Elemento: SCP-089-IT
Classe dell'Oggetto: Euclid
Procedure Speciali di Contenimento: Attualmente, SCP-089-IT non si trova in un Sito di Contenimento della Fondazione, ma nel quartier generale dell'Ordo Iani, l'Ammenda, sotto il colle Palatino di Roma.
Onde evitare un'ulteriore caduta dell'Ordo Iani e la conseguente perdita di SCP-089-IT a vantaggio di un Gruppo di Interesse ostile, le relazioni diplomatiche tra l'Ordine e la Fondazione devono continuare a rimanere le più amichevoli e cordiali possibili, offrendo aiuto in caso di necessità.
Descrizione: SCP-089-IT è un insieme di marmo, pietra d'Istria e altri materiali lavorati e scolpiti in modo tale che raffigurino una figura umanoide sproporzionata, più tozza e larga rispetto alla figura umana. Dalla forma, infatti, SCP-089-IT è più ricollegabile ad un costrutto di qualche sorta o ad un colosso, piuttosto che ad una statua qualsiasi appartenente al periodo romano.
SCP-089-IT è alto 4 metri e largo 3,4 metri; circa metà della sua altezza viene rappresentata dal busto, parte centrale di SCP-089-IT. Il busto è riccamente decorato da bassorilievi, piccoli mosaici rappresentanti rami d'alloro e altri decori. La testa di SCP-089-IT non è posta al termine di un collo, ma sembra essere stata scolpita direttamente nella parte superiore del busto; bisogna far inoltre notare come la testa raffiguri un elmo da parata romano piuttosto che un volto umano. Le spalle di SCP-089-IT sono coperte da due spallacci, il sinistro portante il simbolo dell'Ordo Iani mentre il destro porta inciso il nome Titus su di esso. Ambedue le braccia terminano con una serie di quattro falangi e pollice opponibile integrato, simili per proporzioni e movimenti a quelle umane.
In seguito all'esaminazione dei documenti forniti dall'Ordo Iani, si presuppone che all'interno di SCP-089-IT si trovi una cavità dove risiede un corpo umano rannicchiato in posizione fetale; all'interno di questa parte cava di SCP-089-IT, a detta delle documentazioni, sembrano esserci anche abiti e altra oggettistica personale di vario genere quali monete, piccole otri e simili. L'origine di questi oggetti, considerando l'anomalia, è risalente all'epoca romana.
SCP-089-IT è pienamente senziente e cosciente, e si definisce come "Tito Flavio Cesare Vespasiano Augusto", l'Imperatore romano che visse tra il 30 dicembre del 39 e il 13 settembre dell'81 p.e.v. Tito regnò sull'Impero Romano tra il 79 e l'81 p.e.v., e tra le sue opere risulta anche la prima formazione dell'Ordo Iani nel 79 stesso, radunando scienziati e filosofi dell'epoca per creare un circolo atto allo studio dell'anomalo e le conseguenti teorie sulla sua natura e la componente "divina" che potrebbe in qualche modo rappresentare.
Sin dalla sua creazione nell'81 p.e.v, sembra che SCP-089-IT non sia trattato come altre anomalie contenute dall'Ordo Iani, ma che abbia una sorta di ruolo di rilievo all'interno dell'Ordine, superiore perfino in prestigio a quello dell'Imperator Auxiliaris1.
Sebbene SCP-089-IT detenga pieni poteri sul Gruppo d'Interesse, SCP-089-IT si limita più ad agire come consigliere od osservatore, meditando diverse ore se non giorni sulle questioni poste per dare una risposta il più completa e imparziale possibile. SCP-089-IT tende ad utilizzare i poteri decisionali a sua disposizione solo in caso d'emergenza o se ritenuto di fondamentale importanza per gli scopi dell'Ordo Iani.
Sembra che quando l'intervento di SCP-089-IT non sia necessario, questo rimanga nella sua sala a proseguire i suoi studi, pensare od attendere in quello che si potrebbe definire uno stato inerte di "spegnimento", sebbene sia comunque in grado di percepire ciò che lo circonda.
Tutt'ora, SCP-089-IT mantiene memoria di quanto ha vissuto in passato come Imperatore di Roma.
Prefazione:
SCP-089-IT è stato originariamente rinvenuto dalla Fondazione nel quartier generale dell'OI, il 12/06/2017; la struttura era stata lasciata nelle mani della Fondazione per circa tre mesi, nei quali i membri dell'Ordine di Giano si sono diretti in Egitto per investigare su una possibile anomalia rinvenuta nel luogo e che interessava particolarmente l'Ordine per motivi storici.
L'Ordine di Giano, impossibilitato a richiamare membri da altre sedi nel minor tempo possibile, ha chiesto alla Fondazione in quanto alleata di lasciare una squadra della SPeV-I per tenere al sicuro la struttura da possibili attacchi esterni, o civili troppo avventurosi.
Il contingente di guardie, incaricato alla salvaguardia dell'edificio, ha iniziato ad investigare sulle varie anomalie nascoste all'interno dell'Ammenda e sulla struttura stessa. Nel corso d'un giro di pattuglia, tre guardie hanno notato strani movimenti e rumori provenienti da una zona precedentemente sconosciuta alla SPeV-I ed inaccessibile di conseguenza. Il trio di agenti è quindi andato ad investigare sull'area appena scoperta, il cui unico scopo era nascondere la sala di SCP-089-IT; le guardie, dopo essere entrate nella stanza, iniziano ad indagare circa la sua natura e la possibile fonte di rumori anomali. SCP-089-IT, tuttavia, non riconoscendoli come alleati, ha subito chiuso i portoni e chiesto spiegazioni sulla loro intrusione.
Personale coinvolto:
- G. Enrico Scamardi- G. Antonio Periaco
- G. Ilario Cesare
Anomalie coinvolte:
- SCP-089-IT
Le tre guardie, separate dal resto del gruppo, si avvicinano per esaminare un particolare portone che avevano trovato dietro una serie di passaggi segreti nel cuore dell'Ammenda.
