La Secchia, 1325
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La Secchia

DENOMINAZIONE D'UFFICIO: 0011 - [FI]

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Copia integra dell'oggetto esposta al Palazzo Comunale di Modena



Autore: Renzo Venturi

Data: 1325

Luogo: Bologna

Dimensioni: 26 cm × 37 cm × 26 cm

Tecnica: Legno lavorato, metallurgia

Luogo dell'Esposizione: Sala della Secchia, Palazzo Medici Riccardi, Firenze

Descrizione: L'oggetto è un secchio realizzato in legno quercino, dotato di un manico in ferro e tenuto insieme da varie fasce, anch'esse in ferro. Si tratta della copia originale della cosiddetta Secchia di Modena. Sul fondo in legno è possibile trovare inciso un glifo di natura sconosciuta, composto da varie decine di linee curve, apparentemente prive di motivo o schema, inscritte in un cerchio concentrico alla base.
Un'arma da taglio simile a un'ascia si trova conficcata sul lato dell'oggetto e risulta essere, a un'analisi prettamente visiva, composta dagli stessi materiali.

Eccezionalità: Qualsiasi persona in un raggio di venti metri dall'oggetto ne subirà gli effetti. In un periodo di tempo che varia dalle due ore a un lasso di tempo pressoché istantaneo1 il soggetto nella zona d'influenza comincerà a desiderare il possesso dell'oggetto, ricorrendo anche ad azioni violente se ciò non gli fosse permesso. Le azioni compiute dai soggetti differiscono da caso a caso2.
In base a informazioni ricevute in seguito alla sua acquisizione, si pensa che le capacità occulte dell'oggetto avessero un raggio di azione molto più ampio prima del suo danneggiamento.
Infine, l'oggetto risulta essenzialmente inalterabile sotto ogni punto di vista: azioni come lo smontaggio dei singoli pezzi che lo compongono e la rimozione dell'arma sono risultate impossibili.

Conservazione: Lo stato dell'oggetto è severamente danneggiato: l'arma conficcata in esso ha provocato uno squarcio dalla cima fino a circa 10 cm dal fondo, scardinando uno dei due appoggi del manico e buona parte delle saldature.
Date le caratteristiche dell'oggetto, qualsiasi azione di restauro è risultata essenzialmente impossibile.
Esso è stato collocato in un'apposita sala, abbastanza lontana dal resto della collezione per rendere quanto più inefficaci i suoi effetti. L'utenza che desidera osservare l'oggetto deve comunicare le sue intenzioni con un preavviso di due giorni alla segreteria della Sede Fiorentina e firmare una liberatoria in caso di possibile terminazione una volta che si è colpiti da i suoi effetti.

Giudizio critico: La Secchia rimane senz'altro uno degli articoli più controversi che l'Accademia possiede. Seppur le sue poche parti integre risultino comunque appartenere a una mano esperta, definirla un'opera d'arte pare una burla; ancor più ridicolo, vedere un secchio rotto in mezzo a dipinti e statue di nobili epoche artistiche.
Molte persone la vedono come un fardello di cui l'Accademia non è ancora riuscita a liberarsi, ma io preferisco vederla in un altro modo.
La Secchia possiede degli inderogabili meriti più di valore storico che artistico, trattandosi della copia originale della famigerata Secchia di Modena. Ogni volta che visionerete l'oggetto, vi prego di ricordarvi che, settecento anni fa, centinaia di persone sono morte per possederlo.

Supervisore delle Arti Tecniche, Francesco Pavesi


Provenienza:

Data sconosciuta del 1325: L'oggetto viene realizzato da Renzo Venturi, artigiano bolognese.

13 novembre 1325: L'oggetto viene rubato da un soldato di Modena.

15 novembre 1325: Avviene la Battaglia di Zappolino.

19 novembre 1325: L'oggetto, in mano modenese, viene sostituito con una copia dal suo creatore.

20 novembre 1325: L'oggetto, avvolto in vari strati di panni, viene ritrovato all'entrata della Cattedrale di San Pietro da Achille Grassi, Vescovo di Bologna.

23 novembre 1325: La Confraternita dei Cavalieri di San Giorgio prende in custodia l'oggetto.

1489: Un frate appartenente alla Confraternita, sotto influsso dell'oggetto, riesce a trafugarlo durante la notte e a fuggire dalla struttura in cui esso era contenuto. In seguito a una caccia all'uomo durata più un mese, il frate fu ritrovato nei pressi di Barumini, in Sardegna, mentre recitava preghiere verso l'oggetto. Dopo l'arresto, il frate giustificò le proprie azioni affermando più volte di "voler celebrare un matrimonio del Singolo".

1597: Un membro della Confraternita trafuga nuovamente l'oggetto durante la notte e fugge dalla struttura, ferendo Alessandro |Informazione Riservata|, affiliato della Confraternita che aveva tentato di fermarlo. Dopo essere stato rintracciato presso Ferrere, al confine tra il Ducato del Monferrato e i Domini Sabaudi, il frate ha attaccato i membri della Confraternita mandati a catturarlo, dimostrando forza e resistenza sovraumane prima di essere soppresso dal contingente armato.3

1711: Il Cardinale Francesco Maria de' Medici, presumibilmente sotto gli effetti dell'oggetto, stipula un passaggio di proprietà tra la Confraternita e l'Accademia. L'oggetto viene trasferito a Palazzo Medici Riccardi.

1712: Viene costruita la Sala della Secchia nell'Ala Sud della Sede Fiorentina.

1957: In seguito a varie considerazioni, il Tutore dell'epoca autorizza l'esposizione con i criteri correnti.

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