La Branca Italiana ai Tempi del Covid
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21 marzo, sveglia alle 5, occhi sgranati già da un'ora. Colazione veloce con latte e biscotti, poi nudo e dritto in doccia. Lo scrosciare dell'acqua calda è rilassante, ma non bisogna cedere alla tentazione del sonno. In bagno fa freddo, bisogna asciugarsi in fretta, e con quei capelli non è certo facile.
La tazzina di caffè, lasciata dalla notte scorsa, si beve dopo aver lavato i denti e senza zucchero: l'amaro tiene svegli. Maglia o camicia? Meglio un cardigan, una buona via di mezzo.
Chiavi di casa, portafoglio, il giubbotto. Il cielo è coperto, meglio non rischiare e portarsi dietro l'ombrello. Giù di corsa per le scale - l'ascensore ci mette troppo - e poi via sulla Fiat Croma.

Per la quarantena il Sito Iride si è attrezzato bene: ogni ricercatore ha un lasciapassare nominale con il timbro dell'esercito italiano, chiaramente tarocco. Il Dottor Santandrea non è mai stato fermato per dei controlli; a dir la verità, il motivo sta tutto nel fatto che non torna a casa da una settimana. La situazione a lavoro è più caotica del solito, da qualche settimana, e di certo non è migliorata quando è uscito il primo decreto ministeriale. Stare a un metro di distanza e bardati dalla testa ai piedi sta diventando la norma, bisognerà farci l'abitudine.

In strada non c'è un'anima. Perugia non è una metropoli, ma alle 6 passate normalmente inizia a popolarsi. Oggi, invece, tutto tace. All'uscita della città c'è una volante, con le luci accese e un carabiniere di fuori, mentre una donna sta all'interno dell'abitacolo che fruga il cellulare.
L'uomo alza la paletta e ferma la macchina.


— Patente, libretto e autocertificazione, prego.

Nessun problema. La prima è nel portafoglio, il secondo è nello zaino e la terza è…
Cazzo. Dov'è il modulo dell'esercito?

— Ho scordato l'autocertificazione a casa, mi scusi. Sto andando a lavoro.

— Ne abbiamo una copia noi. Dove lavora?

— Al… Comando Militare di Perugia.

— E per andarci si esce dal centro abitato?

— Vado da un collega che non ha la macchina.

— Ha modo per dimostrarlo?

— Chiamo il mio collega, se vuole.

— No, intendo se ha modo di dimostrare che lavora al Comando. Non ha neanche la divisa… ha il distintivo?

No, ovviamente non lo ha. Non c'è nessun collega da recuperare e non c'è nessuno che possa dimostrare la sua versione dei fatti. Poi, un'idea. Il Dottor Santandrea lo guarda, prende il cellulare e digita un numero. Squilla a vuoto. Dopo circa quaranta secondi, quando ormai sta per riattaccare, qualcuno risponde.

— Qui è la Direttrice Miriam Ventura.

— Buongiorno, Capitano Meneguzzi, sono il Sergente Santandrea. Mi scusi se la disturbo a quest'ora, ma sto andando a recuperare il Sergente Moretti, poi arriviamo al Comando. Purtroppo qui c'è un carabiniere che mi ha fermato e mi sta facendo perdere un po' di tempo.

— Vasco, ma sei tu?

— Sì, se può farci una chiacchierata lei e risolvere la situazione…

— Sei veramente un coglione, Vasco.

— No, ho lasciato il distintivo a casa, errore mio. La divisa la stiamo indossando direttamente al Comando. Dovendo recuperare anche il Sergente Moretti, sono un po' in ritardo.

— Passamelo, dai.

Il carabiniere osserva la scena con attenzione. Sembra giovane, ma le rughe tradiscono che è ormai un uomo di mezza età, con la barba curata e profumata di cedro. Si gira a guardare la sua collega che, con la faccia assonnata, non si schioda dal sedile anteriore della volante. Lui invece ha la faccia divertita. Probabilmente ha già capito tutto.

— Qui è il Capitano Meneguzzi, con chi ho il piacere di parlare?

— Ah, è lei, Direttrice Ventura. Sono l'agente Panicucci.

— Non ci credo.

— Mi creda, Dottoressa, son proprio io.

— Agente Panicucci, da quanto tempo!

— Sì, Direttrice. La SIR-II mi ha mandato qui un po' di tempo fa. Non avevo riconosciuto il Dottor Santandrea, ormai saranno dieci anni! Si è lasciato crescere i capelli, Vicedirettore!

— Quindi ora la mandano a fare le pattuglie?

— Sì, ma non è un problema. La vita è un po' noiosa, qui non succede mai niente di interessante. Ma almeno ho il tempo di badare alla mia famiglia.

— Quante probabilità c'erano che Vasco incontrasse proprio lei a un posto di blocco?

— Piuttosto, per la prossima volta che la fermano, si ricordi che abbiamo una lista di contatti attendibili anche al Comando Militare di Perugia. Non ci metteranno più di cinque minuti a scoprire che mente.

L'agente Panicucci aveva lavorato nel corpo di guardia della Ventura per i primi 10 anni della sua dirigenza. Un giorno, di punto in bianco, ha chiesto il trasferimento. Le ragioni non sono del tutto chiare, ma è stato trasferito alla SIR-II e a quanto pare ci è rimasto. Adesso fa l'infiltrato nelle Forze dell'Ordine. È un uomo simpatico, tutto sommato, e sa il fatto suo.
Chiusa la chiamata, i due si salutano e alle 7 il Vicedirettore riesce finalmente a raggiungere il Sito Iride.


