Elemento #: SCP-106-IT
Classe dell'Oggetto: Safe
Procedure Speciali di Contenimento: SCP-106-IT è contenuto in una cella standard per umanoidi del Sito Iride adibita a terrario, con terriccio e cespugli. A SCP-106-IT è consentito lasciare la propria cella ad orari preconcordati se supervisionato, ad eccezione dei casi d'emergenza1 e durante la notte.
Nella cella di contenimento di SCP-106-IT devono essere presenti 2 radio sintonizzate su una frequenza di 94 MHz, costantemente in funzione.
Descrizione: SCP-106-IT appare come un carro armato giocattolo prodotto nel 1942, che rappresenta un Panzerkampfwagen VI Tiger I fatto di plastica, in una scala 1:35. SCP-106-IT è inoltre munito di luci funzionanti presenti sullo scafo. Al momento, è del tutto sconosciuto chi abbia costruito SCP-106-IT.
SCP-106-IT-1 è un'entità eterea vincolata a SCP-106-IT, in grado di controllare i movimenti del giocattolo. SCP-106-IT-1 è capace di comunicare tramite radio con una frequenza dai 90 ai 100 MHz.
A seguito dell'incremento di dicerie riguardanti una casa infestata a [REDATTO], in provincia del Trentino Alto-Adige, nel 200█ sono stati inviati ad investigare degli agenti della SIR-I "Aureæ Notitiæ", supervisionati dal tenente Stefano Aldoviti. Quando SCP-106-IT è stato recuperato, è stato portato dentro una cella di contenimento provvisoria nel Sito Asclepio, data la vicinanza dal luogo di recupero.
Segue un estratto dell'investigazione in cui hanno avuto un incontro con SCP-106-IT.
Agt. Moldavi: Siamo entrati nell'abitazione, mi ricevi?
Ten. Aldoviti: Forte e chiaro. Notate qualcosa di strano nella casa?
Agt. Moldavi: Per ora no, sembra totalmente disabitata. Cominciamo a perlustrare il piano terra, per poi andare al secondo piano.
(Si sentono rumori provenienti dal piano superiore.)
Agt. Cocci: Ha sentito?
Ten. Aldoviti: No. Cosa è successo?
Agt. Moldavi: Abbiamo sentito dei deboli rumori provenienti dal secondo piano.
Ten. Aldoviti: Procedete con l'esplorazione.
Agt. Moldavi: Affermativo.
(Si sentono altri rumori dal piano superiore.)
Agt. Porta: Di nuovo. C'è qualcosa sopra di noi.
Ten. Aldoviti: L'ho sentito anche io. Era abbastanza vicino. Penso sia il momento di andare a vedere la causa dei rumori.
Agt. Moldavi: Ricevuto. Agenti, andiamo al secondo piano!
(Salita al secondo piano, la squadra individua SCP-106-IT davanti al corridoio, che fugge poi in una direzione di una delle stanze.)
Agt. Moldavi: L'abbiamo individuato! Ci aspettavamo di peggio, ma è quel che dicono le dicerie: è un carro armato giocattolo. In questo momento sta scappando e lo stiamo inseguendo!
Ten. Aldoviti: É per caso telecomandato? Non so se possa trattarsi di uno sch- (Distorsioni sonore.)
Agt. Moldavi: Tenente Aldoviti, può ripetere?
Ten. Aldoviti: (Distorsioni sonore.)
Agt. Moldavi: Tenente Aldoviti! Il segnale è disturbato!
(Una volta seguita la direzione della fuga di SCP-106-IT, la squadra arriva davanti a un letto, sotto il quale si è nascosto. La comunicazione con il centro comando è stata interrotta e in seguito sostituita dalla voce di SCP-106-IT-1.)
Agt. Moldavi: Tenente Aldoviti! Mi riceve?
SCP-106-IT-1: (Urlando.) Cosa volete da me? Andate via!
Agt. Moldavi: Chi sta parlando?
SCP-106-IT-1: Sono Ernesto de Gasperi.
Agt. Porta: Il carro giocattolo?
SCP-106-IT-1: Io sono nel carro. Non lo sta muovendo nessuno, se non io.
