima sessione con 170-IT. Sono ormai convinto che l'individuo sia completamente guarito dalle sue condizioni, e confido che sarà in grado di andare avanti senza bisogno di grandi aiuti. Sono genuinamente soddisfatto degli sviluppi presi e di quanti passi avanti abbiamo realizzato in così poco tempo. L'anomalia è cosciente di non poter fare nulla riguardo le sue capacità, e lo accetta passivamente. Non mi sento di dire che starà bene per il resto della sua vita, questo non può essere previsto, ma sono certo che prenderà con più filosofia la sua permanenza nella Fondazione.
Addendum-170-7
Data e Orario: 30/10/1974, 15:36-17:23
Coinvolti: SCP-170-IT, svariati membri del personale del Sito Iride
- [15:36] - Angelo Troisi, membro del personale tecnico del Sito, arriva per fare compagnia a 170-IT, come da sua richiesta.
- [15:40] - Troisi inciampa su una mattonella mal posta, sbattendo la testa contro il telaio in acciaio del letto.
- [15:43] - 170-IT fugge dalla sua cella tramite la scheda magnetica di Troisi. Essendo scappato durante un cambio di turno, non viene inizialmente notato.
- [15:49] - 170-IT entra nella sala di controllo del Sito, e prima che il personale possa reagire, lancia una moneta. Atterrata, sorride, e il soffitto della camera si rompe. La stanza viene allagata, e tutti i presenti, con l'eccezione di 170-IT, perdono i sensi o vengono immobilizzati.
- [15:54] - Avendo accesso alla sala, 170-IT dichiara una falsa breccia di massa nell'ala ovest del sito svariati piani più sotto, liberando oltre 40 anomalie di classe Euclid. La maggior parte del personale militare si dirige in quella direzione.
- [16:34] - 170-IT corre verso l'uscita est del Sito.
- [16:40] - Un inserviente si accorge della presenza di 170-IT, e allerta il personale.
- [16:50] - La maggior parte del personale militare è temporaneamente immobilizzata a causa di una reazione a catena cominciata dalla caduta di un agente su una buccia di banana. A questo punto, 170-IT è scappato dal Sito, ed è ora in mezzo alla popolazione civile.
- [16:57] - Un agente che stava entrando nel sito si accorge di 170-IT, e cerca di rincorrerlo. Egli, tuttavia, riesce a salire su un autobus pubblico, scappando all'agente.
- [17:04] - Un gruppo di agenti prende una volante della Fondazione e rincorre l'autobus su cui si trova 170-IT.
- [17:16] - La pattuglia ritrova l'autobus, forzandolo a frenare bruscamente e causando un incidente stradale; i danni alle vetture e a quasi tutti i coinvolti è minimo.
- [17:18] - Gli agenti entrano nel veicolo, trovando tutti i civili in ottime condizioni e 170-IT, accasciato per terra.
- [17:23] - Nonostante i tentativi di primo soccorso degli agenti, viene confermato il decesso di 170-IT per infarto miocardico acuto.
Postfazione: Poco tempo dopo la morte di 170-IT, è stato notato un cambiamento nella Noosfera; in particolare, l'area ora registrata come Area Noosferica-170-IT dimostra la formazione completa del concetto di "Inettitudine" e "Zeno Cosini", con l'aggiunta del concetto di "Girolamo Carlini" accanto a essi. La Classe dell'Oggetto e le Procedure Speciali di Contenimento sono state aggiornate per adattarsi alla nuova forma dell'anomalia.
Addendum-170-8
Prefazione: Il seguente log è stato registrato nel Settore F19 del Sito Iride9.
[Inizio Log]
(Il Prof. Molina è in ginocchio, davanti a una placca in metallo. Si avvicina, strofinando con la manica la placca, e si rialza. L'Agente Kopp entra nella stessa sala del professore.)
Agt. Kopp: Professor… Molina, giusto?
Prof. Molina: Ah! Sì, il piacere è mio, signora…
Agt. Kopp: Kopp. Alizée Kopp. Volevo chiederle a cosa dovesse la visita.
Prof. Molina: Nessuno di importante, vecchia anomalia di cui mi presi cura a inizio carriera. Lei, invece?
Agt. Kopp: Un ragazzino che rendeva molle tutto quello che toccava con le ginocchia. Morto durante l'incidente col mekhanita di qualche mese fa.
Prof. Molina: Ah, ricordo. Condoglianze.
Agt. Kopp: Anomalia deceduta quasi 40 anni fa… deve essere passato molto tempo.
Prof. Molina: Uno dei miei primi pazienti. Avessi dovuto indovinare la sua anormalità, a giudicare dall'umore avrei detto che era sempre seguito dalla nuvola dell'impiegato.
Agt. Kopp: Con una vita del genere… non lo biasimo.
Prof. Molina: Già. È stato fortunato, se lo chiedi a certa gente qua.
Agt. Kopp: Se lo chiedessi a lei?
(Il Prof. Molina ridacchia.)
Prof. Molina: Risponderei come loro. Era complessato, poverino, e sognava sempre di viaggiare in tutta Italia.
Agt. Kopp: Davvero? Come lo sa?
Prof. Molina: Me lo disse lui stesso. Non in una delle nostre sedute, per carità, me lo disse mentre lo riaccompagnavo in cella.
Agt. Kopp: Se ben ricordo, Italo Svevo visse tutta la sua vita a Trieste. Immagino volesse differenziarsi da lui.
(Il Prof. Molina rimane in silenzio, fissando prima l'agente e poi la placca.)
Prof. Molina: Sì, lo penso anch'io. Ironico, davvero.
Agt. Kopp: Come mai? Per via della sua morte?
