Nero-285
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REGIO ISTITVTO
DELLE ITALICHE
A N O M A L I Æ

Numero Documento: 285 e 285-A
Classe d'Anomalia: Nero


Si riporta in questo documento l'esistenza dell'anomalia numero 285. Essa è stata rinvenuta in data 20 Maggio del 1919, anno corrente, nei monti tra le città di Adalia e Conia, durante l'attuale invasione dell'Impero Ottomano. Quattro esemplari dell'anomalia hanno assalito un gruppo di tre soldati in ricognizione, uccidendone due e ferendone uno, prima che uno squadrone del reparto di Conia ne abbattesse uno, provocandone la fuga.
Il sopravvissuto, soldato Antonio M██████, è attualmente ricoverato per gravi ferite agli arti inferiori e alla regione lombare e si è finora rifiutato di testimoniare circa la sua esperienza. In data 23 e 24 Maggio degli esemplari dell'anomalia sono stati individuati nei campi circostanti, intenti nella caccia di animali locali, come cervi, cinghiali e, in un'occasione, un orso.
Poiché alla data di scrittura è stata individuata solo una comunità composta da esemplari dell'anomalia e di essi è stato recuperato solo un cadavere, viene richiesta una rapida mobilitazione dell'Istituto.

L'anomalia è una specie di mammiferi composti da parte equina e parte umanoide, con una singola comunità attestata dal numero di 23 membri. Gli esemplari sono alti in media un metro e settanta al garrese, due metri e trenta in totale e dal peso registrato di 750 chilogrammi circa. La prima parte è composta dal corpo di un equino non associabile ad alcuna razza conosciuta, privo di coda e affetto da grave alopecia, riportando poche chiazze di pelo nero nella parte anteriore del ventre. Le zampe posteriori non presentano l'articolazione del garretto, possedendo una conformazione analoga alla fine del femore, anormalmente lungo, collegato a due arti biforcati al livello della tibia e del perone. Ogni arto termina con una copia di zoccoli bianchi, suddivisi in due sezioni all'interno e tre all'esterno.
La zampe anteriori seguono una conformazione simile ad un normale equino, se non per la presenza di un singolo osso di supporto all'altezza della gabbia toracica al posto delle due scapole e la suddivisione in cinque sezioni degli zoccoli in maniera simile a quella riportata precedentemente.

All'altezza del garrese termina la parte equina e si trova un corpo simile al tronco di un essere umano a partire dalla zona inguinale. Autopsie e studi parziali svolti su cadaveri recuperati hanno mostrato continuità tra le spine dorsali umane e equine e una fusione di bacino umano e spalle equine nell'osso di supporto sopracitato. Il viso è leggermente schiacciato verso l'interno e allargato rispetto a quello di un comune uomo; esso porta un paio aggiuntivo di occhi, situati lateralmente all'altezza degli zigomi, con l'arcata dentale localizzata più in basso per permetterne la posizione. La forza esercitata dalla mandibola è notevolmente superiore a quella di un comune uomo: durante una battuta di caccia è stato osservato un'esemplare uccidere una preda fracassandole il cranio con un morso. Gli esemplari mostrano un diformismo sessuale affine a quello umano.

Gli esemplari possiedono un'intelligenza inferiore a quella umana: essi sono capaci di semplici tecniche di caccia, dove incapacitano la preda tramite rudimentali attrezzi in pietra, per poi finirla con i propri zoccoli. Gli esemplari sembrano comunicare tra di loro tramite un linguaggio di comprensione tuttora ignota. Dalle poche osservazioni effettuate si è visto che essi, apparentemente carnivori, cacciano in gruppi da cinque o più individui, guidati da un esemplare denominato 285-A.

285-A presenta una muscolatura più sviluppata rispetto agli altri esemplari ed una taglia maggiore, raggiungendo il metro e novanta di altezza al garrese e i due metri e sessanta in totale. L'esemplare porta varie escrescenze carnose sulla parte superiore del corpo, perlopiù irregolari, con l'eccezione di un'ampia escrescenza molle che parte dal retro del collo e termina nei dorsi delle mani e di quattro escrescenze, possibilmente ossee, situate nella nuca. 285-A potrebbe avere un ruolo di maschio alfa: pare che durante le battute di caccia comandi il branco. I metodi con cui effettua ciò sono tuttora sconosciuti, siccome esso non sembra essere in grado di comunicare verbalmente. La presenza di due esemplari più giovani portanti le caratteristiche di 285-A nel gruppo osservato fanno pensare ad una possibile linea di eredità del comando all'interno del branco.