Agt. Moldavi: Quindi tu sei lo spirito di cui tutti parlano?
SCP-106-IT-1: Sì, sono io, ma perché siete qui?
Agt. Moldavi: Non vogliamo farti del male. Siamo qui per vedere quale sia la causa delle dicerie su questa casa.
SCP-106-IT-1: Perché non avete paura di me? Chiunque mi vede si spaventa e scappa via. Perché voi no?
Agt. Moldavi: Sappiamo come comportarci in situazioni come queste. E inoltre, un ragazzo come te, è un umano come noi.
SCP-106-IT-1: Spero non mi abbandoniate anche voi qui. (Inizia a singhiozzare) Spero che… non vi spaventiate di me… e mi trattiate come un mostro da rinchiudere… voglio uscire da qui…
Agt. Cocci: Il dolore che senti oggi sarà la forza del tuo domani. Ora non preoccuparti… ti porteremo fuori da qui. Vieni con noi.
SCP-106-IT-1: Dove mi volete portare?
Agt. Moldavi: In un posto migliore di questo.
SCP-106-IT-1: (Rimane in silenzio)
Agt. Moldavi: Ernesto?
SCP-106-IT-1: Sono stufo delle prese in giro.
(Il pavimento al di sotto della squadra si rompe, causando ferite alla squadra. Il segnale con SCP-106-IT viene interrotto, lasciando quello con il centro comando.)
Ten. Aldoviti: Cosa vi è successo? State tutti bene?
Agt. Moldavi: È successo tutto così in fretta! Il segnale era stato interrotto dal carro giocattolo. Da come parlava sembrava… triste, ma allo stesso momento arrabbiato. Dopo avergli parlato, sembrava tutto andar nel verso giusto, ma il pavimento sotto di noi si è disintegrato.
Ten. Aldoviti: L'avete preso?
Agt. Moldavi: No. Nessuno di noi è riuscito a recuperarlo.
Ten. Aldoviti: Recuperatelo prima che scappa!
Agt. Moldavi: Ricevuto!
(Una volta arrivati sul luogo di ritrovo, SCP-106-IT non era presente dove era stato ritrovato.)
Agt. Moldavi: Lo abbiamo perso!
Ten. Aldoviti: Non può essere. Perlustrate subito il luogo!
(Dopo vari minuti, l'agente Moldavi ritrova SCP-106-IT nel cortile esterno della casa. Il segnale con il centro comando e con gli altri agenti vengono sostituiti con quello di SCP-106-IT.)
SCP-106-IT-1: Cosa diavolo vuoi da me?!
Agt. Moldavi: Calmati Ernesto, non voglio farti del male. Perchè hai reagito in questo modo?
SCP-106-IT-1: Sono sicuro che volete portarmi in un luogo dove cercherete di distruggermi, ma io non ve lo permetterò!
Agt. Moldavi: Non è vero, vogliamo solo-
(Agente Moldavi viene spazzato via da SCP-106-IT-1).
Agt. Moldavi: Ernesto, calmati ti prego. La mia squadra e io siamo qui per portarti al sicuro, vuoi ancora rimanere qui?
SCP-106-IT-1: N-No…
Agt. Moldavi: (Si rialza) Allora calmati, non hai nessun motivo per reagire in questo modo.
SCP-106-IT-1: In realtà sì, ma preferisco non parlarne… In ogni caso, mi scuso per aver ferito te e gli altri. Pensavo mi volevate imprigionare…
Agt. Moldavi: Non temere, ti porteremo via da qui.
La Dott.ssa Callassi ha deciso di effettuare un'intervista a SCP-106-IT-1 per ricavare ulteriori informazioni sul suo passato.
Una volta entrata nella cella, SCP-106-IT si è avvicinato alla dottoressa, puntando il cannone su di lei.
Durante l'intervista, SCP-106-IT-1 è riuscito a narrare il suo passato, nonostante ha pianto. Ha anche ammesso di aver lasciato nella casa un diario, dove descriveva la sua vita. Verranno effettuati ulteriori controlli nella casa.
Segue l'estratto della seconda intervista di SCP-106-IT-1.
