Tubatura
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Era stupido. Era un'idea stupida, pensata da persone stupide, in stupidi uffici sicuri. L'agente Two si guardò attorno lentamente, lasciando che la sua torcia illuminasse le pareti, uno dei pochi oggetti che gli agenti potevano portare all'interno di SCP-015. Gli agenti Six e Lon erano in piedi dietro di lui, facendo lo stesso. Le chiacchiere e le battute erano cessate circa trenta secondi fa, gli agenti si stavano rendendo lentamente conto che non si trattava di un semplice giro di perlustrazione. "Entrare, trovare l'unità di osservazione, estrarre i dati e recuperare l'unità. Fatto." Avevano riso, Lon aveva chiesto se si doveva indossare il cappello di Mario visto che parevano idraulici ecc. Ora, tuttavia… vedendo il tunnel buio e angusto incombere davanti a loro, l'unica cosa divertente era la loro presenza.

Two avanzò lentamente, fissando la torcia a terra. C'era un duro agglomerato di tubi, più o meno a livello del pavimento. Alcuni tubicini si incastrarono qua e là, serpeggiando come radici di alberi o improvvisamente sollevandosi in mezzo al pavimento come dei pilastri. Le pareti, il soffitto e ogni centimetro della struttura originale erano rivestiti di tubi. Alcuni dei ricercatori che li avevano condotti fino alla porta principale dissero che in realtà non era rimasto nulla del vecchio magazzino, tranne il guscio esterno. Eliminò del tutto quel pensiero, assieme al percorso pre-mappato che avevano dovuto memorizzare, dopo aver aggirato un pilastro di capelli strettamente intrecciati, mentre la superficie lucida faceva uscire dolcemente del vapore.

Six avanzò di scatto, prendendo il comando dello squadrone e tenendo d'occhio Two e Lon. Bambini impauriti. Lon saltava ad ogni suono e Two sembrava che fosse pronto a lasciar perdere e scappare se avesse visto anche solo un topo. Bambini. Si mosse nell'oscurità, proiettando la luce di fronte a sé, sentendo calore, fetore di fognature e Dio sa cos'altro. Avevano bisogno di una buona mano militare per essere guidati, e col cavolo che Six si sarebbe messo ad accudire degli adulti che avevano paura anche delle ombre. Avrebbero portato a termine questo dannato lavoro e sarebbero tornati fuori. Che stronzata quel documento riguardo l'SCP, erano solo cartocci per il pesce. "Semi-senziente" stocazzo, semplicemente non volevano che le persone ammaccassero i loro orrori da compagnia. Voleva uscire da questo incubo gocciolante. Avrebbe portato a termine questa missione con o senza di loro.

Lon camminò in punta di piedi su una massa spessa e spinosa di tubi cercando di non piagnucolare, la superficie era come cardi intrecciati. Si avvicinò a Two, mantenendo la luce ai suoi piedi in modo da non calpestare nulla di strano. Non voleva sembrare la ragazzina debole, ma aveva una terribile paura degli spazi ristretti… e questo posto era come camminare dentro ad arterie che si chiudevano lentamente. Lon scosse la testa, violentemente, interrompendo l'intero filo di pensiero. Lei era la tecnologia, Six e Two erano la sicurezza. Tutto quello che doveva fare era stargli vicino, estrarre le schede dati dall'MRV e poi andarsene. Si sforzò di non guardare le porte sigillate in lontananza dietro di loro. Solo un paio di MRV, un po 'di lavoro e poi fuori. Dentro e fuori, semplice. Ignorò un tubo di carne coriacea che pulsava delicatamente vicino al suo braccio con una concentrazione ferrea.

Trovarono il primo MRV dopo quella che sembrava un'ora di cammino. Era difficile orientarsi. La dilagante crescita delle tubature aveva ridotto alcune aree fino a costringerli a gattonare e ne aveva modificato altre in labirinti casuali e claustrofobici. Six era quasi rimasto bloccato due volte e sembrava che volesse uccidere Lon quando fece un commento su Winnie the Pooh. Lon aveva ricominciato a parlare almeno… ma era flebile, sussurrava in confronto alle chiacchiere di questo cimitero. Two continuava a cercare di seguire le indicazioni… ma anche se le avevano ricevute meno di una settimana, erano poco più che una linea guida. Quando finalmente trovarono l' MRV, ci fu un momento di sollievo. Almeno erano a metà strada. Poi l'avrebbero ispezionato alla luce.

