Introduzione alle teorie fondamentali dell'anormalità
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Bene, buongiorno a tutti. Sedetevi, per favore.

Benvenuti, dunque, all'introduzione alle teorie fondamentali dell'anormalità. Io sono il dottor Valbeaugris, dottorando in fisica quantistica e teorico dell'anomalo. Credo che sia il momento in cui dovrei dire che, se voi siete qui, è perché siete i migliori nel vostro campo.

Magari è anche vero. Non m'importa.

Che voi siate addetti alle pulizie o abbiate un doppio dottorato, accettiamo chiunque sia capace d'innovare, di affrontare un problema da un'altra prospettiva e immaginare nuovi sistemi. Allora, per favore, dimenticate le vostre conoscenze sui specifici oggetti SCP che avete studiato. Pensate in grande.

Sì, le vostre opinioni preconfezionate sul mio campo di specializzazione sono vere.

Ma soprattutto, non esitate ad interrompermi per porre delle domande. Sarebbe un peccato perdervi fin dall'introduzione.

Insomma, prima di tutto, una piccola dimostrazione pratica. Giovanotto, sì, lei in prima fila, fissi questo rasoio. Quaaa, molto bene. Ancora qualche secondo e… puf! Adesso ha una barba!

Normalmente, questo genere di eventi improbabili dovrebbe sollevare in voi molte domande.
No, "Perché utilizzate un oggetto anomalo sul personale?" non ne fa parte.

Qua, l'ho sentito. "Come?". Assolutamente, giovanotto: "Come?" è la più grande domanda dell'anomalo. E vi chiederò di fare una buona distinzione con "Perché?", che è abbastanza superfluo. Che l'anomalia sia apparsa naturalmente, in questo caso non avrà alcuno scopo — dite no all'autodeterminismo, per favore — o che essa sia stata creata da una terza persona, e in questo caso il suo scopo sarà quello che il suo creatore le ha voluto donare. Spero che saremo chiari su questo punto.

Ma ritorniamo al nostro "Come?". Questa semplice domanda è l'essenza stessa delle scienze fondamentali, e quindi del mio campo. Inoltre, è la ragion d'essere del Dipartimento Scientifico della Fondazione: le anomalie come riescono a fare ciò che fanno — che sia creare una barba dal nulla o minacciare l'intero multiverso? Ma permettetemi d'indirizzare una critica a questo dipartimento: gli scienziati della Fondazione non fanno altro che studiare caso per caso ogni anomalia, piuttosto che cercare di risolvere il nostro famoso "Come?", tranne che individualmente. Questo è sbagliato.

Sì, lo so che provenite tutti dal Dipartimento Scientifico. Sì, sto dicendo che siete nel torto.

Perché cercare di capire come brilla una lampadina, senza capire cosa c'è dietro l'elettricità? Perché cercare di capire come questo oggetto abbia potuto creare una barba dal nulla al giovanotto in prima fila, quando invece potremmo cercare la causa della sua anomalia? Ed è qui che arrivano le teorie fondamentali dell'anormalità a salvarvi, aureolate dal loro disegno superiore e dalla noia dei loro calcoli teorici.

Come? SCP-001? Ah! Ehm, perdonatemi. Personalmente, penso che SCP-001 sia un mito. Bene, più tardi, la direzione mi rimprovererà di essere troppo soggettivo nei miei seminari — se sono ancora qua, è perché hanno soltanto me. Vi dò dunque la versione ufficiale: le teorie fondamentali dell'anormalità cercano di spiegare l'esistenza delle anomalie in maniera scientifica e rigorosa, partendo dal postulato che questi siano anormali solo nel loro aspetto. Scavate sufficientemente e la scienza ve lo spiegherà.

Riassumendo: se voi desiderate integrarvi al mio dipartimento, scordatevi di SCP-001. E non ne parlate mai ad un ricercatore in anomalie fondamentali.

Dunque, dicevo, come vengono le teorie fondamentali a salvarvi? Be', tutto dipende dal vostro approccio. In soldoni, abbiamo tre branche principali: la prima cerca la connessione tra quasi tutti gli oggetti SCP, e come questi alterano la materia o le energie. Per questo, vengono immaginati nuovi sistemi: nuove interazioni tra particelle, e persino nuove particelle. Ciò si riduce a cercare nel profondo della materia il punto in comune tra tutte le anomalie. Qui studierete fisica quantistica, teoria delle stringhe e persino, per alcuni, campi più esotici come le onde scalari.
La seconda branca, la mia, si concentra sulle interazioni tra gli universi all'interno del multiverso e sull'aspetto soggettivo dell'anomalo. Lavoriamo quindi in stretta collaborazione con il Multi-U. Non è solo la fisica teorica ad essere essenziale qui, ma dovrete anche occuparvi di questioni quasi filosofiche sull'anomalo e la maniera in cui lo percepiamo.
Infine, la terza branca cerca di spiegare le anomalie cognitive, come quelle memetiche, i rischi informativi e quant'altro. Tutti gli specialisti in neuroscienze ed i memi sono i benvenuti.
Ma tenete presente che in pratica, il dipartimento è molto meno compartimentato che in teoria. E che, anche all'interno di un ramo, le teorie sono innumerevoli.

Perché? Noi studiamo tutte le piste immaginabili per eliminare una ad una quelle che non danno nulla, nella speranza di ritrovarci alla fine con un'unica teoria che funziona. Per questo, incoraggiamo fortemente l'iniziativa personale.