G. Enrico Scamardi: Uh… guarda guarda. Un grosso arco di pietra d'Istria, con tanto di chiave di volta. Strano, quel meccanismo che si è avviato poco fa nascondeva davvero solo questo portone?
G. Antonio Periaco: Il portone è solenne, bisogna dirlo… comunque, mi spiegate di nuovo perché l'Ordine utilizza questi passaggi in quantità industriale? Perché devono nascondere così tanto queste varie ali del loro sito?
G. Enrico Scamardi: Utilizzano i passaggi segreti per confondere intrusi e anomalie che tentano di fuggire; a loro basta isolare un settore disattivando svariati meccanismi per bloccarle in un punto dove è più facile neutralizzarle o ricatturarle. Vedi, le loro strutture sono costruite in modo che possano seguire molto facilmente le loro tattiche di guerra anche in difesa; l'Ordo preferisce utilizzare sotterfugi e tecniche nascoste quando si tratta di scontrarsi. È raro vederli in un campo da battaglia, e solitamente è troppo tardi quando questo accade.
G. Ilario Cesare: Come fai a dirlo? Li hai mai visti all'opera?
G. Enrico Scamardi: Una volta, nel '76. Ma non mi ricordo più bene dell'accaduto… la vecchiaia pian piano sta prendendo la meglio.
G. Ilario Cesare: Scusami, quand'è che vai in pensione?
G. Antonio Periaco: Cesare, dai. Lo sappiamo tutti che Scamardi non andrà mai in pensione.
G. Enrico Scamardi: Bando alle ciance, giovani. Vogliamo entrare e vedere cosa si trova all'interno di questa stanza?
G. Antonio Periaco: Perché? Cosa pensi che ci sia lì dentro?
G. Enrico Scamardi: Mah, potrebbe essere tutta la loro sede burocratica, magari uno di quei saloni filosofici che si vedevano nei quadri antichi. Secondo me non ci hanno messo nulla di anomalo dentro, a meno che non vogliano confondere gli invasori o roba simile. Nessuno farebbe un'entrata del genere solo per tenerci poi dietro una stanza con un grifone.
G. Ilario Cesare: Che schifo la sala del grifone… tutte quelle feci che produceva… bleah. Giuro che riesco ancora a sentire quel tanfo.
La guardia Antonio Periaco inizia a spingere il portone, spalancando la porta per il resto delle guardie.
G. Antonio Periaco: Bene, ora andiamo a scoprire cosa nascondono qui dentro i romani, che ne dite?
G. Ilario Cesare: Basta che non troviamo altri animali mitologici qui dentro.
Il piccolo gruppetto entra in una sala dodecagonale riccamente decorata con mosaici, affreschi e varie colonne.
G. Enrico Scamardi: Forse alla fine non è il loro gran tribunale o altre cavolate del genere.
G. Antonio Periaco: Affreschi di buona fattura, sono fatti bene… troppo bene. Anche i mosaici del pavimento sono interessanti… ci avranno messo la pazienza del Signore per costruire tutto ciò, e ancor di più per arricchirla e preservarla. Questo posto non è una cella, è una sorta di museo, forse un tempio. Dite che riusciremo a trovare un pannello o qualcos'altro che porta ai meccanismi? Ci sarà un motivo se tutta questa zona si è aperta.
G. Ilario Cesare: Possiamo andare a cercarlo, sì. Ma la statua? Cosa possiamo dire di quella? Non mi sembra un lavoro tipico di quell'epoca.
G. Antonio Periaco: La statua…? Quasi non l'avevo notata. Bizzarro. Cesare, viè con me. Questa cosa sembra grande, non riuscirò ad esaminarla da solo. Non con tutta questa fretta, almeno.
Le guardie Ilario Cesare e Antonio Periaco si avvicinano ad SCP-089-IT, ancora dormiente.
G. Antonio Periaco: Devo dirlo, da lontano non si vedevano molto, ma i bassorilievi sono ancora meglio degli affreschi.
G. Ilario Cesare: Aspetta, l'hai sentito?
G. Antonio Periaco: Sentito cos…
Improvvisamente, SCP-089-IT si risveglia afferrando le guardie Antonio Periaco e Ilario Cesare; utilizzando un meccanismo a piastra a pressione nascosta sotto di sè, richiude il portone principale intrappolando le guardie dentro alla stanza.
SCP-089-IT: Non rimembro le vostre facce, né le vostri vesti che son del tutto estranee a questi luoghi. Chi siete voi arditi ad entrare in questo plesso? Compagni o rivali?
G. Enrico Scamardi: Cosa diavolo sei?
G. Antonio Periaco: Non riesco a respirare…
SCP-089-IT: Iv'io sono il lume che guida l'Ordo traverso i secoli, io sono Colui che Ricorda: la Delizia dell'Umanità.
G. Enrico Scamardi: Qualsiasi cosa tu sia, lascia stare i miei compagni, ammasso di marmo ambulante!
SCP-089-IT: I tuoi insulti e le tue parole non aiutano la tua posizione.
G. Enrico Scamardi: Ma stanno soffocando!
SCP-089-IT: Non m'è mai giunto il desiderio di far tutto ciò; ma ricordati che sei tu che non stai rispondendo alle mie domande, tu sei la causa di cotanto dolore. Fai una cortesia a noi tutti e rispondi, non gradisco tornare al mio sonno con il peso di due vite strappate per mano mia.
G. Enrico Scamardi: Oh, per carità… mi licenzieranno per questo. Siamo della Fondazione! Lasciali stare!
SCP-089-IT: La… Fondazione?
SCP-089-IT posa a terra le due guardie per poi fare qualche passo indietro
G. Antonio Periaco: Coff coff, Enrico! Ti sei rincoglionito ora? Il capo ti ammazzerà! Anzi ci farà ammazzare tutti! Porca puttana, come minimo ci rifilano a pulire i cessi del Virtus, se siamo fortunati.
G. Enrico Scamardi: Brutto ingrato di mer… preferivi morire soffocato appeso come un salame? Almeno ora l'abbiamo imbambolato.
