SCP-128-IT

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Elemento #: SCP-128-IT

Classe dell'Oggetto: Euclid

Procedure Speciali di Contenimento: Il contenimento di SCP-128-IT è disposto presso il Sito Iride in una cella standard per umanoidi provvista di imbottiture di sicurezza. Interventi di pulizia, riparazione e restauro di SCP-128-IT sono condotti periodicamente e secondo necessità1, da parte di un'equipe di sarti opportunamente addestrati, reclutati tra il personale2 del Sito.

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SCP-128-IT

Descrizione: SCP-128-IT ha le sembianze di un pupazzo di peluche color bianco crema, raffigurante un orso, alto 1,78 m e dal peso di 71,3 kg; esso è senziente, sapiente e in grado di muoversi ed esercitare lavoro, ove possibile, con un grado di consapevolezza, forza, velocità e precisione pari a quelle di un umano in salute di 60-65 anni d'età. SCP-128-IT presenta uno strato esteriore di nylon, impellicciato con finto pelo acrilico, corredato da cuciture e accessori in plastica3 rappresentanti tratti blandamente antropomorfi. I sopracitati artifici sembrano essere in grado di muoversi, riconfigurandosi in autonomia sulla superficie esterna e sulla porzione frontale del capo di SCP-128-IT, rispecchiando fedelmente mimica facciale e stati psicologici umani; l'istanza è in grado di parlare, leggere e scrivere in italiano esibendo un livello culturale medio-alto, e non mostra particolari impedimenti nell'uso del linguaggio del corpo. Riconoscendo sé stesso in riflessi e raffigurazioni, SCP-128-IT si identificherà come un umano normale4, dichiarandosi senza fissa dimora ma cittadino italiano, rispondente al nome di Gastaldo Ciotti, giostraio di professione. Al di sotto dello strato superficiale, SCP-128-IT presenta un'imbottitura in ovatta di nylon estremamente densa ed impacchettata, che costituisce la totale rimanenza della sua massa corporea.

Nonostante SCP-128-IT non mostri presenza di alcun tessuto cellulare organico, né tracce di metabolismo, e che sia apparentemente in grado di sopravvivere per un tempo indefinito senza assumere alcun genere di liquidi e nutrienti, esso esibirà le normali pulsioni fisiologiche umane nell'arco dei ritmi circadiani5, sviluppando malessere là dove si ritrovi soggetta a privazioni; seppur tale malessere sembri manifestarsi in misura esclusivamente psicologica, SCP-128-IT presenta una suscettibilità agli stimoli dolorosi analoga a quella di un umano non anomalo, e identificherà eventuali danneggiamenti all'integrità del suo rivestimento come lesioni fisiche.

SCP-128-IT non produce alcuna secrezione o escrezione, ma sembra essere in grado di assumere liquidi e cibi solidi6. Altresì, la somministrazione di composti psicoattivi7 sembrerà sortire i medesimi effetti psicologici — e alterazioni neurofisiologiche somatiche — che avrebbero luogo comunemente in un umano adulto di 60-65 anni, in buone condizioni di salute, con altrettanto comparabili tempistiche di recupero da stati neurofisiologici anormali.
Con probabile causa dettata dall'assenza di qualsivoglia processo metabolico, SCP-128-IT non è in grado di guarire autonomamente da danneggiamenti al suo rivestimento, né di rigenerare in alcuna misura qualunque quantità di imbottitura e/o tessuti da esso asportati.

Qualora si venga a trovare in aree scarsamente antropizzate, SCP-128-IT esibisce la capacità di localizzare con discreta precisione la presenza di entità anomale (identificate successivamente come istanze SCP-128-IT-A), le quali paiono trovarsi inumate ad una profondità media variabile tra 0,5 e 6,3 metri al di sotto del livello del suolo. SCP-128-IT si riferirà a queste entità denominandole "Peluches", "Orsetti", "Pupazzi da mettere in palio", ed esibendo la più di ferma convinzione di stare effettivamente interagendo con dei normali pupazzi di peluche. Per ulteriori informazioni riguardo le capacità anomale di SCP-128-IT e le istanze di SCP-128-IT-A, si rimanda alla consultazione degli Addendum 2 e 3, inclusi in calce alla presente documentazione.

Provenienza: SCP-128-IT è stato rinvenuto in data 04/06/2002 nel corridoio antistante la cella 76-F, Blocco di detenzione B, Carcere di Grosseto, in luogo del detenuto matr.2002-76445-8R5, ivi posto sotto custodia cautelare, identificato col nominativo di Gastaldo Ciotti.
La Fondazione è stata allertata da un agente del SIR-I, operante sotto copertura e dislocato presso il centralino delle FF.OO. di zona, sulla base dell'intercettazione di comunicazioni telefoniche sospette provenienti dal Carcere di Grosseto. Ritenendo le circostanze consistenti con una probabile attività anomala, la Fondazione ha immediatamente disposto un sopralluogo in suddetta sede.

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    Documento: Verbale autografo riassuntivo d'indagine, modello RS

    Rif.protocollare: SIR1-UXA-568464-VDLM-128-GR

    Redattore: Agente Arrigo Cottini Tocchi, SIR-I

    Revisore: Tenente Aldo Poretti, SIR-I


    06/05/2002 ore 18:28

    L'individuo successivamente identificato come Gastaldo Ciotti viene sorpreso su un terreno privato da parte di una pattuglia della Polizia Locale di Ribolla Roccasarda, GR, mentre è intento a praticare scavi nell'area. Incapace di produrre documenti di identificazione, viene accompagnato presso la caserma dei Carabinieri di Grosseto. Rifiutandosi di dichiarare il motivo dell'intrusione, né degli scavi, viene denunciato per effrazione e resistenza a pubblico ufficiale; risultando il Ciotti senza fissa dimora, viene chiesta e disposta la custodia cautelare di questi.


    07/05/2002 ore 06:45

    G.Ciotti viene internato nel Carcere di Grosseto, in attesa di giudizio.


    04/06/2002 ore 00:12

    Il titolare della gioielleria Cotti-Borroni in Follonica, GR contatta telefonicamente la Stazione dei Carabinieri di zona, denunciando la scomparsa di oltre 3,5 kg di pietre preziose finemente lavorate, acquisite in data 27/04/2002.
    I filmati di sorveglianza della gioielleria, appurati essere non manomessi, non mostrano alcun intervento da parte di terzi a partire dal momento in cui le pietre sono state riposte nelle cassette di sicurezza, fino alla scoperta della loro assenza.
    Il titolare della gioielleria, dopo aver raggiunto il caveau seguendo un forte e sgradevole odore proveniente dallo stesso, riferisce di aver trovato, in luogo dei preziosi che vengono presunti rubati, diversi chilogrammi di organi e ghiandole di incerta provenienza, in avanzato stato di decomposizione.


    04/06/2002, ore 02:35 — ore 6:01

    Danilo Collodi, identificato dalle forze dell'ordine come colui che aveva ceduto i preziosi ai gioiellieri Cotti-Borroni in data 27/04/2002, viene prelevato e interrogato dai Carabinieri per appurare eventuali coinvolgimenti. Mostrando una iniziale reticenza, successivamente mentendo, il Collodi su consiglio del suo avvocato confessa, infine, di non aver disposto dei preziosi come suo patrimonio ereditario, come aveva fino a quel momento vigorosamente affermato.

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      Data: 04/06/2002
      Luogo: Caserma dei Carabinieri di Ribolla Roccasarda, GR
      Soggetti presenti:

      • Maresciallo Marco De Luca, in veste di pubblico ufficiale
      • Brigadiere Lina Storni, in veste di pubblico ufficiale
      • Carabiniere scelto Vasco Bettini, in veste di pubblico ufficiale
      • Danilo Collodi, in veste di indagato
      • Avvocato Egidio Galli, in veste di legale difensore di D.Collodi

      [INIZIO REGISTRAZIONE — ORE 5:46]

      [OMISSIS]

      Avv. Egidio Galli: Ricominciamo, Danilo? Ti sei calmato un po', adesso? Vieni, torna di qua con me e il maresciallo, che—

      Danilo Collodi, singhiozzando: …E falla finita con 'sto tono, Egidio. Ah, da quanto stiamo andando avanti? Tre ore? Sto perdendo il senso del tempo…

      Maresciallo: Tre ore e undici minuti, per l'esattezza — ora, se si vuole riaccomodare, possiamo andare subito al nocciolo della questione. Come le ho ripetuto più e più volte, in questi casi il tempismo è indispensabile, e le posso garantire che ogni informazione che lei potrà fornirci non potrà far altro che migliorare la sua posizione.

      Avv. E.G.: Siamo tutti dalla stessa parte, Dani: la tua! Dì la verità al maresciallo e chiudiamo questa storia.

      D.C.: Sì, — sospirando — Sì, come dicevo prima… le pietre non erano un'eredità lasciata dal mio prozio, il Marchese Collodi. L'ultimo pezzo del suo patrimonio lo abbiamo venduto per una miseria, anni fa, per estinguere il mutuo di casa nostra. Le ho trovate… cucite dentro quei peluche.

      Maresciallo: Come dice? Dentro a…?

      D.C.: I peluche, esatto. Alla fiera del Primo Maggio, quelli vinti dai bambini della Casa Famiglia—

      Maresciallo: La Casa Famiglia di ██████████, dove diceva di praticare attività di volontariato? Vada pure avanti.

      (Lievi rumori di carte sfogliate)

      D.C.: Sì, noi… li abbiamo accompagnati alla fiera. Hanno giocato tutti, a turno, a quella bancarella; era gestita da un solo uomo, un giostraio di mezza età, che ricordo abbastanza bene. Sembrava molto felice che i bambini vincessero gli orsetti, se devo essere sincero! Pensavo che fosse una persona per bene… non certo un ricettat—

      Maresciallo: Non divaghiamo, grazie. Come ha ottenuto i pupazzi?

      D.C.: Sì, sì, mi scusi, dicevo: ho fatto notare agli altri volontari che erano abbastanza logori, se non sudici: quindi, mi proposi di portarli a casa con me, di lavarli per bene e poi portarli ai bambini alla Casa Famiglia.

      Maresciallo: E quindi ha trovato le pietre.

      D.C.: Sì, io… — tartagliando — … le ho trovate io; poco prima, mio figlio piccolo ne aveva acchiappato uno appena asciugato, ci giocava con foga, sa, come sono i bambini… insomma, tirava forte il peluche per le gambe… e queste si sono staccate, si era praticamente troncato in due. Diverse pietre… rubini, zaffiri, sono rotolate per terra, poco lontano… mi ricordo ancora il loro luccichio…

      Maresciallo: Si sente bene?

      D.C. Sì, sto bene, credo solo di essere molto stanco… È strano, mi capita spesso di perdermi nei miei pensieri, specialmente ricordandomi quando le ho trovate…

      Avv. E.G.: Concentrati, Danilo. Non ti emozionare. Probabilmente ricordi, come dire — se me lo consente, maresciallo! — la botta di adrenalina che ti deve aver dato trovare tutto quel ben di dio. Ti prego, cerca di concentrarti e continuiamo.

