L'insolita mercanzia di Mainardo
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In un afoso pomeriggio di mezza estate, le strade di Istanbul sono quasi deserte. Pensi sarebbe stato meglio rimanersene al chiuso; ma pensi anche all'opportunità di vedere la città, ora che non è invasa dalla solita calca di gente e passanti. Cogli dunque l'occasione per addentrarti ad esplorare angoli insoliti della città: prima tappa di questa escursione, il Kapalıçarşı, il Mercato coperto. Un luogo fresco e riparato è quello che ci vuole a quest'ora del giorno.

Il mercato non è affollatissimo; sicuramente più delle vie del centro città, ma comunque non c'è quel via vai tipico delle metropoli, soprattutto d'Oriente, a toglierti il fiato. A quello ci pensano gli odori delle mille spezie che inebriano l'aria intera: aneto, alloro, chiodi di garofano, cardamomo, coriandolo, paprika, pepe, vaniglia, cannella, zafferano, zenzero… conquistato da questa miriade di odori, ti lasci trasportare, e confondendoti la mente dirigono il tuo percorso.

Arrivi in un'area diversa del mercato, il profumo delle spezie si mitiga, e giunge alle tue narici un profumo diverso: carta, e inchiostro. Ti guardi attorno, e vedi ora molte bancarelle, dove si vendono libri di ogni dimensione, foggia e lingua.

Una bancarella più di altre coglie la tua attenzione. È a dirla tutta un po' nascosta, ma quello che più ti ha catturato l'occhio è la proprietaria: un'insolita vecchina, vestita all'occidentale, ma non come potresti pensare. Porta i capelli raccolti all'indietro, tenuti assieme da delle spille ornate di piume di pavone femmina; indossa un abito che le arriva poco sotto le ginocchia, dai colori vari e sgargianti, dal blu di Francia all'ocra terra di Siena; alle spalle porta una stola di pelliccia, parrebbe martora.

Un paio di occhiali cremisi infine, dalle lenti a forma di foglia, le decora il viso in maniera peculiare. Sempre più incuriosito, le ti avvicini, e lei sorridente ti saluta, e ti invita a guardare le sue merci: libri. Montagne di libri, stipati in ogni dove del banco e nel suo baracchino. Vedendoti in difficoltà, quasi affogando in mezzo a tutto quel mare di carta, ti porge un libello, senza titolo e dalla copertina scarlatta un po' usurata. "Questo", dice, "è sicuramente uno dei migliori che ho".

Non del tutto sicuro, apri le prime pagine, ma sono tutte vuote. Guardi la vecchina, e ti dice di iniziare dalla prefazione, e tutto ti sarà svelato. Inizi da lì dunque…


PREFAZIONE

Se sei qui, caro lettore, è perché ti interessa sapere di me. Ne sono lusingato; purtroppo per te, non troverai molto che possa soddisfare la tua curiosità. Non perché io sia riservato o non mi piaccia parlare di me stesso, tutt'altro; sai, alle volte esagero a svelare dettagli sul mio conto anche a persone che ho appena conosciuto. No, qui non troverai molto di me perché non è necessario che io lo riporti: a parlare per me ci sono già i miei lavori. Certo, non sono esaustivi sulla mia personalità o il mio essere, anzi. Eppure, sono abbastanza certo che qualcosa possa trapelare dalle cose che ho malamente assemblato: interessi, proprietà di linguaggio, ideali, stile… è già qualcosa, non trovi? Come? Un surrogato dici? Capisco il tuo disappunto, ma del resto quali altre informazioni ti servirebbe sapere su un autore, o presunto tale come in questo particolare caso? No, le curiosità da rotocalco non ha senso riportarle qui… le vicende umane sono tracciate sulla soffice sabbia del tempo, un battito d'ali di quest'ultimo ed esse si scombinano e si cancellano. Apprezza, se puoi, quello che ho lasciato scritto… prego? Poco e scarso dici sia? C'era un'espressione, sai, per descrivere questo, che ora non mi sovviene… dio, ce l'ho sulla punta della lingua…sì, i fichi secchi! Come le nozze di Vittorio e Elena, il nano e la montagna. Chi mi chiedi? Non ha importanza.
Come stavo dicendo, posso solo offriti dei fichi secchi qui! Però, se cerchi pietanze più prelibate come datteri d'Arabia, succosi e dolci come miele di tiglio, o come gli squisiti e succosi melograni, vermigli come il sole di Persia, dirigiti presso altre mete.

Eh? Oh sì certo, ti ho trattenuto più del dovuto, perdonami. Prosegui pure, e che tu possa essere sempre felice ovunque andrai!


Una strana prefazione per un libricino apparentemente così innocuo, non trovi? Pare averti letto direttamente nei pensieri. Un po' titubante, continui a sfogliare le pagine del libro, finché non ti imbatti in una serie di racconti, il cui inchiostro affiora dalle pagine come nero petrolio ad ogni pagina sfogliata. Incuriosito, leggi quello che viene riportato… Si parla di sigle strane, di oggetti mirabolanti e d'istituzioni nascoste all'occhio umano comune… Provi ad elencarne alcuni:

Tutto qui? Oh no, aspetta, c'è dell'altro! Le pagine sembrano essersi moltiplicate nel frattempo…

Ancora qualcosa, più avanti…

E questo è… Aspetta! Ci sono delle annotazioni alla fine…


E questo è tutto, davvero.

Alzando lo sguardo, vedi la commerciante sorriderti, e ti chiede prontamente se sei interessato. Rispondi che per ora ci pensi, e che magari passerai un altro giorno.

Lei, sempre sorridendo, annuisce. Le restituisci il libro, e la saluti col suo stesso sorriso. Prosegui addentrandoti nel suq, immerso d'aromi d'ogni sorta, verso una nuova bancarella…























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