Orientamento alla SIR-II
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Ad aspettarvi sono due uomini; due uomini molto diversi tra loro. Il primo ha circa 55 anni ed è un vero colosso: due metri, almeno cento chili, lunga barba nera, capelli brizzolati rasati sui lati, occhi verdi, le mani ricoperte di tatuaggi. Indossa un'uniforme simile a quella dei carabinieri, ma l’avreste visto bene anche con degli stivali e una maglietta di un qualsiasi gruppo di metal satanista. Parla con il suo collega, molto più giovane e molto più piccolo, seduto sulla scrivania. Circa 40 anni, un metro e 70 al massimo, capelli rossi e occhiali sul suo naso storto. Il particolare più notevole è la cicatrice profonda che attraversa la sua guancia sinistra. Anche lui ha un’uniforme simile a quella dei carabinieri, ma sapete che non sono né poliziotti né carabinieri. Sapete che sono i capitani della squadra speciale di cui entrerete a far parte, l'unica cosa che non sapete è quale dei due sia Leonardo Costa e quale Francesco Galeazzo.

— Sono loro i nostri futuri superiori?

La recluta ha parlato troppo forte. Alzano la testa. Con uno sguardo, quello con i capelli rossi lascia la parola al suo collega, che si rivolge a voi con una voce molto grave e molto forte.

— Futuri agenti della SIR-II? Si, siamo i vostri superiori. Siete in anticipo, entrate.

Fate come vi è stato detto. La stanza è abbastanza grande per tutti voi. Il colosso dice qualcosa al suo collega, che ridacchia.

— Buongiorno a tutti. — Vi dice, con un forte accento tarantino. — E benvenuti al Sito Virtus. Sono il capitano Leonardo Costa ed ecco il mio collega e primo capitano della SIR-II, il capitano Francesco Galeazzo.

— Non dire "primo", Leonardo — gli risponde il mastodonte — sei capitano quanto lo sono io. Anche se da meno tempo.

Vi sorride.

— Noto che c'è più gente qui che a San Marino. Ed è una buona cosa.

— Più che nel Molise.

Accenna ad una risata.

— Si, anche. Ci dispiace per la gente che viene dal Molise.

Siete senza voce. All'ULIS vi hanno descritto Costa e Galeazzo come uomini capaci di tutto tranne che fare battute: le voci che avete sentito raccontavano di due sadici iper violenti che torturano i nemici durante gli interrogatori.

— Sappiamo cosa pensate. — continua Costa. — Vi hanno detto che il capitano Galeazzo potrebbe distruggervi la faccia con un pugno solo e che vedermi sorridere è frequente come un italiano a cui piace la pizza all’ananas. Sappiate che è vero, siamo cattivi e violenti e lo sappiamo. Ma soprattutto, il capitano Galeazzo ed io sembriamo cattivi perché siamo molto esigenti. È per il vostro bene e quello dell’Italia. Prendiamo il meglio del meglio. È normale, la Fondazione prende solo i migliori.

Galeazzo prende in mano il microfono.

— Siete stati scelti in base alle vostre competenze, soprattutto per lo spionaggio, perché la SIR-II è principalmente una SIR di spionaggio. C’è la SIR-I ma è specializzata nell'individuare potenziali anomalie. Il nostro lavoro è simile allo spionaggio e all’intelligence. Siamo dappertutto: nella polizia, nell’Arma dei Carabinieri, nell’esercito, nelle università, negli uffici dei ministeri… è così che vi abbiamo trovati. Noi stessi siamo stati trovati perché i nostri colleghi prima di noi erano dappertutto. Io, ad esempio, sono stato reclutato da agenti della SIR-II infiltrati nei carabinieri, perché prima ero carabiniere. Anche il capitano Costa era carabiniere. Anche se è stato reclutato in un altro modo e in circostanze molto differenti.

Ora siete curiosi. Volete sapere.

— E questo ci porta a parlarvi della gente che sorvegliamo. — Continua Costa. — Che spiamo. Perché la Fondazione ha dei nemici. Dei rivali. Li chiamiamo Gruppi d’Interesse, o più semplicemente GdI, e contengono o creano anche loro delle anomalie per scopi diversi. Alcuni possono essere molto cooperativi, come l'OI o la MADAO, altri, come il RIDIA o lo SCEMC, di cui avete sicuramente sentito parlare durante l'addestramento all'ULIS, sono stati dismessi, altri, come la CCSG, sono meno cooperativi o sulla difensiva. Ed altri, come il CGOM o il CFO, sono particolarmente ostili. Fortunatamente, il CGOM è essenzialmente acquatico, quindi se ne occupano i nostri colleghi del Nettuno, ovvero il dottor Pistillo e il capitano Amarino della SSM-II. Ma il CFO è un po’ il nostro affare ed è molto differente.

Si gira verso il suo collega, visibilmente a disagio.

— Leonardo, ti lascio spiegare o faccio io?

Costa scuote la testa, apparentemente spaventato.

— No, fallo tu, per favore. Non ci riesco ancora. Anche dopo diversi anni è ancora… complicato. Mi dispiace.

— No, non ti scusare, faccio io.

Costa allunga il braccio verso il suo collega.

— Aiutami a scendere, per favore.

Con una dolcezza di cui nessuno lo pensava capace, Galeazzo aiuta Costa a scendere dalla scrivania sulla quale era seduto e lo aiuta a stare in piedi. Costa è tremante.

— Grazie, Francesco.

— Prego.

Galeazzo si rivolge a voi.

