Crediti
Autore:
Dr Pistos
Articolo vincitore del concorso estivo 2020
Tag del concorso: Senziente, Scimmiesco, Muride.
Pagina del concorso
Ringrazimenti Speciali a:
Dr Pisy che mi ha personalmente aiutato a correggere gli errori della primissima versione di questo articolo e che si è preso la briga di recensire approfonditamente tutte le bozze del concorso, dando molti consigli utili a tutti noi partecipanti.
Si ringraziano poi tutti i membri della community che hanno speso un po' del loro tempo per leggere e/o recensire questa bozza.
Grazie davvero.
PS: si ringrazia anche il Pistos del 2023 che si è preso la briga di rileggere e sistemare tutto questo popò di roba. Gloria a Sanguinius e i suoi figli.
Elemento: SCP-093-IT
Classe dell'Oggetto: Gödel
Procedure Speciali di Contenimento: SCP-093-IT è contenuto in una cella standard del Sito Iride.
L'anomalia non è ostile; nonostante questo, il personale non è autorizzato ad interagirvi senza previo permesso del direttore o vicedirettore del sito.
Interazioni accidentali o di poco conto non porteranno a misure disciplinari.
I viveri devono essere portati all'anomalia all'interno della sua cella per non alterare il suo, attualmente ottimale, stato mentale.
Premessa: Queste sono una serie di autorizzazioni ottenute da SCP-093-IT nel suo lungo periodo di permanenza nel sito Iride.
- Quotidiani: da consegnare tutti i giorni come da programma.
- Sigari: da consegnare sette sigari una volta a settimana.
- Libri a richiesta: non vi sono controindicazioni nella consegna di libri, qualunque libro richiesto, se disponibile, è possibile consegnarlo all'anomalia.
- Ore di aria aperta: concessa ogni due giorni insieme ad anomalie umanoidi minori.
- Ora di tiro: una volta alla settimana, l'agente Pettinari ha l'autorizzazione a interagire con l'anomalia, ed essendo lui gestore dell'armeria, ha la responsabilità verso l'equipaggiamento utilizzato.
Descrizione: SCP-093-IT è un essere umanoide dalle dimensioni inferiori a quelle di un umano medio adulto (altezza: 1,10m) e dalle fattezze miste a diverse famiglie animali; le principali da cui SCP-093-IT prende le sembianze sono la famiglia dei Muridi, visibile nelle forme delle zampe, le orecchie, il volto e i sensi dell'udito e dell'olfatto altamente sviluppati. Prende da Pan troglodytes la pelliccia e l'agilità tipica.
L'anomalia è capace di vocalizzare per merito di un apparato boccale umano e possiede un quoziente intellettivo compreso nella media; è competente in materia militare e possiede un'alta padronanza di diverse lingue; nonostante questo, le interazioni sono state limitate a causa della sfiducia che l'anomalia prova nei confronti del personale di ricerca; di conseguenza, è stata necessaria una approfondita ricerca nella documentazione RIDIA da parte del personale del sito Plutone.
Il più vecchio documento rinvenuto riguardante l'anomalia è una lettera scritta dal direttore di ricerca biologica del sito Cadorna "Vincenzo Pagot" nel 1915.
REGIO ISTITVTO
DELLE ITALICHE
A N O M A L I Æ
Rapporto Numero: ████-369
Sono oramai anni che sperimentiamo con incroci tra animali e uomini, ma finalmente siamo arrivati a una voluta conclusione.
Il maresciallo Zanirato quest'oggi ha comunicato che l'addestramento militare speciale della creatura è terminato; è l'unica che siamo riusciti a produrre, ma basterà per il campo di battaglia.
Il programma è stato presentato al generale Cadorna che ha deciso di usare la creatura come sabotatore dietro le linee nemiche.
Rimarremo in contatto con la creatura attraverso nuove tecnologie per la comunicazione a onde radio, invisibili agli uomini.
I ricercatori del Cadorna sperano che le notti insonni siano valse qualcosa.
Un telegramma è stato poi consegnato a Pagot un mese dopo:
TELEGRAMMA - ESPRESSO DI STATO
Oggi, 23 Giugno, p 369 ha raggiunto il fronte.
Apparecchiatura radio funzionante e operativa.
Equipaggiamento consegnato.
OPERAZIONE RIUSCITA
Agente Trebbiani
A. Trebbiani
Questo corrisponde all'arrivo sul fronte dell'anomalia, denominata "P 369"; sono poi disponibili alcuni verbali che attestano le comunicazioni con l'anomalia, ordini dal RIDIA sui versanti delle trincee Austro-Ungariche da colpire.
Negli anni sono scoperti dei rapporti dell'esercito imperiale Austriaco nelle quali si attestano diverse morti di soldati provocate con armi da taglio corte, corrispondenti per data e locazione agli ordini inviati a SCP-093-IT.