Era stato infilzato, per mancanza di un termine migliore. Appuntato a un tubo di una specie di tessuto denso, un tubo liscio e nero si era ancorato all'obiettivo della telecamera del veicolo di osservazione. Non era stato distrutto o danneggiato, era solo… collegato, come se fosse stato creato per questo. Aveva sollevato il piccolo robot a quasi un piede da terra e sembrava che altri tubi più piccoli avessero iniziato a collegarsi ad altri spazi aperti del veicolo. Stava lì, le ruote giravano lentamente mentre la batteria si scaricava, come un insetto in un nido di spilli. Un liquido limpido e maleodorante gocciolava delicatamente dalla custodia della fotocamera.

“Bene.”

La voce di Two echeggiò nell'oscurità, non era assolutamente necessario dirlo. Rimasero tutti in piedi, per alcuni istanti, poi Lon iniziò a guardare attentamente l' MRV. Six si guardava attorno con timore crescente, iniziando a mormorare piano. Lon stava cercando le schede dati, prima di fermarsi per guardare Two.

"Uhm… Two… visto che è cresciuto nell'MRV, pensi che… conti?"

"Che cosa vuol dire conti?" Two illuminò se stesso e la macchina, un sibilo di vapore alle sue spalle lo fece sussultare.

"Intendo dire come danno a 015. Se tiro fuori le schede dati, pensi che… reagirà?"

Two si guardò attorno lentamente, illuminando il pavimento, un tubo largo come un'auto e apparentemente fatto di lanugine compattata era sotto di loro.

"…questo all'improvviso sembra una cattiva-"

"Oh, chiudi quella cazzo di bocca."

Entrambi gli agenti si voltarono a fissare Six. Si era avvicinato all' MRV, flettendo le mani e cercando qualcosa nel suo cappotto con una di esse. Con l'altra spinse via Lon in modo abbastanza violento.

“Spostatevi. Reagite, che cazzo… dicono quelle stronzate solo per impaurire le persone e mantenere i loro giocattoli al sicuro. È solo un mucchio di strani tubi. Tutto qui. Forse cresce o cose simili, ma la cosa dannatamente sicura è che non si offende per ciò che dice la gente. Prendo questa cosa e ce ne andiamo."

Mentre parlava, avanzò, aprendo il coperchio del dataport. La maggior parte del liquido limpido e schiumoso si era accumulato all'interno. Gli altri due agenti si bloccarono, fissandolo sconvolti per un attimo… e l'edificio sembrò fare altrettanto, i suoni di sfiato di vapore, struscii e i leggeri rumori metallici si erano tutti fermati. Il battito del cuore di Lon sembrava come spari nelle sue orecchie. Two avanzò, raggiungendo Six.

"Gesù, Six, che cazzo stai…"

Six lo ignorò, sfilando le sottili schede dati. Sembrava che un liquido invecchiato e andato a male le ricoprisse… ma erano costruite per resisterci. Le fece scivolare fuori, quindi mise il fagotto in tasca. Diede un colpo al bordo della lente della videocamera, spostando un po' l' MRV, cercando di vedere se si sarebbe liberato mentre Two e Lon indietreggiavano lentamente, il silenzio attorno a loro sembrava comprimerli dall' interno. Six si arrese, allontanandosi dall'MRV intrappolato e inerme, illuminando i due agenti sbiancati dalla paura.

“Cazzo ragazzi. Non so come avete fatto a sopravvivere fino ad ora."

Il tubo sotto di lui si aprì con un lieve suono di feltro lacerato.

Two e Lon non ebbero nemmeno il tempo di reagire prima che scivolasse nella voragine venendo avvolto fino alle ascelle mentre urlava orribilmente. La torcia di Six svanì mentre i due agenti, scossi dal grido miserabile del grande uomo, corsero per aiutarlo. Un soffio di calore e della luce provenivano da sotto l'uomo, mentre i due agenti gli afferravano le braccia e guardavano in basso. Era immerso in una massa di vetro fuso molto denso. I suoi vestiti avevano già iniziato a sciogliersi e bruciare, l'odore della carne bruciata era quasi più forte delle urla riverberanti. Tirarono su metà dell' uomo, con una porzione di carne e tessuti malridotti e bruciati dove avrebbe dovuto esserci la parte inferiore del suo corpo.

