Crediti
Autore:
Dr Pistos
Articolo vincitore del concorso estivo 2020
Tag del concorso: Senziente, Scimmiesco, Muride.
Pagina del concorso
Ringrazimenti Speciali a:
Dr Pisy che mi ha personalmente aiutato a correggere gli errori della primissima versione di questo articolo e che si è preso la briga di recensire approfonditamente tutte le bozze del concorso, dando molti consigli utili a tutti noi partecipanti.
Si ringraziano poi tutti i membri della community che hanno speso un po' del loro tempo per leggere e/o recensire questa bozza.
Grazie davvero.
Elemento: SCP-093-IT
Classe dell'Oggetto: Gödel
Procedure Speciali di Contenimento: SCP-093-IT deve essere contenuto in una cella standard del Sito Iride.
La creatura è da considerarsi come non ostile; nonostante questo, il personale non è autorizzato ad interagire con essa senza previo permesso direttore o del vicedirettore.
Interazioni accidentali o di poco conto con l'anomalia non porteranno a misure disciplinari.
I viveri devono essere consegnati all'anomalia nella sua cella; essa segue la normale dieta del personale di stanza nel sito.
Premessa: Queste sono una serie di autorizzazioni ottenuto da SCP-093-IT nel suo lungo periodo di permanenza nel sito Iride.
- Quotidiani: consegnabili tutti i giorni a meno di complicanze
- Sigari: da consegnare una volta ogni settimana una confezione da sette sigari
- Libri a richiesta: non vi sono controindicazioni nella consegna di libri
- Ore di aria aperta: concessa ogni due giorni insieme ad anomalie umanoidi minori a meno di complicanze
- Ora di tiro: una volta alla settimana, l'agente Pettinari ha l'autorizzazione di parlare ed interagire con l'anomalia, ed essendo lui capo dell'armeria del sito ha la responsabilità verso gli equipaggiamenti usati
Descrizione: SCP-093-IT è un essere umanoide dalle dimensioni inferiori a quelle di un umano medio adulto (altezza: 1,10m) e dalle fattezze miste.
Gli animali da cui SCP-093-IT prende le sembianze sono principalmente della famiglia dei Muridi, da cui prende le forme delle zampe, le orecchie e i sensi dell'udito e dell'olfatto particolarmente sviluppati, e da Pan troglodytes da cui riprende la pelliccia e l'agilità fuori dalla norma.
L'anomalia è capace di vocalizzare senza difficoltà grazie al suo apparato boccale umano e possiede un quoziente intellettivo compreso nella media; inoltre è molto competente in materia militare e in materia linguistica; nonostante questo, le interazioni significative con essa sono state limitate a causa dell'atteggiamento di sfiducia che l'anomalia prova nei confronti del personale; di conseguenza, buona parte delle informazioni qui riportate derivano da documentazione risalente ai tempi del RIDIA.
Il primo documento a nostra disposizione è un rapporto del ricercatore "Vincenzo Pagot", scritto nel periodo della prima guerra mondiale.
REGIO ISTITVTO
DELLE ITALICHE
A N O M A L I Æ
Rapporto Numero: ████-369
Sono oramai anni che sperimentiamo con incroci tra animali e uomini, ma finalmente siamo arrivati a una voluta conclusione.
Il maresciallo Zanirato quest'oggi ha comunicato che l'addestramento militare speciale della creatura è, finalmente, terminato; ahimè è l'unica che siamo riusciti a produrre correttamente, ma ce la faremo bastare per il campo di battaglia.
Il programma è stato mostrato al generale Cadorna che ha deciso di usare la nostra creazione come sabotatore dietro le linee nemiche.
Ci terremo in contatto con la creatura attraverso nuove tecnologie per la comunicazione a onde radio, preparate per l'occasione.
Speriamo che questo tanto sofferto progetto volga in nostro favore, che le notti insonni siano valse qualcosa.
Un telegramma è stato poi consegnato nel 1915 a Pagot:
TELEGRAMMA - ESPRESSO DI STATO
Oggi, 23 Giugno, pacco 369 ha raggiunto il fronte.
Apparecchiatura radio funzionante e operativa.
Equipaggiamento consegnato.
OPERAZIONE RIUSCITA
Agente Trebbiani
A. Trebbiani
Ad oggi si è certi, dopo numerose ricerche, che il numero 369 fosse stato assegnato a SCP-093-IT e che questo messaggio segnalò il suo effettivo arrivo al fronte; sono poi disponibili alcuni verbali che attestano le comunicazioni con l'anomalia e, buona parte di questi, sono istruzioni da parte degli agenti del RIDIA sui versanti delle trincee Austro-Ungariche da colpire.
Negli anni sono stati analizzati i rapporti dell'epoca redatti dall'esercito imperiale Austriaco nelle quali si attestano diverse morti di soldati, provocate con un'arma da taglio e corrispondenti per data e locazione agli ordini inviati a SCP-093-IT.