Dopo attente ricerche si è giunti alla conclusione che l'Esercito Imperiale Austro Ungarico ha volontariamente derubricato le morti a incidenti o casi di suicidio per poter mettere a tacere le voci secondo cui una creatura demoniaca, solitamente identificata come un Krampus, si aggirasse nel Carso per assassinare i soldati nel sonno.
Un documento legato a tali avvenimenti è stato scoperto con l'ausilio della Branca Internazionale SCP e la Branca Tedesca che hanno assistito per le ricerche in archivi esteri.
RAPPORTO MILITARE: Soldato Sebestyén Lucas
Premessa: Il soldato Lucas è stato un importante fomentatore delle dicerie sul "Krampus", è stato accusato di tradimento e sedizione.
Intervistatore: Buongiorno.
Soldato Sebestyén Lucas: Buongiorno, capitano.
Intervistatore: Si sieda per favore.
Soldato Sebestyén Lucas: Sì.
Intervistatore: Lucas, le dicerie che ha messo in giro hanno insidiato la paranoia nel reggimento e si stanno diffondendo in tutto l'esercito, il comando ha deciso di accusarla, per loro lei è un agitatore, mi dica come intende difendersi.
Soldato Sebestyén Lucas: Capitano, io sono onesto, sull'onore di mia madre, le dico che io ho visto un diavolo quella notte, sono sopravvissuto ad un suo attacco, stava spostando i nostri cannoni giù dal versante.
Intervistatore: Ebbene, io ho un documento da parte di un commissario che attesta l'assenza di tracce lasciate da alcun diavolo, nemmeno zoccoli o forme più consuete al mondo terreno. Sarebbe bene se lei pensasse con mente fredda a ciò che ha visto quella notte…
Soldato Sebestyén Lucas: Capitano, con tutto il rispetto, ma nulla di terreno ha occhi gialli che si illuminano la notte, braccia da uomo e gambe oblunghe! a che altro posso pensare se non un demone?!
Intervistatore: Provi a interrompermi un'altra volta e la spedisco al tribunale militare di Vienna! è un favore quello che le sto facendo, un favore perché ho già troppi uomini morti sotto il mio comando e non ne voglio uno anche in tribunale, lei quella notte ha visto un traditore o un italiano che ha ucciso i nostri soldati, nulla di sovrannaturale; lei ora può dire ad alcuni dei più importanti giornalisti dell'impero che ha messo in giro queste voci per burlarsi dei suoi camerata e il comando potrebbe congedarla, con disonore ma senza ulteriori azioni.
Soldato Sebestyén Lucas: Mi sta dicendo di mentire e passare per folle pur di mettermi a tacere?
Intervistatore: Esattamente, soffrirà probabilmente l'ignominia per un mese o due in cambio della fine di ogni rapporto tra lei e l'esercito.
Soldato Sebestyén Lucas: Se dovessi rifiutarmi invece?
Intervistatore: Porteremmo avanti le accuse e lei sarebbe probabilmente impiccato.
Soldato Sebestyén Lucas: Questa è un'ingiustizia, capitano! ho mandato io stesso in rotta quella creatura e difeso i cannoni!
Intervistatore: Allora è deciso, partirà domani per Vienna, le sarà concessa una sola lettera d'addio per la famiglia, si premuri di scrivere correttamente l'indirizzo.
Soldato Sebestyén Lucas: No! la prego no!
Intervistatore: Ebbene firmi le scartoffie e chiuda la questione! ho già esaurito la mia pazienza con lei e queste fesserie, ho un lavoro da compiere.
Esito: Sebestyén Lucas ha accettato, è stato intervistato e ritirato dall'esercito come da programma.
Dopo che le voci sulla creatura hanno arrestato il loro diffondersi, il comando imperiale ha iniziato a indagare approfonditamente sugli attacchi, non riuscendo a localizzare l'ubicazione di SCP-093-IT.
Nonostante il fallimento, le incursioni da parte dell'anomalia sono comunque diminuite di numero, mettendo sotto pressione il comando del RIDIA.
Dopo la battaglia di Caporetto e la ritirata italiana sul Piave, SCP-093-IT ha compiuto, secondo le trascrizioni delle comunicazioni radio, una marcia attraverso le Alpi, tagliando per alcune vallate, tutto con l'equipaggiamento radio del RIDIA in spalla; durante lo spostamento, c'è stato un logoramento dei rapporti tra l'Istituto delle Italiche Anomalie e il soggetto.
La rottura totale dei rapporti si è verificata il 27 Ottobre del 1917; è qui disponibile l'ultima conversazione via radio di SCP-093-IT.
REGIO ISTITVTO
DELLE ITALICHE
A N O M A L I Æ
Verbale del: 27 Ottobre 1917
369: Qui 369, mi senti Aidir?
Operatore RIDIA: Sì 369, inizia rapporto settimanale.