Ansimarono, cercando di trascinarlo, Lon iniziò a urlare insieme a Six, Two aveva gli occhi spalancati e fissi su un punto lontano da lì. Ci fu uno sporadico aumento di suono che si spostava intorno a loro, suoni, sibili, ticchettii, esplosioni, un tubo di fianco a loro si gonfiò in modo allarmante e li fece quasi cadere. Riacquistarono l'equilibrio proprio mentre un tubo di legno sopra di loro si stava aprendo in uno spruzzo di schegge e polvere chiara e pungente.

Two e Lon si allontanarono, tossendo e soffocando, Two sputò un'improvvisa massa di sangue. Vetro. Era polvere di vetro. Si riversò su Six, smorzando le sue grida, si mosse mentre lottava per gli ultimi istanti, poi si fermò, il vetrò coprì rapidamente il corpo e lo inglobò. Lon batté le palpebre con gli occhi rossi e gonfi, guardando Two. Annuì e si precipitarono in fondo al corridoio, cercando di ignorare la crescente cacofonia, che sembrava come una metropolitana in arrivo. Una massa di sostanze chimiche oleose e puzzolenti ribolliva dietro di loro, un'ondata di spine di rose quasi interruppe i loro progressi costringendoli a strisciare lungo un tubo d'ossa che tremava come un vecchio al freddo.

Correvano, mantenendo appena un distanza adeguata da… qualunque cosa fosse, sentendo varie esplosioni e inquietanti fratture attorno a loro. Alla fine giunsero a un vialetto ringhiato, largo appena pochi metri, che era l'unica strada percorribile. Two proseguì, gattonando lentamente, cercando di farsi strada come un serpente, sapendo che il passaggio era lungo solo una quindicina di metri, facile, non avrebbe richiesto molto tempo. Lon esitò, quel piccolo spazio nero era come una bocca, prima che un'improvvisa esplosione di vapore alle sue spalle la facesse balzare in avanti, singhiozzando mentre gattonava, chiamando Two.

Two ignorò la vibrazione crescente che lo circondava ed il suono scricchiolante vicino alla testa ed uscì dall'apertura, si voltò… e non vide nulla. Nessuna Lon, nessun improvviso scoppio… solo il buco vuoto. Si guardò attorno con le mani tremanti, pensò, poi tornò dentro, cercando di trovare Lon per trascinarla forzatamente fuori. Poteva sentirla, ovattata, probabilmente dietro la prossima svolta… e la sua torcia rivelò una solida parete di tre spessi tubi bianchi sfaldati. Era lì, ne era sicuro, il tunnel era proprio lì… e poi sentì un grido pietoso dietro di sè. Lon lo supplicava, si disperava, urlava per chiamarlo. Two osservò, con gli occhi spalancati, poi sbatté la torcia contro il tubo. Questo scoppiò, ricoprendo la sua mano con una melma puzzolente e corrosiva, costringendolo a indietreggiare lungo il vialetto, urlò mentre la sua carne si scioglieva. Rimase in piedi fuori dall'apertura, tenendo lontana la mano fumante, cercando di non guardare l'osso esposto.

"Oh… oh Gesù… Lon… Lon, mi dispiace, cercherò aiuto, troverò qualcuno, resisti, te lo giuro…"

Si precipitò in fondo al corridoio, la sua luce sembrò attenuarsi in proporzione al suono crescente.


Lon ansimò, chiamando Two, dopo aver sentito il forte botto dall'altra parte del tubo e la sua improvvisa, straziante ritirata. Singhiozzò, tutto il suo corpo tremava, e lentamente iniziò a farsi strada a ritroso, strisciando sul ventre, piangendo mentre borbottava qualche sorta di preghiera a memoria.

Quando i suoi piedi colpirono un solido muro di tubi, non riuscì nemmeno a trovare la forza di gridare.