      Maresciallo: Vada avanti, per favore.

      D.C., tentennando: Quindi, dicevo, non credevo ai miei occhi. Ho… — sospirando — Ho… come avuto un'intuizione, all'improvviso. Mi sembrava la cosa più ovvia del mondo. Ho strappato e scucito in fretta gli altri peluche… ho trovato tutte le pietre, tutti le avevano dentro. Le ho pesate, erano quasi 3 chili e mezzo in totale. Ho ricucito con cura i peluche, dopo.

      Maresciallo: E non ha sospettato che potessero essere una qualche refurtiva?

      D.C.: No, io… Maledizione, maresciallo, è strano: come posso dirle… Tenere quelle pietre mi è sembrata la cosa più naturale da fare, anzi, provavo quasi un impulso a ringraziare il…

      Avv. E.G.: Basta così, Danilo — maresciallo, può capire che il mio assistito è chiaramente provato dallo stress di questa notte e—

      Maresciallo: Capisco, e meglio di quanto creda lei, avvocato. La prego, Collodi, si ricomponga e prosegua.

      D.C.: Allora ho messo le pietre in cassaforte, e rimesso in auto i peluche. Era il pomeriggio del due di maggio, stavano ancora smantellando la fiera e speravo…

      Maresciallo: Sperava…?

      D.C.: Speravo di ritrovare il giostraio.

      Maresciallo: E cosa voleva da lui?

      Avv. E.G.: Il mio cliente non—

      D.C.: No, fammi dire, per piacere. Io precisamente… non lo so, io…

      Avv. E.G.: Breve sospiro

      D.C.: Dannazione, io volevo solamente… come dire: saperne di più. Capite cosa intendo? Il giostraio, volevo trovare il giostraio, volevo sapere se avesse messo lui lì quelle pietre, se fosse stato un modo per aiutare quei bambini—

      Maresciallo: Mi ascolti bene, Collodi. Capirà perfettamente che se lei fornisce questa versione, cioè ci dice ufficialmente che le cose stanno così, non si mette bene per lei—

      D.C.: Ma io..!

      Avv. E.G., scaldandosi: Diavolo! Basta così per una buona volta, Danilo! Maresciallo, il mio assistito si è recato — chiaramente versando in un acuto stato confusionale — a cercare il giostraio per capire se avesse qualcosa a che fare con le pietre, e—!

      Maresciallo: E perché il suo assistito non si è recato dalle forze dell'ordine, invece che prendere iniziative discutibili?

      Avv. E.G.: Versava in uno profondo stato confusionale, come ho detto poc'anzi!

      Maresciallo: Torneremo sulle iniziative di Collodi più tardi. Ora proseguiamo, per piacere.

      D.C.: Sì. Non sono riuscito a trovare il giostraio. Chiesi agli altri ambulanti, e mi dissero che aveva sbaraccato e se ne era andato la sera prima.

      Maresciallo: E quindi ha tenuto per sé le pietre.

      D.C.: L'ho fatto.

      Avv. E.G., bisbigliando: Dani, ma porca…!

      D.C.: Prima di darle via, le ho tenute per quanto, tre, quattro settimane? Ho pensato di comprare dei pupazzi nuovi per i bambini della casa famiglia, quando gli altri volontari mi hanno cercato, chiedendosi che fine avessimo fatto io e i peluche. Raccontai loro di averli rovinati per colpa del lavaggio. Ero terrorizzato; sapevo, dentro di me sentivo che c'era sotto qualcosa di losco, che… sarebbe andato tutto a finire così… ma allo stesso tempo, ignoravo quel pensiero. Riuscivo come a bloccarlo, così, come non fosse niente di che. Come se non fosse niente di grave! Specialmente la sera, quando stavo lì, nella penombra… andavo sempre a guardarle, non potevo fare a meno di ammirarle, farle correre nelle mani—

      Maresciallo: Ha ragione, avvocato, sembra davvero sconvolto. E non solo lui, parrebbe?

      Avv. E.G, dopo qualche secondo di silenzio: …Sì. Ora, il mio assistito si è risolto a tenere per sé le pietre e, come ha detto fin dall'inizio di questo nostro colloquio, le intendeva vendere esclusivamente per ricavare del denaro da destinare in beneficenza alla Casa Fam—

      Maresciallo: Sì, sì; come si suol dire, questo è quanto, avvocato. Ora, per concludere la chiacchierata, mi servirebbe che il suo assistito — se ne è in condizione! — possa confermare l'identità di quest'uomo…

      (Il Maresciallo porge una foto segnaletica a Danilo Collodi)

      Avv. E.G.: In questo momento è chiaro che non ne è in condizione, maresc—!

      D.C.: Sì, è lui! È proprio lui! È quel giostraio!

      Avv. E.G.,a mezza voce: …Dani… ma porca di quella p…

      Maresciallo: Grazie. Noi possiamo andare. Avvocato, avremo qualche altra cosa da discutere, nel frattempo il brigadiere resterà qui di picchetto — allontanandosi — Sì, grazie, Storni, sì, appena torniamo c'è da chiamare il magistrato e Tarducci della polizia penitenziaria, e ragguagliare—

      (Rumori di passi, forte rumore di chiusura, rumore di serrature in lontananza)

      Avv. E.G.: [ESPLICITO]!

      [FINE REGISTRAZIONE — ORE 6:01]


    04/06/2002, ore 06:28:

    Ragionevolmente sospettando un coinvolgimento del G.Ciotti nell'ipotesi di furto portata avanti dai Carabinieri, una volta sbrigate le procedure di rito, il Maresciallo contatta il direttore del Carcere di Grosseto tramite il suo numero personale, ragguagliando in via informale dei recentissimi sviluppi. Il Direttore deciderà di far prelevare il Ciotti dalla sua cella per prepararlo quanto prima a sostenere un colloquio, riportando successivamente di aver intrapreso questa linea d'azione per velocizzare lo svolgimento delle indagini.


    04/06/2002, ore 06:31:

    Il personale di polizia penitenziaria in servizio presso il Carcere di Grosseto si reca alla Cella 76-F, Blocco B; non trovando traccia del detenuto Ciotti (presente la sera prima), e assumendo che SCP-128-IT fosse un fantoccio lasciato dal Ciotti come diversivo in un supposto tentativo d'evasione, il personale di guardia fa scattare l'allarme. Si svolgono ripetute telefonate tra il capo delle guardie in servizio nel blocco e il direttore; nel frattempo, SCP-128-IT si alza dalla sua branda, domandando ai secondini le ragioni di quella concitazione. Il personale di polizia penitenziaria, riconoscendo la voce del detenuto e supponendo che il Ciotti stesse indossando un costume, procede a spostare SCP-128-IT al di fuori della cella. Opponendo quest'ultimo resistenza e innescandosi una breve lotta, il secondino Fernando Boi interviene, afferrando e tirando bruscamente gli arti inferiori di SCP-128-IT nell'intento di sopraffarlo, causando uno strappo nelle cuciture di nylon di questi e recandone il distacco.


    04/06/2002, ore 06:35:

    Le urla di dolore di SCP-128-IT, descritte in seguito dai soggetti presenti come "lancinanti", provocano una seria concitazione all'interno del blocco. Le guardie tentano, invano, di trasportare SCP-128-IT verso l'adiacente blocco di isolamento e mettono in atto la serrata di emergenza del Blocco B. Segue una serie di telefonate stentoree tra lo stupefatto capo delle guardie in servizio e il direttore del Carcere.


    04/06/2002, ore 06:40:

    Il Centro Operativo del SIR-I, preallertato dall'Agente Cottini Tocchi, dispaccia una squadra di operatori a mezzo aereo, diretta verso il Carcere di Grosseto.


    04/06/2002, ore 06:██:

    Arrivo della squadra dispacciata dal SIR-I presso il Carcere di Grosseto.

SCP-128-IT è stato trasportato dal personale della Fondazione presso il Sito Iride; non senza iniziali difficoltà8, le lesioni che riportava sono state riparate e, da lì a poche settimane, esso ha recuperato gradualmente l'uso dei suoi arti inferiori.

Nell'arco delle 72 ore successive al contenimento, viene ultimata la procedura di interrogatorio ed amnesticizzazione di tutti i soggetti entrati in contatto diretto con SCP-128-IT ed SCP-128-IT-A. La redazione di tutti gli atti ufficiali pubblicamente disponibili e menzionanti Gastaldo Ciotti è stata ritenuta una misura sufficiente al mantenimento della segretezza. Nel medesimo arco temporale, il personale della Fondazione ha portato a termine con successo l'acquisizione di:

  • 19 istanze di SCP-128-IT-A, esibenti segni di degradazione avanzata, recanti sul torace di ognuna dei segni di dissezione a Y, accuratamente suturate a punti doppi mediante filo di cotone sintetico color crema
  • 3,85 kg di resti organici di varia natura, in avanzato stato di decomposizione, provenienti dalle istanze di cui sopra

Addendum 1 — INTERVISTE A SCP-128-IT:

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    Si riportano di seguito vari frammenti salienti, tratti da diversi colloqui che hanno avuto luogo tra il personale del Sito Iride e SCP-128-IT:

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      LOG VIDEO


      Data: 28/06/2002
      Luogo: Sala ricreativa per Istanze Umanoidi A-015, Ala E, Sito Iride
      Contesto: Analisi preliminari sulle proprietà anomale di SCP-128-IT, Sessione №7
      Soggetti presenti:

      • Dottor Gianantonio Motti, Ricercatore d'area anomalo-neurocognitiva
      • SCP-128-IT

      [INIZIO LOG]

      Dr. Motti: Come va oggi, Gastaldo?

      SCP-128-IT: Abbastanza bene, dottore, grazie. Non riesco ancora a capire quale sia di preciso il problema che il mio aspetto crea a tutti quanti, dal mattino in cui mi avete portato via dal carcere a oggi—

      SCP-128-IT esegue un mezzo giro su sé stesso con la sedia a rotelle, fissando il suo riflesso nella vetrata osservativa.

      SCP-128-IT: —ma se non altro, pensare ai vostri grattacapi mi tiene impegnato, e mi fa distrarre dal dolore che sento ancora alle gambe. Non se n'è ancora andato del tutto.

      Dr. Motti: Il dolore passerà senz'altro, e presto, vedrà. Spero che possa tornare a sentirsi in forma quanto prima! — Riguardo, invece, i nostri grattacapi…

      Il Dr. Motti si alza, aprendo il contenitore di materiali da test sul carrello di servizio.

      Dr. Motti: …Oggi mi trovo qui proprio per addentrarci un po' di più, come dire, nel suo personale punto di vista sul problema che ha menzionato prima.

      SCP-128-IT, continuando a scrutare il suo riflesso: Non capisco, davvero. Dottore, le giuro che non vi sto prendendo in giro.

      Dr. Motti: Certo che no, Gastaldo. Ecco, impugni questa macchina fotografica. Così, bravo… perfetto. Ora, apra la cartuccia… bene, ottimo; può regolare la messa a fuoco con la manopola a destra… sì, lì, esatto. Bene! Mi ha nel mirino?