Spesso questi attacchi sono stati attribuiti a incursioni degli italiani, ma non vi sono prove effettive che il regio esercito abbia operato quelle zone; inoltre è stata scartata l'ipotesi di attacchi portati avanti dagli Arditi poiché le prime divisioni di questo gruppo verranno formate solo nel 1917.
Dopo attente ricerche si è giunti alla conclusione che l'esercito imperiale avesse archiviato queste morti attribuendole agli italiani per poter mettere a tacere le voci secondo le quali una creatura demoniaca, solitamente identificata come un Krampus, si aggirava dietro le linee del fronte attaccando i soldati nella notte.
In particolare, abbiamo a disposizione il verbale di un interrogatorio a un soldato ungherese che inquadra precisamente l'atteggiamento del governo imperiale sul caso del "Krampus".
RAPPORTO MILITARE: Soldato Sebestyén Lucas
Premessa: Il soldato Lucas è stato un attore preminente per la diffusione della storia del "Krampus"; è stato quindi deciso di proporre un accordo di congedo.
Intervistatore: Buongiorno.
Soldato Sebestyén Lucas: Buongiorno, capitano.
Intervistatore: Si sieda per favore.
Soldato Sebestyén Lucas: Oh, sì mi scusi.
Intervistatore: Dunque, lei si rende conto della gravità delle sue azioni? Le dicerie che ha messo in giro hanno portato il panico nel reggimento e si stanno diffondendo per tutto il fronte.
Soldato Sebestyén Lucas: Ma le posso giurare che sono onesto, sull'onore di mia madre capitano, le dico che io ho visto un Krampus quella notte, sono sopravvissuto ad un suo attacco e ho salvato l'artiglieria dalle sue azioni.
Intervistatore: Non dica fesserie; ho un documento che attesta la sua esperienza, e sarebbe molto utile se lei iniziasse a dire la verità riguardo questo gruppo di italiani infiltratisi nelle nostre…
Soldato Sebestyén Lucas: Capitano, con tutto il rispetto, ma gli italiani non hanno occhi gialli che si illuminano la notte, il pelo e il muso allungato in avanti.
Quel coso era un demone! Se non un Krampus un demone! E io l'ho visto, vi prego, credetemi.
Intervistatore: Provi a interrompermi un'altra volta e la spedisco in un tribunale militare di Budapest. Lei quella notte ha visto degli italiani che come dei selvaggi hanno trucidato i nostri soldati, se lei potesse dire di più su questi barbari ad alcuni dei più importanti giornalisti dell'impero, noi potremmo decidere che lei non è nelle condizioni di tornare al fronte dopo la ferita alla gamba infertagli da uno di quei soldati che lei ha fieramente combattuto, come ogni suo commilitone dovrebbe fare.
Soldato Sebestyén Lucas: Mi… mi sta dicendo di mentire e passare come un bugiardo davanti a tutti i miei compagni?
Intervistatore: Non come un bugiardo, ma come un eroe scioccato da quello che gli è successo.
Soldato Sebestyén Lucas: Se dovessi rifiutarmi invece?
Intervistatore: Verrebbe giudicato da un tribunale militare per sabotaggio del morale dei soldati e collaborazione con l'esercito italiano.
Soldato Sebestyén Lucas: Io non ho alcuna scelta! questa è un'ingiustizia, capitano! La prego, mi creda, io ho visto con i miei occhi quella creatura, non sono pazzo!
Intervistatore: Per favore soldato Lucas, non continui con questa storia; io personalmente penso che lei sia rimasto scioccato da quello che è successo ai suoi compagni e dagli orrori a cui ha dovuto assistere in questo anno di servizio; per favore, accetti l'offerta che le è stata data e cerchi di dimenticare quello che le è successo.
Soldato Sebestyén Lucas: Io ho detto solo la verità, sono sicuro di avere visto quella cosa… io… io non penso di aver avuto un'allucinazione.
Intervistatore: Figliolo, per favore, firma questo documento e chiudiamo qui la questione.
Esito: Sebestyén Lucas ha accettato, è stato intervistato e ritirato dall'esercito come da programma; l'intervista ha contribuito a placare gli animi tra i nostri soldati e scongiurare il panico causato da queste storielle dell'orrore; ora non ci resta che arrivare a capo di questa situazione e trovare i maiali che hanno provocato tutto questo.
Dopo che le voci sulla creatura furono, quanto meno, arrestate dal diffondersi ulteriormente, il comando imperiale iniziò a indagare approfonditamente sugli attacchi, ma non riuscì mai a trovare l'ubicazione di SCP-093-IT; nonostante il fallimento di queste spedizioni, gli attacchi iniziarono a diminuire in numero e intensità, mettendo sotto pressione il comando del RIDIA.
Dopo la battaglia di Caporetto e la ritirata italiana sul Piave, SCP-093-IT dovette compiere, secondo le trascrizioni delle comunicazioni radio, una lunga marcia attraversando le Alpi e tagliando per alcune vallate, tutto con l'equipaggiamento radio del RIDIA sulle spalle.
Durante questa marcia, pare esserci stato un logoramento dei rapporti con l'Istituto delle Italiche Anomalie.