369: L'altra volta vi ho posto una domanda; vorrei una risposta.
Operatore RIDIA: 369, conosci le procedure, non abbiamo tempo.
369: Non farò più il lavoro sporco se non risponderete.
Operatore RIDIA: Resta in attesa…
Secondo Operatore RIDIA: Vecchio mio, sono il Maresciallo.
369: Maresciallo! è una sorpresa poter risentire la sua voce.
Maresciallo: Anche per me Leon; ascoltami, per quale motivo non rispetti le procedure che ti ho insegnato? Lo sai che ci devono portare a trionfare e a liberare l'Italia.
369: Lo comprendo Maresciallo, ma io… io ho ucciso un italiano, perché combatteva con il nemico?
Maresciallo: Naturale Leon, il nemico ha parte dei nostri territori in mano sua e costringe i nostri uomini a combattere contro il nostro paese, costoro non sono che vittime di questo malato impero.
369: Ma io… io ho deciso di leggere le lettere che si portava appresso, lui scriveva a una donna e diceva di avere figli; ho controllato anche il nome ed era italiana, quindi io ho tolto il padre a degli italiani.
Maresciallo: Perché ti ho insegnato a leggere Leon?
369: Questi uomini sono italiani, non posso…
Maresciallo: Rispondi Leon.
369:…Per leggere comunicati ufficiali austriaci e riportarne a voi i contenuti.
Maresciallo: Ottimo, non leggere nessun'altra cosa se non in nostra presenza.
369: …Sì Maresciallo.
Maresciallo: Molto bene, ti rimetto in contatto con l'operatore, metti a frutto gli insegnamenti che ti ho impartito. Ora più che mai, la tua collaborazione è vitale.
369: …
Maresciallo: Leon? sei ancora in linea?
369: Maresciallo, che cosa sono io?
Maresciallo: Che domanda dovrebbe essere questa? sei un soldato.
369: Non lo so nemmeno io.
Maresciallo: Tu sei un soldato del regio esercito, agisci come tale! mi dispiace che tu abbia dovuto uccidere un compatriota, ma questa è la realtà della guerra e vedi di fartene una ragione. Fai il rapporto settimanale, è un ordine Leon!
369: Sono stanco di uccidere! È l'unica cosa che lei mi ha insegnato e io mi domando, dopo la guerra che cosa ne sarà di me?! Che ne sarà delle famiglie di quelle persone che mi ordinate di uccidere?!
Maresciallo: Questa sera pari molto nervoso, rimandiamo il rapporto a domani.
369: Mi risponda prima! Sono arrivato fino a qui compiendo il mio dovere! che ne sarà di me dopo tutto questo?! Ti prego rispondimi, ti prego…
Operatore RIDIA: Il rapporto è stato rimandato, sei pregato di chiudere la comunicazione
369: Ti prego, rispondimi…
Per circa 30 secondi si sentono dei lamenti da parte di 369 prima dell'interrompersi della trasmissione.
Nota del Maresciallo Zanirato: Quello che è successo questa sera è inaccettabile; vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane, nello sfortunato caso in cui le comunicazioni fossero totalmente interrotte, l'anomalia andrà eliminata.
Non sono disponibili ulteriori verbali del RIDIA riportanti comunicazioni radio avvenute in quel periodo con l'anomalia; si può quindi supporre che nei primi mesi del 1917, SCP-093-IT abbia terminato ogni comunicazione con l'istituto.
Per anni si è ipotizzato che, dopo essersi stabilito nelle montagne vicino al fronte, SCP-093-IT avesse iniziato a salvare i soldati feriti e dispersi nella terra di nessuno; questa ipotesi è nata dopo che alcuni di questi, giudicati dispersi, tornavano misteriosamente dai loro ufficiali, sostenendo di essere stati soccorsi da un prete di nome "Leone", ma quest'uomo non è mai stato rintracciato.
La conferma di questa storia è arrivata inaspettatamente da SCP-002-IT durante un'intervista condotta dal dottor James Aisenberg.
Qui è riportata la conversazione con l'anomalia.
<Inizio Log>
[…]
SCP-002-IT: Dottore, posso chiederle una cosa?
D: Oh, mi dica pure Piave.
SCP-002-IT: Io conoscevo un essere di buon cuore, che combatté contro gli austriaci per lunghi anni, si chiamava Leon ed era… particolare, lo conoscete? avete trovato pure lui?
D: Leo- LEON?! oh certo! penso di aver capito chi intende!
SCP-002-IT: Quella povera anima simile a una sorta di topo nero misto a un umano e vestito con la sua uniforme dell'esercito sempre sbottonata e con le maniche arrotolate.
D: È proprio lui…
SCP-002-IT: Ma pensa che roba, il lupo perde il pelo ma non il vizio; come sta?
D: È molto… molto vecchio, ma sta bene, come lo conosce? lo ha visto durante la guerra?