Prof. Molina: Sì. Sapeva? Italo Svevo morì in un incidente in macchina di poco conto.
Agt. Kopp: Ne ero al corrente. Amaramente ironico.
Prof. Molina: Già.
(Entrambi rimangono in silenzio a guardare la placca.)
Prof. Molina: Quindi… mi tolga una curiosità, signora Kopp.
Agt. Kopp: Certo.
Prof. Molina: Quinto? Anzi, no, troppo in alto. Il direttore della Divisione d'Essofisica, ci scommetto il portafogli.
Agt. Kopp: Come, prego?
Prof. Molina: Chi l'ha mandata qui?
Agt. Kopp: Cosa glielo fa pensare?
Prof. Molina: Beh, tanto per cominciare, quando ho mai menzionato Italo Svevo? E perché mai un'agente così giovane dovrebbe sapere tutte queste informazioni su un'anomalia di poco conto vecchia più di 40 anni?
Agt. Kopp: (Silenzio.) Il direttore teneva a scoprire qualcosa su di voi.
Prof. Molina: Ottimo, così non devo dare via il portafogli.
Agt. Kopp: Come ha fatto a capire da subito fosse il dottor Ighina?
Prof. Molina: Ai tempi, Ighina era fra i migliori ricercatori della Fondazione, persino Nortia in persona lo ammirava. Non vedeva l'ora di mettere le mani su di lui, ma il destino ha voluto altrimenti; per quando riuscì ad avere il permesso di sperimentarci sopra, Girolamo non era più fra di noi. Ora avrà… quanti? Quasi 70 anni? È a due passi dalla pensione, e avrà ben visto di levarsi lo sfizio di sapere che passasse per la testa del confidente dell'anomalia che voleva.
Agt. Kopp: Ah… perspicace.
Prof. Molina: Oh, no, non si tratta di perspicacia, al contrario. Conosco bene i miei polli, tutto qui. Ighina era tanto bravo quanto curioso.
Agt. Kopp: Capisco.
Prof. Molina: D'altro canto, sono ormai in pensione da un bel po', eppure riesco sempre a ottenere il permesso di venire qui una volta all'anno. La Ventura per molti è una santa, ma non pensavo fosse così magnanima.
Agt. Kopp: Vorrà la coscienza pulita. Con che coraggio potrebbe bloccare un vecchio dal vedere un suo amico di lunga data?
Prof. Molina: (Ridendo) Immagino lei abbia ragione. Pensare che sono rimasto qui fino a ora è un miracolo, c'è da dirlo.
Agt. Kopp: Come mai? Le brecce non sono rare, è vero, ma il suo ruolo non mi sembra così pericoloso.
Prof. Molina: Al contrario, la mia preoccupazione maggiore furono i nostri colleghi. Ighina voleva la mia testa! Fortunatamente, la Bajlovic era troppo impegnata col suo ultimo esperimento, per cui la sua indifferenza mi salvò il posto.
(L'Agt. Kopp rimane in silenzio.)
Prof. Molina: So cosa sta pensando. Sì, la mia carriera fu salva, ma in rovina. Sono stato retrocesso ad assistente per il resto della mia vita nella Fondazione. Con la retrocessione arrivò il taglio allo stipendio, e con quello arrivò il divorzio. Dall'incidente al nuovo millennio non c'era nessuno che mi degnasse di uno sguardo amichevole. Quasi come se Girolamo mi avesse passato un po' della sua iella!
Agt. Kopp: Devo ammettere, anche il dottor Ighina credeva che senza quell'incidente sarebbe facilmente diventato lei stesso un pezzo grosso della SRE-M.
Prof. Molina: Chissà. Mi piace immaginare tanti di quegli scenari alternativi. Se avessi convinto Girolamo a non farlo? Se i ruoli fossero invertiti? Se non ci fossimo mai incontrati? O se ci fossimo incontrati, ma senza che uno stesse sopra l'altro?
Agt. Kopp: Immaginare non deve fare così bene a chi ha vissuto tanto a lungo. Scusi la schiettezza, ma voglio dire, in questo modo non si sta lasciando divorare dai rimpianti?
Prof. Molina: Oh, la prego di non pensarla in questo modo. Mi limito alla sola immaginazione, so già cosa avrei dovuto fare.
Agt. Kopp: Ossia?
Prof. Molina: Esattamente quel che feci 40 anni fa.
Agt. Kopp: Non ha rimpianti?
Prof. Molina: Zero. Girolamo fu chiaro: fra la vita e i suoi desideri, avrebbe sempre scelto la seconda. Chi ero io per negarglielo?
Agt. Kopp: Beh… immagino il suo ragionamento fosse fondato. Una vita in contenimento o qualche minuto da persona libera?
Prof. Molina: Non posso che appoggiare la sua scelta. Non da psicologo, ma da amico. E da cantastorie, per lei.
Agt. Kopp: O per Ighina, semmai.
Prof. Molina: Lo avesse fatto solo per Ighina, se ne sarebbe già andata.
Agt. Kopp: Se lo lasci dire, questo è stato perspicace.
Prof. Molina: Me lo lascerò dire. Anche lui diceva che dovrei sempre accettare i complimenti.
Agt. Kopp: Lo ha fatto?
Prof. Molina: Si ricorda quando mi ha chiamato perspicace la prima volta? Era dall'ultima volta che lo vidi che non ne rifiutavo uno. Si reputi speciale.
(Entrambi sorridono e rimangono in silenzio, finché l'Agt. Kopp non si ritira dal settore. Il Prof. Molina rimane a pregare davanti alla placca per qualche altro minuto.)
[Fine Log]