La rottura totale dei rapporti pare essersi verificata il 27 Ottobre del 1917; è qui disponibile l'ultima conversazione via radio di SCP-093-IT.
REGIO ISTITVTO
DELLE ITALICHE
A N O M A L I Æ
Verbale del: 27 Ottobre 1917
369: Qui 369, mi senti Aidir?
Operatore RIDIA: Sì 369, inizia rapporto settimanale.
369: L'altra volta vi ho posto una domanda; vorrei una risposta.
Operatore RIDIA: 369, conosci le procedure, non abbiamo tempo.
369: Non farò più il lavoro sporco se non risponderete.
Operatore RIDIA: Resta in attesa…
Secondo Operatore RIDIA: Vecchio mio, sono il Maresciallo.
369: Maresciallo! è una sorpresa poter risentire la sua voce.
Maresciallo: Anche per me Leon; ascoltami, per quale motivo non rispetti le procedure che ti ho insegnato? Lo sai che ci devono portare a trionfare e a liberare l'Italia.
369: Lo comprendo Maresciallo, ma io… io ho ucciso un italiano, perché combatteva con il nemico?
Maresciallo: Naturale Leon, il nemico ha parte dei nostri territori in mano sua e costringe i nostri uomini a combattere contro il nostro paese, costoro non sono che vittime di questo malato impero.
369: Ma io… io ho deciso di leggere le lettere che si portava appresso, lui scriveva a una donna e diceva di avere figli; ho controllato anche il nome ed era italiana, quindi io ho tolto il padre a degli italiani.
Maresciallo: Perché ti ho insegnato a leggere Leon?
369: Maresciallo la prego, questi uomini sono italiani, non posso…
Maresciallo: Rispondi Leon.
369:…Per leggere comunicati ufficiali austriaci e riportarveli a voi in base.
Maresciallo: Ottimo, non leggere nessun'altra cosa se non in nostra presenza, chiaro?
369: …Sì Maresciallo.
Maresciallo: Molto bene, ti rimetto in contatto con l'operatore, per favore, metti a frutto gli insegnamenti che ti ho impartito, ci serve la tua collaborazione ora più che mai in questo momento disperato.
369: …
Maresciallo: Leon? sei ancora in linea?
369: Maresciallo, che cosa sono io?
Maresciallo: Che domanda dovrebbe essere questa? sei un soldato, cos'altro dovresti essere?
369: Non lo so nemmeno io.
Maresciallo: Leon, facta non verba, tu sei un soldato del regio esercito, quindi vedi di agire come tale; mi dispiace che tu abbia dovuto uccidere un compatriota, ma questa è la realtà della guerra e vedi di fartene una ragione; ora fai il rapporto settimanale, è un ordine Leon!
369: Sono stanco di uccidere! È l'unica cosa che lei mi ha insegnato e io mi domando, dopo la guerra che cosa ne sarà di me?! Che ne sarà delle famiglie di quelle persone che mi ordinate di uccidere?!
Maresciallo: Questa sera mi pari molto nervoso, rimandiamo il rapporto a domani; vedi di rispondere 369, è meglio per tutti quanti.
369: Mi risponda prima! Sono arrivato fino a qui compiendo il mio dovere! che ne sarà di me dopo tutto questo?! Ti prego rispondimi, ti prego…
Operatore RIDIA: Il rapporto è stato rimandato, sei pregato di chiudere la comunicazione
369: Ti prego rispondimi…
Per circa 30 secondi si sentono dei lamentii da parte di 369 prima dell'interrompersi della trasmissione.
Nota del Maresciallo Zanirato: Quello che è successo questa sera è inaccettabile; vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane, nello sfortunato caso in cui le comunicazioni fossero totalmente interrotte, darò io stesso l'ordine di eliminare 369.
Non sono disponibili ulteriori verbali del RIDIA riportanti comunicazioni radio avvenute in quel periodo con l'anomalia; si può quindi supporre che nel nei primi mesi del 1917, SCP-093-IT abbia terminato ogni comunicazione con l'istituto.
Per anni si è ipotizzato che, dopo essersi stabilito nelle montagne vicino al fronte, SCP-093-IT avesse iniziato a salvare i soldati feriti e dispersi nella terra di nessuno; questa ipotesi è nata dopo che alcuni di questi, giudicati dispersi, tornavano misteriosamente dai loro ufficiali, sostenendo di essere stati soccorsi da un prete di nome "Leone", ma quest'uomo non è mai stato rintracciato.
La conferma di questa storia è arrivata inaspettatamente da SCP-002-IT durante un'intervista condotta dal dottor James Aisenberg.
Qui è riportata la conversazione con l'anomalia.
<Inizio Log>
[…]
SCP-002-IT: Dottore, posso chiederle una cosa?
D: Oh, mi dica pure Piave.
SCP-002-IT: Io conoscevo un essere di buon cuore, che combatté contro gli austriaci per lunghi anni, si chiamava Leon ed era… particolare, lo conoscete? avete trovato pure lui per caso?