Era intrappolata, lo spazio non era molto più grande di una bara, era indifesa. Singhiozzò, rivolgendo la faccia al terreno di tubi caldi e traspiranti… e notò il silenzio. A parte le sue grida, non c'era nulla. Nessun ticchettio, nessuna frattura o esplosione… niente. Sollevò la testa nel buio appena illuminato, guardandosi intorno. Lei era viva. Si stava calmando. Sarebbero arrivati, Two sarebbe tornato con i soccorsi. Sarebbe uscita da qui. Respinse la sua claustrofobia crescente, guardando lungo le pareti. Notò un piccolo buco nel soffitto e iniziò a spostarsi per poterlo vedere meglio, girandosi all' indietro… e trovando solo l'estremità aperta di un tubo. Lon indietreggiò, chiudendo gli occhi, le lacrime le colavano sul viso.

Le prime gocce appiccicose le sembrarono le sue stesse lacrime. Poi una le cadde in bocca… ed era dolce. Aprì gli occhi e vide una massa densa e tremolante di liquido color ambra schizzare dalla bocca del tubo, ricoprendo lei e il pavimento mentre usciva. Tossì, indietreggiando… era miele. Miele, o qualcosa di simile. Almeno non era piombo fuso o acido… poi vide il livello salire. Non diminuiva. I tubi erano troppo vicini. Guardò intorno la minuscola stanza con la paura che aumentava molto più velocemente del miele che le colava sui fianchi. Lon colpì le pareti, il pavimento, il soffitto, cercò di bloccare il tubo con le mani, incurante di provocare la cosa… mentre il miele saliva e saliva, dolce come un amore adolescenziale.

Il suo ultimo respiro affannoso fu ricolmo di dolce miele e urla.


Two corse, ormai completamente perso, la sua torcia si attenuò per un momento, i suoni di crepe e scoppi dei tubi iniziarono a svanire. Forse aveva finito, finalmente. 015 era protettivo, ma non sembrava vendicativo. La gente si era fatta male in passato, ma poi era uscita senza problemi. È successo. Avrebbero trovato il modo di tirar fuori anche Lon. Potrebbe anche essere già fuori, magari ha trovato un altro modo per aggirare il blocco. Probabilmente era così, era uscita da questo posto maledetto. Per Six era un peccato… ma perché quel folle aveva aperto il caso? Cosa diavolo gli era preso?

Stava ancora riflettendo su questo quando inciampò su un tubo che non aveva visto nel buio.

Scattò in avanti, lanciando un grido per metà sorpreso e per metà terrorizzato mentre cadeva. O avrebbe dovuto cadere. Invece, attraversò il pavimento, finendo in una voragine creata dall' apertura di un tubo, le preti lisce ed umide scendevano ad angolo acuto. Gridò, cercando di afferrare qualcosa per fermarsi o rallentare, ma le pareti trasudavano ed erano spesse, la velocità della sua caduta stava aumentando. La sua torcia malfunzionante mostrava un tunnel apparentemente infinito che si estendeva sotto di lui. Scivolò e scivolò mentre uno strato di melma puzzolente e liscia si attaccava ai suoi vestiti e alla sua pelle.

Il tubo si attorcigliò, facendolo sbattere contro il muro mentre lo attraversava, la luce della sua torcia tremava e iniziava ad accendersi a intermittenza. Il panico lo colpì come un pugno, Two afferrò la torica e cercò di tenerla accesa, supplicandola, fissando la lampadina mentre la luce si affievoliva sempre di più. Si riprese per un attimo, poi si spense, l'oscurità premeva sui suoi occhi come un panno, l'agente scivolava sempre più veloce, urlando fino a diventare rauco, urlando fino a farsi sanguinare la gola, urlando anche quando oltrepassò i confini fisici di quella rete intricata di tubi.

Giorni dopo, quando la sua pelle iniziò a sfaldarsi, ne fu quasi grato.

Rapporto di recupero SCP-015

Agente Two: MIA
Agente Six: MIA
Agente Lon: MIA
MRV-889236 Stato: Non recuperato

Dati ritenuti non vitali alla luce della perdita di personale. Revisione del livello di classificazione di SCP-015 suggerita.

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