G. Ilario Cesare: Tanto ci ucciderà lo stesso… ci ucciderà tutti!
G. Antonio Periaco: Non fare il pessimista ora, per carità divina. Magari cambia idea.
SCP-089-IT: Chiedo perdono per i miei bruschi metodi, non volevo causare dolore a degli alleati, anzi amici per giunta! Mi aspettavo la vostra presenza, potevate dirmi subito circa il vostro schieramento. In questi giorni la paranoia mi sta consumando.
G. Ilario Cesare: Davvero, chi diavolo sei?
SCP-089-IT: L'ho già detto. Io sono la Delizia dell'Umanità. Avrete certamente già sentito parlar di me da parte dell'Imperator Auxiliaris.
G. Ilario Cesare: Eh? Di cosa diavolo stai parlando?
SCP-089-IT: Io sono Tito, il gran consigliere e la guida dell'Ordine di Giano. Dalle vostre reazioni posso constatare che i miei discepoli hanno preso l'ordine di segretezza molto alla lettera; un peccato.
G. Enrico Scamardi: Tito? Tito l'imperatore Romano?
SCP-089-IT: Esattamente. Non preoccupatevi, posso comprendere se vi confondete. So che ci sono state anche altre persone che si facevano chiamare "Tito", alcune anche spregevoli a quanto ho sentito dire.
G. Enrico Scamardi: Come possiamo essere sicuri di quello che stai dicendo?
SCP-089-IT: Scetticismo, tipico della Fondazione! O almeno, lo è da quanto mi raccontano. Quello che dico è vero, poiché io guidai Roma per due anni, vidi il secondo grande incendio della capitale ed aiutai la popolazione a ricostruire la città; sotto il mio regno gli dei riversarono la loro ira sulla terra, inglobando Ercolano, Pompei e Stabbia in fitte nubi nere. Vidi la cenere e la disperazione, torrenti di pietra che si solidificavano davanti ai miei occhi.
Creai l'Ordine per investigare sull'inspiegato a mio nome, comprenderlo e di conseguenza salvare il genere umano. Incontrai la quasi-morte per sotterfugio e tradimento, e per miracolo l'organizzazione da me creata mi rinchiuse in questa tomba che vive per non perdere la luce che la guidava. L'Ordine stesso è morto molte volte, ma io l'ho sempre ricostruito col passare dei secoli.
Ho visto la caduta di Roma, ho sentito e avvertito delle invasioni dei barbari e delle razzie che venivano compiute. Ho visto le atrocità commesse dalla Chiesa, delle loro ignoranze e chiusure e ho visto come trattavano altri esseri incomprensibili che l'ordine voleva analizzare a tutti i costi. Ricordo ancora il cozzare delle loro lance sulla mia armatura quando ero uscito una volta per ammirare il mondo che mi ero lasciato addietro, fu una tristezza abbandonare la superfice per la seconda volta.
Ho poi sentito di coloro che si facevano chiamare illuministi, e una lacrima d'orgoglio è nata in questo cuore che smise di battere molti secoli addietro.SCP-089-IT fa qualche passo verso le tre guardie, volgendo lo sguardo ai numerosi affreschi che decorano la stanza.
SCP-089-IT: Ho visto e assistito l'umanità per gran parte della sua storia, cercando sempre di fare il possibile per aiutarla per quanto le mie poche risorse me lo concedano. Per molti giorni non ho potuto fare del bene, ma io non demordo.
SCP-089-IT rivolge ora lo sguardo alle tre guardie, che ormai danno le spalle al muro per esaminare meglio SCP-089-IT e comprendere le sue intenzioni.
SCP-089-IT: Perché io sono Tito, la Delizia dell'Umanità. Combatto per il genere umano e morirei una seconda volta se ciò fosse necessario.
G. Antonio Periaco: Penso che… basti come spiegone.
G. Enrico Scamardi: Concordo; ti crediamo, per ora.
SCP-089-IT: Io mi sono presentato, ma esigo anche delle spiegazioni. Posso sapere dove sono i miei accoliti?
G. Enrico Scamardi: Mi dispiace, non possiamo dirtelo.
SCP-089-IT: Posso sapere almeno circa le loro condizioni? Stanno bene?
G. Ilario Cesare: Sono partiti.
G. Enrico Scamardi: Zitto, Cesare!
SCP-089-IT: Chiedo venia?
G. Enrico Scamardi: Il mio amico qui si chiama Cesare, è un nome.
SCP-089-IT: Comprensibile, è così allora. Sono davvero andati a recuperare la collana di Cleopatra, non sarà una battaglia facile. È passato così poco… non pensavo che sarebbero partiti così in fretta.
G. Antonio Periaco: La collana di Cleopatra?
SCP-089-IT: I suoi gioielli sono una lunga storia, ma non posso permettermi di annoiare degli ospiti così come sono messo. Gradite qualcosa? Del cibo, delle sedie?
G. Enrico Scamardi: In realtà vorremmo tornare al resto del nostro gruppo.
SCP-089-IT: Ah… vedo, vedo. Porgo ancora le mie scuse per lo spavento che vi ho dato prima, ma questi sono tempi bui. Non si è mai troppo sicuri o troppo cauti. Prego, lasciate che almeno vi apra la porta, è davvero il minimo che io possa fare.
SCP-089-IT si avvicina al muro ad arco per poi iniziare a sospingere i pesanti portoni.
SCP-089-IT: Prego, qui v'è l'uscita. Io rimarrò all'interno delle mie stanze, se permettete.
G. Enrico Scamardi: Grazie, probabilmente torneremo dopo. Dovremmo prima consultarci con il resto della nostra squadra.
SCP-089-IT: Fate pure con comodo; alla fine, ho tutto il tempo del mondo.
Le guardie escono dalla stanza, lasciando SCP-089-IT al suo interno.