D: Leo- LEON?! oh certo! penso di aver capito chi intende!
SCP-002-IT: Quella povera anima simile a una sorta di topo nero misto a un umano e vestito con la sua uniforme dell'esercito sempre sbottonata e con le maniche arrotolate.
D: È proprio lui…
SCP-002-IT: Ma pensa che roba, il lupo perde il pelo ma non il vizio vedo; come sta?
D: È molto… molto vecchio, ma sta bene; come lo conosce? lo ha visto durante la guerra?
SCP-002-IT: Me lo ricordo ancora, qualche volta gli uomini morivano vicino alle mie sponde; austriaci, italiani, ungheresi, tedeschi, slavi e così via, e io li sentivo, ma nella notte sentivo anche qualcos'altro, un piccolo esserino forzuto che veniva e controllava i cadaveri portando via quelli con un briciolo di vita in corpo, camminando poi per chilometri e chilometri fino al suo rifugio, con le sue gambotte che parevan due stecchi. Era come un'ombra, ma rischiava comunque di essere beccato da qualche colpo d'artiglieria.
In una notte del '17 fu colpito da un proiettile vagante mentre soccorreva ingenuamente un austriaco ferito; decisi allora di aiutarlo.
D: Per quale motivo lo volle aiutare?
SCP-002-IT: Beh… non potevo stare a guardare mentre una creatura tanto particolare e di buon cuore perdeva la vita vicino alle mie sponde; utilizzai le acque per portarlo nel fiume insieme all'austriaco e li accolsi nella mia piccola abitazione.
D: Lei ospitò qui un austriaco quindi, non è il nemico degli italiani?
SCP-002-IT: Un uomo solo? No dottore, un esercito è il nemico; ma mi faccia terminare.
Li portai da me e curai le loro ferite con delle bende, diedi poi a entrambi un pasto caldo e un letto per dormire in casa mia.
Il soldato era messo molto male e non riuscì a sopravvivere; quel piccolo scherzo della natura si rattristò non poco.
D: Beh, avere intorno a sé un italiano e un'anomalia tanto particolare deve averlo terrorizzato.
SCP-002-IT: No, non penso, era praticamente in uno stato di semi coscienza, infatti non riuscii a fargli mangiare molto, fatto sta che alla fine quel giovane morì.
D: Mentre… ehm… Leon?
SCP-002-IT: Oh, lui non si pose troppe domande, era molto confuso da tutto l'avvenimento.
D: E come finì?
SCP-002-IT: Beh, rimase con me per un paio di giorni e parlammo tanto, eravamo entrambi molto soli e quelli erano tempi bui.
Lui mi disse di quello strano istituto che avrebbe bussato alla mia porta alla fine della guerra, del maresciallo che lo aveva addestrato, del suo rifugio, e dei soldati che aiutava; mi fece tante domande: cos'ero io, su cosa facevano i soldati quando non erano al fronte, sul concetto di famiglia e altre cose particolari a cui ho saputo più o meno rispondere.
Dopo che se ne andò mi venne a trovare qualche volta, mi considerava quasi alla stregua di un padre, parlava di tante cose, dei suoi progressi con le lingue, delle sue avventure sulle montagne, di come riuscisse a parlare con soldati tedeschi in tedesco perfetto, di come-
D: Un attimo, lui si è fatto vedere dai soldati?
SCP-002-IT: in tono indispettito ovvio, altrimenti come li curava, dottore?!
D: Ma lui è… insomma, non è proprio una persona normale con cui conversare; sai che cosa faceva dopo che li curava?
SCP-002-IT: Sì beh, lui diceva a ogni soldato di tornare dai loro ufficiali, di dire che un parroco di nome "Leone" li aveva curati e con le ferite che avevano sarebbero tornati a casa dalle loro famiglie.
D: Ma non erano spaventati da lui?
SCP-002-IT: È probabile, ma lui era molto gentile e sapeva come far stare a proprio agio un soldato ferito; certo era un po' rozzo e molte norme di comportamento ho dovuto spiegargliele, ma secondo me riusciva a capire i loro dispiaceri; probabilmente molti di questi soldati si saranno convinti che il "Krampus della Montagna" che li aveva salvati non era mai esistito e che il loro era solo un qualche delirio febbrile.
D: Verosimile… e dopo la guerra?
SCP-002-IT: Dopo la guerra gli raccontai di… di quello che avevo fatto, del massacro che avevo compiuto e non la prese bene; uscì dalla porta di casa mia e non lo rividi mai più, purtroppo.
D: Non volle più tornare?
SCP-002-IT: No, non poté più tornare; il Regio Istituto mi scoprì in quel periodo e iniziò a tenermi sotto osservazione.
D: Oh.
SCP-002-IT: Non lo sapeva?
D: Beh, sapevo che il RIDIA ti tenne sott'occhio, ma non sapevo di Leon.
SCP-002-IT: Ma intendo, del fatto che dissi che Leon era morto…
D: No, questo non lo sapevo.