Intervistato: SCP-106-IT-1.
Intervistatore: Dott.ssa Callassi.
<Inizio Log, 02/██/20██>
Dott.ssa Callassi: Buongiorno SCP-106-IT-1.
SCP-106-IT-1: (Incomprensibile).
Dott.ssa Callassi: (Cerca di regolare con più precisione la frequenza.) Puoi ripetere, per favore?
SCP-106-IT-1: Ho detto: chi sei tu? Che cos'è SCP?
Dott.ssa Callassi: Io sono la Dott.ssa Callassi e posso prometterti che sei al sicuro. In ogni caso, SCP-106-IT-1 è il codice identificativo che ti è stato assegnato.
SCP-106-IT-1: Va bene, ma Ettore e la sua squadra dove sono? Sono stati loro a portarmi qui?
Dott.ssa Callassi: Per ora loro non sono qui. Puoi stare tranquillo: l'hanno fatto per il tuo bene.
SCP-106-IT-1: Non mi avranno portato in un altra cella di tortura o una roba del genere.
Dott.ssa Callassi: (Annota sul taccuino) Cosa intendi dire?
SCP-106-IT-1: Non mi sarà per niente facile dirtelo, ma ci proverò. (Suono di un respiro) Prima che Ettore e gli altri mi trovassero ero stato preso da un tipo con una camicia bianca o una roba del genere. Non so cosa dire, ma mi aveva messo in un sacco, e poi…
Dott.ssa Callassi: (Annota sul taccuino) Continua, per favore.
SCP-106-IT-1: Poi mi sono ritrovato in uno scaffale insieme a vari altri giocattoli simili al mio Tiger I. Ho provato a scappare, ma lo stesso tipo che mi ha preso mi aveva visto. Ho cercato di dirgli di tutto, ma niente, come se non voleva ascoltarmi. Ad un certo punto ha preso una mazza e ha cercato di colpirmi, come se fossi uno scarafaggio. Sono riuscito a sfuggire ai suoi colpi, fin quando sono arrivato all'uscita principale della casa, ma quando era pronto per scagliarmi un altro colpo, ha detto una frase del tipo: addio, giocattolo posseduto dal demonio. Preso dalla collera, cercai di urlare, ma tutto d'un tratto, quel tipo venne spazzato via, seguito da un esplosione. Preso dal panico, sono scappato via. Per fortuna, ricordavo dove era la mia casa. Una volta arrivato, ho pianto mai come avevo fatto prima. Mi sentivo ferito, offeso, escluso. Nessuno mi voleva bene e nessuno mi voleva ascoltare… (Suoni di pianto) dottoressa… sono per davvero un mostro o un giocattolo posseduto dal demonio?
Dott.ssa Callassi: So bene che le parole cattive fanno male per sempre e non è facile dimenticare ciò, ma puoi fidarti che qui puoi sentirti come a casa.
SCP-106-IT-1: Mi auguro che non mi tratterete come quello.
Dott.ssa Callassi: Non temere, non accadrà. (Annota sul taccuino). Vorrei fare un'ultima domanda se mi è permesso.
SCP-106-IT-1: Scusami, vorrei fare una piccola pausa.
Dott.ssa Callassi: Come vuoi.
(Dopo 5 minuti, SCP-106-IT-1 si è calmato ed ha permesso di continuare l'intervista.)
SCP-106-IT-1: Bene, possiamo andare avanti.
Dott.ssa Callassi: Va bene. Vorrei farti quest'ultima domanda: dopo questo avvenimento, è successo dell'altro?
SCP-106-IT-1: (Accende le luci) È successo questo… (Si intrufola in un cespuglio)
Dott.ssa Callassi: Che cosa dovrebbe significare?
SCP-106-IT-1: (Si avvicina) Niente… cercavo di chiedere aiuto, ma… mi sentivo sperduto lì dentro… poi… molti hanno visitato la mia casa, ma ogni volta che qualcuno mi vedeva, si spaventava, scappando e lasciandomi da solo… (Comincia a singhiozzare, abbassando la canna) Sono davvero così spaventoso, dottoressa?…
Dott.ssa Callassi: L'essere umano non è abituato a vedere oggetti che si muovono autonomamente, ma ciò non significa che sei spaventoso. Come ho detto prima, qui con noi ti troverai molto meglio e sapremo anche come comunicare con te.