Postfazione:
Il gruppo di agenti si è ricongiunto al nucleo principale ed informa il comandante in carica dell'accaduto. Analizzando gli elementi disponibili a sua disposizione ed onde evitare dissidi inutili con SCP-089-IT, è stato deciso che la scelta migliore consistesse nel chiamare un esperto dal Sito Iride per condurre un intervista.
<Fine Log>
Prefazione:
In seguito alle richieste avanzate dal responsabile della sicurezza, la direzione del Sito Iride ha mandato il Dottor Claudio d'Angelo, psicoanalista e interrogatore di anomalie umanoidi.
Personale coinvolto:
- Dottor Claudio d'Angelo
Anomalie coinvolte:
- SCP-089-IT
Dottor Claudio d'Angelo: Salve, Tito.
SCP-089-IT: È un piacere conoscerla… mi scusi, signor…?
Dr. C.A.: Dottor Claudio d'Angelo, ma puoi anche chiamarmi direttamente Claudio, se ti è più facile.
SCP-089-IT: Onorato di far la sua conoscenza, dottor d'Angelo.
Dr. C.A.: Ti dispiace se ti chiamo SCP-089-IT? È più per le piccolezze del protocollo, non è nulla di cui ti devi preoccupare.
SCP-089-IT: Non m'offendo, dottore. Anzi; porterò questo nuovo nome con il più alto degli onori che possiedo.
Dr. C.A.: Ottimo, ottimo.
SCP-089-IT: Posso chiederle circa il motivo della sua visita? Non fraintenda, potrei aver già compreso tutto; ma chiedo più per cortesia che per accertarmi delle mie teorie.
Dr. C.A.: (Annuendo) È quello che pensi.
SCP-089-IT: Un interrogatorio! Ho sempre sognato di partecipare ad eventi simili, sin da quando me ne hanno raccontato!
Dr C.A.: I tuoi sogni si avverano, apparentemente.
SCP-089-IT: Una vera gioia per il mio cuore!
Dr C.A.: Posso iniziare?
SCP-089-IT: Prego, prego. Gradisce una sedia? Qualcosa su cui sedersi, per rinfrescarsi?
Dr. C.A.: No, grazie. Rimarrò in piedi; se non ti dispiace vorrei ammirare questi affreschi.
SCP-089-IT: Faccia pure, faccia pure!
Dr. C.A.: Quindi… immagino che tu sia perfettamente conscio del tuo stato.
SCP-089-IT: Quello di un colosso di pietra, capace di muoversi, intendere come un uomo, e sapere come un essere che trascende la morte, uno che dovrebbe aver cessato d'esistere da innumerevoli lune. Sì. Lo riconosco appieno, e in un certo senso non la rimpiango questa condizione. Non rimpiango le voglie e le paure della carne, il bisogno di dissetarsi ad una fonte, o di nutrirsi.
Dr. C.A.: Ne sei sicuro? Noi tutti abbiamo dei rimpianti. Secondo me c'è qualcosa che ti manca.
SCP-089-IT: Forse ha ragione dottore; ma se devo dirla tutta, penso che mi manchi solo la frescura del vento mattutino sulla mia pelle, nient'altro.
Dr. C.A.: Capisco… Sai come ci sei finito dentro questo nuovo corpo?
SCP-089-IT: Rimembro poco o nulla; io, steso sul patio dolorante e delirante dalla febbre; incapace di dirigere e mostrare la via… avvelenato e tradito. Sono cose che capitano, per carità… Eppure non mi sono mai sentito così sconfortato, infranto… truffato… È un'orribile sensazione, dottore.
Dr. C.A.: Parli di inganni e tradimento; è stato questo traditore ad intrappolarti dentro questo carapace di pietra, oppure ti ha semplicemente ucciso?
SCP-089-IT: Soltanto ucciso, se così si può dire. Anche se poche ore prima del trapasso mio, gli adepti dell'Ordine hanno sequestrato il mio moribondo corpo; solo per intrappolarmi in questo sepolcro che vive.
Dr. C.A.: Hai idea di come funzioni questa tomba?
SCP-089-IT: Io stesso non la comprendo per nulla, ed anzi la comprendono ancor di meno i miei adepti. Un singolo individuo in tutto l'ordine sapeva come funzionasse e come produrre tale portento, imparando dalle tombe dei già defunti etruschi. Tuttavia egli spirò poco dopo aver completato l'opera e lasciò solo poche e sommarie istruzioni su come utilizzare tale stranezza.
Dr. C.A.: Mi ricorda qualcosa… Comunque, hai mai letto queste istruzioni?
SCP-089-IT: Purtroppo no, non ne ho mai avuto l'occasione. I primi mesi ero troppo occupato a processare il trauma della nuova vita e capire come potevo comandare rimasto in questo corpo. Immagino che le istruzioni siano state perse o distrutte con il passare degli anni.
Trauma… tutti questi anni e la parola mi lascia ancora sorpreso. Non mi risulta che ai miei tempi avevamo un modo per definire un termine del genere.Dr. C.A.: Hai mai provato a… uscire dalla tomba?
SCP-089-IT: Ci provai, una volta. Per curiosità. Purtroppo, mi duole quasi dirlo, è sigillata in maniera stupefacente, e non riuscirei ad aprirla nemmeno con il pieno delle mie forze.
Dr. C.A.: Comprensibile. Quindi sei rimasto bloccato là dentro sin dalla data della tua morte?
SCP-089-IT: Potrei sembrare combattuto, ma non ritengo il termine bloccato come il più appropriato, in questo caso. È ormai una sorta di seconda pelle; il mio corpo originale, quello che uscì dal ventre di mia madre, è ormai avvizzito e non ritornerebbe più in vita, ed è così da secoli.
Dr. C.A.: Questo non risponde esattamente alla mia domanda. Non voglio sembrarti opprimente, ma non voglio fuorviare troppo dal discorso originale.
SCP-089-IT: Comprensibilissimo, dottore. Ebbene sì, rimasi qui sin dalla mia morte, in questa stanza. Anche se di volta in volta uscivo in superfice per brevi periodi.