SCP-002-IT: Dissi al maresciallo Zanirato che le mie sponde inghiottirono uno strano essere misto a un topo e a quel buffo animale simile a un uomo, e così penso che smisero di cercarlo.
D: Per curiosità, come la prese Zanirato quando lei le disse della morte di Leon?
SCP-002-IT: Ah quell'uomo; quando gli comunicai la cosa mi parve abbastanza calmo; così calmo da apparire innaturale. Alla fine non deve essere stato bello pensare che il "soldato" da lui addestrato avesse fatto una fine simile; ma io l'ho visto poche volte quindi potrei sbagliarmi.
D: intento a scrivere interessante; davvero molto interessante, grazie mille SC… ehm, Piave.
SCP-002-IT: Oh ma si figuri dottore.
D: Posso farle un'ultima domanda?
SCP-002-IT: Dica pure.
D: A Leon piaceva il caffè con la grappa?
SCP-002-IT: Ridendo Apprezzava la mia cucina, ma la prima volta che assaggiò il caffè con la sgnappa rischiò di soffocarsi e mi accusò di averlo avvelenato. Trattatelo bene, e magari se possibile portatelo qui, mi piacerebbe rivederlo e preparargli risi e bisi.
D: Non le garantisco niente, ma vedremo quello che possiamo fare.
<Fine Log>
Dopo la fine della guerra e l'allontanamento da SCP-002-IT, l'anomalia si rifugiò tra le montagne per svariati anni, e passò il tempo andando a caccia nei boschi e leggendo libri e lettere; la documentazione da lui accumulata era molto ampia e comprendeva una buona quantità di libri che spaziavano dai classici della letteratura ai manuali da campo.
Durante questi anni riuscì a farsi amico un taglialegna, tale Giovanni Sartori, con cui ebbe un rapporto molto stretto; con lui SCP-093-IT imparò a comportarsi correttamente in una società umana, sviluppando molte abitudini che ha portato avanti fino ai giorni nostri, quali leggere il quotidiano e fumare sigari.
Secondo le informazioni in nostro possesso, il signor Sartori tenne nascosta l'esistenza di SCP-093-IT per anni.
Fu solo alla fine degli anni '30 che invitò l'anomalia a cenare insieme alla sua famiglia e da questo momento in poi, nel villaggio di Malga Zonta e nelle zone limitrofe iniziarono a circolare voci di un mostro che si aggirava nei boschi, ma non è ben chiaro come queste siano trapelate.
La situazione continuò ad andare avanti per anni fino a che Malga Zonta fu attaccata nel 1944 da un distaccamento della polizia militare Tedesca e dal Corpo di Sicurezza del Trentino.
I morti furono molti, principalmente partigiani combattenti contro le forze dell'asse; tra questi vi sono anche i componenti della famiglia Sartori.
SCP-093-IT, trovandosi in zona, si scontrò con i militari lì presenti, uccidendoli tutti e recuperando l'unica sopravvissuta, Sara Sartori .
Questo avvenimento è stato documentato in una delle prime interviste a SCP-093-IT dopo la sua cattura.
Qui riportiamo la spiegazione dei fatti, poi confermata da alcune indagini nella zona.
<Inizio Log>
Intervistatore: Dottor Zanca
Intervistato: SCP-093-IT
Z: Salve SCP-093-IT
S: Salve un corno! Voglio tornare a casa! Che avete fatto alla bambina!?
Z: La prego di calmarsi; questo atteggiamento non porterà benefici né a lei, né alla bambina.
Vi è qualche secondo di silenzio
Z: Quindi… mi può spiegare cos'è successo ai genitori e ai parenti della piccola? Non eravate amici?
S: Non s'azzardi nemmeno a pensare che li abbia uccisi io, non voglio nemmeno sentire questa retorica di superiorità! Come ho detto diverse volte anche ai suoi colleghi, io sono anche più umano di voi, che mi tenete chiuso in una cella!
Z: Le ripeto di calmarsi, e risponda alla mia domanda.
S: sospira profondamente Io non avrei mai torto un capello né a Giovanni, né alla sua famiglia; io ho agito per difenderli. Stavo cacciando come mio solito e ho sentito delle urla acute provenire dal villaggio di Malga Zonta; pensavo fosse qualche tedesco ubriaco che litigava con i locali, era già successo una volta; invece sentii degli spari, ma non di pistola come quelli di un comune criminale, ma mitragliatrici, erano moderne e non qualcosa che un civile potesse portarsi appresso tanto facilmente, nemmeno in tempi tanto bui.
Z: E lei cosa fece?
S: Corsi verso il villaggio e vidi la scena; dei corpi di persone, sorprese mentre cenavano; probabilmente i tedeschi volevano cogliere impreparati eventuali partigiani.
Z: Non intervenne?
S: Io… io non volevo; erano tanti e ben armati, non potevo fare nulla per aiutarli.
Z: Quindi ha lasciato che l'eccidio continuasse?