      Il Dr. Motti si allontana di un paio di passi da SCP-128-IT.

      Dr. Motti: Ora, Gastaldo, mi scatti una foto, per piacere — riaccostandosi a SCP-128-IT — Ecco, aspettiamo che l'istantanea si sviluppi… eccellente. Che cosa vede nella foto?

      SCP-128-IT, ridacchiando con imbarazzo: Ehm, l'uomo nella foto è lei, dottore.

      Dr. Motti: Descriva ciò che vede nella fotografia in poche parole.

      SCP-128-IT: Oh, ehm…sì, dunque. L'uomo nella foto è alto, magro, indossa un camice bianco e una cravatta verde scuro.. è senza barba, ha i capelli corti e bianchi, gli occhi azzurri e un mento a punta—

      Dr. Motti: Ottimo, è abbastanza; grazie, Gastaldo. È ciò che vedo anch'io, in effetti; ora, scatti una foto a ognuno di questi oggetti sul tavolo, e descriva, come ha appena fatto, i contenuti delle istantanee…

      [OMISSIS]

      Dr. Motti: …Eccellente. Adesso, la prego, posso avere la macchina fotografica? Anzi, no; o meglio: perché no, apportiamo una miglioria empirica alla nostra piccola indagine. Sollevi la macchina fotografica sopra di sé; tenda il braccio, inclini un po' a sinistra…ecco, così, e ora scatti! Ecco che si sviluppa… bene. Per piacere, Gastaldo, mi descriva il contenuto della foto.

      SCP-128-IT: Ehm, sono… sono io? Ho i capelli corti e brizzolati, occhi castani, le sopracciglia folte come le ho sempre avute, le mie solite occhiaie, il naso storto, i baffi, lo spazio tra i miei incisivi di sopra…e mi vedo un po' ingrassato ultimamente, devo dire.

      Dr. Motti: Ora, per cortesia, osservi queste tre fotografie, e mi descriva il loro contenuto.

      Il Dr. Motti pone davanti al soggetto una foto di Gastaldo Ciotti da giovane, una foto segnaletica di quest'ultimo scattata al momento del suo ingresso in carcere, e una foto di SCP-128-IT in sedia a rotelle.

      SCP-128-IT: Queste foto ritraggono tutte me. La più a destra sarà di qualche giorno fa, riconosco gli esterni dell'infermeria di questo posto, dove mi avete curato le gambe… Quella al centro credo che me la abbiano scattata… la sera che mi portarono in gattabuia, dico bene? Quella più a sinistra… che mi venga un colpo, sono io a neanche 14 anni! Quanti capelli avevo! Avevo completamente dimenticato questa foto, e anche quella vacanza, a dire il vero.

      Dr. Motti: Bene, continuiamo; che cosa è ritratto in questi tre disegni realistici di stile differente?

      SCP-128-IT: Oh, ehm… vediamo, i disegni ritraggono tutti un grosso peluche a forma d'orso, o una persona con addosso un costume, seduta su una panchina. Devo dire che assomigliano abbastanza a delle panchine che ho visto da queste parti, sempre che non mi stia ricordando male.

      Dr. Motti: Grazie, Gastaldo. Ora abbiamo qualche elemento in più a conferma delle nostre ipotesi.

      SCP-128-IT: Prego..? Mi scusi tanto, dottore, ma davvero non capisco, e non vedo a cosa—

      Dr. Motti: Ci arriveremo subito, non si preoccupi. Ora, un ultimo favore: mi descriva il contenuto di queste due fotografie.

      SCP-128-IT, divertito: Ehm… Sì, dottore: queste fotografie ritraggono niente meno che due orsacchiotti di peluche, precisi identici a quelli che mettevo in palio per i ragazzi, insomma, i clienti che giocavano alla mia bancarella!

      Dr. Motti: Interessante, è in grado di descrivermeli meglio?

      SCP-128-IT, ridendo di cuore: S-sì dottore, senz'altro! — schiarendosi la voce, trattenendo una nuova risata — Si tratta di due peluche, dal pelo color bianco e crema, con il nasino e gli occhietti di plastica; uno è sdraiato, l'altro è seduto, e sembra che tenga le gambe e le braccia incrociate. Mi sembra anche, ma magari mi sbaglio, che siano stati rammendati in qualche maniera, ma non riesco a vedere bene? — rabbuiandosi — Dottore, mi spiace, ma io glielo devo proprio chiedere: perché, davvero, non riesco a capire l'utilità di tutto questo. Cosa intendeva prima? Dico, quando era appena arrivato qui, quando diceva di voler… arrivare al punto?

      [OMISSIS]


      [FINE LOG]

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      ESTRATTO

      Diari Clinici Multimediali #128/2003/4, a cura della Dott.sa Ilaria Kilnovna, Parapsicologa, Sito Iride


      [OMISSIS]

      Dott.ssa Kilnovna: …E quindi il suo mestiere prima di trovarsi sotto la nostra custodia era quello di giostraio, dico bene?

      SCP-128-IT: Sì, esatto. Si gira tanto, di città in città, e si spera sempre che ci sia bel tempo… Se c'è brutto tempo non si lavora!

      Dott.ssa Kilnovna: E non si guadagna niente.

      SCP-128-IT: Eh, no. Sa, dottoressa, abbiamo patito tante volte la fame, io e i miei. Pace all'anima loro, non hanno avuto di certo una vita facile.

      Dott.ssa Kilnovna: Si riferisce ai suoi genitori?

      SCP-128-IT: Sì, anzi, mi riferisco proprio a tutti e tre.

      Dott.ssa Kilnovna: Sono spiacente di sentirlo. Vuole raccontarmi qualcosa di più a tal riguardo?

      SCP-128-IT: Oh, ehm, qualcosa di più… certo, sì.

      Dott.ssa Kilnovna: Se parlarne in questo momento le reca disagio, possiamo cambiare argomento—

      SCP-128-IT, con fierezza: No dottoressa, nessun fastidio, io non ho proprio niente da nascondere, lo sanno tutti — indugiando — Eravamo tre poveri giostrai, e fin da piccolo non potei frequentare le scuole, vista la vita vagabonda che si conduceva. Fu mia madre ad occuparsi della mia educazione, e più avanti dovetti fare da me. Ma ero felice, anzi, mi sono sempre ritenuto più fortunato degli altri bambini — ridendo — Non dovevo alzarmi presto per andare a scuola, per dirne una.

      [OMISSIS]

      Dott.ssa Kilnovna: Immagino che, per gli stessi motivi, sia stato difficile per lei intrattenere delle amicizie.

      SCP-128-IT, incupendosi: Un po'. Ma non ho avuto tanto tempo per piangermi addosso, mia madre iniziò a dare i primi segni di una demenza senile precoce quando non avevo che 14 anni. Già da qualche tempo lavoravo un poco alla nostra bancarella e aiutavo i miei, e, da lì in poi, tutto ciò che fino a quel momento faceva lei, ricadde sulle spalle mie e di mio padre. Ma non è mai stata un peso per noi…

      Dott.ssa Kilnovna: Era contento di aiutarla, o avrebbe preferito non doverlo fare?

      SCP-128-IT, orgoglioso: Certo che ne ero contento! Le volevo bene!

      Dott.ssa Kilnovna: Ne sono sicura. No, Gastaldo, io intendevo se, dentro di lei, non avesse voluto fare altro, rispetto a sobbarcarsi tutti quegli impegni…?

      SCP-128-IT: Oh, ehm… qualche volta, forse. Ammetto che, quando mio padre invecchiò, tutto divenne molto più pesante. Ma non durò più di qualche anno. Mia madre ci lasciò, e il suo sposo… semplicemente si mise ad aspettare il suo momento, dimenticandosi di tutto, e tutti.

      Dott.ssa Kilnovna: Non deve essere stato facile.

      SCP-128-IT, rabbuiandosi: No. Eravamo sempre stati noi tre soli, e poi ero rimasto solo io. Non trovavo più un senso nei giorni che trascorrevano. Cominciai a bere…

      Dott.ssa Kilnovna: So che poi ha smesso. Cosa le ha fatto recuperare la sobrietà? Può individuare un evento in particolare che ha causato quel cambiamento?

      SCP-128-IT: Ah, sicuramente. Era una notte dell'aprile del novantasette, e stavo raschiando il fondo del barile più di quanto avessi mai fatto… ero dalle parti di Livorno, avevo finito di lavorare a una fiera da qualche ora. Non guadagnai una lira, ero talmente ciucco che i passanti dovevano accorgersene. I bambini che passavano davanti alla bancarella mi fissavano, e subito i parenti li trascinavano via. Arrancavo sulla battigia, respirando a pieni polmoni la brezza marina, con la sbornia che se ne andava e una fame del diavolo che mi aumentava in corpo — SCP-128-IT si alza dal suo letto e si aggira per la stanza; allontanandosi, si posiziona davanti alla falsa finestra, restando in silenzio per diversi secondi — …conoscevo quella spiaggia. Ci ero stato diverse volte da bambino, e me l'ero già pure sognata, qualche notte9. La malinconia un po' mi montava dentro, sa.

      Dott.ssa Kilnovna: E cosa successe dopo?

      SCP-128-IT: Camminavo lì, perso nei miei pensieri, ascoltando il mare, quand'è che nella luce tenue dell'aurora vidi una persona, dall'altro capo dell'insenatura in cui mi trovavo. Credo che mi vide anche lui, perché iniziò a salutare con la mano. Capii di aver fatto un sacco di strada, quando riconobbi il posto…

      Dott.ssa Kilnovna: Chi era questa persona?

      SCP-128-IT: Un vecchio, gracile, tutto incartapecorito, vestito con dei cenci talmente logori come non ne avevo mai visti nella vita.

      Dott.ssa Kilnovna: E lei gli andò incontro?

      SCP-128-IT: Beh, sicuro — ridacchiando — Non sembrava di certo minaccioso, e mi è sempre piaciuto fare quattro chiacchiere con gli sconosciuti, per lo più quel che restava della mia sbornia mi faceva essere espansivo… — divertito — Ricordo che la mia unica preoccupazione, in quel momento, era che… la puzza del vecchio mi desse il voltastomaco! Mi stupii quando gli fui vicino, perché, nonostante l'aspetto, non emanava assolutamente alcun odore. Fu strano incontrarlo, sa, dottoressa? Fu come rincontrare un vecchio parente dimenticato, come rivedere qualcuno di conosciuto da molto piccoli e di cui ci si ricorda vagamente il viso…

      Dott.ssa Kilnovna: Come andò il vostro incontro? Se lo ricorda?

      SCP-128-IT: Se devo essere sincero, non ricordo molti dettagli della prima volta che lo vidi, sa? Qualche convenevole, parole di circostanza… Mi domandò se avessi bevuto, però; questo sì, che me lo ricordo bene. Aveva una voce molto memorabile, quel signore. Non avevo mai sentito una voce così stanca e rasposa, ma allo stesso tempo così piena di brio ed eccitazione. A volte… ehm, ma magari a lei non interessa, dottoressa…

      Dott.ssa Kilnovna: Mi interessa molto, Gastaldo, continui pure.