SCP-106-IT-1: Ti ringrazio… (Singhiozza)
Dott.ssa Callassi: Non c'è di che. (Annota sul taccuino) Dunque SCP-106-IT, l'intervista finisce qui, vuoi dirmi altro?
SCP-106-IT-1: Si, ho un'ultima cosa da dire. Io a casa avevo un diario dove annotavo ciò che succedeva nella mia vita. Si trova nella mia camera, anche se è un po' malridotta. Penso sia sulla scrivania, sempre se è ancora in piedi. Se non sai dove si trova, di' a quei signori che il mio diario si trova nello stesso posto dove mi hanno trovato.
Dott.ssa Callassi: Va bene Ernesto, vedremo se lo troveranno. Ora devo andare.
SCP-106-IT-1: (Incomprensibile).
Dott.ssa Callassi: Hai detto qualcosa?
SCP-106-IT-1: (Si avvicina alla gamba della Dott.ssa Callassi, spingendola con lo scafo) Ti prego… quando posso tornare umano…
Dott.ssa Callassi: Faremo il possibile SCP-106-IT. Ti aggiornerò.
SCP-106-IT-1: Grazie mille. Arrivederci dottoressa.
<Fine Log>
L'Agt. Moldavi della SIR-I viene inviato nella vecchia residenza di SCP-106-IT, per trovare il diario di SCP-106-IT-1. In un cassetto di un comodino della stanza dove è stato trovato SCP-106-IT, era presente il diario con il titolo: Diario di Ernesto de Gasperi. Alcune pagine risultano non essere leggibili. Queste sono le pagine che seguono:
11 Giugno 1942
Caro diario, questo è la prima pagina che ti scrivo. Mi presento, sono Ernesto de Gasperi, come ho scritto sulla cornice. Questo diario mi è stato regalato insieme a un carro giocattolo da mio padre, prima di andare in guerra. Spero ritorni da me e con mia madre a vivere la nostra vita pacifica.
Mi ha detto che doveva andare in un continente che si chiama Africa. Non so dove sia in questo momento e come stia, ma non mi importa. Mi importa solo che mio padre ritorni a casa.
29 Ottobre 1942
Abbiamo ricevuto la notizia che abbiamo perso contro una controffensiva inglese nel Nord Africa. Mio padre ormai non torna da troppo tempo. Non so dov'è. Voglio che torni. Voglio che torni da me. Mi manca tantissimo. Ho solo mia madre che mi fa compagnia. Perché la vita è ingiusta?
-̷̶͡͡-̴̛-̵̸̢͟-̧͘͢ _҉̨͏_̕͝_̕͘͡_̶͞͏͢͠_͘͘͞ 1942
Sono venuto a sapere che il carro che dovrebbe rappresentare il giocattolo si chiama Tiger I. Sembra carino come nome sinceramente. Dà un senso di forza, arroganza. Chissà com'è in guerra… e chissà come ci si sente a stare in guerra.
E chissà come ci si sente stare dentro il grandissimo Tiger I.
-̷̶͡͡-̴̛-̵̸̢͟-̧͘͢ _͘͘͞ _҉̨͏__̶͞͏͢͠Settembre 1944
Non ci scrivo da tanto da tempo su questo diario, ma posso dire che oggi è successa una cosa strana. Oggi nella posta abbiamo trovato una lettera, speravamo fosse di papà, ma abbiamo letto:
Stanno arrivando, scappate finché potete.
Mamma non sapeva che dire, ma mi ha riferito che forse erano operazioni militari. Inoltre mi ha detto che sarebbe andata a chiedere in città. Sono rimasto a casa, ma ho paura che non torni.
Perché ho sentito esplosioni dalla città?
Ora sto iniziando ad aver paura, perché mamma non torna? Ho sentito delle esplosioni mentre ero fuori.
