Struttura di Contenimento di SCP-1427, Pyongyang, RPDC, aspetto esteriore
Elemento #: SCP-1427
Classe dell’Oggetto: Keter
Procedure Speciali di Contenimento: SCP-1427 deve essere contenuto nel all’interno del Centro delle Operazioni di Contenimento Ryugyong (“COCR”), gestito dalla Fondazione in collaborazione con l’Armata Popolare di Corea (“APC”). A causa degli effetti dell’artefatto, il personale della Fondazione non deve entrare nella RPDC, avvicinarsi a meno di 130 km dalla zona di esclusione di SCP-1427, o tentare di interagire direttamente con l’anomalia stessa. Il personale della Fondazione deve fornire supporto remoto al personale della RPDC presente in loco. In nessuna circostanza il personale della Fondazione deve tentare di dissuadere lo staff di contenimento della RPDC riguardo a credenze errate o inusuali riguardo alla natura delle loro occupazioni presso il COCR, o sulle caratteristiche del loro governo nazionale.
Dal momento che i tratti della personalità autoritari e sottomessi garantiscono un’immunità condizionale rispetto al segnale inviato dall’artefatto, il personale della Fondazione assegnato al monitoraggio esterno deve rispondere ai seguenti criteri psicologici:
- Valore Milgram standardizzato di conformità: >71
- Valore IPIP di liberalità: <39
- Valore RWA di sottomissione all’autorità: >17
- Valore RWA di convenzionalità: >31
Al momento, solo tre governi nazionali controllano cittadini con un valore di condizionabilità adatto al contenimento di SCP-1427: la Repubblica del Turkmenistan, la Repubblica dell’Unione di Myanmar, e la Repubblica Popolare Democratica di Corea (“RPDC”). Di queste tre plausibili aree, le circostanze politiche rendono la Corea del Nord l’unico governo capace di garantire un contenimento a lungo termine. Di conseguenza, gli affiliati della Fondazione inseriti negli stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non devono prendere alcuna azione volta a destabilizzare la RPDC, promuovere la sua democratizzazione, o permettere l’ingresso di stranieri psicologicamente non adatti all’interno della zona rossa che circonda il complesso di Ryugyong. In caso di democratizzazione, destabilizzazione, o guerra nucleare, i contatti intergovernativi della Fondazione devono tentare di trasferire l’oggetto a un sito di contenimento secondario.
Nel caso in cui nessun sito di contenimento secondario sia disponibile, il sito di contenimento primario e i suoi dintorni devono essere sterilizzati termicamente, utilizzando mezzi non nucleari, senza riguardo al rischio di caduti civili. Utilizzando le tecniche disponibili attualmente, la sterilizzazione termica di Pyongyang e delle aree circostanti detiene il 91% di probabilità di risultare nel fallimento del contenimento. È stato calcolato che il mancato contenimento costituirebbe un evento di classe EK, risultante nella completa estinzione della coscienza umana dopo all’incirca 215 giorni.
Descrizione: SCP-1427 è una stele disadorna di bronzo di berillio, avente dimensioni 14m x 2m x 2m. Sebbene originariamente recuperata in stato inattivo, l’artefatto attualmente emette un impulso elettromagnetico direzionale ogni 7 ns. Disturbare o schermare l’impulso è in grado di ridurre, ma non di eliminare, l’effetto primario dell’artefatto. Gli effetti elettromagnetici del dispositivi sono dunque stati teorizzati essere un’onda di risulta, o un effetto secondario, della primaria funzione dell’oggetto.
Gli obiettivi sono scelti causalmente tra i 20.736 (12^4) esseri umani più vicini, esclusi coloro che esibiscono già gli effetti dell’impulso, ma compresi coloro che ne sono immuni. Il dispositivo sembra non avere un’area massima di effetto: in diverse occasioni, ha infatti mostrato l’abilità di eseguire trasmissioni al di là dell’orizzonte verso soggetti altrimenti irraggiungibili riflettendo il proprio segnale al di fuori della ionosfera terrestre. Le modalità utilizzate dall’artefatto per riconoscere la coscienza umana, e il meccanismo che rende possibili i suoi effetti, sono attualmente sconosciuti.