      SCP-128-IT: Dicevo, a volte… ricordando i discorsi che mi faceva con quella sua voce, mi sembra ancora di sentirla. Ma, ed è molto strano, lo so, non riesco a ricordare le sue parole con precisione, sembrava… Sembra che i ricordi che ho in testa, i ricordi di certe frasi pronunciate da lui intendo, siano come… in una lingua inventata per gioco da qualche bambino, che però allo stesso tempo rammento, e comprendo, ma senza mai averla parlata, né sentita parlare. Secondo lei si può trattare degli effetti dell'alcool?

      Dott.ssa Kilnovna: … Può essere possibile.

      SCP-128-IT: Beh, comunque sia!

      Dott.ssa Kilnovna: Ricorda altro di quel vostro primo incontro?

      SCP-128-IT: Sì! C'è un'altra cosa, che mi prenda un colpo, che ricordo bene come fosse ieri: come ho appena detto, mi chiese se avessi bevuto, e poi, non subito, ma dopo… mi sussuró qualcosa come: «Tu non vuoi più sentirne il bisogno, caro figliolo», come ho detto prima non riesco a dirle di preciso la sua esatta scelta di parole. Poi prese le mie mani nelle sue, e mi appoggiò la sua mano rattrappita sulla fronte. Più tardi quel pomeriggio, dopo aver dormito, quando mi feci il primo goccetto della giornata… dovetti sputare, non riuscii neppure a tenere il liquore in bocca, mi nauseava come quasi nulla che avessi provato nella mia esistenza! Da quel giorno in poi non bevvi più.

      [OMISSIS]

      SCP-128-IT: …E quindi nel giorno del venticinque ottobre, nel primo pomeriggio, tornai un'altra volta alla spiaggia dell'insenatura. Era quasi un mese che non vi tornavo.

      Dott.ssa Kilnovna: Ci eravamo fermati qui, l'ultima volta. Le va di continuare a raccontarmi della vostra frequentazione?

      SCP-128-IT: Sì, dottoressa: senz'altro. Insomma, come le ho detto giorni addietro, credevo che mi avesse… guarito lui dal mio vizio, e allora nutrivo riconoscenza, no? Mi offrii per l'ennesima volta di ospitarlo nella mia roulotte per l'inverno, dissi che nessuno lo costringeva a ghiacciarsi il deretano su quella spiaggia. Lui rifiutò sempre col suo solito ritornello rauco: «Non posso! Non posso! Non sono ben accetto sulla terraferma» ripeteva ogni volta con quella sua voce rasposa «Così come in mare!»; io credevo che fosse solo perché era matto, naturalmente. Abbastanza per vivere — all'età che doveva avere — in quella ridicola baracca sulla spiaggia, dico io.

      Dott.ssa Kilnovna: Ha mai intuito i… veri motivi del suo rifiuto? Se pensa ce ne fossero.

      SCP-128-IT: Proprio no.

      Dott.ssa Kilnovna: E cosa accadde poi?

      SCP-128-IT: Beh, vede… l'ho trovato un tantino diverso dalle altre volte, specialmente nella voce, sembrava che il tono di eccitazione che avevo sentito fino a quel giorno fosse sparito, lasciando il posto a… Non saprei dirlo, dottoressa. Sembrava rassegnato. Rimasi con lui qualche ora, bofonchiava e armeggiava più del solito, dentro e fuori dalla capanna con i suoi ammennicoli insensati, sa, tutte quelle collanine e strani fermacarte di corda, ossa, conchiglie e vari rifiuti intarsiati tra loro, di cui le ho parlato più volte. Non mi sembrava un buon segno, lo vedevo molto agitato. Non durò a lungo, comunque; quasi come se gli avessero dato all'improvviso una bellissima notizia, mi corse di nuovo incontro, invitandomi a cena per la sera stessa, e implorandomi di non mancare per nessun motivo al mondo.

      Dott.ssa Kilnovna: E lei accettò il suo invito?

      SCP-128-IT: Beh, certo che sì, non avevo molto altro da fare prima dei giorni delle sagre di Ognissanti, del resto. E poi credo che mi fossi discretamente affezionato a quel vecchiaccio rugoso. Sa che non mi ha mai voluto dire quanti anni aveva? — ridendo — Probabilmente non se lo ricordava neanche lui, mi venisse un colpo! Comunque, la sera, poi, feci ritorno, portando con con me un po' di pane per la cena. Il mare era un poco mosso e… buffo, ricordo precisamente che intravidi diversi brandelli di vestiti galleggiare tra i flutti, ogni tanto — Sa cosa penso, dottoressa! Ieri, come oggi, alla gente non importava un fico secco di inquinare a destra e a manca! Dicevo: — mi presentai alla sua baracca al tramonto, e la situazione mi era subito parsa abbastanza comica: mi accolse all'interno, alla luce di strane candele, facendo tutte quelle riverenze e cerimonie, eh — ridendo — eh, eh!…Sembrava una piccola rievocazione di un banchetto degli antichi egizi, o babilonesi, o che so io!

      Dott.ssa Kilnovna: Deve averla stupita: quell'accoglienza particolare le è piaciuta? O le ha fatto un'altra impressione?

      SCP-128-IT: Beh, come ho detto, mi sembrava tutto un pochino comico, ma lo lasciai fare. E poi… mi creda: rimasi di sasso. Vidi la tavola bassa imbandita e non ci sono parole per descrivere la squisitezza che il piccolo banchetto mi ispirava… i colori di quel cibo, gli odori di quel cibo! Non ho mai più visto, odorato e assaggiato niente del genere… erano… erano… sapori che appartenevano a un sogno dimenticato. La loro consistenza, il loro retrogusto era… era indescrivibile.

      Dott.ssa Kilnovna: E…?

      SCP-128-IT, rabbuiandosi: Un po' mi vergogno, credo di essermi ubriacato. Rifiutai il primo calice che mi porse con le mani giunte, dicendogli che il vino mi nauseava, ma lui insistette, dicendo che: «Questo vino mi avrebbe fatto bene». Non ho mai bevuto niente di simile. Un nettare, ecco come lo chiamerei, proprio l'Ambrosia della mitologia! Non mangiavo con così tanto appetito da una vita, o, forse, da che avessi mangiato mai. Man mano che rammento la fine di quella nostra ultima cena, il mio ricordo è sempre più, più… com'è che dice lei, dottoressa?

      Dott.ssa Kilnovna: …Ondivago?

      SCP-128-IT: Ecco, proprio così. Ricordo quasi tutto e niente, in quella confusione di parole di cui discutevamo un'altra volta, e mi vergogno di questo! Perché sono convinto che lui mi avesse spiegato per filo e per segno perché vivesse sulle spiagge, e quale fosse… lo scopo della sua vita, e cosa faceva quando armeggiava con le sue chincaglierie; Sono sicuro che è stata colpa dell'alcool, vero dottoressa?

      Dott.ssa Kilnovna: Può… essere possibile. E dopo la cena, cosa accadde?

      SCP-128-IT: Mi sentivo in modo bizzarro quando finimmo di mangiare. Anche questa è un'altra sensazione che non ho mai provato, né prima, né dopo quella notte. Mi sentivo sazio, ma non solo, ricordo che provavo un grandissimo senso di appagamento, e ricordo — senta che sciocchezza, dottoressa! — ricordo che avevo fissa in testa l'idea che non avrei mai più avuto bisogno di mangiare, per tutta la vita, anzi, per l'eternità! Che assurdità, vero? Il vecchietto mi prese per mano e mi accompagnò fuori, indicandomi la cesta fuori dalla capanna. Era notte fonda e il mare era diventato mosso. Gliene avevo già parlato prima di quella cesta, mi pare, dottoressa?

      Dott.ssa Kilnovna: No? … No, non mi sembra che abbia mai accennato niente a riguardo, prima d'ora.

      SCP-128-IT: Insomma, per farla breve, il vecchietto aveva quella cesta con sé, che non perdeva mai d'occhio per tanto tempo; la teneva sempre chiusa malamente, perché diceva che quello che c'era dentro «doveva respirare un po' d'aria». Provai a sbirciare di sfuggita, qualche altra volta; ma prima di allora, non capii mai cosa accidenti ci tenesse dentro. Quella volta, invece… me la spalancò davanti, e finalmente lo vidi.

      Dott.ssa Kilnovna: Cos'è che vide?

      SCP-128-IT: Quello che c'era dentro… era un orsacchiotto! Quando lo sollevò con la stessa delicatezza di un padre amorevole e, prendendolo in braccio, si mise a cullarlo, non potei fare a meno di farmi scappare una risata. Era proprio matto, e tutto quel vino che aveva in corpo pure lui, poco ma sicuro, non lo aiutava. Insistette perché lo prendessi anch'io tra le mani. Accettai per assecondarlo e tenerlo buono, se non altro. Era proprio un bel peluche, comunque. Gli domandai se lo avesse cucito lui, perché mi sembrava fatto a mano; e poi… mi dispiace, dottoressa, i miei ricordi sono veramente annebbiati. Iniziò a ciarlare senza freni di piccoli popoli, dei figli di quei popoli, che erano anche i suoi figli, di millenni, del tradimento suo e di quell'altro popolo ancora, di castighi, e di anatemi, e di liberazione, e di amore e di pietà per i figli dei figli dei figli… poi mi accostò il peluche all'orecchio destro, mi chiese se lo sentivo, mi disse di ascoltarlo bene, si raccomandò più volte di non dimenticare mai il suono di… qualcosa? Non ci capii un'acca, manco a dirlo; ma credo, conoscendolo ormai da un po', di avere più o meno afferrato cosa voleva dirmi con tutte quelle farneticazioni, cioè: che cosa voleva davvero da… da me.

      Dott.ssa Kilnovna, perplessa: Certamente…? Mi racconti pure con parole sue che cosa ci ha capito.

      SCP-128-IT: Cerco di spiegarle tutta la storia: in realtà il vecchietto doveva volere che io… continuassi a fare il giostraio, e che continuassi a portare felicità a grandi e piccini coi bei premi che gli avrei fatto vincere! Dovevo… dovevo trovare i peluche che lui aveva nascosto in giro per il mondo; e, che io sia maledetto se capissi come diavolo ha fatto, mi deve aver spiegato per filo e per segno come trovarli. Talmente bene — immagino che lei, dottoressa, sappia molto meglio di me come funzionano queste faccende inconsce, o come si chiamano — insomma, talmente bene che in qualche maniera… quando lo faccio, quando li cerco, trovarli mi viene quasi naturale, ecco! Un po' come chiudere una serratura, o allacciarsi le scarpe… — dopo qualche secondo di silenzio — …Non è che a tutto questo ci arrivai proprio subito, a dire il vero — però quest'altra cosa, di sicuro, l'avrà compresa subito anche lei, dottoressa, e da un bel pezzo: il vecchio signore che viveva sulla spiaggia doveva essere un bel po' fuori di testa! Niente che non avessi mai visto, sa, prendendomi cura di mia madre — le dicevo: ci salutammo per quella che non sapevo sarebbe stata l'ultima volta, e presi a camminare verso casa. Le sembrerà pazzesco, dottoressa, e lo sembra anche a me; mi ricordo parola per parola le ultime che mi rivolse, quella sera, scrutandomi tutto serio e infine abbracciandomi…

      Dott.ssa Kilnovna: Sì? E cosa le disse?