SCP-002-IT: Me lo ricordo ancora, gli uomini morivano vicino alle mie sponde: austriaci, italiani, ungheresi, tedeschi, slavi e così via, io li sentivo e nella notte sentivo anche qualcos'altro, un piccolo esserino forzuto che veniva e controllava i cadaveri portando via quelli con un briciolo di vita in corpo, camminando poi per chilometri e chilometri fino al suo rifugio, con le sue gambotte che parevan due stecchi. Era come un'ombra, ma rischiava comunque di essere beccato da qualche colpo d'artiglieria.
In una notte del '17 fu colpito da un proiettile vagante mentre soccorreva ingenuamente un austriaco ferito; decisi di aiutarlo.
D: Per quale motivo?
SCP-002-IT: Beh… non potevo stare a guardare mentre una creatura tanto particolare e di buon cuore perdeva la vita vicino alle mie sponde; utilizzai le acque per portarlo nel fiume insieme all'austriaco e li accolsi nella mia piccola abitazione.
D: Lei ospitò qui un austriaco quindi, non è il nemico degli italiani?
SCP-002-IT: Un uomo solo? No dottore; ma mi lasci continuare che poi perdo il filo.
Li portai da me e curai le loro ferite con delle bende, diedi poi a entrambi un pasto caldo e un letto per dormire in casa mia.
Il soldato era messo molto male e non riuscì a sopravvivere; quel piccolo scherzo della natura si rattristò non poco.
D: Beh, avere intorno a sé un italiano e un'anomalia tanto particolare deve averlo terrorizzato.
SCP-002-IT: No, non penso, era praticamente in uno stato di semi coscienza, infatti non riuscii a fargli mangiare molto, fatto sta che alla fine quel giovane morì.
D: Mentre SCP… ehm… Leon?
SCP-002-IT: Oh, lui non si pose troppe domande, era confuso da tutto l'avvenimento.
D: E come finì?
SCP-002-IT: Beh, rimase con me per un paio di giorni e parlammo tanto, eravamo entrambi molto soli e quelli erano tempi bui.
Lui mi disse di quello strano istituto che avrebbe bussato alla mia porta alla fine della guerra, del maresciallo che lo aveva addestrato, del suo rifugio, e dei soldati che aiutava; mi fece tante domande: cos'ero io, su cosa facevano i soldati quando non erano al fronte, sul concetto di famiglia e altre cose particolari a cui ho saputo più o meno rispondere.
Dopo che se ne andò mi venne a trovare qualche volta, mi considerava quasi alla stregua di un padre, parlava di tante cose, dei suoi progressi con le lingue, delle sue avventure sulle montagne, di come riuscisse a parlare con soldati tedeschi in tedesco perfetto, di come-
D: Un attimo, lui si è fatto vedere dai soldati?
SCP-002-IT: in tono indispettito ovvio, altrimenti come li curava, dottore?!
D: Ma lui è… insomma, non è proprio una persona normale con cui conversare; sai che cosa faceva dopo che li curava?
SCP-002-IT: Sì beh, lui diceva a ogni soldato di tornare dai loro ufficiali e di dire che un parroco di nome "Leone" li aveva curati, che con le ferite che avevano sarebbero tornati a casa dalle loro famiglie.
D: Ma non erano spaventati da lui?
SCP-002-IT: È probabile, ma lui era molto gentile e sapeva come far stare a proprio agio un soldato ferito; certo era un po' rozzo e molte norme di comportamento ho dovuto spiegargliele, ma secondo me riusciva a capire i loro dispiaceri; probabilmente molti di questi soldati si saranno convinti che il "Krampus della Montagna" che li aveva salvati non era mai esistito e che il loro era solo un qualche delirio febbrile.
D: Verosimile… e dopo la guerra?
SCP-002-IT: Dopo la guerra gli raccontai di… di quello che avevo fatto, del massacro che avevo compiuto e non la prese bene; uscì dalla porta di casa mia e non lo rividi mai più, purtroppo.
D: Non volle più tornare?
SCP-002-IT: No, non poté più tornare; il Regio Istituto mi scoprì in quel periodo e iniziò a tenermi sotto osservazione.
D: Oh.
SCP-002-IT: Non lo sapeva?
D: Beh, sapevo che il RIDIA ti tenne sott'occhio, ma non sapevo di Leon.
SCP-002-IT: Ma intendo, del fatto che dissi che Leon era morto…
D: No, questo non lo sapevo.
SCP-002-IT: Dissi al maresciallo Zanirato che le mie sponde inghiottirono uno strano essere misto a un topo e a quel buffo animale simile a un uomo, e così penso che smisero di cercarlo.
D: Per curiosità, come la prese Zanirato quando lei le disse della morte di Leon?