S: Non avevo alcun dovere morale verso quelle persone; inoltre tenga a freno la lingua dottore; io non volevo uccidere ancora, ho passato due anni della mia vita a farlo, a seguire gli ordini ingenuamente e andando a ficcare lame nella gola di padri di famiglia; ho preso la vita di circa 300 soldati e non avevo intenzione di prenderne altre.
Z: Stiamo andando fuori tema; che è successo dopo?
S: Sono corso verso la casa di Giovanni ma ero dall'altra parte della collina; se i tedeschi avessero voluto lo avrebbero potuto raggiungere prima di me; ricordo ancora quella notte, pioveva che Dio la mandava, corsi con tutte le forze che avevo in corpo, pregai Nostro Signore che nessuno fosse arrivato lì prima di me, ma nel mezzo della strada iniziai a sentire delle voci che non riconoscevo, ridevano e scherzavano in italiano, e un odore mi riempì il naso, un odore di sangue, tanto forte che iniziai a piangere…sospira e si copre il volto con la mano
Mi dia un attimo, la prego…
Z: Prenda il tempo che le serve.
dopo trenta secondi, SCP-093-IT ricomincia a parlare
S: Quattro uomini, armati di mitragliatrici, ridevano, scherzavano e fumavano, davanti al corpo di Giovanni e di suo figlio Mario; vidi la casa e capii che li avevano trascinati fuori, in mezzo al fango.
Z: Lei sa perché li hanno attaccati?
S: Penso che Mario si fosse immischiato in qualche affare con la resistenza, oppure aveva dimenticato il tesserino di appartenenza al partito fascista; poco importava, quelle bestie lo avevano fatto per il gusto di sparare a qualcosa.
Z: E lei cosa fece quindi?
SCP-093-IT per un attimo non risponde, poi richiede di poter accendere un sigaro; all'autorizzazione del dottore, una guardia tira fuori un accendino.
S: Beh, la ringrazio della fiducia, non è facile per me raccontare quello che è successo.
Z: Adesso risponda alla domanda, per cortesia.
S: Ebbene, Io non ci vedevo più dalla rabbia… era come se mi avessero tolto una famiglia… e così, mi feci prendere da un'aggressività che non provavo più dai tempi della guerra.
Furioso, corsi contro uno dei due ragazzi e gli saltai sul collo, strappandogli la gola con un morso, poi approfittai della sorpresa per buttare una cartuccia di Carcano contro il compagno; passai poi ai due ragazzi nella casa, li aggirai salendo sul tetto e passando da una finestra aperta sul lato della casa cogliendoli di sorpresa, sparai al primo e trafissi il secondo con la baionetta.
Mi fermai un attimo, zuppo di sangue e ansimante, guardai i cadaveri e poi sentii dei leggerissimi respiri singhiozzanti nel camerino delle scope; lo aprii con una tale foga da rompere uno dei cardini, e vi trovai la piccola Sara, che urlò a squarciagola, terrorizzata.
La calmai come potei, gli dissi di aspettare un'altro po' e chiusi la porta bloccandola con una sedia.
Z: Per quale motivo?
S: Io… avevo paura di farle del male, quando la vidi lì il mio cuore e i miei battiti si fecero più pesanti all'improvviso; quella bambina mi aveva riportato alla realtà, facendomi vergognare per quello che avevo appena fatto. Presi quindi qualche secondo di pausa, ma nemmeno il tempo di rimuginare un attimo che mi accorsi di altre due voci lontane: una dal tono perplesso, quasi spaventata, l'altra scocciata; poi sentii dei flebili respiri e la voce debole di una donna che riconobbi come la madre di Sara e moglie di Mario, Anna.
Nulla mi avrebbe preparato a quello a cui dovetti assistere.
Z: Che cosa le avevano fatto?
S: Ecco, loro l'avevano… violata… io non ho organi riproduttivi e non ho mai capito quello che gli uomini normali chiamano "amore" nel senso più sessuale del termine, ma sapevo anche allora che l'atto riproduttivo è legato e va a braccetto con questo forte legame, me lo aveva spiegato Giovanni.
Sparai da lontano prima che potessero togliere la sicura dai fucili, e poi vidi lo scempio… la barbarie compiuto sulla poverina; i suoi bellissimi capelli sempre ordinati erano tutti scompigliati, in un punto glieli avevano probabilmente tirati tanto da stappargliene una ciocca, e il suo volto era deformato, gonfio di botte; mi guardò e le lacrime le uscirono dal viso, poi sputò una gran quantità di sangue e si spense davanti a me.
Z: Che cosa successe dopo?
Il soggetto sta in silenzio per qualche secondo, prendendo una profonda boccata dal sigaro che ha in mano.
Z: Ebbene?
SCP-093-IT guarda il dottor Zagara per qualche secondo e sospira.
S: Ebbene… Preso dalla rabbia e dalla disperazione, feci scempio dei loro corpi, presi i due soldati e li pugnalai tante, tante volte; uno di loro era ancora vivo ed era quel diavolo che si era approfittato di Anna; nonostante mi pregasse di non ucciderlo e le lacrime che versava, io presi il coltello e lo torturai, colpendo molteplici volte punti che sapevo essere non vitali, per poi finirlo colpendolo allo stomaco… lo ricordo ancora perfettamente e penso che non potrò mai scordarlo; sono stato inutilmente crudele.
