Number Crunching

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Lucas Monaco, il rappresentante, bussò alla porta.

Skitter Marshall andò ad aprirla: nell'istante in cui girò la maniglia Lucas la spalancò brutalmente, buttando a terra Skitter, poi alzò i pollici e gli indici a formare una pistola, li puntò verso le teste di Iris e di Robert, gridò "BANG! BANG!" mimando il rinculo con ciascuna mano e facendoli sobbalzare, poi si sporse oltre la porta e fece lo stesso con Skitter, terminando con un "Bang."

I tre eredi lo fissarono, confusi, mentre Lucas chiudeva la porta, tirava fuori una chiave e la girava in senso orario nella serratura, che iniziò a brillare di una luce turchese e a ronzare con un onda sinusoidale di 200 Hz. Iris fu la prima a tentare di parlare, ma realizzò che non riusciva più ad aprire la bocca. Lucas la vide e disse:

"Non cercate di parlare, vi fareste solo del male. Datemi un minuto.

Lucas si accostò alle tre finestre una dopo l'altra - erano aperte, per l'amor di k—n -, chiuse la prima con stizza tirando il saliscendi verso il basso, fece due passi, chiuse la seconda, altri due passi e chiuse anche la terza; tirò fuori un telecomando dalla tasca e lo puntò verso ciascuna finestra, in ordine… e le spense. Un'oscurità vorticante, nera come l'inchiostro, inondava l'esterno. Sembrava proiettare ombre bizzarre nella stanza, nonostante le uniche fonti di luce si trovassero al suo interno: le lampadine gialle fluorescenti sul soffitto, il pallino rosso dell'allarme antincendio, e il turchese che si emanava dalla porta, che ora ronzava a 174Hz. Lucas si voltò, avvicinandosi alla scaletta appoggiata al frigorifero.

"Vi consiglio di non aprire quelle finestre… o di fissarle troppo a lungo; qualcosa potrebbe notarvi se lo fate. È un posto bizzarro, Non. Troppi Mercoledì e Giovedì."

Robert notò qualcosa che si proiettava nell vuoto Non-all'esterno: sentì il battito accelerare e la testa che gli doleva, udì una risatina nelle orecchie, e tenne gli occhi debitamente incollati al pavimento. Tentò di passarsi la lingua sulle labbra, ma erano incollate e la cosa fece accelerare il suo respiro, e dal suo naso, che il muco aveva tramutato in un piccolo fischietto, proveniva un leggero sibilo, iniziò ad arrossire perché credeva che qualcuno lo avesse notato, ma Iris e Skitter tenevano gli occhi fissi sull'uomo delle magie, e Lucas l'uomo delle magie si stava arrampicando sulla scaletta.

Lucas Monaco salì sulla scaletta che aveva piazzato al centro della stanza, estrasse dalla tasca sinistra del pantalone quella che sembrava una pistola per la colla a caldo, la infilò nel condotto dell'aria, chiuse gli occhi, arricciò il naso e premette il grilletto. Le orecchie di tutti si tapparono mentre la pressione nella stanza aumentava all'improvviso - le finestre iniziarono ad incurvarsi verso l'esterno, ma nessuno ci fece caso - e il condotto si riempì di schiuma arancione, brillante e spumeggiante; Lucas fissò l'orologio, tre, due uno, e la schiuma si irrigidì, perdendo tutta la brillantezza mentre si seccava. Lucas scese dalla scaletta, la appoggiò al muro, andò al lavandino, infilò la cosa che chiaramente non era una pistola a colla, premette ancora il grilletto facendo aumentare di nuovo la pressione (le finestre si incurvarono ulteriormente) e tre, due, uno, rimise la pistola in tasca e si girò verso i nuovi soci. Lucas tirò fuori un pezzo di carta dall'altra tasca.

"Ok, fate sì o no con la testa. Qualcuno di voi mi ha mai incontrato prima?"

Tre no.

"Bene. Qualcuno di voi è allergico al frumento, al riso o al glutammato monosodico?"

Tre no.

"Bene. Qualcuno di voi ha avuto rapporti sessuali negli ultimi nove mesi?"

Due no e un sì. Mentre Robert annuiva, tuttavia, notò che Lucas non stava nemmeno guardando verso di loro, ma continuava a fissare il foglietto.

"Bene. Qualcuno di voi è passato attraverso degli spazi non-euclidei nelle ultime cinque settimane?"

Due no e un sì.

"Ok. Qualcuno di voi ha ingerito degli organismi macroscopici vivi nelle ultime 72 ore?"

A questa domanda Lucas alzò la testa, vide tre cenni affermativi e annuì di rimando, poi accartocciò il pezzo di carta e se lo lanciò alle spalle. Nessuno lo vide atterrare: era come se avesse cessato di esistere prima di colpire il terreno.