SCP-002-IT: Ah quell'uomo; quando gli comunicai la cosa mi parve abbastanza calmo; così calmo da apparire innaturale. Alla fine non deve essere stato bello pensare che il "soldato" da lui addestrato avesse fatto una fine simile, ma l'ho visto poche volte quindi potrei sbagliarmi.
D: intento a scrivere interessante, davvero molto interessante, grazie mille SCP… ehm, Piave.
SCP-002-IT: Oh ma si figuri dottore.
D: Posso farle un'ultima domanda?
SCP-002-IT: Dica pure.
D: A Leon piaceva il caffè con la grappa?
SCP-002-IT: Ridendo Apprezzava la mia cucina, ma la prima volta che assaggiò il caffè con la sgnappa rischiò di soffocarsi e mi accusò di averlo avvelenato. Trattatelo bene, e magari se possibile portatelo qui, mi piacerebbe rivederlo e preparargli risi e bisi.
D: Non le garantisco niente, ma vedremo quello che possiamo fare.
<Fine Log>
Dopo la fine della guerra e l'allontanamento da SCP-002-IT, l'anomalia si riuscì a trovare rifugio tra le montagne, nascondendosi per diversi anni. Le sue attività di limitavano alla caccia nei boschi e alla lettura libri e lettere; la documentazione accumulata era molto ampia e comprendeva una buona quantità di libri che spaziavano dai classici della letteratura ai manuali da campo.
È durante questi anni che ha preso contatti con Giovanni Sartori, un taglialegna locale con cui ha condiviso un rapporto molto stretto; con lui SCP-093-IT ha appreso le norme necessarie a vivere in una società umana, sviluppando molte abitudini che porta avanti fino ancora oggi e che fanno parte del suo quotidiano e contenimento.
Secondo le poche informazioni rilasciate direttamente da SCP-093-IT, Sartori ha tenuto nascosta l'esistenza di SCP-093-IT fino alla fine degli anni '30, quando ha invitato l'anomalia a cenare insieme alla sua famiglia.
È in questo periodo che vengono raccolte le prime testimonianze locali avvistamenti anomali nel villaggio di Malga Zonta e nelle zone limitrofe.
Non è noto come sono avvenuti gli avvistamenti, che si sono limitati a storie locali che non hanno mai coinvolto le autorità del posto.
La situazione ha continuato ad andare avanti per anni fino a che Malga Zonta è stata occupata nel 1944 da un distaccamento della polizia militare Tedesca e dal Corpo di Sicurezza del Trentino.
Ci sono stati diversi morti, principalmente partigiani combattenti locali, bersaglio del distaccamento.
Tra i civili coinvolti negli scontri, sono stati registrati anche membri della famiglia Sartori.
SCP-093-IT, trovandosi in zona, ha preso parte ai combattimenti, uccidendo parte del distaccamento del Corpo di Sicurezza Trentino per proteggere Sara Sartori .
Questo avvenimento è stato documentato in una delle prime interviste a SCP-093-IT dopo la sua cattura.
Qui riportiamo la spiegazione dei fatti, poi confermata da indagini nella zona.
Intervistatore: Dottor Zanca
Intervistato: SCP-093-IT
<Inizio Log>
Z: Salve SCP-093-IT
S: Salve un corno! che avete fatto alla bambina!?
Z: La prego di calmarsi, questo atteggiamento non porterà benefici né a lei, né a Sara.
Pausa di pochi secondi
Z: Quindi… mi può spiegare cos'è successo alla famiglia? Non eravate amici?
S: Non s'azzardi nemmeno a pensare che li abbia uccisi io, se lo tolga dalla testa e mi parli da uomo libero a uomo libero! qui la bestia siete voi che mi avete rinchiuso in una cella come un animale!
Z: Le ripeto di calmarsi, e risponda alla mia domanda.
S: sospiri Io non avrei mai torto un capello né a Giovanni, né alla sua famiglia; ho agito per difenderli. Stavo cacciando e ho sentito delle urla provenire dal villaggio di Malga Zonta; pensavo fosse qualche tedesco ubriaco che litigava con i locali e invece sentii degli spari, mitragliatrici che la gente comune non si porta appresso, nemmeno di questi tempi.
Z: E lei che ha fatto?
S: Sono corso verso il villaggio e ho visto la scena; corpi di persone, sorprese mentre cenavano; probabilmente i tedeschi volevano cogliere impreparati eventuali partigiani.
Z: Ed è intervenuto?
S: Io… io non volevo; erano tanti e ben armati, non potevo fare nulla per aiutare quella povera gente.
Z: Quindi ha lasciato che l'eccidio continuasse?
S: Non avevo alcun dovere morale verso quelle persone, non volevo uccidere ancora; ho passato due anni della mia vita a farlo seguendo gli ordini ingenuamente e andando a ficcare lame nella gola di padri di famiglia. Ho preso la vita di troppe persone e non ne prenderò altre.