Dopo la ricezione del segnale, i soggetti mostrano un’immediata suggestionabilità, una profonda abulia, e la perdita di memoria a breve termine. Questi effetti sono secondari rispetto all’effetto primario dell’artefatto, che corrisponde a una sostanziale riduzione del segnale SQ2 prefrontale. A seguito delle informazioni recuperate da SCP-███, i ricercatori della Fondazione ritengono oggi che la riduzione del segnale SQ2 corrisponda a un significativo abbassamento, o alla perdita totale, della coscienza soggettiva del soggetto. Una personalità moderatamente autoritaria o sottomessa sembra garantire un’immunità condizionale agli effetti della trasmissione; di conseguenza, a partire dalla sua attivazione, i protocolli di contenimento hanno richiesto il posizionamento del dispositivo in aree ad alta densità di popolazione soggette a un governo totalitario.
SCP-1427 è stato originariamente recuperato da un monastero cistercense nell’Algeria sudorientale dalle forze speciali italiane nel gennaio del 1938. Le note di laboratorio di quel periodo menzionano una capsula esterna in carburo di rodio, goffrato in un alfabeto semitico conosciuto ma poco identificabile. Si ritiene che la capsula esterna sia stata distrutta o perduta dai ricercatori italiani prima del trasferimento dell’oggetto a Lipsia nel 1944. Tra il 1938 e il 1944, i governi tedesco e italiano hanno tentato di attivare l’artefatto, senza successo. Nell’immediato dopoguerra, l’oggetto è stato conservato sotto custodia nella Germania dell’Est. Il governo della Repubblica Democratica Tedesca non ha preso nessuna azione documentata nei confronti dell’artefatto.
Nel 1947, il governo della Germania orientale ha trasferito SCP-1427 sotto controllo sovietico, che lo ha spostato a Kyshtim, Chelyabinsk Oblast, USSR. Nel settembre del 1957, i ricercatori sovietici hanno intenzionalmente attivato SCP-1427. Sebbene l’artefatto abbia colpito i bersagli umani nelle immediate vicinanze, le allora esistenti caratteristiche del governo sovietico hanno impedito la realizzazione di un evento EK - fine della coscienza umana. Dopo aver tentato la sterilizzazione nucleare dell’area, il governo sovietico ha contattato la Fondazione attraverso relazioni intergovernative e l’artefatto è stato trasferito sotto custodia della Fondazione presso il Sito 67, a sudovest di Chernhiv, Ucraina. Dal momento del contenimento iniziale, l’artefatto è stato trasferito solo una volta: nel 1986, a causa della prevista instabilità del governo sovietico, il dispositivo è stato trasferito nella Repubblica Popolare Democratica di Corea.
Poco tempo dopo, la Fondazione ha iniziato la costruzione della Struttura di Contenimento Ryugyong, dove l’oggetto è stato conservato sin dal suo completamento nel 1988.
Addenda:
Il 5 Dicembre 1991, un gruppo di nove membri del Comitato Etico della Fondazione SCP ha deciso, dopo un voto 2-4-3, di sostenere attivamente il governo della Repubblica Popolare Democratica di Corea (“Corea del Nord”) riguardo al contenimento di SCP-1427. Di seguito sono elencati i punti evidenziati dalla maggioranza in favore della limitata stabilizzazione e del supporto:
- L’instabilità e una maggior liberalità politica potrebbero rendere presto l’URSS inadatta al contenimento di SCP-1427.
- Nel caso di instabilità politica in Corea del Nord, il dispositivo potrebbe essere trasferito in sicurezza sotto la custodia della Repubblica Popolare Cinese o dell’Indonesia.
- La chiusura dei confini della Corea del Nord limita il rischio di esporre cittadini stranieri.
- A causa delle ridotte opportunità commerciali, gli affiliati della Fondazione e i contatti intergovernativi hanno maggiori possibilità di manipolare la politica interna della Corea del Nord in direzione di un contenimento efficace.
Nonostante gli evidenti benefici di quanto sopra riportato, dissentiamo.