      SCP-128-IT: Disse proprio così, con quella sua voce che era tutta roca e raspante: «Figliolo caro! Sta venendo a prendermi. Arriva. Lo sento. Mi chiama già. Non ho ancora tanto tempo. Ascoltami bene: prima che sia l'alba, resta alla larga da qualunque poesia dei figli, la piaga purulenta che mai si sana, il bubbone che il cocchio solare infligge alla mente degli uomini che calcano la terra. Fuggila! Fuggila! Altrimenti non ti rimarrà stretto in pugno mai più di un plenilunio sotto le stesse stelle, prima che si torca il velo che ho tessuto attorno a te, e ai figli dei figli!». Roba da matti, non è vero?

      Dott.ssa Kilnovna:

      SCP-128-IT: Non alzavo il gomito da tanto, e dovevo essermi ubriacato davvero per benino, perché il cammino per tornare alla mia roulotte mi sembrò durare un'eternità. Mi sentivo un po' bizzarro, con lo sciabordare furioso delle onde del mare che si mischiava ai balbettii rauchi del vecchiaccio, che continuavano a ronzarmi per la mente, senza capo né coda, come un ritornello di canzone che ti rimane fisso dentro la testa. Arrivai finalmente in roulotte, e allora mi ricordai. Mi venne un groppo in gola. Quel giorno era stato il compleanno di mia madre. Sa, dottoressa, negli ultimi tempi prima di lasciarci, mi chiedeva spesso di leggerle i poeti greci… che cosa ci trovasse, lo sapeva solo lei, pace all'anima sua… — sospirando — …Ma vedere anche solo per un attimo la luce di un tempo nei suoi occhi altrimenti vuoti e fissi… era senza prezzo, e mi faceva trovare ogni volta la voglia di recitare quelle rime inutili. Fu in quel momento, che lo avevo capito! Il vecchio doveva aver detto quella frase pazza prima di salutarmi perché voleva farmi ricordare! Accesi subito la candela accanto alla fotografia della mamma, e recitai ad alta voce le prime diciassette pagine de Le Metamorfosi di Nicandro, prima di distrarmi. Sarà stato il ricordo di lei, o sarà stato che non bevevo più, e il mio fegato stava meglio; o entrambe le cose… la sbornia per qualche ragione mi passò di colpo, lavata via come sudore da una secchiata d'acqua fresca. È stato proprio in quel momento di lucidità, che ho colto il senso di tutti i discorsi del vecchio fino a quel giorno! Almeno, mi sono convinto che fosse l'unica spiegazione sensata: il vecchio doveva essere stato un giocattolaio, probabilmente uno di quegli uomini generosi che, pur di veder sorridere un bimbo, rinunciano al proprio tornaconto. Finito in miseria e in solitudine, la sua pazzia deve aver preso il sopravvento. Secondo me, ha creato tutti quei bei pupazzi con le sue mani e, in preda alla sua follia, li ha sotterrati in lungo e in largo durante i suoi anni di vagabondaggio… magari, che ne so, come direbbe lei, dottoressa: «Mettendo in atto qualche dinamica inconscia di compensazione»? O no, dottoressa? Cosa ne pensa?

      Dott.ssa Kilnovna: I—io… non saprei proprio dire, non saprei davvero…

      SCP-128-IT: Oh! Ehm, ho parlato a ruota libera, forse io… forse ho detto qualcosa di male?

      [OMISSIS]

      • _

      LOG AUDIO


      Data registrazione originale: 05/09/2004

      Fonte: Dati recuperati in data 21-10-2004 dalla scatola nera10 del modulo di registrazione audio ambientale, vano di trasporto del VTT A9800-128/1

      Contesto: Il veicolo, attrezzato per il trasporto di SCP-128-IT durante attività sul campo, sta rientrando al Sito Iride alla conclusione delle operazioni. SCP-128-IT è contenuto in un abitacolo mobile standard per il trasporto di istanze umanoidi di classe Euclid, sotto la sorveglianza del Sergente Astolfo Calli, in servizio all'epoca della registrazione come membro del personale di sicurezza presso il Sito Iride.


      [INIZIO LOG]

      (Rombo sordo del motore del VTT)

      (Squillo dell'interfono di servizio, comunicante con l'abitacolo mobile)

      Serg. Calli: Dimmi, 128.

      SCP-128-IT: Sei… sei il sergente Astolfo? Detesto queste nuove divise, non vi si vede praticamente più in faccia.

      Serg. Calli, ridacchiando: Sì, sono io. Che dire: è quel che passa il convento, no? Tengono un po' meno caldo, però.

      SCP-128-IT: Astolfo… posso farti una domanda? Anzi, due domande.

      Serg. Calli: …Spara pure.

      SCP-128-IT: Primo: perché non mi chiami mai col mio nome? Ci conosciamo da un pezzo, ormai.

      Serg. Calli: Mi dispiace, 128, ma a noialtri stanno molto più col fiato sul collo che non a quelle altre teste d'uovo. Sono le regole, non me ne volere, d'accordo?

      (SCP-128-IT non risponde)

      Serg. Calli: … La seconda?

      SCP-128-IT: Non ho potuto fare a meno di ascoltare la vostra conversazione, prima.

      Serg. Calli: Sai che non dovresti origliare… cos'hai sentito?

      SCP-128-IT: … Che questo sarebbe stato l'ultimo… come li chiamate? Operazioni-qualcosa di raccolta sul campo di quest'anno.

      Serg. Calli: Beh, sì, è così. Non te l'hanno detto?

      SCP-128-IT: Oh, ehm… no, in realtà no.

      Serg. Calli: Beh, in tal caso non sarà da me che saprai altro, G… 128. Mi spiace, ma sono—

      SCP-128-IT: Le regole, sì…

      (Rombo sordo del motore del VTT)

      [TEMPO REGISTRAZIONE: + 29 min 45 s]

      Serg. Calli: 128?

      (SCP-128-IT non risponde)

      Serg. Calli: … Comunque, lasciatelo dire, cinquantanove istanze istanze in una sola sessione: cinquanta-nove! Hai polverizzato ogni record, oggi. Un vero finale di stagione come si deve, vecchio mio!

      SCP-128-IT, sbuffando: Su, Astolfo, sai che non mi costa poi tutta questa gran fatica… Non posso accettare i tuoi complimenti. Sai bene che se c'è una cosa che odio con tutto me stesso, sono gli sprechi, accidenti… Ti dirò la verità! Tanto meglio così, che lasciarli lì sotterrati, o no? Comunque non capisco proprio quali progressi scientifici si possano mai cavar fuori da tutti quei peluche…

      Serg. Calli: Già, non chiederlo a me…

      SCP-128-IT: E poi, mica è solo merito mio, anche i ragazzi di oggi — i candidati 'esse-emme-qualcosa', o come li chiamavano — hanno dato il meglio del loro meglio. Mi ha colpito particolarmente quel ragazzo alto, Busso… Buso-qualcosa? Lui sì che farà strada, te lo dico io!

      Serg. Calli, ridendo: Chi?! Tommaso 'Ho-una-scopa-in-[ESPLICITO]' Busolini? Questa è proprio buona, Gas–… 128.

      (Rombo sordo del motore del VTT)

      Serg. Calli, sussurrando: … Sicuro che questo coso fosse a circuito chiuso? E con tutto 'sto casino in sottofondo… mah…

      SCP-128-IT: Non ho afferrato, Astolfo, scusa.

      Serg. Calli, sottovoce: No, nulla di importante. Senti, 128… Non dovrei essere io a dirtelo, ma al diavolo: non vedo cosa ci sia di male, visto che so per certo che te lo vogliono dire loro, a giorni… Vedi, forse si è smosso qualcosa — ho sentito solo voci qua e là, quindi non prenderlo per oro colato e, soprattutto, tientelo per te, ok? — forse, dico forse, i cervelloni hanno trovato un modo per… aiutarti. Robe neurocognitive, celle di realtà, non me ne intendo affatto. Un esperimento, insomma.

      SCP-128-IT: … Per aiutarmi?

      Serg. Calli, sottovoce: Sì, come dire… per risolvere il problema di percezione che hai tu, no? Ripeto, non ci capisco niente, ma da quel che ho afferrato, pensano che ci sia un collegamento tra quello e il tuo aspetto, ok? Bene, si sono viste in giro un po' di teste d'uovo dell'Angerona e del Deus in questi giorni, e sembra ci sia fermento tra i pezzi grossi. Ha a che vedere con la fine dei test sul campo, del fatto che hanno raccolto 'abbastanza materiale'… Beh, ho parlato un po' troppo, ma in ogni caso questo è quanto. Però forse, beh, dico magari… questo esperimento, test di livello che-ne-so, come lo chiamano… potrebbe riguardare il fatto di… risolvere una volta per tutte il tuo problema. Sai cosa vuol dire, vero?

      (Rombo sordo del motore del VTT)

      Serg. Calli, sottovoce: …Non ci arrivi?! Può voler dire che, se va tutto bene, un giorno — forse — non dovrai più stare rinchiuso in una cella…!

      SCP-128-IT: … Seriamente?


      [FINE LOG]

Addendum 2 — ISTANZE DI SCP-128-IT-A:

    • _

    La tipica istanza di SCP-128-IT-A si presenta come un cadavere di esemplare adulto appartenente a una specie di ominidi pigmei, spiccatamente neotenici, dall'altezza11 mediana di 58,7 cm e con massa corporea variabile tra i 12 e i 21 kg, in stato di mummificazione peculiare12.

    Su un totale di 646 istanze recuperate dalla Fondazione nel corso delle operazioni sul campo, 433 esibiscono gradi variabili di ermafroditismo, con un numero di 18 differenti intersessi rilevati; 213 esibiscono invece:

    • Otocefalia (101 istanze)
    • Oloprosencefalia (66 istanze)
    • Microcefalia (46 istanze)
    • Completa assenza di apparato riproduttivo (213 istanze)

    Quest'ultimo è rimpiazzato da un gruppo di organi di dubbia funzione, invariabilmente in pessime condizioni di preservazione. Si nota la presenza di organi sovrannumerari in circa il 91% del totale delle istanze, e, all'interno di questa frazione, un ulteriore 37% presenta organi e ghiandole mutati e/o esotici, dalla funzione biologica non compresa, ma apparentemente — in accordo alle tracce di invecchiamento cellulare rilevate — non pregiudicanti la sopravvivenza dell'istanza. L'affinità filogenetica con Homo sapiens è tuttora oggetto di dibattito: esse condividono il 98,86% del loro patrimonio genetico con la specie umana, pur tuttavia presentando una delezione di 4 coppie cromosomiche13, e altre alterazioni di varia estensione14. Tutte le istanze di SCP-128-IT-A note finora si inquadrano rigidamente in 6 ascendenze matrilineari; ulteriori analisi sul loro genoma hanno stabilito che il 66,7% delle istanze presenta tra di esse una parentela di primo grado. Paradossalmente, questo dato contraddice i test di datazione radiologica al carbonio-14, mostrando chiaramente come il decesso di tutte le istanze abbia avuto luogo tra gli anni [REDATTO]a.C. e il [REDATTO]a.C., rendendo nebulosa l'interpretazione della dinamica di date parentele, considerati i normali tempi di gestazione delle specie ominidi conosciute.