Dr. C.A.: E immagino anche che sia stato tu a ricostruire l'Ordine quando venne distrutto più volte con il passare dei secoli.
SCP-089-IT: La sua deduzione è corretta, signor d'Angelo.
Dr. C.A.: Riusciresti a spiegarmi come?
SCP-089-IT: Dipende dai casi, a dire il vero. Solitamente tornavano qui un paio di sopravvissuti dalle operazioni più pericolose, e io li riprendevo tra le mie braccia come farebbe un padre. Istruivo poi loro sul trovare persone nobili d'animo ed argute di mente, capaci di mantenere segreti… I candidati venivano poi portati dinanzi a me, dove venivano separati e scelti. Alla fine di ogni ciclo, ne rimanevano circa venti o venticinque.
Dr. C.A.: Cosa accadeva a quelli che non ce la facevano?
SCP-089-IT: Venivano esclusi, soppressi.
Dr. C.A.: Aspetta… cosa?
SCP-089-IT: Non ne vado fiero, capisca… ma erano epoche antiche allora ed erano pochi i mezzi per zittire le genti. Non v'erano scelte più pratiche o semplici.
Dr. C.A.: Quindi, mi sta dicendo che era all'ordine del giorno? L'Ordo era davvero così sanguinolento?
SCP-089-IT: Non deve partire con queste accuse, anzi; se proprio deve saperlo lei è ipocrita a proclamarsi paladino della giustizia in questo momento, entrambe le nostre organizzazioni hanno fatto cose orribili, e io ne sono il testimone nei secoli. Ricordo ogni singolo crimine, ogni furto ed omicidio, sia quelli commessi da voi, che quelli commessi dagli adepti di Giano. Sì, cercavo inutilmente di giustificarmi e di sentirmi più in pace con me stesso e so che queste non bastano a rimediare a quanto ho fatto, e a quante vite ho strappato. Questa colpa non mi lascerà mai. Sappia che ho promesso di salvare il genere umano, non di sterminarlo. Ironico il fato… A volte sembra come se io debba andare contro la mia stessa filosofia pur di perseguire uno scopo più complesso. Tanto ironico quanto amaro.
Dr. C.A.: I tuoi fini non giustificano le tue azioni.
SCP-089-IT: Dottore, lei cerca di farmi sentire più in colpa di quanto io lo sia già. Perché mi straziate così l'animo? Riesce forse a capire il mio dolore? La colpa che provo e i crimini che ho commesso?
Il Dottor Claudio d'angelo si ferma un attimo, trascinando via il dito da un affresco.
Dr. C.A.: Sì… in realtà.
SCP-089-IT rimane fermo al centro della stanza.
Dr. C.A: Sorpreso, eh?
SCP-089-IT: Chiedo venia per la mia arroganza… non potevo immaginare, mi perdoni. Posso chiederle com'è successo?
Dr. C.A.: Due anni fa, all'Iride. Hanno portato d'urgenza un civile con un parassita antimemetico. Si stava nutrendo dei suoi ricordi. Avremmo dovuto mandarlo in un'altra struttura, ma non c'era tempo. Abbiamo dovuto fare una mossa azzardata che è già stata effettuata in passato.
SCP-089-IT: Chiedo scusa, cosa sarebbe un "parassita antimemetico"?.
Dr. C.A: Non sono il più esperto in materia, ma possiamo definire generalmente un antimeme come "un'assenza di concetto"; i parassiti antimemetici invece li possiamo definire come entità, immateriali o non, che si nutrono di concetti, o meglio ricordi se qualcuno riesce a percepire la loro presenza; il caso ha voluto che l'essere fosse materiale.
SCP-089-IT: La ringrazio, comprendo di cosa stiamo trattando ora. Se vuole riprendere il suo discorso, nel frattempo era rimasto ad "una mossa azzardata già tentata in passato".Dr. C.A.: Già, abbiamo dovuto praticare una lobotomia d'urgenza. Avevamo tutti gli strumenti, ma non un volontario. Ero stato sciocco, pensavo che avrei potuto salvare una vita… Invece l'ho solo peggiorata; la sua e quella della sua famiglia.
SCP-089-IT: Chiedo venia per la mia ignoranza in materia; in passato già incontrai il termine "lobotomia", anche se non ho mai avuto motivo di chiedere cosa significasse realmente. Sarebbe così gentile da spiegarmi il suo significato?
Dr. C.A.: Praticamente, abbiamo distrutto una parte del cervello ad una persona. L'abbiamo ridotta ad un vegetale.
SCP-089-IT: Detto così sembra terribile, anzi una sciagura. La morte è più dignitosa di una tale condizione.
Dr. C.A.: Molto più dignitosa… Dignitosa di certo.
Il dottore si ferma un attimo prima di ricomporsi.
Dr. C.A.: Comunque, stavi dicendo che avevi anche un altro piano con cui ricostruire ulteriormente l'Ordine. Saresti in grado di spiegarmelo?
SCP-089-IT: Certamente, non è nulla di troppo complicato o di segreto e anzi, lo potrebbe anche già immaginare da sé. In breve, con i primi secoli di vita, l'Ordine ha acquisito numerose anomalie. Tra queste c'è anche un artefatto il cui potere, sebbene non del tutto compreso, serve ad accrescere la propria mente e volontà; tanto da rendere udibili i pensieri stessi dell'individuo, se possiamo semplificarlo così. Si è mai chiesto come riesco a parlarle, dottore?
Dr. C.A.: Telepatia…? Non mi sembra, no. Sento perfettamente che la voce proviene dalla tua direzione.
SCP-089-IT: Ciò che dice non è del tutto errato; i miei pensieri rimangono infatti soltanto nella mia mente. In realtà il suono vero e proprio di ciò che sta sentendo non esiste realmente; anche se può essere registrato su nastro o da una macchina, e addirittura percepito dagli esseri viventi. Il funzionamento di questo artefatto a cui mi sono fatto legare è per l'appunto anomalo. E non è pienamente spiegabile proprio per questo.
Dr. C.A.: E questo artefatto sarebbe?
