SCP-058-IT
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Fotografia di SCP-058-IT-A rimosso dal supporto autoportante.

Elemento #: SCP-058-IT

Classe dell'Oggetto: Safe

Procedure Speciali di Contenimento: Data la loro natura, SCP-058-IT-A e SCP-058-IT-B devono essere separati tra di loro se non sotto sperimentazione. Inoltre per diminuire le probabilità che SCP-058-IT venga in possesso di un Gruppo di Interesse, si è deciso di conservare SCP-058-IT-A al Sito Plutone e SCP-058-IT-B al Sito Vesta. Nello specifico, SCP-058-IT-A è conservato nel magazzino-Σ utilizzato per il contenimento di oggetti di non immediata rilevanza storica, mentre SCP-058-IT-B è stato recentemente spostato dal magazzino-Ϟ per permettere la ristrutturazione e l'ampliamento del vecchio magazzino.
Durante i test SCP-058-IT-A SCP-058-IT-B devono essere tenuti a circa 150 centimetri tra di loro, in una stanza ben illuminata e posta sotto la diretta sorveglianza di almeno due guardie SPeV; in caso le istanze generate si rivelino aggressive anche ai membri del personale, la terminazione immediata è consigliata.

Descrizione: SCP-058-IT-A e SCP-058-IT-B sono due specchi autoportanti (questo supporto è stato messo dalla Fondazione per agilitarne lo spostamento) alti 185 cm e larghi 70 cm ciascuno; le loro cornici sono riccamente decorate e in generale somiglianti a quelle prodotte verso la fine del 1800; i due specchi risultano perfettamente normali sia nella fattura che nei riflessi prodotti, anche se posti davanti a strumenti analoghi non anomali.

Le proprietà anomale di SCP-058-IT si attivano esclusivamente se SCP-058-IT-A e SCP-058-IT-B vengono posti l'uno davanti all'altro dando origine alla riflessione infinita, e se un essere vivente/senziente e sapiente è presente tra i due oggetti. Quando queste due condizioni sono state soddisfatte, generalmente nel punto più lontano della riflessione (solitamente quello più sfocato e l'ultimo tra i vari "livelli" dello specchio) inizierà ad emergere un'entità simile al soggetto posto in mezzo a SCP-058-IT-A e SCP-058-IT-B. Questa entità verrà definita SCP-058-IT-2 (numerazioni aggiuntive non sono necessarie) e partendo dalla sua cornice iniziale, passerà a quella della prossima riflessione, inglobando dentro di sé altri riflessi dell'individuo; il processo si ripeterà fino a che SCP-058-IT-2 non supererà tutta la galleria e uscirà dallo specchio. È necessario notare che in questo stato l'entità fuoriuscita è senziente e sapiente, oltre che tangibile.

Al contrario delle aspettative, SCP-058-IT-2 ha solo lontane similiarità nelle fattezze del soggetto, imitandone voce, colore dell'iride e dell'epidermide, lineamenti e altre piccolezze; SCP-058-IT-2 attraversando SCP-058-IT e inglobando i vari riflessi, diventa pian piano più mostruoso aggiungendo arti, pezzi di tessuto (generalmente ricollegabili agli indumenti che il soggetto sta indossando al momento), occhi, orecchie e altre parti del corpo a sé, diventando quindi un essere dalle fattezze mostruose e difficile da ricollegare all'originale.

SCP-058-IT-2, ormai un simulacro di quello che è stato imitato, procederà a dialogare (se possibile) con il soggetto e, infine, ucciderlo. Finita quest'ultima azione generalmente si presentano due scenari:

  • SCP-058-IT-2 dopo un po' di tempo procederà ad evadere dalla stanza tramite uno degli specchi (solitamente quello opposto da cui si è manifestato). Tentare di raggiungere SCP-058-IT-2 si è sempre rivelato un fallimento in quanto lo specchio rimane solido durante questa transizione, ancora non si comprende esattamente come faccia SCP-058-IT-2 ad attraversare l'oggetto.
  • SCP-058-IT-2 inizierà ad inglobare il corpo esanime del soggetto, e ne prenderà il suo posto nelle mansioni e nella vita in generale, anche se questo suo piano si rivela spesso un fallimento quasi immediato dato il suo aspetto. Bisogna notare che questa assimilazione non è perfetta, in modo simile a quanto accade quando SCP-058-IT-2 esce da SCP-058-IT-A o SCP-058-IT-B. pertanto non è possibile definire con precisione assoluta come cambierà SCP-058-IT in base a variabili come il soggetto in sè, la posizione nella quale è morto, e da dove verrà iniziato ad essere inglobato.