Gli esperimenti hanno dimostrato che SCP-1427 non richiede più di 12^4 individui psicologicamente adatti nelle immediate vicinanze dell’oggetto per garantire un contenimento efficace. Tenuto presente questo fatto, mantenere oltre venti milioni di individui in uno stato di perpetua e involontaria sottomissione al totalitarismo è un costo inaccettabile per esseri umani. Se da una parte è chiaro che, nel 1957, questa decisione è stata una necessaria risposta a quanto avvenuto sul campo (viz., il fallimento sovietico di distruggere l’oggetto), dall’altra la Fondazione ha reclutato 9.724 candidati Classe D a partire da quella data, vale a dire poco meno della metà della popolazione necessaria per contenere con successo l’oggetto. Sebbene ciò non fosse evidente nel 1957, è oggi scientificamente dimostrato che l’indottrinamento totalitario può essere ricreato in condizioni di laboratori con un intervento relativamente poco sofisticato da parte dei ricercatori (si veda Zimbardo, P, "Su L'obbedienza all’autorità," [REFERENZA OMESSA]). Il nostro fallimento nel comportarci in questo modo è un fallimento etico di proporzioni catastrofiche.
L’opinione della maggioranza in questa revisione ha negato l’autorizzazione alla sperimentazione nel totalitarismo artificiale sulla scala necessaria, citando preoccupazioni di ordine sia pratico che etico. Ritengono che sarebbe inaccettabile creare una società totalitaria in miniatura per prevenire la fine dell’umanità. Ma allo scopo di evitare di creare un disastro etico in miniatura ne hanno permesso uno molto più ampio: un totalitarismo che seleziona gli individui sulla base di una lotteria di nascita e non a seguito di particolari atti antisociali. Come i recenti eventi nell’URRS o altrove hanno dimostrato, la dittatura totalitaria non è una caratteristica necessaria della società umana. È una fase di sviluppo che è avvenuta e in alcuni casi è stata superata, e non è nel diritto della Fondazione (e nemmeno tra i suoi doveri) di limitare permanentemente lo sviluppo della popolazione della Corea del Nord per un bene più grande, a prescindere da quanto grande possa essere questo bene,
La maggioranza è certamente corretta nel sostenere che prendere le azioni appropriate per contenere SCP-1427 rappresenterebbe un compromesso morale straordinario per la Fondazione, laddove invece l’abbandono delle nostre responsabilità comporterebbe un peso etico con l’intera umanità e il governo della Corea del Nord. Ma quando abbiamo firmato il nostro contratto di reclutamento, abbiamo accettato di sopportare quel peso: fare ciò che deve essere fatto per un bene più grande, a prescindere dal costo. Che noi si imponga oggi questo peso sulla popolazione della Corea del Nord, piuttosto che gestirlo autonomamente, è un’inaccettabile abdicazione alle nostre responsabilità come dipendenti della Fondazione.
Per le ragioni summenzionate, noi firmatari dissentiamo, riservandoci il diritto di appellarci a questa decisione presso il Consiglio O5.
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[FIRMA OMESSA]
Superviore del Comitato Etico, Sito 9
████ ██████
[FIRMA OMESSA]
Superviore del Comitato Etico, Sito 53
RESOCONTO DEL CASO, OSSARIO DI TAMANRASSET, 4/21/1993: DA ARCHIVIARE CON SCP-1427
INVESTIGATORE PRINCIPALE: Usman Azmaggan, Ph.D
FASE DEL PROGETTO: IIA
BACKGROUND: A seguito del discusso report del Comitato Etico su SCP-1427 del 05/12/1991, gli O5 hanno autorizzato la seconda fase della ricerca verso il decommissionamento o la permanente disattivazione di SCP-1427. Come parte dell’iniziativa di decommissionamento della squadra B, gli O5 hanno rescisso l’ordine esecutivo 75128, che proibiva ai membri della Fondazione di intervenire in siti archeologici appartenenti al Gruppo Culturale Afro-Asiatico del Pleistocene (“GCAP”). A seguito della revoca dell’ordine, la Squadra Speciale Mobile Rho-293 (“Et Laharog”) è intervenuta, esaminando il sito dove SCP-1427 è ritenuto essere originato, 71 km Sud-Sud-Ovest della città di Tamanrasset, Algeria.
DISCUSSIONE: Scoperto originariamene durante la ricerca radiografica aerea nel 1967, l’Ossuario di Tamanrasset è stato catalogato e monitorato come un’anomalia archeologica GCAP e assegnato a un contenimento a bassa intensità a seguito del suo minimo rischio. Dopo l’arrivo al sito nel febbraio del 1992, Rho-293 ha trovato il sito sostanzialmente non disturbato e il rischio radiologico intatto. L’analisi degli strati del suolo hanno evidenziato alti livelli di trinitite, Pd-107, U-233, U-235, Pu-239, e i prodotti del decadimento radioattivo coerenti con un evento di fissione incompleto avvenuto circa 70.000 anni prima della scoperta del sito. Questo fallimento nella fissione nucleare appare coerente con i campioni raccolti dall’area di contenimento di Kyshtym dopo il fallimento della detonazione del dispositivo alternativo sovietico.