Comunque sia, finito il massacro e dopo essermi ripreso, decisi di recuperare la bambina e portarla via al mio rifugio in montagna; sapevo che ci avrebbero cercato, quindi corsi in fretta e furia verso la casa, recuperai la piccola e partii alla volta del rifugio.
Il giorno dopo tornai per seppellire con le mie mani i corpi dell'unica vera famiglia che io abbia mai avuto.
Z: Va bene SCP-093-IT, per oggi abbiamo finito, riprenderemo domani. Interrompo il nastro.
Dopo la vicenda, SCP-093-IT accudì la bambina nel suo rifugio in montagna fino al termine della guerra e alla resa delle forze dell'Asse; da quel momento in poi si spostarono nella vecchia casa di famiglia dove la creatura aiutava la bambina recuperando da sé tutti i beni di prima necessità e fungendo da figura paterna.
Dalle informazioni in nostro possesso, SCP-093-IT fu un padre abbastanza protettivo, ma mandò comunque la ragazzina nella scuola elementare locale, provvedendo alle spese da essa derivanti utilizzando dei risparmi che la famiglia aveva nascosto in casa e con la vendita di una parte della riserva di fucili e pistole recuperate durante la guerra.
Queste attività della bambina insospettirono non poco la popolazione che iniziò a porsi domande e fare teorie.
Questi sospetti furono poi alimentati dalle dicerie, non ancora scomparse, che parlavano della presenza di un mostro in casa Sartori.
La Fondazione iniziò le sue ricerche dopo che una maestra di una scuola media presente nella zona riportò di avere visto un demone nella casa di una delle sue alunne; una squadra della Fondazione in borghese fu inviata sul luogo e catturò l'anomalia.
L'operazione fu facilitata dall'età avanzata della creatura che non riuscì a scappare e fu facilmente immobilizzata.
Sara Sartori fu interrogata dalla Fondazione per verificare le versioni dei fatti fornite da SCP-093-IT e per comprenderne meglio la natura.
Fu necessaria una terapia che durò due anni per poter modificare radicalmente il ricordo della allora quindicenne ragazza, ma nonostante tutto, i ricordi legati all'anomalia continuavano a riaffiorare.
Si valutarono allora varie opzioni, tra i quali mandare la piccola in un manicomio, ma a causa delle pressioni della Sezione Etico Morale e per la paura che una simile decisione potesse essere usata dal SISMA contro la Fondazione, si scelse di dare alla ragazza una nuova famiglia e si optò per un agente della SPeV-I e sua moglie, che ebbero il compito di assicurarsi che la ragazza crescesse normalmente e che si distanziasse dal mondo dell'anomalo.
A Sara Sartori fu fatto credere di aver avuto delle allucinazioni legate allo shock per la perdita dei genitori e non le fu mai fatta conoscere la Fondazione, né tanto meno il contenimento di SCP-093-IT.
SCP-093-IT fu invece studiato per anni, fino a che nel 1970 venne classificato come "Gödel" e lasciato in contenimento in attesa della sua eventuale morte naturale.
L'anomalia non fu mai particolarmente collaborativa, e dopo aver capito che non avrebbe mai più rivisto Sara e che non sarebbe più uscito dalla struttura, si ritirò in un silenzio forzato, mai rotto e che obbligò i ricercatori a conoscere la sua vita attraverso documentazione ufficiale del RIDIA e degli eserciti dell'epoca.
Ad oggi SCP-093-IT interagisce solo con l'agente Pettinari, con cui parla qualche volta di armi e di avventure in guerra quando si trova al poligono di tiro, con il Dottor Verani con cui si limita a qualche richiesta occasionale, con alcune anomalie umanoidi nelle ore all'aria aperta e con SCP-002-IT che dopo l'intervista del 20██ con il dottor James Aisenberg ha fatto richiesta di intraprendere una corrispondenza postale con l'anomalia.
SCP-002-IT ed SCP-093-IT si sono riavvicinati molto e il loro rapporto d'amicizia si è ristabilito; i due hanno fatto molteplici richieste per incontrarsi, ma sono state tutte negate poiché si teme una breccia di contenimento, oltre che essere considerato non necessario per le ricerche.
Attualmente, SCP-093-IT ha un'età che si aggira tra i 105 e i 110 anni, ma il suo fisico sta cedendo e ha perso buona parte delle sue abilità motorie e sensoriali, con l'udito che oramai è arrivato a essere inferiore a quello di un umano adulto medio.
Ci si aspetta che entro il 2025 il suoi organi vitali cessino di funzionare a dovere.
Addendum 18 Dicembre 2019: La dottoressa Airaghi ha esposto la situazione dell'anomalia alla Sezione Etico Morale, con S5-7 che ha portato avanti la questione di SCP-093-IT ai sovrintendenti della branca italiana; dopo aver analizzato attentamente la storia della creatura e le motivazioni della dottoressa, le hanno concesso un permesso straordinario per interagirvi liberamente, oltre che una serie di permessi speciali per 093-IT.