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    Premessa:


    SCP-058-IT è stato originariamente estratto dal magazzino principale del Sito Plutone, in seguito all'acquisizione della struttura e dell'integrazione del Regio Istitvto Delle Italiche AnomaliÆ (RIDIA) all'interno della Fondazione. I documenti archiviati nelle strutture rivelano che SCP-058-IT sia stato creato da uno dei membri dell'Istituto, tramite metodi non meglio descritti nelle documentazione e tutt'ora ignoti.
    È stato deciso dalla direzione del Sito che i discendenti di Francesco Martini debbano essere interrogati riguardo le sue possibili capacità sulla creazione di oggetti anomali.


    REGIO ISTITVTO

    DELLE ITALICHE

    A N O M A L I Æ


    Documento Numero: 004

    Classe d'Anomalia: Augustus

    1█/03/190█

    Si porta a conoscenza di Vossignoria la questione protocollata come Augustus-004, la quale si sviluppa come segue.

    Iv'io prima spiegerò la storia che ho da raccontare sull'argomento poiché la ritengo d'importanza.
    Tempo addietro, tutti pensavano che il nostro compagno Francesco Martini, detto Francescutti, dicesse panzane nel teorizzare strane cose, ignote ai più; tant'è che spesso alcuni lo andavan a deridere per le idee sue. Eppur io sapevo ch'egli era probo di carattere e ciò mi preoccupava, lui in me vide amicizia e mi portò con sè nei suoi stanzini; già mi preoccupava vedere i fogli pletorici sparsi sulle tavolate, e dietro una stanza segreta abilmente nascosta dietro diverse librerie, ma ancor di più mi sorpresi a scoprire la bottega d'un falegname nei segreti suoi e _̶͘_̢͘_́͜͡͠_̵̶̡͢͞_̡̀͢҉_҉̨͏_̕͝_̕͘͡_̶͞͏͢͠_͘͘͞ .

    Nelle stanze mostrò cornici, vetri e altro ancora con tanto di cose strane e probabilmente, or che rimembro sugli accaduti, rituali non conformi ai comandamenti del Signore, date le presenze di strane candele, incensi e altri materiali che non riesco a ricordare, che non sono più stati trovati.
    Francescutti parlava con gran foga, spesso senza prender fiato tra una frase e l'altra, così che io mi chiedessi davvero se stesse male oppure avea solo lavorato troppo di recente.
    Ebbene lui mi chiese se io credessi in mondi altrui, nascosti dietro ai nostri che solo tramite sottili veli potevano essere raggiunti. Lui affermava che fosse utile all'Istituto scoprire cosa accadesse nelle altre realtà e che forse avesse trovato il modo per entrare, o comunque aprire un varco tra due, se non molti, mondi contemporaneamente. Allor'io dissi gentilmente che data la tarda ora dovevo tornare a finire le mansioni mie, e andar a casa a riposarmi; ma lui tentò di convicermi a rimanere, prima con gentilezza, poi con la forza. Io allora fuggii fuori dalla stanza, dato che la mia attenzione era più incentrata in altri progetti, e finiti questi, tornai alla casa mia per riposare le membra.

    Tornato al lavoro il dì successivo, si venne a scoprire della scomparsa di Francesco e tutti si misero a cercarlo, pensando che fosse ancora nascosto in giro. E cercando, cercando non lo si trovava da nessuna parte; e ricordandomi del segreto, rivelai loro il passaggio nascosto nella camera sua, sommo orrore si presentò ai nostri occhi trovandolo dilaniato ai piedi di due specchi che si riflettevano a vicenda, creando infiniti muri e lunghezze impossibili. Nulla trovammo che potesse ricondurre ad un omicidio o ad un arma utilizzata per commettere la più vile delle azioni. Alle esaminazioni approfondite scoprimmo le fauste ed orribili proprietà degli specchi prodotti da Francescutti, ora chiamato Augustus-004, che procederò a spiegare ed illustrare correttamente.

    L'anomalia protocollata come Augustus-004 si presenta nella forma di due specchi di splendida fattura, tale che sembra fatta da un maestro perduto e quasi inimmaginabile; bisogna notare che se posti l'uno davanti all'altro, gli specchi a condizioni ottimali riescono a effettuare una perforazione sottile negli arcani tessuti del -̷̶͡͡-̴̛-̵̸̢͟-̧͘͢, permettendo il passaggio di altri esseri umani all'interno della realtà nostra. Se una persona rimane al centro dei due vetri, la persona che ne uscirà, se è così definibile, risulta estremamente distorta, amalgamazione tra mille di suoi simili ed è generalmente un terribile simulacro di quello che ha cercato di imitare.
    La creatura è capacita di pensare ed agire, essa soffre perennemente e vede come causa della sua sofferenza il soggetto ch'era posto in mezzo ai due specchi, e così cercherà di ucciderlo sperando di poter allora vivere in pace.
    Questi esseri sacrilegi sono spesso eliminati subito dalle guardie, ma alcuni alle volte riescono a scappare, ed una è riuscita addirittura a scappare dalla nostra struttura, tutt'ora nascosta tra la popolazione.