Z: Stiamo andando fuori tema; che è successo dopo?
S: Fuori tema… sentilo con che razza di superiorità ti poni verso di me, ometto.
Z: Faccio solo il mio dovere, mi racconti tutto e questo interrogatorio finirà presto.
S: Esita qualche secondo prima di riprendere a parlare Sono corso verso la casa di Giovanni ma ero dall'altra parte della collina; se i tedeschi avessero voluto lo avrebbero potuto raggiungere prima di me. Pioveva che Dio la mandava, ho cercato di essere il più veloce possibile e ho pregato Nostro Signore che arrivasse lì prima di me, ma poi ho iniziato a sentire delle voci, ridevano e scherzavano in italiano, e un odore mi ha riempito il naso, un odore di sangue, tanto forte che ho lacrimato…sospira e si copre il volto con la mano
Mi dia un attimo…
Z: Prenda il tempo che le serve.
Dopo un minuto, SCP-093-IT continua l’intervista
S: Quattro uomini, armati di mitragliatrici, ridevano, scherzavano e fumavano davanti al corpo di Giovanni e di suo figlio Mario; ho dato un’occhiata alla casa e ho subito capito che erano stati trascinati fuori, in mezzo al fango.
Z: Sa perché li hanno attaccati?
S: Penso che Mario si fosse immischiato in qualche affare con la resistenza, oppure aveva dimenticato il tesserino di appartenenza al partito fascista; non c’è motivo valido che tenga, quelle bestie lo hanno fatto per il gusto di sparare a qualcosa.
Z: E lei come ha agito?
SCP-093-IT per un attimo non risponde, poi richiede di poter accendere un sigaro; all'autorizzazione del dottore, una guardia tira fuori un accendino.
S: Grazie.
Z: Non si preoccupi, viola i protocolli di sicurezza ma penso proprio che ne abbia bisogno.
un minuto di pausa durante il quale si riporta il lacrimare dell’anomalia.
S: Non ci ho più visto dalla rabbia… mi hanno tolto tutto e mi sono lasciato andare; non provavo sensazioni simili da anni e non è stato facile.
Sono corso contro uno dei due ragazzi, gli ho strappato la gola con un morso e ho approfittato della sorpresa per buttare una cartuccia di Carcano contro il compagno. Ho aggirato i due nella casa salendo sul tetto e passando da una finestra aperta sul lato, cogliendoli di sorpresa ho sparato al primo e trafitto il secondo con la baionetta.
Ricordo poi di essermi fermato, di nuovo coperto dal sangue caldo, ho sentito dei leggeri respiri singhiozzanti provenienti dal camerino delle scope; l’ho aperto scardinando la porta senza volerlo e mi sono trovato faccia a faccia con la piccola Sara, ha urlato, terrorizzata.
Ho provato a calmarla, non mi venivano le parole, ho farfugliato qualcosa sull’attendermi e l’ho chiusa bloccando la porta con una sedia.
Z: Per quale motivo?
S: Perché avevo paura, quando l’ho vista il mio cuore e i miei battiti si sono fatti improvvisamente più pesanti; quella bambina mi ha riportato alla realtà facendomi vergognare per quello che avevo appena fatto. Mi sono seduto per terra per riprendere fiato, ma nemmeno il tempo di rimuginare un attimo che mi sono accorto di altre due voci lontane: una dal tono perplesso, quasi spaventata, l'altra scocciata; poi dei flebili respiri e la voce debole di una donna che riconobbi, Anna, la madre di Sara.
Non ero pronto per quello spettacolo.
Z: Che cosa le hanno fatto?
S: L'avevano violata… io non ho organi riproduttivi e non ho mai capito quello che gli uomini normali chiamano "amore" nel senso più intimo del termine, ma Giovanni mi aveva insegnato il suo valore, la sua importanza per le persone comuni; sentivo che lei soffriva.
Ne ho approfittato e ho sparato il primo colpo prima che potessero togliere la sicura dai fucili, e poi l’ho vista… la barbarie; i suoi bellissimi capelli sempre ordinati erano tutti scompigliati, in un punto glieli avevano probabilmente tirati tanto da strapparle una ciocca intera, e il suo volto deformato, gonfio di botte. Mi ha guardato con le lacrime sul viso viso, si è spenta davanti a me, stava soffocando nel suo stesso sangue, probabilmente una costola aveva forato i polmoni…
Z: Cos’è successo dopo?
Il soggetto rimane in silenzio per qualche secondo, continuando a fumare il sigaro.
Z: Ebbene?
SCP-093-IT guarda il dottor Zagara per qualche secondo e sospira.
S: Ebbene… ho fatto scempio dei loro corpi; li ho pugnalati tante, tante volte; uno di loro era ancora vivo; nonostante mi pregasse di non ucciderlo con le lacrime agli occhi, ho preso il coltello e l’ho torturato, colpivo solo i punti non vitali per prolungare il più possibile la sua sofferenza, l’ho poi finito tranciandogli lo stomaco… non potrò mai scordarlo, sono stato inutilmente crudele.