Eppure ho visto qualcosa fluttuare dentro casa. Ormai il mio giocattolo preferito mi fa compagnia. Spero mi possa difendere da qualsiasi minaccia presente. Vorrei tanto che fosse vivo e parlasse con me e avesse il potere di capirmi.
Ma è solo un giocattolo.
Sento una brutta sensazione. Sento altre esplosioni.
VI PREGO QUALCUNO MI AIUTI. HO PAURA. QUELLE ESPLOSIONI SONO ANCHE QUI, LE SENTO VICINO. MAMMA, PAPÀ, AIUTATEMI VI PREGO. IO NON VOGLIO MORIRE, NON VOGLIO MORIRE.
MI SONO NASCOSTO SOTTO A UN TAVOLO E SPERO VADA BENE PER SOPPRAVVIVERE. È LA FINE, ME LO SENTO.
AIUTO, AIUTO, AIUTO, AIUTO, AIUTO, AIUTO, AIUTO, AIUTO, AIUTO
COSA SONO QUELLE COSE CHE VOLANO SOPRA CASA. SE DEVO MORIRE, VOGLIO VEDERE MIA MADRE E MIO PADRE CHE MI ABBRACCIANO PRIMA CHE DI ABBANDONARE QUESTO MONDO.
POSSO SOLO ABBRACCIARE IL MIO CARRO PREFERITO
DOV'È MAMMA?
DOV'È PAPÀ?
TI PREGO TIGER I AIUTAMI, NON VOGLIO MORIRE
Dopo che quelle fiamme nella casa si sono spente, ho visto il mio corpo morto che giace nelle macerie, che nessuno mai sicuramente troverà. La casa è a pezzi: mattoni sfondati, tutti i miei disegni bruciati. Il mio carro è lì, stranamente intatto, sotto il mio corpo. Ora che sono uno spirito, quanto tempo devo stare a fissare il mio giocattolo sporco di polvere e di sangue? Mi sento solo.
Con la forza dei miei pensieri, scriverò tutto ciò che proverò in questo ""periodo"" sul diario.
Mi sento in prigione qui porca miseria. Non ce la faccio più. Non posso continuamente usare questa telecinesi per scrivere. Voglio tornare a vivere dannazione!
Mi manca mangiare, respirare, correre, urlare. TUTTO.
Quel che faccio, è viaggiare nella casa. Nient'altro. Mi sento solo, escluso dal mondo esterno. Questo accumulo di legno andato a male, sta diventando monotono.
Pensavo che avessi avuto degli ospiti, ma quando ho mosso e fatto cadere il bicchiere per sbaglio, si sono spaventati e sono scappati. SONO UN MALEDETTO DANNO VIVENTE.
Il mio corpo, ormai non lo troverà nessuno. Sono solo ossa ormai, cosa ci dovrebbe essere di interessante? Non mi devo nemmeno preoccupare di chiudere la stanza di dove si trovano le ossa.
Spero che arrivano altri ospiti.
Ma non credo proprio…
Dopo forse qualche anno, stavo decidendo se vivere dentro il Tiger I. Sarebbe fantastico, ma come per ogni cosa, ha pregi…
E difetti.
Potrei anche non uscire più dal giocattolo, ma forse è meglio così, meglio di essere immateriali e non essere considerati neanche da un cane. Ho deciso che prenderò questa decisione entro tre giorni.
Oggi era l'ultimo giorno per decidere, ebbene sì, ho deciso di farlo. Ormai cosa mi resta da fare? Piangere? Camminare per la casa e chiamare disperatamente i miei genitori, che molto probabilmente sono morti altrove? Meglio finirla qui o, per meglio dire, continuare così.
Sono pronto per fare una nuova vita.
Caro diario… Questo messaggio è per te. Grazie per avermi accompagnato, sia da vivo, che da morto. Se qualcuno ti troverà, saprà la mia verità e che noi anime perdute, viaggiamo in giro senza che nessuno lo sappia, per cercare qualcosa che ci può rendere felici, come lo eravamo da vivi.
Ora devo andare diario. È stato bello raccontarti tutte le mie esperienze.
Addio…
« SCP-105-IT | SCP-106-IT | SCP-107-IT »