L'Origine di Clef
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"Salve Everett!" disse allegramente Clef, attraversando a gran passi la porta dell'ufficio del Dr. Mann. Si butto immediatamente il pavimento mentre una scarica di proiettili attraversava l'area in cui si trovava pochi momenti prima. Strisciò sulla pancia verso la scrivania del dottore, anche mentre Mann continuava a sparare all'impazzata, gridando per tutto il tempo.

"NON MI IMPORTA COSA SIA SCP-001! NON VOGLIO SAPERE QUALI SONO LE ORIGINI DELLA FONDAZIONE! LASCIATEMI IN PACE!" Mann, un po' sconvolto, continuò a sparare fino a quando il caricatore si svuotò, e quindi continuò a premere il grilletto, solo nella speranza di aver saltato un proiettile. Clef lo raggiunse e, cautamente, prese la pistola dalla mano del Dr. Mann.

"Qualche problema, Dottore?" chiese Clef, mentre delicatamente sostituiva la pistola con una fiaschetta di sidro fatto in casa. Controllò la pistola distrattamente, poi la gettò in un angolo.

Mann si scolò la fiaschetta, senza curarsi del fatto che bruciasse, o che il sapore di mele fosse assolutamente travolgente. Era la morte cerebrale, e fu un sollievo dal flusso quasi costante di Sovrintendenti che mettevano a nudo la loro anima. "Loro… non la smettono mai, Clef. Continuano a venire da me, e ad alleggerirsi. Non sono sicuro di quanto io possa sopportare. Dodici ore fa, l'O5-13 è venuto a raccontarmi la sua storia. Se ne è andato dieci minuti fa. Non sopporto quel tizio!"

"Calma, Everett, calma. Sei con un amico adesso. Vieni, siediti, bevi ancora un po'…" Clef chiuse la porta con disinvoltura, e la serrò. "Sai, fintanto che ascolti i segreti, cos'è uno in più, eh?" Clef annuì, prendendo una sedie e mettendola in modo da poter poggiare i piedi sulla scrivania di Mann. "Fintanto che stai ascoltando, perché non raccontarti da dove vengo?"

Mentre Mann gemeva e cercava conforto nella fiaschetta, Clef cominciò a parlare.


È stato molto tempo fa, riesco a malapena a ricordarmelo. Non ero un agente sul campo, sai. Ero un ricercatore, specializzato in SCP umanoidi. Era orribile, Everett, all'inizio. Gli SCP umanoidi erano il bastoncino più corto. Avevo cominciato a fare pressioni per alcuni cambiamenti. Cercare di aiutare le persone, solo un po'. Quindi mi degradarono. Mi assegnarono a qualche SCP anomalo, che non sapevamo cosa fosse. Quindi eccomi lì, mentre cerco di comprendere queste cose… e, guarda caso, qualcuno mandò a puttane il contenimento di 076, e in un lampo, Able mi sta sovrastando con una mannaia da macellaio piena di sangue.

Mi ha preso. E mi ha fatto male. Mi sono spento, per evitare il dolore. Anche ora, tutto quello che riesco a vedere sono i lampi di luce sulla lama… la Fondazione fece un casino. Hanno pensato che fossi morto. Mi hanno lanciato in una tomba comune, e mi hanno dimenticato.

Ma ero vivo. Sono strisciato fuori dalla tomba piena di Classe D. Corpi in decomposizione tutto intorno a me, e sono riuscito comunque a uscire fuori da tutta quella sporcizia. Mi sono diretto fino alla strada. Ho ucciso un uomo, solo per i suoi vestiti e il veicolo. Ma non mi curai di quello, al tempo. Pensavo solo di essere, sai, un duro.

Mi sono fatto strada verso un nascondiglio che mio fratello ed io avevamo creato anni prima. Uno di quelli del tipo 'nel caso in cui'. Ho passato un mese lì, a curare le mie ferite, a recuperare le forze. E ho realizzato, ero libero. Avevo una mente piena di segreti della Fondazione, e la Fondazione pensava che fossi morto.

Il mio primo pensiero fu MC&D. Potevo vendere tutto quello che sapevo, diventare miliardario, e non preoccuparmi mai più. Ma… non riuscivo a smettere di pensare agli SCP umanoidi in custodia della Fondazione. E a Able. Avremmo dovuto fare qualcosa con lui, avremmo dovuto terminarlo. Ma no, l'abbiamo contenuto… in realtà ho anche pensato di andare dal vecchio, ma sai com'è. Quindi sono andato alla GOC.

Erano scettici. Chi non lo sarebbe stato? Ma, in cambio di qualche plastica, una nuova identità, diedi loro ogni cosa. Mi resero un agente. Ho fatto in modo di essere il loro miglior agente, Ukulele. E ho scelto il mio nuovo nome, Alto Clef.

Ma è stato quando ebbi a che fare con una giovane donna il cui unico problema era essere in parte capra, che scoprii di essere immortale. Il mio collega la voleva morta. Era una Verde, anche se debole. Abbiamo discusso. Mi ha sparato, e poi a lei. Ma io non morii. Gli sparai di rimando, e la tenni fra le braccia mentre moriva. Quella ragazza… mi è rimasta dentro, Everett.

Sto divagando. La GOC non faceva per me. Quindi, feci ritorno alla Fondazione. Se non potevo sconfiggerli, forse potevo sovvertirli dall'interno. Nessuno era più sorpreso di me quando mi mandarono a parlare con me. Ma mantenni la copertura. Nessuno di loro ha mai sospettato di me. I miei tentacoli si estendono per tutta la Fondazione. Posso smontarla ogni volta che ne ho bisogno.

Ho solo pensato che tu dovessi saperlo.


Clef prese la fiaschetta dalla mano di Mann che non oppose resistenza. Per tutto il durare della storia, il dottore si era fatto strada fino a sotto la scrivania, dove ora era seduto e scosso, piagnucolandosi addosso. L'Agente sogghignò, e iniziò a uscire, quando Mann riuscì a gracchiare una risposta.

"Alto… Perché?"

Clef sorrise semplicemente. "Ti prego, Everett. Ci conosciamo da molto tempo. Chiamami Jack."

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