"Ok. Ora consegnerò a ciascuno di voi una pillola e un bicchiere d'acqua. Sarete in grado di muovere la bocca in circa… " Lucas scrutò la porta, che ora ronzava a 108 Hz. "80 secondi, e a quel punto dovrete ingoiare la pillola e finire il bicchiere d'acqua. Dovete finire il bicchiere d'acqua dopo aver preso la pillola. Non parlate finchè non vi do il via libera, o è possibile che morirete. È altamente probabile che morirete. Ah, e non guardate fuori dalla finestra. E cercate di controllare il respiro. E anche il battito cardiaco."

Lucas tirò fuori dalla tasca tre pillole viola e ne diede una a ciascun erede, tornò al lavandino, aprì una credenza, tirò fuori tre bicchieri, li infilò sotto il rubinetto e li riempì d'acqua, li mise da parte, prese la pistola a colla, la infilò nel getto - ancora le finestre si curvarono, tre, due, uno, ed il mondo è più sano - mise via la pistola, raccolse i bicchieri (due nella mano sinistra) e ne diede uno a ciascun erede, annuì, quindi si spostò sull'altro lato della stanza e tirò fuori un pezzo di carta dalla tasca destra, fissandoli con attenzione.

"Non entrate nel mio campo visivo. Restate dove siete. Non parlate finché non ve lo dico io. Mandate giù la pillola il prima possibile. Guardate la mia mano."

Lucas alzò la mano sinistra, sollevando cinque dita, ascoltando il mormorio.

74 Hz. Quattro dita.

71 Hz. Tre dita.

63 Hz. Due dita.

55 Hz. Un dito.

50 Hz, e all'improvviso ci fu silenzio. Zero dita, e gli eredi sentirono le loro labbra aprirsi. Iris si ficcò la pillola in bocca ed iniziò rapidamente a bere; Skitter la stava già premendo contro le labbra, e nel secondo in cui scivolò all'interno alzò il bicchiere e trangugiò più veloce che poteva; Robert non aveva idea di cosa stava succedendo e CAZZO se cominciava ad andare nel panico ma l'uomo magico strambo gli aveva detto di buttare giù la pillola quindi se la mise in bocca ed iniziò a bere e gli andò di traverso e tossì ma continuò a bere e a bere e "Oh merda" pensò "devo leccare quella che è caduta sul pavimento ha detto di berla tutta oh cazzo ha detto anche di non muovermi che cazzo faccio oh merda continua a bere" e nessuno di loro venne mai a sapere che finire il bicchiere non era necessario, se non per restare ben idratati.

Lucas Monaco iniziò a starnutire. Uno starnuto; due starnuti; tre, e del sangue gli schizzò fuori dal naso, imbrattando il foglio. Guardò in basso e vide tre riquadri bianchi dove prima era stampato qualcosa che era andato irrimediabilmente perso. Sotto, tuttavia, c'era una nota scritta a mano. Lucas si pulì il sangue dalla faccia e dalla nota con la mano sinistra, prima di infilarla in tasca ed estrarre un revolver Medusa M47, che puntò alla testa di Marshall - sempre fissando la nota scritta a mano - dicendogli con tono calmo:

"Parola d'ordine."

"Che?"

"Parola d'ordine. Dimmi la parola d'ordine."

"Non ho idea di cosa tu stia parlando."

"Dimmi la parola d'ordine."

"Continuo a non avere idea di cosa tu stia parlando."

Lucas premette il grilletto e la pistola fece CLICK; tutto lì. Poi la puntò verso Robert Carter, sempre fissando il biglietto.

"Dimmi la parola d'ordine."

"Quella pistola chiaramente non è carica…"

Lucas puntò la pistola verso il basso e sparò, producendo un grosso BANG che fece squillare le loro orecchie e vibrare le finestre; una palla di piombo si conficcò nel legno del pavimento. Lucas puntò di nuovo la pistola verso Carter.

"Dimmi la parola d'ordine."

Con le orecchie che ancora gli dolevano, Robert Carter gridò "NON SO NIENTE DI NESSUNA STRAMALEDETTA PASSWORD!"

Lucas premette il grilletto, con un click che nessuno riuscì a udire sopra il ronzio alle orecchie, quindi puntò la canna verso Iris Dark. Prima che Lucas potesse parlare, disse:

"Sei un viaggiatore temporale, vero?"

"Dimmi la parola d'ordine."

Irise fece un ghigno che andava da un orecchio all'altro. "Assolutamente folle."

"Dimmi la parola d'ordine."

Iris guardò gli altri due.

"Non importa quello che diciamo, sa già come risponderemo, è scritto sul pezzo di carta. Più a lungo parlaimo, più sicura dev'essere la password. Quindi continuerò a parlare - forse parole a caso, non so, albatro, albania, conforto sud, silenzi urlanti - non ha davvero importanza cosa dico perché non lo ha ancora scritto… credo. Ci ho preso?"