SCP-089-IT: L'ho fatto modificare per farlo sembrare il più possibile ad una delle decorazioni che tengo su di me. Vede quest'aquila qui? Quella che sporge un po' di più rispetto alle altre? Questa dovrebbe essere l'artefatto, se ricordo bene.
Dr. C.A.: La vedo, sì. Tuttavia questo discorsone che hai fatto non risponde alla mia domanda originale; ed inoltre, come facevi a comunicare con gli adepti prima?
SCP-089-IT: Carta e penna; era sì complicato agli inizi e sì avevo bisogno di enormi quantità di pergamena per esprimermi, ma era necessario all'epoca, anche se era estremamente fastidioso, se devo essere del tutto sincero.
Dr. C.A.: Ha senso, bisogna dirlo. Quindi, per reclutare nuove reclute uscivi dallo stanzone e salivi in superfice mostrando pergamene scritte ai passanti?SCP-089-IT: No, no… Anche se non sarebbe di certo stato noioso, dovrei ammetterlo. Non si preoccupi, adesso le do la risposta. Si ricorda quando le avevo accennato le caratteristiche di questo oggetto a cui mi sono fatto collegare? Queste occasioni sono tutte accadute dopo che mi sono fatto legare a questo artefatto.
Dr. C.A.: Sì, mi ricordo. Perché me lo stai chied- Oh. Potrei star capendo dove vuoi andare a parare.
SCP-089-IT: Ebbene la potenza del "messaggio" inviato telepaticamente dipende da svariati fattori; quali il tono che voglio assumere, le persone che mi stanno intorno e quanto forte voglio che suoni.
Dr. C.A.: Crei una sorta di richiamo… utilizzi questa tua sorta di proto-telepatia per trasformare la tua mente in una sorta di faro e attiri altre persone a te come falene ad una lampada. È così, non è vero?
SCP-089-IT: Esattamente. Spiegato a tue parole, ma si avvicina alla verità, in qualche modo.
Dr. C.A.: Ma non ha senso… come funziona?
SCP-089-IT: L'ho già detto; dipende da svariati fattori.
Dr. C.A.: No, volevo dire…. come fai a non farti scoprire? Un segnale del genere dovrebbe attirare un sacco di gente.
SCP-089-IT: Ebbene, è un'altra risposta a cui nessuno può rispondere con certezza. Nemmeno io stesso comprendo come o cosa porti al suo funzionamento, per quanto abbia studiato e per quanto vissuto vicino a quest'artefatto. Tuttavia, arrivano sempre pochi individui e questi sono quasi sempre persone giuste; che hanno tutti i requisiti che richiedo.
Dr. C.A.: Eh…?!
SCP-089-IT: Ero perplesso quanto lei dottore, si fidi di me. È strano a dirsi, e sembra essere contradittoria la stessa natura dell'artefatto, sebbene permetta la comunicazione con individui qualsiasi in una breve distanza; a lunghe distanze può essere sentito solo da esseri particolari o ricercati da colui che invia il segnale. È una gran incognita, dobbiamo essere sinceri.
Dr. C.A.: D'accordo, sono comunque scettico, ma non è il mio campo e quindi non sta a me giudicare il funzionamento di queste anomalie che avete trovato. Posso farti delle ultime domande?
SCP-089-IT: Certamente, faccia pure.
Dr. C.A.: Come hai imparato l'italiano?
SCP-089-IT: Mi faccio portare spesso libri e riviste; io stesso essendo a capo di un organizzazione del genere devo pur mantenermi informato.
Dr. C.A.: Di che tipo sono queste riviste?
SCP-089-IT: Principalmente fascicoli accademici e scientifici, con argomenti che mi affascinano personalmente. Non riesco a studiare ogni campo, ma studio con piacere quello che riesco.
Dr. C.A.: Sembra interessante, riesce a portarmi qualcuna di queste ricerche? Sono interessato.
SCP-089-IT: Mi dia giusto un'attimo, le tengo in un piccolo magazzino dietro questa sala… Non posso tenere fogli sparpagliati qua in giro, ci sarebbe troppo disordine…
SCP-089-IT esce dalla stanza principale per aprire un varco segreto della sala ed entrare in quello che sembra essere uno schedario; sfoglia tra delle risme di carta e poi torna dal Dottor d'Angelo.
SCP-089-IT: Prego, sfogli pure.
Dr. C.A.: "Studio preliminare dei reperti ossei di dinosauri nel carso triestino", "Gli Etruschi nel Tirreno meridionale: tra mitistoria, storia e archeologia" e "Studio di un Buco Nero di Reissner-Nordström"… Uh, argomenti molto diversi tra di loro…
SCP-089-IT: Cerco di appassionarmi a più argomenti possibili.
Dr. C.A.: Lo vedo, lo vedo… Immagino che ti interessi anche agli etruschi sperando di capire come funzionasse il corpo creato da uno dei tuoi primi adepti, vero?
SCP-089-IT: All'incirca; quelli erano gli obiettivi iniziali, ma poi mi sono appassionato ancor di più e ho deciso di studiare come si deve.
Dr. C.A.: Erano un popolo affascinante dal punto di vista storico, sì. Oh, a proposito di storia ho qualche domanda che vorrei far-
Il Dottor Carlo d'Angelo posa un attimo il suo sguardo sull'orologio da polso. Distoglie poi lo sguardo con un po' d'amarezza.
Dr. C.A.: Ok, come non detto. Abbiamo parlato per più tempo del previsto; mi dispiace ma devo andarmene, SCP-089-IT.
SCP-089-IT: Comprendo i suoi doveri, dottore. Mi mancherà discutere con lei. Posso sperare in una sua visita futura?
Dr. C.A.: Vedrò cosa si può fare, ma non posso promettere niente. Arrivederci, SCP-089-IT. E buona giornata, se il passare del tempo ha una qualche importanza ormai per te.
SCP-089-IT: Buona giornata anche a lei; arrivederci.