    Degno di menzione è il rifiuto della sopracitata linea interpretativa/metodologica da parte del Prof. Daniele Borri, vice-responsabile di ricerca paleontologica, Divisione Ricerca e Manipolazione Genetica, Sito Cerere. Il Borri sostiene, sulla base delle inconsistenze empiriche, che ritenere SCP-128-IT-A un membro di una specie ominide affine a H.sapiens sia errato, e che sarebbe più opportuno interpretare gli esemplari come ibridi di Homunculi alchemici dell'Età del Bronzo e H.sapiens. Tale tesi sarebbe avvalorata proprio dalla presenza degli apparati anomali nelle 213 istanze classificate come asessuate — tali apparati, sempre secondo il Borri, avrebbero assolto a una ipotetica funzione biologica di "utero sociale", permettendo l'incrocio possibilmente anche con esemplari di H.sapiens. Borri si spinge persino ad ipotizzare una selezione artificiale come causa primaria della scarsa variabilità genetica attestata nelle istanze; ma questa e le precedenti teorie sono state accolte, in generale, come controverse e scarsamente attendibili.

    Un numero di totale di 18 istanze di SCP-128-IT-A è risultato transitoriamente positivo a una scansione EVE, ognuna in modo concomitante alla manipolazione estensiva delle stesse durante lo svolgimento delle procedure sperimentali. In ogni altro caso, le letture EVE sulle istanze sono sempre risultate negative. La positività delle letture è, ad oggi, stata più volte contestata come risultato di errori metodologici e strumentali. A causa dei più recenti sviluppi, le attività sperimentali sulle istanze di SCP-128-IT-A sono attualmente condotte sotto un regime di segretezza, e le informazioni in merito alle rilevazioni EVE su SCP-128-IT-A sono riservate al personale di ricerca con autorizzazione di liv.4 o superiore.

    Alla data odierna, il contenimento delle istanze di SCP-128-IT-A è disposto in un'ala di conservazione criogenica, allestita appositamente nel Livello Sotterraneo █ del Sito Cerere.

    Allo stato attuale delle conoscenze, si ritiene che SCP-128-IT possieda una facoltà extrasensoriale latente, la quale rende l'anomalia in grado di individuare con relativa precisione la posizione delle istanze di SCP-128-IT-A sepolte nel terreno. Seppure gli studi in merito alle meccaniche retrostanti questa capacità extrasensoriale anomala siano stati di molto ostacolati dall'impossibilità di eseguire alcun test biomedico pertinente su SCP-128-IT per ragioni dettate dalla sua fisiologia15, la comprensione delle dinamiche secondo cui questa capacità anomala viene espletata è più solida; quest'ultima è stata osservata manifestarsi in accordo a una sequenza ben precisa di passaggi:

    1. SCP-128-IT viene a trovarsi in un'area a scarsa antropizzazione16.
    2. SCP-128-IT assumerà una consapevolezza istintiva del numero di istanze di SCP-128-IT-A presenti in un raggio di ca. 150 m attorno ad esso.
    3. SCP-128-IT, se lasciato libero di muoversi casualmente nell'area, andrà a compiere passaggi via via più frequenti nelle aree a maggior densità di istanze di SCP-128-IT-A.
    4. Una volta individuate dette aree e raggiunto il loro centro approssimativo, SCP-128-IT diverrà improvvisamente consapevole della esatta ubicazione dell'istanza SCP-128-IT-A a lui più vicina, con un margine d'errore di ca. 0,4 m.
    5. Una volta esumata17 l'istanza corrente, SCP-128-IT esibirà uno tempo refrattario di acquisizione di consapevolezza della posizione di una nuova istanza, oscillante tra 2 e 98 minuti. È stato notato come l'esumazione contemporanea di più istanze aumenti, in proporzione, il tempo refrattario di SCP-128-IT. Inoltre, è stato osservato come il mancato contatto visivo da parte di SCP-128-IT con l'istanza esumata corrisponda a un aumento cospicuo della durata del tempo refrattario di percezione.

    I test sul campo successivi all'esperimento IR-128-2004-013 non sono riusciti a determinare se la presenza di uno stato psicologico depressivo in SCP-128-IT ostacoli in qualsivoglia misura le sue capacità di localizzazione di istanze di SCP-128-IT-A; o se, più prosaicamente, l'anomalia si rifiuti di cooperare col personale di ricerca. Al pari, l'applicazione in più sedi di mezzi coercitivi di varia naturaACCESSO NEGATO : LIVELLO D'AUTORIZZAZIONE SPECIALE HELO-2 NECESSARIO ha prodotto riscontri inconsistenti; pertanto, il concetto di possibile interferenza di stati psicologici anormali sulle proprietà anomale di SCP-128-IT è, fino a nuovo sviluppo, niente più che materia di speculazione.

Addendum 3 — RESOCONTO ESPERIMENTO IR-128-2004-013:

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    PER ORDINE DEL CONCILIO S5
    L'accesso ai file è riservato al personale
    con livello d'autorizzazione 4 o superiore.
    L'accesso e consultazione non autorizzati
    sono proibiti.
    I TRASGRESSORI VERRANNO RINTRACCIATI E PUNITI.


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      RESOCONTO ESPERIMENTO IR-128-2004-013

      20-10-2004

      Sito Iride, ala E, Camera di Test 07



      Ricercatori:

      • Professor Matteo Siniscalco, sito Deus
      • Dottor Luchino Andreis, sito Deus
      • Dottor Silvano Avaretto, sito Deus
      • Dottoressa Ilaria Kilnovna, sito Iride
      • Dottor Gianantonio Motti, sito Iride
      • Dottor Ing. Raul Stendari, sito Angerona
      • Dottoressa Francesca Turri, sito Iride

      Soggetti in esame:

      • SCP-128-IT
      • 33 istanze di SCP-128-IT-A

      Obbiettivi:

      • Verificare le ipotesi concernenti l'entità del legame anomalo presente tra SCP-128-IT e SCP-128-IT-A
      • Indagare più approfonditamente circa la natura asimmetrica degli effetti anomali di alterazione della realtà percepita recati da SCP-128-IT ed SCP-128-IT-A
      • Indagare circa la natura e le cause prime della stabilità della stato di SCP-128-IT nel contesto di alterazione della realtà percepita
      • Indagare circa le possibilità di inversione degli (e controllo sugli) effetti anomali di alterazione della realtà percepita recate da SCP-128-IT e SCP-128-IT-A, mediante l'uso di strumentazione esoterica (sistema Cella di Realtà, Generazione II)

      Procedimento:


      Fase 0

      Inizio: ore 08:00:00 — Conclusione: ore 11:28:39

      *

      Condizioni sperimentali: Collaudo pre-test del sistema Cella di Realtà customizzato. Taratura della frequenza oscillante del campo Nortia effettuata secondo le specifiche sviluppate dal gruppo di lavoro esterno Deus-Angerona, sulla base degli studi condotti su SCP-128-IT e le istanze di SCP-128-IT-A.

      È introdotto nella camera di test un gruppo di controllo consistente in 16 Cubi di Rubik realizzati in vari materiali e colori, in stadi progressivi di risoluzione.

      Esito: Collaudo della strumentazione effettuato con successo. Livelli baseline di alterazione di realtà accettabili. Nessun effetto di anormalità collaterale rilevato.



      Fase 1

      Inizio: ore 14:05:32 — Conclusione: ore 14:54:18

      *

      Condizioni sperimentali: SCP-128-IT è introdotto nel locale osservativo all'interno dell'ambiente di test, al di fuori del raggio d'attivazione utile del sistema Cella di Realtà. Le 33 istanze di SCP-128-IT-A sono collocate nel locale principale della camera di test, entro il raggio d'attivazione utile del sistema Cella di Realtà.

      SCP-128-IT dovrà, in quest'ordine:

      1. Visualizzare sé stesso mediante uno specchio;
      2. Visualizzare le istanze attraverso l'oblò osservativo;
      3. Visualizzare le istanze attraverso l'oblò osservativo con il sistema Cella di Realtà in esercizio;
      4. Visualizzare nuovamente sé stesso mediante uno specchio.

      L'esito del test determinerà le condizioni sperimentali della Fase 2, nel caso esso rispecchi le previsioni, ricadendo entro almeno uno degli scenari predisposti per l'ultima fase; in caso di esito imprevisto, verrà disposta la sospensione dell'attività di test, seguita dallo studio e formulazione di uno scenario sperimentale appropriato.

        • _

        LOG AUDIO


        [INIZIO LOG — ORE 13:42:07]

        Dr. Motti: …Poi non capivo proprio cosa volessi dire, Ilaria? O meglio: ho capito benissimo cosa hai detto alla fine del briefing; ma non sono riuscito a capire cosa, nello specifico, tu abbia intuito — mi passeresti il dolcificante? Grazie…

        Dott.ssa Kilnovna: Vedi, Gianni, non lo so bene nemmeno io. L'ho voluto far notare perché mi è sembrato troppo collaborativo rispetto al solito e, magari mi sbaglio, anche un po' eccitato. È strano. Non ha mai reagito con entusiasmo alle improvvisate. E nelle condizioni sperimentali si menziona chiaramente che il soggetto non richiede una consapevolezza circostanziale.

        Dr. Motti: …Capisco; no, davvero, non guardarmi con quella faccia, mi rendo più o meno conto di che cosa parli. Anzi, sarò franco: non capisco in che modi ritieni che tutto ciò possa andare a inficiare il risultato. Esula un po' dal mio campo… ma, ugualmente, ti invito a parlare con il dottor Avaretto, illustragli un po' la tua posizione. È sensato.

        Dott.ssa Kilnovna: Mh— lo stacanovista del team del Deus? Sì, ho sentito che è uno di quelli che ha lavorato di più alla progettazione degli scenari. Anche se…

        Dr. Motti: Anche se?

        Dott.ssa Kilnovna: Non fare il finto tonto. Se Avaretto dicesse che i miei dubbi sono sensati, e che la cognizione va davvero ad avere ripercussioni importanti, vorrebbe dire che dovremmo sospendere tutto — vorrebbe dire sottrarre altre centinaia di preziose ore di tempo di 'sta marea di professoroni con la sindrome da premio Nobel che—

        Dr. Motti: Però, Ilaria, hai considerato che comunque non è molto… realistico affermare che lui lo sappia? Voglio dire, ti hanno liquidata in base a questo, prima. Ho pure verificato, non sono state riportate violazioni nei protocolli di sicurezza secondari. Non è informato.

        Dott.ssa Kilnovna: Lo so. Il mio è un sospetto e non una certezza, appunto. Mi baso su quello che vedo e basta. E non mi convince, come ho—

        Dr. Motti: Eccoli, stanno arrivando.