Il sito centrale occupa un singolo cratere da impatto di circa .75 km di diametro, incentrato una depressione rettangolare che indica l’esistenza di una struttura sotterranea. Le condizioni degli strati del suolo indicano che SCP-1427 è stato probabilmente rimosso dalla struttura sotterranea in un’epoca precedente all’anno 1.600 e.v. Inoltre, il sito sembra essere stato intaccato sia prima che dopo la rimozione di SCP-1427. Il contenimento del sito sembra essere stato mantenuto consuccesso dopo il 1967. Oltre a SCP-1427, nessun artefatto intatto è stato recuperato dall’area centrale del sito. Come in altri siti GCAP, artefatti intatti, resti e testi completi sembrano essere stati sistematicamente distrutti da popolazioni successive di sapiens sapiens, tranne dove le dimensioni dell’oggetto o la sua resistenza hanno reso la distruzione impraticabile.
L’area periferica occupa un singolo strato geologico non intaccato, che indica un’occupazione continua a bassa intensità dal 71.000 p.e.v. al 68.000 p.e.v. Gli artefatti recuperati dal sito mostrano caratteristiche comuni con altri siti GCAP, comprendenti le seguenti caratteristiche:
- Significativa contaminazione radiologica;
- Resti presenti in tumuli e contenuti degli ossuari che indicano una significativa mortalità infantile;
- Vandalismi o iconoclastia da parte di sapiens sapiens arcaici;
- Uso di bronzo di berillio come materiale strutturale;
- Artefatti con simboli vergati nell’alfabeto GCAP-semitico rettilineo B.
I resti recuperate da questo sito mostrano la coabitazione tra Homo sapiens idaltu e una seconda specie di ominidi non identificata, provvisoriamente designata come Home sapiens descensus. In relazione alle caratteristiche tipiche degli ominidi, i resti di descensus mostrano gigantismo e una polidattilia postassiale polifunzionale, con una media di sei dita per arto. Presupponendo proporzioni femorali coerenti con la norma umana, l’altezza media dei maschi della subspecie di 2,31 metri e delle femmine di 2,19 metri. La craniometria basata sui frammenti recuperate indica un volume dell’encefalo di circa 520cc. Sebbene la popolazione di idaltu sia aumentata durante il periodo di coabitazione, quella di descensus è rimasta statica.
Al di sopra dello strato geologico portatore della radiazione, nessun membro della subspecie descensus è stato trovato, sebbene un’occupazione intermittente da parte di individui idaltu sia continuata fino a circa il 63.000 p.e.v. Approssimativamente nel 61.000 p.e.v, le popolazioni non residenti di idaltu sembrano essersi impegnate in uno sforzo collettivo per esumare e distruggere gli artefatti appartenenti alla cultura GCAP, con un particolare impegno nel rimuovere e distruggere i resti di descensus. Restano pochi artefatti riconoscibili legati alla tarda popolazione idaltu, ma le ragioni di questa fase di successiva iconoclastia restano oscuri.
CONCLUSIONE: Sebbene l’obiettivo finale di SCP-1427 resti oscuro, la sua funzione sembra essere correlata alla soggiogazione dei primi Homo sapiens sapiens da parte di Homo sapiens descensus. La resistenza agli attacchi nucleari sembra essere stata una priorità per gli ingegneri GCAP: tutti gli artefatti rimanenti appartenenti a questa cultura sembrano essere stati costruiti per un’alta resistenza a un flusso di neutroni, e molti di essi sono stati recuperati da luoghi che appaiono essere stati oggetti di attacchi nucleari preistorici. Dal momento che gli artefatti GCAP sembrano interferire direttamente con la fissione nucleare, la raccomandazione unanime di Rho-293 è che gli sforzi di decommissionamento si concentrino sull’uso di armi convenzionali o sullo smontaggio, e che il recupero delle custodie dell’artefatto o di altri testi GCAP completi sia reso una priorità del contenimento.