Postfazione:
Alla fine dell'intervista, il Dottor Carlo d'angelo esce dall'Ammenda e si dirige verso il Sito Virtus per fare rapporto circa l'intervista. Questa è stata subito trascritta a macchina ed analizzata, e alcuni ricercatori hanno espresso delle perplessità personali su come l'ala che conteneva SCP-089-IT non fosse nascosta, o quantomeno bloccata dal resto della struttura.
<Fine Log>
Prefazione:
Circa un mese dopo la scoperta di SCP-089-IT, parte dell'Ordo Iani è tornato dalla spedizione in Egitto. Dopo un breve periodo di riposo nell'Ammenda, l'Imperator Auxiliaris vigente, Carlo Marconi, ha richiesto un incontro con il Primo Sovrintendente per discutere sulle ultime scoperte effettuate dalla Fondazione all'interno dell'Ammenda.
<Inizio Log>
Primo Sovrintendente: (Annuendo) Carlo.Imperator Auxiliaris: (Sedendosi su una sedia) Napoleone.
Primo Sovrintendente: Vedo che siete tornati prima del previsto, posso chiederti com'è stato il viaggio in Egitto?
Imperator Auxiliaris: Mah, così così. Abbiamo avuto inconvenienti con il governo ad un certo punto, ma siamo riusciti a recuperare ciò che ci serviva. Comunque, non siamo qui per parlare della mia "gita scolastica", se vogliamo definirla così. Piuttosto, vorrei portare la nostra discussione su qualcosa di più importante… so che avete scoperto Tito.
Primo Sovrintendente: L'abbiamo scoperto, sì. È stata una scoperta inattesa, devo ammetterlo. Nei documenti che ci avevate passato in tutti questi anni non c'erano state menzioni di Tito; non come questo antico golem di marmo, almeno.
Imperator Auxiliaris: Erano delle copie che avevamo creato in anticipo, con frasi omesse, redazioni e via dicendo. È normale che non ci sia sempre tutta la verità. Ma per farla franca e per dirlo in maniera veloce, Tito era il segreto più grande dell'Ordo, e tale doveva rimanere.
Primo Sovrintendente: Un segreto così grande da nasconderlo perfino ai vostri alleati?
Imperator Auxiliaris: Sì, non si può mica andare a spifferare i propri segreti più intimi in giro, nemmeno al proprio miglior amico. Ci sono cose che vuoi proteggere, cose che ami. Saremmo pur pochi e deboli in confronto a voi, ma difendiamo i nostri segreti come possiamo.
Primo Sovrintendente: Eppure avete chiesto il nostro aiuto per difendere la vostra base principale, dandoci la possibilità di scoprire Tito.
Imperator Auxiliaris: Quella è stata un'eccezione, sì; ma ci siamo resi certi del fatto che le vostre probabilità di trovare Tito fossero nulle.
Primo Sovrintendente: Eppure l'abbiamo trovato, sembra che questa tua certezza non fosse poi così corretta.
Imperator Auxiliaris: In realtà, la certezza esisteva eccome. Ma sembra che sia successo qualcosa di… inatteso, e dico così solo per mancanza di parole adatte ed appropriate a questo caso. E sono abbastanza sicuro che tu sappia già di cosa sto parlando.
Primo Sovrintendente: Riesci ad esprimerti meglio? Cosa intendi con "Inatteso"?
Imperator Auxiliaris: Certamente ti ricorderai quando molti anni fa, durante una visita, ti mostrai il passaggio segreto che portava alle mie stanze, o il mio ufficio, se così dobbiamo chiamarlo, vero?
Primo Sovrintendente: Quella dove tenevi, tra i vari affetti personali, diversi reperti storici… Ho un ricordo sfocato, sì, ma me la ricordo. Ricordo più che altro quel passaggio, sì. La protezione di Tito ha qualcosa a che fare con la tua collezione privata?
Imperator Auxiliaris.: Innanzitutto, non la definirei collezione, ma piuttosto un piccolo museo. Quegli artefatti non sono nemmeno anomali; ma comunque, no. Tito non è collegato in alcun modo al nostro museo interno.
Primo Sovrintendente: E immagino che non sia nemmeno collegato alla tua stanza.
Imperator Auxiliaris: Esattamente. L'unico motivo per cui l'ho menzionata, era solo per rievocarti in mente i passaggi segreti che si stendono in mille direzioni sotto la nostra base. Era per darti un'idea di quanto fosse complicata tutta l'ala che andava a proteggere Tito. I meccanismi del museo erano soltanto quelli più semplici che serpeggiano nelle mura.
Primo Sovrintendente: I miei uomini non hanno trovato nulla di inusuale nella zona dov'era rinchiuso SCP-089-IT; dubito che ci fossero davvero questi meccanismi di cui parli.
Imperator Auxiliaris: SCP-089-IT? Vedo che gli avete già dato una designazione nel vostro archivio, non mi aspettavo che avreste fatto così in fretta. Più avanti vedo se riesco a mandarvi qualche carta o osservazione che abbiamo fatto sulla sua struttura, ormai c'è poco da nascondere.
Primo Sovrintendente: Grazie, Carlo.
Imperator Auxiliaris: Tornando comunque alla discussione di prima, quei passaggi erano stati creati dagli ingegneri e architetti più esperti e sofisticati delle epoche passate; all'occhio inesperto è normale che non si notino stranezze architettoniche o ingegneristiche; è stato tutto progettato nel minimo dettaglio.
Primo Sovrintendente: Capisco, quindi hai idea di cosa sia successo?
Imperator Auxiliaris: Devo dire che quando eravamo partiti noi venti dall'Ammenda per effettuare quel recupero, tutte le chiuse e i passaggi erano sigillati; tutte le serie di trappole attivate e pronte a intralciare possibili invasori. È chiaro che quando siete arrivati voi, sebbene ora non sappia il momento esatto in cui si è scatenato il tutto, tutti i passaggi sono stati riaperti o… sabotati.
Primo Sovrintendente: Sabotati, eh? È un'accusa oppure hai delle spiegazioni anche per questo?