    Si spera in veloce risposta da Vostra Signoria, su come bisognerà procedere in futuro circa la conservazione degli artefatti e i resti di Francesco Martini.

    Data

    13/02/1903

    Firma
    Leonardo Capatonda
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      Premessa:

      La seguente intervista è stata organizzata il 13/11/1950 ed è stata posta a Gianfranco Martini, figlio di Francesco Martini, il probabile creatore di SCP-058-IT. L'intervista è stata organizzata sia per constatare se il figlio o altri familiari fossero a conoscenza di anomalie e/o piani che avesse il padre in mente. Inoltre a causa delle irregolarità nei saldi bancari della famiglia nel periodo successivo dal 1903-1904 la Fondazione si è insospettita, possibile indice che il nucleo familiare stesse nascondendo qualcosa, o che avesse a che fare effettivamente con anomalie.

      Intervistatore: Dr. Giorgio Marnoli
      Intervistato: Gianfranco Martini


      Dr. Giorgio Marnoli: D'accordo Gianfranco, non preoccuparti, e non agitarti. Siamo qui per porti delle domande.

      Gianfranco Martini: Chi siete!? Cosa volete!?

      Dr. Giorgio Marnoli: Non preoccuparti, siamo in una struttura sicura, siamo qui per conto della repubblica, dobbiamo farti delle domande. Sono un dottore, non devi aver paura.

      Gianfranco Martini: È ancora per quelle cose del fascismo?

      Dr. Giorgio Marnoli: Fascismo? Oh, no no. Quei tempi sono passati, non preoccuparti. Siamo qui per delle domande… diverse.

      Gianfranco Martini: Non… capisco. Che domande dovreste farmi?

      Dr. Giorgio Marnoli: Partiamo con calma, non c'è fretta. Dimmi, come stai?

      Gianfranco Martini: Spaventato, confuso e ho un male alla testa, mi avete dato una botta sulla nuca?

      Dr. Giorgio Marnoli: Può essere, chiedo scusa. I nostri metodi sono un po'… bruschi. Ti posso offrire un caffè? Forza, prendi.

      Il Dottor Giorgio Marnoli versa del caffè da un thermos in una tazzina, e la porge a Gianfranco Martini.

      Gianfranco Martini: Il caffè è… corretto? Mi ricorda quasi quello che faceva mio padre.

      Dr. Giorgio Marnoli: Uh, anche a lui piaceva il caffè? Arabica o Robusta?

      Gianfranco Martini: Penso che era più per la robusta, cercava qualcosa che lo teneva sveglio.

      Dr. Giorgio Marnoli: Sembra un tipo interessante, raccontami di lui.

      Gianfranco Martini: Era un uomo taciturno, misterioso e sempre al lavoro. Non tornava molto a casa, anche se spesso ci rimaneva per diverse settimane o addirittura mesi. Era un buon padre, mi portava spesso a pesca, nei ristoranti in paese… Mi aveva anche comprato un cane, che rimase con me per dieci anni. Almeno fino a…
      Almeno fino a quella dannata nottata, nel 1903. Erano arrivati dei suoi colleghi dalla fabbrica che ci avevano detto che era deceduto, cadendo in qualche macchinario.

      Dr. Giorgio Marnoli: Fabbrica? Macchinario? Dai rapporti medici che ho visto era un archeologo.

      Gianfranco Martini: Sì sì, scusami era un archeologo. Sepolto in una frana, mi sono sbagliato.

      Dr. Giorgio Marnoli: Ho mentito, non era un archeologo. Stai nascondendo qualcosa, stai mentendo spudoratamente.

      Gianfranco Martini: No, non sto mentendo. Le giuro.

      Dr. Giorgio Marnoli: Tale padre tale figlio. Anche tuo padre nascondeva qualcosa, non è vero?

      Gianfranco Martini: No, non nascondeva niente!

      Dr. Giorgio Marnoli: Sicuro? Che relazione aveva con gli specchi?

      Gianfranco Martini: Li trovava oggetti molto affascinanti, quasi magici.