— Miriam, sei riuscita a sentire Primo?

— Sì, Vasco, non c'è nessun accordo con l'esercito. Dicono che garantire lo spostamento a un così alto numero di lavoratori della Fondazione rischia solo di protrarre i tempi dell'epidemia.

— Il foglio farlocco che abbiamo è carta straccia.

— Finora nessuno ha avuto problemi. A parte te, che te lo sei dimenticato a casa.

— Continuo a credere che sia meglio trovare un accordo con lo Stato.

— Stando alle supposizioni di Primo, è colpa del SISMA1 che vuole renderci le cose difficili, se ancora l'esercito è reticente a darci le autorizzazioni. Sentirà gli O5 nei prossimi giorni e ci farà sapere se si può sbloccare la situazione in qualche modo.

— Questi non hanno di meglio da fare che rompere i coglioni alla Fondazione?

— Son pagati per quello; intanto, Vasco, fammi una cortesia: chiama Laura e chiedile se ci sono novità. Io emano una stretta sulle misure di contenimento, altrimenti qui finisce che dovremo ricatalogare come Neutralizzati un bel po' di umanoidi. E sinceramente il cloruro di potassio nelle vene preferirei evitarmelo.



ATTENZIONE: MODIFICA ALLE MISURE DI CONTENIMENTO PER LE ANOMALIE UMANOIDI


DA QUESTO MOMENTO FINO A DATA DA DESTINARSI SONO SOSPESI TUTTI I TEST SULLE ANOMALIE UMANOIDI. IL CONTATTO CON ESSE DEVE ESSERE FINALIZZATO ESCLUSIVAMENTE AL LORO SOSTENTAMENTO. CHIUNQUE VIOLASSE SUDDETTA MISURA VERRÀ SEVERAMENTE PUNITO.





— ROWSANNAH, mettimi subito in contatto con Laura.

— Buongiorno, Vicedirettore Santandrea. La Direttrice Zaffiro al momento è occupata e non può risponderle.

— Niceto Livi è disponibile?

— Negativo. Il Dottor Livi al momento è occupato.

— Ci sono novità sul carico di disinfettanti, guanti, tute e mascherine che l'Asclepio doveva inviarci entro ieri sera?

— Attendere… le confermo che la spedizione non è ancora partita.

— Stai scherzando, ROWSANNAH? Ve le abbiamo chieste domenica scorsa!

— La Direttrice Zaffiro ha inviato un ordine di acquisto di 20 milioni di mascherine chirurgiche, 12 milioni di FFP2, 12 milioni di FFP3, 50 milioni di tute isolan-

— Avete i magazzini vuoti? Mi stai dicendo questo?

— Al momento la fornitura disponibile è di unmilionecinquecentosessantaquattromilasettecento mascherine chirurgiche, duecentonovantaquattromila FFP2-

— Va bene, ROWSANNAH, lascia un messaggio alla Direttrice da parte mia.


— Non serve, sono qui.

— Laura, cazzo, ci servono le mascherine.

— Servono a tutti, vi arriveranno oggi nel pomeriggio. Le aziende da cui le acquistavamo non ne hanno tantissime a disposizione, e gli ospedali continuano a comprarne un numero spropositato. Chiamerò anche gli altri Siti per lasciare loro delle linee guida, ma adesso è fondamentale che all'Iride prendiate le dovute precauzioni. Gli SCP umanoidi non sono immuni dal coronavirus: hanno i nostri stessi recettori cellulari sulle cellule epiteliali polmonari e sulla membrana dei leucociti.

— Miriam ha già emanato l'ordine in proposito.

— Ben fatto. Tenete un contingente di ricercatori in quarantena e usatelo qualora le SIR individuino qualche anomalia da qui alla fine dell'isolamento. In questo modo nessuno correrà dei rischi. Mandate a casa chiunque non abbia un ruolo cruciale nella struttura e tenetevi almeno a uno o due metri di distanza gli uni dagli altri. Il personale di Classe D venga tenuto in celle separate, perché se parte un focolaio fra di loro è facile che si propaghi anche in mezzo a voi.

— Siete riusciti a sentire la Branca Cinese?

— Ci hanno avvisato a dicembre, ma non si son fatti più sentire per settimane. Abbiamo ricevuto un campione virale soltanto a fine gennaio, lo abbiamo genotipizzato e siamo partiti con gli studi. Dallo Spallanzani abbiamo preso anche un ceppo locale. Non siamo lontani dal trovare un vaccino, lo sperimenteremo sui Classe D, ma ci vorrà un po' di tempo. Stiamo togliendo risorse allo studio delle anomalie, e credimi che la Sovrintendenza non è felice che si usino i soldi a questo scopo.

— Sì, riesco a immaginarlo. C'è la possibilità di farci arrivare dei test rapidi?

— Vi arriveranno oggi pomeriggio, te lo prometto. Non sono quelli che ha in dotazione lo Stato, questi li abbiamo preparati noi per essere più sensibili, quindi aspettatevi qualche falso positivo. Ti dirò una cosa, Vasco. Quando la Cina ci ha avvisati non mi sarei mai aspettata che questo virus sarebbe arrivato fino in Europa. A leggere i dati epidemiologici degli ultimi giorni, ho la sensazione che ci saranno conseguenze economiche molto forti per tutto il continente. Devo parlarne ancora con Primo, ma se in questo momento non diamo una mano ai ricercatori di tutto il mondo, potremmo trovarci in una situazione difficile da affrontare nel medio periodo.

— Che Dio ce la mandi buona.

— Che smetta di mandarcele, piuttosto.

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