Imperator Auxiliaris: Sai, non ho teorie o spiegazioni. Ma ho le prove… guarda qua.
L'Imperator Auxiliaris tira fuori da una tasca del giubotto una provetta che contiene un liquido nero e denso, che sembra quasi appiccicarsi alle pareti di vetro, giudicando i movimenti provienienti all'interno del cilindro, sembra che il liquido pulsi lentamente. Dopo averla osservata per qualche secondo, il capo dell'Ordo Iani passa il fragile contenitore al Primo Sovrintendente.
Primo Sovrintendente: (Con un tono misto tra il disgusto e l'essere interessato) Dire che sono disgustato sarebbe poco, sono i movimenti la parte più disturbante e… aliena di questo affare. Sappiamo cos'è questo liquido che mi hai portato?
Imperator Auxiliaris: Sì, lo sappiamo sebbene le analisi che ho condotto si siano rivelate… strane. Questo sembra essere un miscuglio creato da una base d'inchiostro con tracce di saliva, emolinfa e aceto balsamico.
Primo Sovrintendente: Emolinfa? Trattiamo Insetti?
Imperator Auxiliaris: No, è emolinfa ricavata d'un qualche crostaceo per la precisione. Avevi quasi indovinato, dai.
Primo Sovrintendente: Crostacei o no, questo liquido non spiega molto da solo. Perché saliva? Perché l'aceto balsamico? Cosa centra con i passaggi segreti?
Imperator Auxiliaris: Qualcosa è entrato nell'Ammenda, ecco cosa c'entra. Qualcosa è passato attraverso i muri e ha sabotato i meccanismi che tengono chiuse le porte; qualcosa ha sciolto i fili che azionavano le botole e quel qualcosa è anche riuscito a fuggire in maniera perfetta; tutto in quel minuscolo lasso di tempo disponibile dopo che noi uscimmo dalla struttura, ma prima che voi arrivaste.
Primo Sovrintendente: Quanto sono sicuri i meccanismi?
Imperator Auxiliaris: Hai già un'idea, non del tutto formata, ma presente. Sappi solo che questi meccanismi sono protetti da molti più centimetri di pietra e non hanno un pannello rimovibile per vedere tutte le diavolerie che stanno tra i muri.
Primo Sovrintendente: Potrei essermi già fatto un'idea su cosa potrebbe esser entrato nella vostra base… un'idea vaga ed infondata, ma comunque un idea.
Imperator Auxiliaris: A cosa stai pensando?
Primo Sovrintendente: Opzione uno: organismo anomalo a base di una sorta di poltiglia corrosiva è entrato e ha fatto un disastro tra tutti i giocattolini che tenete in quelle mura, mentre l'opzione due… diciamo solo che è un segreto, non ho alcuna conferma su tutto ciò e non posso parlarne con te, almeno per ora. Mi dispiace.
Imperator Auxiliaris: Peccato. Anche se dubito che sia un blob senza cervello ad aver fatto ciò, mi sembrava tutto troppo preciso. Era come se… qualcosa fosse stato congegnato.
Primo Sovrintendente: (Con fare pensoso) Uhm… cosa intendi? Presuppongo l'esistenza di altre aree della struttura a questo punto, con dentro altri oggetti o creature molto più pericolose di quanto mi hai già fatto vedere… non ci sono state brecce nel loro contenimento? Piccoli furti? Documentazioni venute a mancare?
Imperator Auxiliaris: Solo i meccanismi di Tito sono stati intaccati, i vecchi meccanismi ridondanti che erano affiancati a quelli sabotati invece sono usciti fuori illesi. Strano a dirsi, eppure null'altro è stato toccato.
Primo Sovrintendente: Dovrete investigare su tutto ciò, noi non possiamo fare molto. Comunque sia, posso tenere questa boccetta? Vorrei farla analizzare anche io, non sia mai che troviamo qualche indizio.
Imperator Auxiliaris: Ci comunicherete i risultati ottenuti? Il più presto possibile?
Primo Sovrintendente: Certamente, non ti preoccupare. Comunque, per quanto mi dispiaccia dirtelo, al momento non possiamo aiutarvi. Siamo limitati dalla mancanza di informazioni concrete e altre cosucce al momento. Dovrete continuare ad investigare da voi.
L'Imperator Auxiliaris si sofferma per un attimo ad osservare una mappa appesa nell'ufficio del Sovrintendente.
Imperator Auxiliaris: Allora è tutto.
Primo Sovrintendente: Sai già la strada, Carlo.
Imperator Auxiliaris: Sì, la conosco… prima di andare, posso farti un'ultima domanda?
Primo Sovrintendente.: Chiedi pure. (Il Primo Sovrintendente si alza dalla sedie e rimette in ordine una pila di fogli.)
Imperator Auxiliaris: Non farete del male a Tito, vero? Ormai sapete già della sua esistenza e non ho intenzione di indebolire il rapporto tra l'Ordine e la Fondazione. Me lo riesci a promettere?
Il primo Sovrintendente finisce di sistemare i fogli e li rimette in una stampante poco lontano, poi ritorna ad osservare l'ospite.
Primo Sovrintendente: Almeno da parte mia, posso prometterti che finché non andrà ad interferire con le nostre operazioni, non gli accadrà nulla. Sì, chiederemo di porlo sotto analisi e sperimentazioni per accertarci della sua natura, ma non sarà nulla di doloroso. Non posso garantire per gli altri.
Imperator Auxiliaris: Questo mi rassicura… in parte. Bene, arrivederci Primo. Ci rivedremo quando avrai i risultati della provetta.
Primo Sovrintendente: Arrivederci Auxilia, ti farò mandare i risultati tra… diciamo un mesetto, anzi, se mando i campioni al principino della divisione della genetica probabilmente i risultati arrivano in meno di tre settimane. In ogni caso, ti arriveranno le copie dei documenti.
L'Imperator Auxiliaris dà un'ultima occhiata al Sovrintendente prima di salutare ed uscire dalla stanza.
<Fine Log>
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