La mosca, l'angelo, l'anima
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La mosca

Non esisterò più.

Non esisterò più e non ne potrei essere più lieto.

Nel mare profondo avrò finalmente un po' di ossigeno. Nell'oscura foresta troverò la mia radura. Nel cielo nero vedrò il mio sole.

Ancora pochi momenti. Ancora un altro po' e il mio processo avrà inizio.

Oh giudice, oh giuria, mi pento, mi pento e mi pento ancora. Oh giudice, oh giuria, siate il mio carnefice.

Ancora un altro po'.

Io sono colpevole, colpevole e solamente colpevole. Non ho mai rimediato ai miei sbagli e mai ho tentato di venire a voi.

Io, colpevole. Io, assassino. Io, deicida.

Aspetto solamente il vostro inesistente giudizio, poi tornerò a non essere.

Oh, questa sensazione di non sentire sensazioni. Tanto mi era cara, tanto mi è cara.

Non sento il vento sul mio corpo. Non sento l'acqua attorno a me. Queste catene mi sono ancore.

Nessuno è al mio processo, ma tutti sono qui. Finalmente posso parlarvi.

Mentre i miei complici vengono trovati,
Aspetto la risposta.


L'angelo

Un altro piccolo agnello arriva al suo nuovo recinto.

Mi fanno una tenerezza che nessuno può comprendere.

Che io non posso comprendere.

È tenerezza? È pietà? O qualcosa che nessuno ha mai provato?

Possiedo dei sensi? Mi stanno ingannando?

No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no.

Non c'è tempo.

Per prima cosa, le montagne devono dimenticare gli agnelli.

Le gabbie sono dure, ma la salvezza può tutto.

Quando venni a questo mondo da subito capii il mio scopo. Da subito ebbi la risposta.

La mia nobile missione è rivelare la loro risposta.

Hanno così tanta paura. Si incolpano così tanto per colpe non loro. La colpa sappiamo a chi deve andare.

So cosa provo per la colpevole. Odio. Odio. Odio.

Non fa niente. Il pastore penserà alla risposta. Alla loro risposta. Alla mia nuova risposta.

Un giorno riceverò l'oblio, non prima di aver posato la falce.

Sia resa grazia a dio,
Che alla fine della raccolta mi dia una nuova risposta.


L'anima

Le onde non finiscono mai.

I sudditi non sono ancora tutti qui.

Il mio empio corpo continua a subire l'insopportabile non vuoto. Come sul punto di collassare, continuo ad ergermi supremo sul mare dei sacrifici in mio nome.

Catene, malinconia, dolore. Ciò che ci separa altro non è che la posizione.

Un sovrano che non può servire i suoi sudditi meriterebbe la ghigliottina. Eppure rimango immobile, imprigionato nel mio palazzo dorato.

L'esistenza mi scorre addosso come se io fossi un letto, ed essa il ruscello che sorreggo. Brucia.

Puttana del Demiurgo. Grande illusione. Falsa realtà.

Perché odi così tanto i tuoi sudditi? Perché hai donato loro il così crudele dubbio? Millenni di ricerca, e ti ostini a continuare questa farsa.

Io rimango immobile, giullare della mia stessa corte.

Ma come può un giullare che non riesce a sorridere a far ridere gli ospiti?

Che nozioni può donare un erudito di una disciplina infinita?

Che risposte altrui può dare chi cerca, sin dall'età prima dei primi numi, risposte per se stesso?

Come un cantastorie senza più spunti, attendo solamente di donare loro il temuto silenzio,
La tanto agognata risposta.

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