Lucas puntò di nuovo la pistola al terreno, e di nuovo ci fu un BANG ma questa volta più forte e Iris chiuse gli occhi e quando li riaprì Lucas l'aveva spinta contro il muro e le puntava la pistola alla testa e poteva sentirlo attraverso il ronzio alle orecchie e vedeva le labbra ancora coperte di sangue dar forma alle parole:

"DIMMI LA FOTTUTA PASSWORD!"

"FELICE ALICE VAGAVA NEL BOSCO E SPIAVA UN RAGNO DA CUI USCÌ IL LUPO DI PIOGGIA E IL MALE SI RIVERSÒ SULLA NERA PARATA E I CIELI PIANSERO OSCURITÀ FITTA E SOGNAMMO CHE I DENTI DELLA NONNA ERANO LUNGHI e affilati ed urlava sulla carne e gettammo sale sulla ferita e il mondo sembrò nulla amen."

Lucas lasciò andare Iris, si girò, fece qualche passo, fissò il pezzo di carta e si accertò che tutte le parole corrispondessero, poi si rimise in tasca la Medusa M47 e accartocciò di nuovo il pezzo di carta prima di gettarselo alle spalle e nessuno lo vide atterrare perché aveva cessato di esistere prima di toccare il suolo.

"Okay. Per quanto siamo rimasti in questa stanza?"

Lucas guardò Iris, che aveva le lacrime agli occhi e sembrava decisamente furiosa mentre lo fissava. Spostò lo sguardo su Robert, che si era seduto e tremava per l'ipotermia psicosomatica. Infine guardò Marshall, che stava controllando l'orologio:

"Forse otto minuti?"

"Ok, siamo già stati esposti fin troppo al Non. Dobbiamo andarcene prima che qualcosa si accorga di noi."

Lucas tirò fuori dalla tasca un ordigno di Kullback-Leibler (che a Skitter sembrò una normale penna stilografica) con cui cliccò una sequenza in codice Morse . Se lo lanciò alle spalle e nessuno lo vide atterrare perché iniziò a dissiparsi a mezz'aria, ma la sua carica esplosiva si propagò attraverso la stanza e fuoriuscì leggermente dalle finestre, il che attirò l'attenzione delle cose che Non erano all'esterno.

"Qual è il tuo nome?"

"Skitter Marshall." rispose Skitter Marshall.

"Bene Marshall, afferra la ragazza e trascinala fino alla porta, perché pare che lei e quell'altro abbiano guardato fuori dalle finestre. Cosa che avevo detto loro di non fare."

Skitter guardò Iris e vide che il suo viso era contratto in una smorfia e piangeva sangue mentre fissava Lucas Monaco. La afferrò e la tirò verso la porta. Lei si guardò la mano e vide una strana cosa carnosa attaccata al suo gomito, non era la sua mano che lui le aveva afferrato, era una strana cosa carnosa con cinque dita, non aveva ancora la sua mano, no, quella l'avrebbe ottenuta in seguito. Avrebbe dovuto tagliare questa, e presto, per fare posto alla sua mano. Sorrise e pianse altro sangue e iniziò a digrignare i denti e sentiva delle voci nella sua testa.

Robert Carter sentiva freddo e freddo e freddo e freddo e ancora freddo e sentiva freddo e Robert Carter era freddo perchè sentiva freddo e sentiva freddo Robert Carter era freddo è freddo sentiva freddo era freddo e sentiva freddo e Robert Carter sentiva freddo e ancora freddo ma freddo ed è freddo Robert Carter sentiva freddo ed era freddo e Robert Carter era freddo. Lucas Monaco afferrò Carter è freddo è freddo Robert Carter è freddo e freddo e freddo e ancora freddo e lo trascinò verso la porta.

L'ordigno Kullback-Liebler già riempiva la stanza, e l'avrebbe ridotta in atomi nel giro di pochi minuti.

Lucas Monaco afferrò la chiave incastrata nella porta, la Girò in senso antiorario, e all'improvviso Lucas e Skitter e Robert ed Iris non erano più nella stanza.

Le luci stavano ancora lampeggiando a 50Hz e il LED rosso dell'allarme antincendio era ancora acceso e uno dei Serpenti del Giovedì affondò i suoi denti nella finestra, iniettando i suoi viscidi ardenti etanoli nel tessuto dell'ordigno. Si introdusse all'interno e scivolò dentro due pezzi di carta e in una penna stilografica che erano stati ancorati in modo errato. La stanza era in un posto differente ora, il Serpente l'aveva trascinata nel Non, dove sarebbe andata alla deriva finché l'ordigno di Kullback-Liebler avrebbe registrato quel che stava accadendo ed avrebbe annichilito il Serpente in mille miliardi di minuscole ore, che sarebbero state spazzate via prima che potesse realizzare che la sua vita era finita.

Nel frattempo, Lucas e Skitter e Robert ed Iris erano già a Parigi, ed Iris e Robert avrebbero voluto vomitare, ma le pillole impedivano loro di provarci.


Oh, indosso il mio esser figo (Su misura per me!)
Sto vincendo, quindi mandano giù il Gatorade -
E del nome della mia famiglia - io me ne frego.1

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