Comunque sia, decidetti di recuperare la bambina e portarla via nel mio rifugio in montagna; sapevo che ci avrebbero cercato, quindi ho recuperato la bambina e sono partito alla volta del rifugio.
Il giorno sono tornato per seppellire con le mie mani i corpi di coloro che consideravo parte della mia famiglia.
Z: Va bene SCP-093-IT, per oggi abbiamo finito, riprenderemo domani. Interrompo il nastro. Grazie per la collaborazione, sei stato molto esaustivo.
<Fine Log>
Dopo la vicenda, SCP-093-IT si è preso cura della bambina nel suo rifugio in montagna fino al termine della guerra e alla resa delle forze dell'Asse; da quel momento in poi si sono spostati nella vecchia casa di famiglia dove l’anomalia ha aiutato la bambina recuperando da sé tutti i beni di prima necessità e fungendo da figura paterna sostitutiva.
SCP-093-IT è risultato essere un padre protettivo, preoccupandosi dell’educazione di Sara Sartori e permettendole di frequentare la scuola elementare locale; le spese da essa derivanti sono state coperte dai risparmi che la famiglia ha nascosto in casa e, finiti quelli, dalla vendita di una parte della riserva di armamenti recuperati durante la guerra e conservati nel rifugio di montagna.
Queste attività della bambina hanno insospettito la popolazione portando a domande e speculazioni sulla natura della famiglia di Sara, questi hanno alimentato le dicerie riguardanti un mostro in casa Sartori.
La Fondazione è stata coinvolta dopo la denuncia di un avvistamento anomalo da parte di una maestra delle scuole medie locali che, andata a indagare sullo stato della famiglia della sua alunna, avrebbe avvistato da una finestra SCP-093-IT; una squadra della Fondazione in borghese è stata inviata sul luogo e ha catturato l’anomalia, l’operazione è stata facilitata dalla sua età avanzata e la squadra non ha riscontrato difficoltà.
Sara Sartori è stata interrogata dalla Fondazione per verificare le versioni dei fatti fornite da SCP-093-IT e per comprenderne meglio la natura.
È stata necessaria una terapia durata due anni per poter modificare radicalmente il ricordo dell’allora quindicenne ragazza, ma nonostante tutto, i ricordi legati all'anomalia continuavano a riaffiorare.
Sono state valutate diverse opzioni, compresa la terminazione, ma a causa delle pressioni della Sezione Etico Morale e i timori di ripercussioni nelle relazioni con il SISMA e lo stato, si è scelto di dare alla ragazza una nuova famiglia. Si è optato per un agente della SPeV-I e sua moglie, incaricati di allontanare la ragazza dall’anomalo e farla crescere in un ambiente normale.
A Sara Sartori è stato fatto credere di aver avuto delle allucinazioni legate allo shock per la perdita dei genitori e non le è stata resa nota dell’esistenza della Fondazione, tanto meno il contenimento di SCP-093-IT.
SCP-093-IT è stato studiato per anni, fino a che nel 1970 è avvenuta la sua classificazione a "Gödel" e lasciato in contenimento in attesa della sua eventuale morte naturale.
L'anomalia non è mai collaborativa, dopo aver capito che non avrebbe più rivisto Sara e che non sarebbe più uscito dalla struttura, si è ritirato in un silenzio forzato, mai rotto e che ha obbligato i ricercatori a conoscere la sua vita attraverso una approfondita ricerca d’archivio.
Ad oggi SCP-093-IT interagisce con l'agente Pettinari, con cui parla qualche volta di armi e dei tempi della guerra quando si trova con lui al poligono di tiro, con il Dottor Verani con cui si limita a qualche richiesta occasionale, con alcune anomalie umanoidi nelle ore all'aria aperta e con SCP-002-IT che dopo l'intervista del 20██ con il dottor James Aisenberg ha fatto richiesta di intraprendere una corrispondenza postale.
SCP-002-IT ed SCP-093-IT si sono riavvicinati e il loro rapporto d'amicizia si è ristabilito; i due hanno fatto molteplici richieste per incontrarsi, ma sono state negate poiché non sono considerate utili ai fini di ricerca.
Attualmente, SCP-093-IT ha un'età che si aggira tra i 105 e i 110 anni, ma il suo fisico sta cedendo e ha perso buona parte delle sue abilità motorie e sensoriali, con l'udito che oramai è arrivato a essere inferiore a quello di un umano adulto medio.
Ci si aspetta che entro il 2025 il suoi organi vitali cessino di funzionare a dovere.