Perché, vedete, ci sono una moltitudine di iniziative personali che sono all'origine delle teorie fondamentali. Nel bel secolo che era il XVIII°, le teorie che miravano a spiegare l'anomalo abbondavano. I filosofi-scienziati che si chinarono sul problema non permisero che il loro orgoglio venisse insultato da un problema che non potevano risolvere, e ognuno andò avanti con la sua piccola teoria.
C'era questo tedesco molto cattolico che pensava che l'Uomo non era mai stato cacciato dal Giardino dell'Eden, ma che esso si fosse degradato per far nascere la Terra. E l'anomalia rappresentava questa degradazione, come punizione divina. Per lui, l'Inferno non era un abisso ardente, ma un luogo così anomalo che un Uomo perderebbe irrimediabilmente la ragione.
Maxwell, un inglese, pensava — non chiedetemi perché — che l'anomalia fosse correlata al calore. Che la dilatazione dei fluidi che produce un'alta temperatura si applicasse anche a dei "fluidi naturali" invisibili, che governerebbero la natura. E, per lui, la dilatazione di questi fluidi equivarrebbe alla dilatazione della realtà, quindi all'apparizione delle anomalie. Ma questa dilatazione sarebbe visibile solo per ordini di grandezza di temperatura ben superiori di quelli presenti sulla superficie terrestre. Egli dunque pensò che le anomalie fossero prodotte nella parte interna del pianeta, e creò un sistema che includeva i vulcani come vettori di anomalie. La sua prolifica attività scientifica venne brutalmente interrotta nel 1763, quando l'Etna non apprezzò per niente la sua visita, e gli lanciò addosso una roccia di una decina di chili sulla testa.

E ce n'erano molti altri. Tra loro, Jean-Baptiste Ravin de Courville e sua moglie, Joséphine d'Hast, le cui teorie sono ancora studiate al giorno d'oggi, e che sono la mia specialità. Nel 1774, De Courville definì i ponti singolari, sui quali si fonda il suo sistema dell'anomalo. Non mi soffermerò su questo, poiché, se vi unirete al dipartimento, rischierete di sentire quelle due parole più del vostro stesso nome. Ma se la cosa vi interessa, vi raccomando il Trattato della Singolarità, opera magna della coppia De Courville-d'Hast.

E se queste due persone stavano cercando di capire l'anomalo, è perché volevano, come obbligava il secolo dell'Illuminismo, migliorare la condizione umana grazie ad esso. Un umanesimo che perdura fino ad oggi…

Comunque. Per la cronaca, la popolarità delle teorie fondamentali è declinata durante la seconda metà del XIX° secolo. Non vi mentirò, la maggior parte è stata semplicemente screditata grazie ai progressi scientifici. Ma non possiamo neppure nascondere un crescente interesse per una comprensione più pratica delle anomalie — una comprensione che permetterebbe di confinarle più efficacemente… Andate a scoprire perché.

Ma un giorno, e credo sinceramente che questo giorno arriverà, una teoria sarà corretta. Quel giorno, lo studio di anomalie specifiche diventerà inutile. Quel giorno, potremo spiegare ciascuna di esse senza nemmeno vederle con i nostri occhi. Quel giorno, la Fondazione avrà finalmente vinto contro l'anormalità.

Ma quel giorno non è oggi. Il progressivo disinteressamento per le teorie fondamentali ha fatto sì che questo campo venisse considerato come secondario dalla Fondazione, soffocato da considerazioni più pratiche. Ma parliamo concreto, giustamente. Solamente le grandi installazioni come l'Aleph ospitano una branca dedicata alle teorie fondamentali dell'anormalità. Ma non crediate che studierete unicamente i ponti singolari: il numero delle teorie studiate ad oggi è indecente, e allora troverete quella che più vi piace. Lavoriamo anche a stretto contatto con il resto del Dipartimento Scientifico, che sia con il Multi-U o il dipartimento di memetica, le cui figure ci sono indispensabili. Ma per molta di questa gente, abbiamo un'immagine di geni autoproclamati e pretenziosi. Quanto agli altri dipartimenti, ci considerano come matematici scansafatiche incapaci di staccarsi dall'astratto delle loro teorie. Ma tenete a mente che comprendere l'anomalia significa metterla in sicurezza. Che legare tutti gli oggetti SCP ad un'unica equazione significa aspettare la perfezione matematica, e incidentalmente per ottenere la più grande svolta scientifica degli ultimi cento anni.

Ah, è quasi ora. Dunque, cosa guadagneranno i pochi matematici pedanti che non hanno ancora lasciato la sala per entrare nel mio dipartimento, a parte il privilegio di starmi vicino e il bonus sul loro stipendio? Sarò onesto. Nessuna teoria è ancora conclusa. I vicoli ciechi sono legioni in questo campo, numerosi quanto i casi di depressione tra i ricercatori — è meglio non avere la tendenza ad attaccarsi a un dogma. Il vostro lavoro sarà laborioso, a volte anche doloroso, e gli aiutanti sono rari. Ma un giorno, vi domanderemo "Come?". A questa domanda, alcuni pensano di poter rispondere "un piatto di pasta gigante" o "un serpente cosmico multicolore", altri "la Natura" e per alcuni "Dio".

Voi, non penserete.

Voi saprete.

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