L'Incubo di Pigmalione
DENOMINAZIONE D'UFFICIO: 1485-[EL]
Autore: Sconosciuto
Data: VII Secolo p.e.v.
Luogo: Locri Epizefiri, Calabria
Dimensioni: 1,5 × 2,3 × 3,5 metri
Tecnica: Scultura in Marmo
Luogo dell'Esposizione: Gran Archivio Ellenico
Descrizione: L'opera, ribattezzata dal precedente Tutore della sede Britannica come "L'incubo di Pigmalione", consiste in due figure umanoidi marmoree collocate su un piedistallo di bronzo.
Al centro del piedistallo si trova una figura femminile nuda le cui braccia sono aperte verso l'esterno.
La seconda figura sembra invece raffigurare uno scultore. Essa è inginocchiata verso la scultura femminile e mostra in viso un'espressione sorpresa. La scultura possiede dei vestiti riconducibili alla Grecia del V Secolo p.e.v., possibile data di realizzazione dell'opera.
Eccezionalità: La visione prolungata dell'opera provoca la trasformazione del corpo dell'osservatore in marmo.
Essa inizia dalle appendici del corpo e diventa irreversibile dopo 15 minuti di visione consecutivi dell'opera.
Nel caso il periodo d'osservazione sia inferiore ai 15 minuti, la trasformazione in marmo si annullerà autonomamente dopo poche giornate.
Dopo venti minuti consecutivi totali, l'osservatore si avvicinerà al piedistallo per poi mettersi in posa. A quel punto smetterà di muoversi e non risponderà più a stimoli esterni.
La trasformazione in marmo accelera subito dopo, finendo in meno di 2 minuti.
La posa assunta varia da persona a persona, ma tende la maggior parte delle volte ad essere drammatica.
In genere la trasformazione tende a non diventare irreversibile, dato che l'osservatore nota subito gli effetti dell'opera su stesso e distoglie lo sguardo.
Un effetto aggiuntivo avviene se l'osservatore considera la figura femminile "attraente".
Esso si interesserà notevolmente alla figura femminile dell'opera, provando una sorta di "senso di gelosia" riguardo alla figura maschile.
Questo porta nel tempo, soprattutto dopo che la trasformazione diventa irreversibile, a un forte astio verso la figura maschile causando in pochissimi casi a violenza verso di essa1.
Conservazione: Date le eccezionalità dell'opera, effettuare restauri si rivela un impresa complicata e lunga.
Il restauro deve essere effettuato in turni da 5 minuti, per mantenere la salute degli "Assistenti".
Gli "Assistenti" devono controllare in continuazione le proprie mani e fermarsi non appena le dita smettono di muoversi con facilità.
Attualmente l'opera è in buone condizioni, dopo aver effettuato un restauro continuo per 35 mesi.
Giudizio critico: L'opera presenta notevoli dettagli nella figura maschile, in particolare nei vestiti e nei capelli.
Le proporzioni del corpo sono essenzialmente perfette.
Anche la figura femminile ha buone proporzioni, ma possiede meno dettagli rispetto all'altra statua,
Il piedistallo non possiede nessuna rifinitura.
Nonostante ciò, questa è una delle opere migliori esposte nell'archivio ellenico.
Christophe Galanopoulos
Provenienza:
V Secolo p.e.v. circa: Un autore sconosciuto scolpisce l'opera nella città di Locri, Calabria
1941: L'opera viene ritrovata negli scavi archeologici insieme ad altre statue umanoidi marmoree.
3 Settembre 1943: L'opera viene ritrovata e presa in custodia dalle truppe alleate durante l'Operazione Baytown. Verrà trasferita al British Museum Londra in seguito all'armistizio.
17 Ottobre 1945: In seguito ad un'ispezione effettuata poco dopo la fine della guerra Sir Edgar John Forsdyke2 nota le caratteristiche occulte dell'opera e approfittando dell'ancora scarsa documentazione a riguardo la dona alla Sede Londinese dell'Accademia, facendone sparire le tracce.
20 Ottobre 1945: Avvengono i primi restauri dell'opera.
27 Ottobre 1945: L'opera viene esposta nella Sede Britannica.
1 Gennaio 1950: La Sede Ellenica richiede un trasferimento dell'opera in Grecia. La richiesta viene ignorata dal Tutore della Sede Britannica dell'epoca.
1 Gennaio 1955: Viene fatto un secondo appello di trasferimento, che viene di nuovo negato.
1 Gennaio 1965: Viene fatto un terzo appello di trasferimento, che viene di nuovo negato.
1 Gennaio 1980: Viene fatto un quarto appello di trasferimento, che viene di nuovo negato.
25 Marzo 2021: In seguito ad una lunga negoziazione privata, il Tutore attuale della Sede Ellenica riesce a far trasferire l'opera alla Sede Ellenica.
26 Marzo 2021: L'opera viene esposta nella Sede Ellenica.