Addendum 18 Dicembre 2019: La dottoressa Airaghi ha esposto la situazione dell'anomalia alla Sezione Etico Morale, con S5-7 che ha portato avanti la questione di SCP-093-IT ai sovrintendenti della branca italiana; dopo aver analizzato attentamente la storia della creatura e le motivazioni della dottoressa, le hanno concesso un permesso straordinario per interagirvi liberamente, oltre che una serie di permessi speciali per 093-IT.
Premessa: La dottoressa è entrata per la prima volta dopo aver ricevuto il permesso speciale nella cella di SCP-093-IT portandosi dietro un vecchio album preso dai suoi alloggi.
A: Leon?
SCP-093-IT: Si gira per controllare chi è entrato, dopo di che, torna a leggere il giornale come se nulla fosse.
A: Sono tanto felice di vederti, non puoi immaginare quanto.
SCP-093-IT: Si gira stranito.
A: Leon, io sono la dottoressa Angela Airaghi, sono la nipote di Sara Sartori.
SCP-093-IT: La nipote… scusi? Non sono sicuro di aver sentito, l’udito mi ha quasi abbandonato…
A: Hai capito bene, sono la nipote della piccola Sara.
SCP-093-IT lascia il giornale e scende dalla sedia, mettendosi faccia a faccia con la dottoressa, e la guarda, con occhi lucidi.
SCP-093-IT: Davvero? Sei nipote di Sara? La mia piccola Sara?
A: Sì Leon, non ti hanno mai informato di quello che le è successo dopo che siete stati separati; ebbene, a lei è stata assegnata una famiglia che lavorava per la Fondazione e nonostante tutti i tentativi che sono stati compiuti farle dimenticare gli anni che hai passato con lei, non sono mai riusciti a cancellare i ricordi e il legame che avevate creato. Avrebbe tanto voluto incontrarti Leon; ha provato tante volte a raggiungerti, ha fatto moltissime richieste che sono rimaste inascoltate, ma anche nelle sue ultime volontà ha espresso il desiderio di liberarti dal contenimento, e io ho deciso di seguire le sue volontà, facendo abbastanza rumore da smuovere i piani alti, e ora sono qui Leon.
SCP-093-IT: Ultime volontà… la mia piccola Sara è…
SCP-093-IT si è inginocchiato e ha iniziato a piangere; la dottoressa Airaghi è rimasta con lui per un paio d'ore.
Durante le due ore insieme, l'anomalia e la dottoressa hanno visionato insieme un album di famiglia ricco di foto che Airaghi ha poi lasciato a SCP-093-IT alla fine della visita.
Nell'album vi era anche una lettera, scritta da Sara Sartori sul letto di morte.
Caro Leon
Spero che un giorno questa lettera ti arrivi e che tu possa leggerla.
Voglio ringraziarti, voglio ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me e per la mia famiglia; dopo che ci hanno forzato a separarci mi hanno trattenuto nella struttura per due anni, dandomi farmaci e droghe per cercare di farmi dimenticare di te, ma non ce l'hanno mai fatta. Mi hanno anche assegnato a un'amorevole famiglia che ha tentato in ogni modo di sopprimere i ricordi che avevo, ma nonostante i loro migliori sforzi, non ci sono mai riusciti.
Non potrò mai dimenticare la prima volta che il nonno ti ha portato al nostro tavolo, eri spaventato almeno quanto noi e nonostante questo riuscivi a sorriderci.
Non potrò mai dimenticare la notte in cui hanno ucciso i miei genitori e i tuoi occhi pieni di vergogna quando mi hai trovata nascosta nello sgabuzzino, avevi la pelliccia e la bocca zuppi di sangue e cercasti comunque di nasconderlo per non spaventarmi.
Non potrò mai dimenticare la paura che ho provato quella notte mentre mi portavi nel nostro rifugio di montagna per proteggermi.
Non potrò mai dimenticare nemmeno le notti insonni a causa degli incubi, i colpi di fucile e le urla; tu per farmi dormire ti mettevi vicino a me e mi raccontavi le storie dell'uomo del Piave che creava l'argento dalle acque del suo fiume.
Non potrò mai dimenticarti Leon, e non lo potranno fare nemmeno tutti i soldati da te salvati durante la guerra; sai, molti sono riuscita a rintracciarli grazie alle lettere nascoste nel tuo vecchio rifugio, alcuni erano ormai morti da tempo, ma molti hanno raccontato ai loro bambini la storia del Krampus che li ha salvati da morte certa e a cui loro, in cambio, hanno insegnato la loro lingua d'origine.
Vorrei tanto parlarti di persona, ma il Signore mi sta chiamando a lui; non posso lamentarmi, ho vissuto una vita lunga, tutto sommato felice e di cui sei stato una parte importante.
Mi dispiace averti perso così all'improvviso, vorrei che le cose fossero andate diversamente per te e per la nostra famiglia.
Spero di poterti rivedere insieme al nonno Giovanni, mamma e papà.
Grazie.
La tua piccola Sara.
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