Premessa: La dottoressa è entrata per la prima volta dopo aver ricevuto il permesso speciale nella cella di SCP-093-IT portandosi dietro un vecchio album preso dai suoi alloggi.
A: Leon?
SCP-093-IT: Si gira per controllare chi è entrato, dopo di che, torna a leggere il giornale come se nulla fosse.
A: Sono tanto felice di vederti, non puoi immaginare quanto.
SCP-093-IT: Si gira stranito.
A: Leon, io sono la dottoressa Angela Airaghi, sono la nipote di Anna Sartori.
SCP-093-IT: La nipote… come scusi? Non sono sicuro di aver sentito, il mio udito mi ha quasi abbandonato…
A: Hai capito bene! Sono la nipote della piccola Anna.
SCP-093-IT lascia il giornale e scende dalla sedia, mettendosi faccia a faccia con la dottoressa, e la guarda, con occhi lucidi.
SCP-093-IT: Stai… stai dicendo il vero? Sei nipote di Anna? La mia piccola Anna?
A: Sì Leon, non ti hanno mai informato di quello che le è successo dopo che siete stati separati; ebbene, a lei è stata assegnata una famiglia che lavorava per la Fondazione e nonostante tutti i tentativi che sono stati compiuti farle dimenticare gli anni che hai passato con lei, non sono mai riusciti a cancellare i ricordi e il legame che avevate creato. Avrebbe tanto voluto rincontrarti Leon; ha provato tante volte a raggiungerti, fece moltissime richieste che rimasero inascoltate, ma anche nelle sue ultime volontà ha espresso il desiderio di liberarti dal contenimento, e io ho deciso di seguire le sue volontà, facendo abbastanza rumore da smuovere i piani alti, e ora sono qui Leon.
Dopo la rivelazione, SCP-093-IT si è inginocchiato e ha iniziato a piangere; la dottoressa Airaghi è rimasta con lui per un paio d'ore.
Durante le due ore insieme, l'anomalia e la dottoressa hanno visionato insieme un album di famiglia ricco di foto che Airaghi ha poi lasciato a SCP-093-IT alla fine della visita.
Nell'album vi era anche una lettera, scritta da Anna Sartori sul letto di morte.
Caro Leon
Spero che questa lettera ti arrivi e che tu un giorno possa leggerla.
Voglio ringraziarti, voglio ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me e per la mia famiglia; dopo che ci hanno forzato a separarci mi hanno trattenuto nella struttura per due anni, dandomi farmaci e forse droghe per cercare di farmi dimenticare di te, ma non ce l'hanno mai fatta. Mi hanno anche assegnato a un'amorevole famiglia che tentò in ogni modo di sopprimere i ricordi che avevo, ma nonostante i loro migliori sforzi, non ci sono mai riusciti.
Non potrò mai dimenticare la prima volta che il nonno ti ha portato al nostro tavolo, eri spaventato almeno quanto noi e nonostante questo riuscivi a sorriderci.
Non potrò mai dimenticare la notte in cui hanno ucciso i miei genitori e i tuoi occhi pieni di rabbia mista a vergogna quando mi hai trovata nascosta nello sgabuzzino, avevi la pelliccia e la bocca zuppi di sangue e cercasti comunque di nasconderlo per non spaventarmi.
Non potrò mai dimenticare la corsa che tu facesti in quella gelida notte per mettermi al sicuro nel tuo rifugio in montagna; le lacrime scendevano dal tuo volto e mi desti una vecchia uniforme militare per proteggermi dal freddo.
Non potrò mai dimenticare nemmeno le notti in cui avevo gli incubi, in cui risentivo nei miei sogni i colpi di fucile e le urla di mia madre mentre la trascinavano via; tu per farmi dormire ti mettevi vicino a me e mi raccontavi le storie dell'uomo del Piave che creava l'argento dalle acque del suo fiume; nel mentre che raccontavi io abbracciavo e accarezzavo la tua calda e morbida pelliccia.
Non potrò mai dimenticarti Leon, e non lo potranno fare nemmeno tutti i soldati da te salvati durante la guerra; sai, molti sono riuscita a rintracciarli grazie alle lettere nascoste nel tuo vecchio rifugio, alcuni erano ormai morti da tempo, ma molti hanno raccontato ai loro bambini la storia del Krampus che li ha salvati da morte certa e a cui loro, in cambio, hanno insegnato la loro lingua d'origine.
Vorrei tanto parlarti di persona, ma il Signore mi sta chiamando a lui; non posso lamentarmi, ho vissuto una vita lunga, tutto sommato felice e di cui sei stato una parte molto importante.
Mi dispiace averti perso così all'improvviso, vorrei che le cose fossero andate diversamente per te e per la nostra sfortunata famiglia.
Spero di poterti riabbracciare in paradiso insieme al nonno Giovanni, mamma e papà.
Grazie di tutto quanto
La tua piccola Anna.
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