      Dr. Giorgio Marnoli: D'accordo, passiamo alle domande più serie. Durante il periodo tra il 1903 e il 1904 la tua famiglia ha effettuato spese più consistenti, come una famiglia di tre persone invece che di due, come sarebbe appena diventata con il decesso di tuo padre.

      Gianfranco Martini: Chi siete voi?

      Dr. Giorgio Marnoli: Persone con molte informazioni. Cosa nascondi? Stiamo ancora utilizzando le buone maniere.

      Gianfranco Martini: D'accordo, dirò quello che volete. Sì, abbiamo effettuato molte spese quell'anno e probabilmente non ci credereste nemmeno… mio padre era vivo. Era dato per morto, avevano seppellito la sua tomba, con il suo cadavere. Io ero lì, in prima fila; ho visto la bara calare nel terreno e venir coperta dalla terra, ho pianto, non volevo che se ne andasse. Tuttavia una settimana dopo il suo funerale… è tornato a casa.

      Dr. Giorgio Marnoli: Interessante, continua.

      Gianfranco Martini: Solo che non era mio padre. Voglio dire, lo era. Ma non lo era! È tutto così complicato!

      Dr. Giorgio Marnoli: Riusciresti a descriverlo?

      Gianfranco Martini: Non ricordo esattamente com'era, saranno passati… quanti? Quarantasette anni? Ne avevo dieci allora. Era un agglomerato di sè stesso. Molti sè stessi. Abiti, carne tutto insieme. Occhi, bocche, braccia… Tutto era incollato insieme, praticamente!

      Dr. Giorgio Marnoli: Immagino che bastino i dettagli, dev'essere doloroso.

      Gianfranco Martini: Si comportava come se nulla fosse mai accaduto, mia madre quando lo vide cacciò un urlo, poi si calmò. Riconobbe in… quell'affare, l'uomo che amava. Decise di proteggerlo. Lo nascondemmo in cantina. Per diversi mesi. Non poteva essere lui! Ma aveva la voce, le fattezze, l'accento… sono sicuro che parlasse di se stesso solo in plurale.

      Dr. Giorgio Marnoli: Cosa faceva?

      Gianfranco Martini: Blaterava, tutto il tempo. Lo sentivo parlottare tra sé e sé perfino dalla mia stanza su cose, mondi, dimensioni. Esseri con strani cappelli che lo osservavano.

      Dr. Giorgio Marnoli: Tuttavia, tutto fini dopo pochi mesi. Non è così?

      Gianfranco Martini: Sì, è vero. Sono stato io a porre fine al tutto. Mi stava portando alla follia, mi provocava gli incubi. Sapevo della pistola che teneva nascosta nella sua stanza. Me l'aveva mostrata una volta. Ne approfittai d'una giornata in cui mia madre era al lavoro per scaricargli un intero caricatore, posai la pistola a terra racchiudendola in una delle sue mani, per farlo sembrare il più possibile un suicidio. Mia madre non poteva chiamare la polizia. Non poteva chiamare nessuno… Sono abbastanza sicuro che il corpo sia ancora sepellito nello scantinato.

      Dr. Giorgio Marnoli: Non ne hai mai parlato fin'ora, vero?

      Gianfranco Martini: No, con nessuno. Era un peso che mi portavo da troppo tempo.

      Dr. Giorgio Marnoli: E poi cos'è successo?

      Gianfranco Martini: Quando mia madre morì, decisi di vendere la casa, e di trasferirmi altrove. Tuttavia, non ho molto altro che è ricollegabile alla vicenda.

      Dr. Giorgio Marnoli: D'accordo Gianfranco, grazie per la tua collab-

      Gianfranco Martini: Aspetta!

      Dr. Giorgio Marnoli: Cosa?

      Gianfranco Martini: Mi sono appena ricordato di una cosa, parlottava sempre di uno spazio in mezzo agli specchi. Quelle frasi mi tormentano ancora. "La città nera in mezzo ai mille riflessi ci tormenta osservandoci", lei ha idea di cosa voglia dire?

      Il dottore rimane per qualche secondo a meditare sulla domanda, poi scuote la testa.

      Dr. Giorgio Marnoli: Grazie per la collaborazione Gianfranco, la porta è là. Le guardie ti daranno una medicina per il mal di testa, bevila subito con un po' d'acqua. Io rimarrò un po' qui.

      L'intervistato esce dalla stanza, facendosi poi scortare da una guardia per assumere un amnestico per dimenticare l'intervista.

      Dr. Giorgio Marnoli: Cosa diavolo avevamo in mente allora, noi del RIDIA?

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