        [OMISSIS]

        Prof. Siniscalco, al microfono: È pronto, 128?

        Interfono, SCP-128-IT: Sì.

        Prof. Siniscalco, al microfono: Si volti di novanta gradi alla sua sinistra e osservi lo specchio. Descriva accuratamente le immagini che vede riflesse al suo interno.

        Interfono, SCP-128-IT: È il mio riflesso, e vedo un uomo abbastanza in carne, di mezza età, con i capelli neri brizzolati, gli occhi castani… le occhiaie, sopracciglia folte, uno spazio tra gli incisivi di sopra; qualche ruga sul collo e sulla fronte, le mani e i piedi piuttosto tozzi; sono seduto sopra uno sgabello girevole, senza schienale, in una stanza dal pavimento e i muri bianchi. Sono io.

        Prof. Siniscalco, al microfono: Può bastare, 128. Ora si volti di altri novanta gradi, verso l'oblò alla sua sinistra. Guardi attraverso l'oblò.

        Interfono, SCP-128-IT: Non vedo niente.

        Dr. Stendari: Apertura del diaframma in due, uno, zero secondi. Diaframma spalancato.

        Prof. Siniscalco: Inizializzare le routine finali di attivazione della Cella di Realtà.

        Dr. Andreis: Avviamento inizializzato. Alimentazione… nei parametri. Sistema armato e pronto all'attivazione in… 90 secondi, a partire da ora.

        Prof. Siniscalco, al microfono: 128, descriva accuratamente ciò che vede attraverso l'oblò.

        Interfono, SCP-128-IT: Vedo… circa una trentina di pupazzi identici a quelli che abbiamo trovato nel corso di questi anni, e identici a quelli che mettevo in palio alla mia bancarella. Sono proprio dei bei pupazzi, si vede anche da lontano. Sono tutti color bianco crema, sono disposti in fila per… quattro, ma una fila conta cinque orsacchiotti.

        Dr. Andreis: Sistema Cella di Realtà armato e pronto all'attivazione completa… nessuna criticità o problema da segnalare.

        Prof. Siniscalco: Eccellente. Attenda il mio segnale, Andreis.

        Prof. Siniscalco, al microfono: Ora, 128, non perda di vista quello che sta osservando, e se notasse qualsiasi variazione, ce lo segnali.

        Interfono, SCP-128-IT: Sì.

        Prof. Siniscalco: Attivate il sistema.

        Dr. Andreis: Attivazione in corso. Linee di campo Nortia… stabili. Livelli baseline di alterazione di realtà… entro lo soglia di tolleranza. Nessun feedback positivo rilevato. Nessun effetto Larsen-Nortia rilevato. Attivazione completata.

        (Mormorii nella sala di controllo)

        Dr. Motti, sottovoce: … E quindi, è proprio così che le istanze appaiono ai suoi occhi. Affascinante, sembrano proprio come… questo lavoro non finirà mai di stu—

        Prof. Siniscalco, al microfono: 128, nota qualche cambiamento?

        (Nessuna risposta dall'interfono)

        Prof. Siniscalco, al microfono: 128?

        Interfono, SCP-128-IT, balbettando: …Che… che cosa sono quelli? Cosa [ESPLICITO] è successo?!

        Prof. Siniscalco, al microfono: Descriva ciò che vede dall'altra parte dell'oblò.

        Interfono, SCP-128-IT: Io… io… io non sono sicuro. I pupazzi hanno… hanno come tremato e nel giro di un secondo sono diventati… oh dio mio… sono bambini, o sono dei vecchi? Io vedevo, cioè… questi affari…? Oh, santa madre—

        Prof. Siniscalco, al microfono: 128, mantenga la calma e ci dica cosa vede dall'altra parte dell'ob—

        Interfono, SCP-128-IT, singhiozzando: —sono… sono… cambiati in dei cadaveri disseccati, io… non li riesco a descrivere, mi disgusta troppo guardarli, ah! Quelle bocche!! Ma perché sembra che…?

        Prof. Siniscalco, al microfono: Che cos'altro vede, 128?

        Interfono, SCP-128-IT: — È orribile! Cosa volete da me? Io non… io non sapevo che voi… così! Ah!! Ma che cos'ha quello alla faccia? E quell'altro ancora là in fondo! — cosa volete da me?? COSA VOLETE DA ME?? NON MI GUARDATE! NON MI GUARDATE!! NON — !!

        (Suoni di colpi metallici dall'interfono)

        Interfono, SCP-128-IT: FATEMI USCIRE! NON LI VOGLIO GUARDARE! NON LI VOGLIO PIÙ GUARDARE!! FATEMI USCIRE DI—

        (Il Prof. Siniscalco silenzia l'audio dell'interfono)

        Prof. Siniscalco: Dottor Stendari, chiuda il diaframma, per piacere. Signori, posso avere la vostra attenzione, e chiedervi di staccare un momento gli occhi dal feed video?

        (Mormorii nella sala di controllo)

        Prof. Siniscalco: Dottor Avaretto, cosa ne pensa?

        Dottor Avaretto: Io… credo che non abbiamo assistito a nulla di imprevisto, finora? Devo verificare. Dottor Andreis, mi può passare sul mio terminale i diagrammi di analisi feedback antiricorsivi…? Sì, assieme alle hamiltoniane dei fononi Nortia-Glimmer, da frequenza PI-987 a TAU-4181… Grazie. Un momento, prego…

        Dott.ssa Kilnovna: (incomprensibile)

        Prof. Siniscalco: Dottoressa Kilnovna, ha qualcosa da portare alla nostra attenzione?

        Dott.ssa Kilnovna: Sono solo preoccupata per lo stato del soggetto. Non sono in grado di stabilire se possa compromettere o meno lo svolgimento del passaggio finale e, giocoforza, la seconda fase dell'esperimento.

        Prof. Siniscalco: Credo che si possa affermare che sarebbe sciocco da parte nostra non essere preparati a una simile… eventualità. Per il momento, Dottoressa Kilnovna, la prego di prendere il mio posto al ricevitore. Vediamo per lo meno di terminare la procedura della fase in corso… senza troppi drammi. Dottor Avaretto, ci faccia sapere quando è possibile avere questi risultati.

        Dottor Avaretto: … Sì, sì, Motti, soprattutto l'ipotesi del contatto visivo, lo penso anch'i— domando scusa. Ci siamo, professore; direi che possiamo procedere a vele spiegate. Riguardo all'osservazione di Kilnovna… mi sento di affermare che lo stato psicofisico dell'istanza, stando all'attuale sviluppo dell'albero di scenari previsti, sia ormai un fattore ininfluente. Posso ricontrollare, ma mi sento molto confidente al riguardo.

        Prof. Siniscalco: In questo caso, al termine della fase in corso, proceda pure con un'ulteriore verifica. Non lasciamo niente al caso.

        Dott.ssa Kilnovna, al microfono: 128, mi senti? Ascoltami, 128…

        [OMISSIS]


        [FINE LOG — ORE 14:52:19]

      Esito: Ipotesi sperimentali confermate. Osservazione empirica pertinente allo scenario predeterminato 4B - influenza coerenziale forte del contatto visivo di SCP-128-IT con le istanze. La attivazione e disattivazione del sistema cella di realtà, andando ad aggiungere (per poi sottrarre) la compensazione di asimmetria vigente, in occasione del contatto visivo mantenuto (e poi interrotto) ha causato dapprima un cambiamento e infine un ripristino dell'apparenza percepita delle istanze di SCP-128-IT-A, da parte di SCP-128-IT e da parte degli osservatori esterni.
      La percezione di SCP-128-IT non ha altresì riportato alterazioni osservabili dopo la conclusione della fase di test.
      È stata deliberata in sede di debriefing la prosecuzione dell'esperimento, suggerendo l'implementazione di misure costrittive automatizzate nell'ambiente di test, al fine di mitigare gli effetti della scarsa collaboratività di SCP-128-IT.

        • _

        In seguito a un acceso confronto svoltosi durante il briefing circa la decisione (pressoché unanime) di implementare misure di costrizione nella fase finale dell'esperimento, la Dott.ssa Ilaria Kilnovna ha rassegnato le dimissioni dal suo ruolo nel gruppo di lavoro, dopo aver espresso persuasivamente e in modo assai pittoresco la sua posizione in merito al sopracitato argomento.

        La Dott.ssa Francesca Turri, parapsicologa, ha prontamente sostituito la Kilnovna nel suo ruolo nell'equipe di ricerca.

        Nonostante l'atteggiamento poco professionale esibito in quest'occasione da Kilnovna, si è giunti alla conclusione di non richiedere l'erogazione di alcun provvedimento disciplinare nei confronti di quest'ultima, rimettendo la decisione agli organi disciplinari di competenza.


        20-10-2004,

        Matteo Siniscalco



      Fase 2

      Inizio: ore 21:05:32 — Conclusione: TEST INTERROTTO

      *

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        Condizioni sperimentali: Implementazione delle specifiche adeguate allo scenario 4B nel sistema Cella di Realtà customizzato. SCP-128-IT è introdotto nel locale osservativo all'interno dell'ambiente di test, assicurato a una poltrona mobile di contenzione standard, entro il raggio d'attivazione utile del sistema Cella di Realtà. 33 istanze di SCP-128-IT-A sono collocate nel locale principale della camera di test, entro il raggio d'attivazione utile del sistema Cella di Realtà.

        SCP-128-IT dovrà, in quest'ordine:

        1. Visualizzare sé stesso mediante una parete specchiata;
        2. Visualizzare le istanze attraverso la paratia osservativa;
        3. Visualizzare le istanze attraverso la paratia osservativa con il sistema Cella di Realtà in esercizio;
        4. Visualizzare nuovamente sé stesso mediante uno specchio, non perdendo il contatto visivo periferico con le istanze di SCP-128-IT-A;
        5. Visualizzare sé stesso e le istanze dopo disattivazione del sistema Cella di Realtà.

        I dati raccolti dall'esperienza saranno successivamente rielaborati, e impiegati negli studi pertinenti gli argomenti indicati nel paragrafo 'Obbiettivi'.

          • _

          LOG AUDIO


          [INIZIO LOG — ORE 20:46:07]

          Prof. Siniscalco: Non si preoccupi Turri. No, no, non si preoccupi per il sistema, avevamo preventivato la necessità. Tra dieci minuti lo strumentista avrà terminato l'installazione. Sì, possiamo riprendere da lì.

          Prof. Siniscalco, rivolgendosi al Dr. Motti: Non ha idea di quanto mi secchi ammetterlo, ma il lavoro di Kilnovna era prezioso, a quanto sembra. Niente di insostituibile, del resto.

          Dr. Motti: … E chi non lo è? Ad ogni modo, lo devo dire, non mi trovo moralmente molto d'accordo con la trovata del programma di sintesi vocale per replicare Kilnovna senza il suo consenso; ma perché no, potrebbe funzionare… sia per il soggetto, sia per sveltire un po' la faccenda. Inoltre, è indubbio che una traduzione simultanea dell'audio in uscita dalla camera di test sia quanto di più opportuno per limitare l'impatto emotivo sull'equipe.