Nota aggiunta

In seguito alla terza, al momento ultima, osservazione degli esemplari, è stato possibile individuare un insediamento dell'anomalia. Esso è composto da una serie di spazi aperti delimitati da piccoli paletti lignei e un anfratto roccioso. Si riconoscono tre zone distinte: uno spazio centrale, destinato al nutrimento, che avviene in gruppo, un'area teorizzata come di lavorazione di materiale e una sezione semicircolare con al suo centro una struttura simile ad un altare.
Quest'ultimo è appoggiato al muro esterno dell'anfratto, sul quale è incisa un'esile figura quadrupede priva di testa avente un'ampia bocca lungo il ventre e simboli simili ad occhi sparsi in maniera casuale lungo il corpo. L'esemplare 285-A è stato visto sostare presso quest'ultimo prima del tramonto.
Vicino "l'altare" sono stati avvistati stralci delle uniformi dei due soldati uccisi durante il primo incontro.








ADDENDUM 24 Maggio
L'Emerito Dottore Tigelio Colombera, esperto di letteratura legato all'Istitvto e membro dell'Ordine di Giano ha riportato l'esistenza di un brano che egli aveva rinvenuto nei suoi studi all'interno dell'Ordine che sembra trattare dell'anomalia.
Il presente canto proviene da un ignoto poema in stile omerico d’origine arcaica, collocabile nel Nono Canto dell'Odissea; esso è conservato all’interno di una raccolta che, negli intenti originali dell’autore anonimo, voleva essere un’appendice ai testi contenuti nella Suda.


Ed oramai tornato sarei sano e salvo alla patria;

ma le correnti ed i venti, mentre io doppiavo il Malèa,
me ne sviarono, ed Euro, spingendomi oltre a Creta. 80
I venti avversi portarono le navi presso la Licia,
di Troja alleata. Fu nel decimo giorno che giungemmo al lido.
In un minuto golfo adagiammo gli stanchi legni,
certi di aver trovato rifugio sicuro e segreto,
e scesi sulle sabbie i compagni imbandiron la mensa. 85
Due dei compagni spedii, che andassero a stanare nemici;
Uno tornò, con in mano lo scudo dell'altro, a recar
l'infausta novella: il rifugio nostro dei Centauri terra.
Con timore nel cuore, lesto esortai i compagni a levar le vele,
che i mostri poco riguardo avrebbero dato alla nostra condizione, 90
e che delle nostre membra avrebbero fatto banchetto.
Il terrore mio e dei compagni era legittimo e fondato,
poiché queste bestie non sono affini ai Centauri d'Europa,
ma sono nate da un popolo selvaggio ai Trojani simile.
Questa gente, che fedele ai Numi era, fece di Crono gran culto, 95
donando sacrifici non al Padre delle Messi, ma al Divoratore di Dei.
Vollero seguire l'esempio suo, nutrendosi di simili loro,
e Zeus, protettori delle genti, più bestie che uomini li rese.
La punizione gaudio poco portò agli uomini, sicché
costoro non rimpiansero ciò, e da bestie spezzarono 100
gli agili carri Cetei. Da allora essi regnano in tale luogo.
Le spumose onde spinsero lontano da quelle coste le navi,
ma non prima che io li vedessi, dagli alti monti scrutare.
Quindi piú innanzi spingemmo, piangendo il compagno, le navi;
e dei Ciclopi alla terra giungemmo, arroganti e malvagi, 105









Comunicazione Sito Vittorio



Richiesta di mobilitazione accettata. L'analisi dell'anomalia numero 285 potrebbe facilitare i progressi sugli incroci, che hanno avuto pochi progressi dalla Grande Guerra.
Viene richiesta la massima attenzione sull'anomalia in questione e ulteriori studi sui loro comportamenti.

Data
26 Maggio 1919








TELEGRAMMA - ESPRESSO DI STATO



Anomalia deceduta, data 25 Maggio.
Cadaveri inviati in patria.
Necessità di spostarci: avvistate truppe turche.
Verranno fornite delucidazioni.



Agente Lauria
S. Lauria








ADDENDUM 1 Giugno 1919
Si segnala l'insubordinazione dei soldati Lorenzo P█████, Marco S███ e Annibale V██████, responsabili del decesso dell'anomalia numero 285, ora riclassificata come 285-EFI.1. In una cospirazione organizzata da P█████, già precedentemente ammonito per un ingresso non autorizzato nell'ospedale sul campo, i tre hanno trafugato delle bombe tossiche al fosgene e le hanno lanciate nell'anfratto durante la notte del 24 Maggio, grazie alle indicazioni di S███, che era stato arruolato nelle campagne di avvistamento per scarsità di personale. Ogni singolo esemplare dell'anomalia è morto nell'attacco. La cause di tale azione sono al momento ignote. Verranno condotte ulteriori indagini una volta messo al sicuro il fronte turco.


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