— Qualche anno fa, due carabinieri si sono infiltrati in una fabbrica abbandonata, pensando ospitasse un traffico di animali selvatici. Ma era una base del CFO, il più grande nemico della Branca Italiana della Fondazione. Sta per Consiglio Fascista dell'Occulto. Il loro scopo è di creare la paura e destabilizzare l’ordine sociale usando le chimere, creature anomale che hanno fabbricato loro stessi. E questo, i due carabinieri non lo sapevano. Uno dei due è stato ucciso con un proiettile alla testa, l’altro è stato trattenuto in ostaggio e violentemente torturato. Pensavano fosse uno dei nostri agenti infiltrati, ma non lo era. Ha detto la verità, non gli hanno creduto. L’hanno sequestrato, picchiato, l’hanno fatto attaccare da chimere giganti, l’hanno legato, privato di cibo e d’acqua per farlo parlare, non gli hanno mai creduto mentre diceva la verità. Avevamo un agente infiltrato nel CFO, che ci ha avvertiti. Abbiamo potuto salvare questo carabiniere e catturare una di queste chimere, oggi contenuta nel sito Cerere. Questo carabiniere è di fronte a voi oggi.

È inutile che Galeazzo vi dica chi è, lo avete capito perfettamente. Di fronte a voi, Costa non riesce a nascondere le sue emozioni. È sostenuto da Galeazzo e non avete difficoltà per indovinare che soffre ancora le conseguenze di quel rapimento.

— Il capitano Costa ha scelto di unirsi a noi dopo questo episodio, — continua Galeazzo. Da tre anni è il secondo capo della SIR-II. Un capitano rispettato, temuto e ammirato, che mette tutta la sua energia a spiare e a indagare sul CFO dietro il suo computer.

Costa asciuga le sue lacrime e prende in mano il microfono e la sua stampella.

— Non sarete per forza sul campo di battaglia. Come potete vedere, con le mie difficoltà a camminare, mi è impossibile andare sul campo. Ma vi rassicuro: anche se non andate sul campo, sarete comunque utili: siamo nel XXI secolo, lo spionaggio si fa con internet e informatica. Alcuni di voi sono laureati da grandi scuole di informatica, come me e il capitano Galeazzo, con, ovviamente, una specializzazione nella protezione dei dati o in sicurezza. Alcuni sono laureati in giurisprudenza, altri hanno un addestramento militare. Profili molto diversi, perché cerchiamo gente con competenze molto diverse.

— E cerchiamo molte persone. — Continua Galeazzo dopo aver bevuto un po’ d’acqua. — Abbiamo un effettivo di circa 250 persone. 250 persone dedicate allo spionaggio, all’intelligence e alla protezione, sia dei nostri agenti che dei dati dei differenti siti di contenimento della Branca Italiana della Fondazione.

— La protezione non è il compito della SPeV-II? — Chiede Costa.

Galeazzo alza le sopracciglia.

— La?

— SPeV-II.

Galeazzo osserva Costa senza capire, riflettendo intensamente.

— La gestisci tu, marrano.

Galeazzo riflette ancora per qualche secondo.

— Ah, è vero. No, questa è un'altra cosa, è la protezione degli agenti della Fondazione, questo lo lascio a quell'estremista di Venelli.

Costa fa spallucce. Visibilmente, ci sono divergenze tra i membri della Fondazione ma non sembra essere un problema per loro. In questo momento, una voce profonda e autoritaria si fa sentire negli altoparlanti.

— Di questo ne parliamo dopo, Galeazzo.

Costa scoppia a ridere.

— Mi segnalano nelle cuffie che Venelli ti ammazzerà.

Galeazzo sospira.

— Che rompicoglioni 'sto qua, non ha nient'altro da fare che farmi incazzare? E poi dicono che il rompipalle è Settimo… Comunque, tornando seri…
— Seri, noi? Da quando?
— Leonardo, siamo sempre stati seri.

Costa non sembra convinto.

— Non riesco a capire come tu e Venelli fate a gestire un'intera sezione insieme senza essere nemmeno d’accordo, Francesco.
— Opinioni politiche, Leo, non ti preoccupare.

Costa ridacchia.

— Vorrei tanto sapere cosa pensa Undicesimo della vostra faccenda.
— Leonardo, lascia Undicesimo giocare a poker nel suo ufficio, i nostri novellini avranno tutto il tempo per incontrarlo, lui e la sua calma leggendaria. Basta che non lo facciano arrabbiare, è peggio di te quando si arrabbia.

Costa lascia perdere con un sospiro.

— Sei davvero un marrano, Francesco… comunque, se alcuni di voi preferiscono proteggere gli agenti della Fondazione, siete perfettamente liberi di farlo, nonostante non sia il nostro lavoro. Potete unirvi alla SPeV-II, basta parlarne al capitano Galeazzo, che ne è il coordinatore assieme al direttore Mauro Venelli. Cambiare sezione è normale, all'inizio dovevo far parte della SIR-I e il capitano Galeazzo della SSM-IX. Ma siamo molti fieri di essere capi della SIR-II. Anche voi dovete essere fieri di farne parte.

— Ok, non andiamo per forza sul campo di battaglia. - Continua Galeazzo. - Ok, non siamo molto conosciuti, neanche dal resto della Fondazione. Ok, altri pensano che cazzeggiamo e che non facciamo niente. Ma se la Fondazione individua agenti e gruppi ostili o trova anomalie, è grazie ai nostri agenti infiltrati, che costituiscono la maggior parte della nostra SIR. Quindi ne dovete essere fieri, magari siamo meno gloriosi delle SSM, ma senza di noi, la Branca Italiana non sarebbe niente. E finiremo quest’orientamento con queste parole. Ora potete uscire e iniziare il vostro nuovo lavoro a testa alta.

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