          Prof. Siniscalco: Lieto di avere a che fare con un collega ragionevole. Mi ero fatto un'idea sbagliata… dovremmo discutere degli sviluppi futuri davanti a un bicchiere, a cose fatte, le pare? C'è qualche dettaglio non classificato dell'ultimo lavoro di Bellini che credo che possa… titillarla — Sì, Stendari? Siamo quasi pronti? Arriviamo.

          [OMISSIS]

          Dr. Andreis: Attivazione in corso. Linee di campo Nortia… stabili. Livelli baseline di alterazione di realtà… entro lo soglia di tolleranza. Nessun feedback positivo rilevato. Nessun effetto Larsen-Nortia rilevato. Attivazione completata.

          Interfono, SCP-128-IT, rielaborazione vocale sintetica, tono italiano maschile standard, contralto, variazione 3: Imprecazione. Sono cambiati ancora. Non li voglio guardare. Imprecazione. Vi prego. Imprecazione. Basta.

          Dott.ssa Turri, al microfono; sintesi vocale, voce della Dott.ssa I.Kilnovna: Cosa vedi, 128?

          Interfono, SCP-128-IT, rielaborazione vocale sintetica: Dottoressa. Faccia smettere. Incomprensibile. Imprecazione. Si muovono—stanno alzando in piedi ma non si reggono. Cadono ancora e ancora. Legato qui. Imprecazione.

          Dr. Motti: Che cos'ha il soggetto? Non capisco. Sembra stia avendo… un episodio allucinatorio?

          Dott.ssa Turri: Così sembrerebbe? Probabilmente indotto dallo stress, o da una stimolazione bineurale di qualche genere — ma non so, senza alcuna fonte apparente… Non vediamo, né stiamo rilevando nulla, giusto?

          Prof. Siniscalco: Dottor Andreis? Dottor Avaretto?

          Dottor Avaretto: Qui non ci risulta nulla. Letture EVE sulle istanze negative. Nessun feedback positivo rilevato nel campo Nortia. Parametri ambientali nella norma.

          Dott.ssa Turri, al microfono; sintesi vocale, voce della Dott.ssa I.Kilnovna: 128, mantieni la calma. Non possono farti male in alcun modo. Puoi dirci di più di cosa—

          Interfono, SCP-128-IT, rielaborazione vocale sintetica: Sono sempre quei cadaveri. Imprecazione. Sono quelli che si nascondevano come pupazzi. Incomprensibile. Mi fissano. Mi chiamano. Imprecazione. Basta. Basta. Basta!

          Dott.ssa Turri: Abbiamo quanto ci può servire, a detta mia. Professore?

          Prof. Siniscalco: Proseguiamo. Dottor Stendari, ruoti il soggetto di centottanta gradi.

          Dr. Stendari: Eseguito.

          Prof. Siniscalco: …E ora cosa abbiamo? Sul serio? Sta tenendo gli occhi chiusi, dite? Naturalmente… Dottor Stendari, per cortesia, attivi i divaricatori oftalmici.

          Dr. Stendari: Divaricatori oftalmici dispiegati.

          (Mormorii nella sala di controllo)

          Dr. Avaretto, sottovoce: Ed ecco a noi Gastaldo Ciotti, in carne e ossa! Povero diavolo. Esattamente come nelle foto. È davvero incredibile.

          Interfono, SCP-128-IT, rielaborazione vocale sintetica: Urla stentoree. Imprecazione. Chi mi ha messo addosso questo costume? Imprecazione. Soffoco. Toglietemelo. Cosa fanno là dietro? Danzano o no. È orribile. Si stanno accoppiando o stanno solo discutendo? Incomprensibile. Cosa esce. Quei vermi rossi. Dai loro. Dai loro. Imprecazione. Urla stentoree. Orribile. Lontani. State lontani da me. Intanto quelli scorrono per terra come olio. Dappertutto. Aiuto. Imprecazione. Dappertutto!

          Dr. Motti: Dottoressa, capisco lo shock per aver percepito il suo… vero aspetto, ma cosa sta…?

          Dott.ssa Turri: Mi sembra evidente che stia delirando. Posso procedere alla somministrazione automatica di un calmante?

          Prof. Siniscalco: Proceda pure, in ogni caso siamo in dirittura d'arrivo. Andreis, c'è qualcosa che non abbiamo visto?

          Dr. Andreis: Dai dati non risulta nessuna rilevazione, o alterazione non prevista.

          Interfono, SCP-128-IT, rielaborazione vocale sintetica: Urla biascicate. Incomprensibile. Biascicando, con inconsistenza: Hanno attraversato. Pareti. Sono sui muri. Sono tutti intorno. Cosa. Cosa. Il costume è diventato pieno di buchi. Imprecazione. Escono. Escono altri di quei serpenti. Vermi rossi dai buchi. Incomprensibile. Incomprensibile. Si avvolgono tra loro, come se… si stringono la mano… ridono. Aiuto!

          (La Dott.ssa Turri silenzia l'audio del sistema di sintesi vocale)

          (Mormorii nella sala di controllo)

          Dr. Avaretto: Ci siamo, Professore. Direi che abbiamo tutto quello che ci serve per completare l'ultimo pass— ma, non capisco? Ma le istanze sono nella stessa posizione o… hai visto anche tu il picco EVE, Andreis, o sono io che ho letto male? Poi, hai visto o no, lo strumento ha—

          Prof. Siniscalco: Avaretto! Di cosa va blaterando? Mantenete la calma! Interrompiamo tutto e verifichiamo! Animo, Andreis: disattivi la cella di realtà!

          Dr. Andreis: Signore, professore, io, noi… il sistema è offline… sembra… siamo entrati in standby 15 secondi fa, io non so com—

          Prof. Siniscalco, incollerito: Le 'sembra'?! Cosa significa, Andreis?!

          Dr.Motti: Ma… ma se vediamo ancora gli ors— voglio dire, le istanze sugli schermi, come è… Cosa sta succedendo? Perché—

          [REDATTO]


          [FINE LOG — ORE ██:██:██]

        Esito: [REDATTO]. Sospensione dell'attività di test. Diramato allarme arancione. Contenimento ripristinato con successo.

          • _

          SPeV-I.png

          Documento: Verbale d'archiviazione cat.ICAS

          Rif.protocollare: SPEV1-OTRXS-5518465-LM-128-GH-GN

          Esito: Breccia nel Contenimento risolta

          Redattore: Tenente Vladimiro Volturni, SPeV-I



          RAPPORTO SINTETICO DI INTERVENTO: INCIDENTE CAUSA ATTIVITÀ SPERIMENTALI


          Il dispiegamento di una squadra di specialisti SPeV-I ha conseguito la neutralizzazione dell'entità anomala ostile recante la breccia nel contenimento durante la fase conclusiva dell'esperimento IR-128-2004-013, senza risultare in nessuna perdita collaterale tra gli operatori schierati.

          Contenimento di SCP-128-IT portato a termine con successo: l'anomalia è stata affidata al personale specializzato del Sito Iride per i necessari interventi di riparazione e pulizia.

          La violazione primaria del perimetro della Camera di Test 07, Ala E del Sito Iride è risultata in:

          Feriti gravi:

          • Dottoressa Ilaria Kilnovna, pers. ric. Sito Iride
          • Agente Martina Santoro, pers. sic. Sito Iride
          • Assistente tecnico Giacobbe Piccinini, Sito Iride

          Perdite umane:

          • Professor Matteo Siniscalco, pers. ric. Sito Deus
          • Dottor Luchino Andreis, pers. ric. Sito Deus
          • Dottor Gianantonio Motti, pers. ric. Sito Iride
          • Dottor Ing. Raul Stendari, pers. ric. Sito Angerona
          • Dottoressa Francesca Turri, pers. ric. Sito Iride
          • Sergente Maggiore Simonetta Troisi, pers. sic. Sito Iride
          • Sergente Astolfo Calli, pers. sic. Sito Iride
          • Agente Victoria Pezzali, pers. sic. Sito Iride
          • Agente Aurora Loi, pers. sic. Sito Iride
          • Agente Raffaello Onio, pers. sic. Sito Iride
          • Agente Camillo Paolucci, pers. sic. Sito Iride
          • Agente Cesare Zamengo, pers. sic. Sito Iride
          • Assistente tecnico Adalgisa Visconti, pers. Sito Iride
          • Dottor Silvano Avaretto, pers. ric. Sito Deus, trasportato d'urgenza all'ala medica del sito Iride e successivamente presso il Sito Asclepio. Decesso confermato alle ore 12:15 del 24/10/2004

          Perdite materiali:

          • Sistema Cella di Realtà customizzato: danneggiamento catastrofico della strumentazione in seguito a causa da determinarsi; presunto feedback positivo Larsen-Nortia non rilevato/incontrollato (nota: glifo e materiale recuperabile inviati al Sito Deus per analisi forensi e riutilizzo)
          • 1 porta stagna rinforzata di classe V
          • Il 50% circa delle strumentazioni fragili del complesso della Camera di Test 07
          • Dotazioni standard del personale del Sito coinvolto nell'incidente
          • Si è resa necessaria la bonifica del 35% delle volumetrie appartenenti al complesso della Camera di Test 07

          I seguenti materiali biologici anomali sono stati inviati al Sito Cerere per ulteriori indagini:

          • ~ 2000 kg di resti di esemplari di vermi riconducibili al genere Tubifex, appartenenti a una specie di grossa taglia png_20230101_230951_0000.png non precedentemente identificata
          • Resti di un'entità anomala quadrupede a simmetria radiale, apparentemente formata da un aggregato coloniale dei vermi sopracitati, dall'altezza di circa 4 metri e avente massa corporea di ~ 4500 kg, inglobante SCP-128-IT in uno degli pseudo-vacuoli digestivi18 al suo interno. La dissezione in situ dell'entità ha permesso il recupero di SCP-128-IT
          • ~ 51 kg di spezzoni di rostri simil-cartilaginei, ciascuno di massa complessiva variabile tra 0,5 e 1,5 kg, accresciuti e proiettati a più riprese da parte dell'entità anomala ostile nell'arco della breccia del contenimento
          • ~ 211 kg di resti corporei, in varie condizioni di integrità, provenienti dalle 33 istanze di SCP-128-IT-A coinvolte nel test


        Conclusioni:

          • _


          [REDATTO].

          Esperimento sospeso causa fallimento catastrofico. Dati sperimentali recuperati dalla squadra d'intervento SPeV-I e inviati al Sito Deus e al Sito Cerere per futura elaborazione.

          Allo stato attuale delle conoscenze, la classificazione delle entità anomale recanti la breccia nel contenimento sotto la denominazione di SCP-128-IT-B-1 e 2 resta ancora disputata.

          Si è reso immediatamente chiaro come, al di là dei danni fisici subiti, SCP-128-IT sia stato profondamente traumatizzato dall'esperienza affrontata. È stato riportato come il soggetto attribuisca a sé stesso la responsabilità dell'accaduto e delle perdite umane risultanti.
          Si resta in attesa di un miglioramento delle condizioni psicologiche di SCP-128-IT per la prosecuzione delle attività di test standard sul soggetto.























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