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Originale: Incident Zero - Part 5
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Caino si fece da parte, con la testa china in segno di rispetto. Abele passò sotto i cancelli di perla e fuoco ed entrò nella camera del Fiore. I suoi occhi morti ammirarono le iscrizioni sopra di esso, incise in rune più profonde del braccio di un uomo, che bruciavano come oro sui petali vetrosi che attraversavano gli universi. Il codice di attivazione del Fiore, le azioni che Caino e Abele avrebbero dovuto compiere per azzerare il tempo e farlo ripartire da capo. Abele fece un sorriso crudele e ignorò le parole, senza leggerle. Scoppiò a ridere, mentre alzava un braccio. Fece schizzare fuori una spada dalle sue dita, estendendola fino alle stelle e oltre. La lama assorbiva tutta la luce che la toccava, cantava della morte e della tomba silenziosa, odorava del vuoto tra gli universi; divorava la luce, il calore, la vita e la speranza.
«Mai più» disse Abele.
Sferrò un fendente e la lama tagliò di netto i petali luccicanti, affondando nel nucleo del Fiore. La realtà si distorse e il Fiore morì.
Altrove, un uomo seduto davanti allo schermo di un computer che raffigurava una mappa in bianco e nero del mondo batté le palpebre e, nel Parco Nazionale di Yellowstone, apparve un'icona verde segnata con "Struttura di SCP-2000". Ed era sempre stato così.
Altrove, un uomo guardava un filmato tremolante delle ultime parole terrorizzate di una donna che gridava e correva giù per una scalinata infinita. Ed era sempre stato così.
Altrove, tre uomini in divise arancio uscirono con prudenza da una camera che puzzava di sangue e di feci, tenendo gli sguardi fissi sulla scultura in un angolo, senza osare battere le ciglia finché due uomini in uniformi bianche e giubbotti antiproiettile non chiusero la porta. Ed era sempre stato così.
Altrove, un cieco che si affidava del tutto al tatto catalogò e mise via una nuova collezione di statue di pietra. Ed era sempre stato così.
Altrove, un ricercatore in camice da laboratorio osservò impassibile una donna emaciata in divisa arancio che piangeva lacrime amare, prima che la fame e lo sfinimento la uccidessero; era in lutto per il bambino che non aveva mai conosciuto. Ed era sempre stato così.
Altrove, un piatto con un arrosto cotto a puntino fu messo in un apparecchio della risonanza magnetica per catalogare con cura la sua struttura interna, assieme al mormorio dell'uomo da cui era stato preso. Ed era sempre stato così.
Altrove, i pezzi del cadavere dilaniato di una sventurata donna giapponese furono messi nel crematorio, mentre un sacerdote buddista intonava un canto solenne davanti a un altarino su cui erano state poste la sua fotografia e numerose offerte per la sua anima sfortunata. Ed era sempre stato così.
Altrove, un operaio stanco chiuse una cassa piena di attrezzature tattiche, tra cui un proiettore di luce ultravioletta. Scansionando il numero di serie, lo inserì nel sistema come "Equipaggiamento da Battaglia, Eccedenza". Ed era sempre stato così.
Altrove, un uomo seduto alla tastiera di un computer studiava con attenzione le parole sullo schermo. Ne cancellò alcune, ne scrisse altre e premé il tasto "salva" quando ebbe finito. Ed era sempre stato così.
Era sempre stato così, perché al mondo non c'era più nessuno che ricordasse altrimenti; tranne una donna. O5-10 aprì gli occhi, prese il telefono sulla sua scrivania e premé un singolo tasto.
«Dobbiamo parlare» affermò.
O5-1 trovò O5-10 in piedi e in silenzio, davanti al grande cono nero dalla punta rivolta verso il basso e immersa nelle camere magmatiche sotto i famosi geyser del Parco Nazionale di Yellowstone. Come sempre, il Rovo era silenzioso, imperscrutabile e nero come il vuoto, assorbendo tutta la luce che lo toccava.
«C'è un motivo per cui mi hai chiesto di incontrarti qui?» le chiese.
O5-10 si voltò per guardarlo negli occhi e annuì:
«Sì. Ti farò una domanda semplice e voglio una risposta semplice. Quanto tempo fa è caduta la civiltà dei Daeviti?»
O5-1 aprì la bocca, poi aggrottò la fronte. Deglutì e si accigliò, con la bocca semichiusa.
«Ti farò un'altra domanda: SCP-343 è o non è Dio?» chiese O5-10.
«Ma certo, ecco…»
O5-1 ammutolì di nuovo e andò nel panico, quando si rese conto di non saperlo.
«Ultima domanda: cos'è SCP-001?» sussurrò O5-10.
O5-1 rimase zitto e O5-10 annuì: era giunto il momento per cui si era preparata, ma che nessuno aveva previsto.
«Uno scenario di Classe-TK: linea temporale infranta» dichiarò.
I quattro membri del Comando O5 che si incontrarono nell'ufficio di O5-10 un mese dopo erano gli unici che sapevano del Rovo; o del Fiore, come O5-10 insisteva che avrebbe dovuto essere chiamato. Indicò un trattino che aveva disegnato sulla sua cronologia degli eventi e spiegò:
«Stando alle mie indagini, ci sono diciannove possibilità su venti che lo scenario di Classe-TK abbia avuto luogo qui, quando quasi metà degli agenti operativi della SSM Omega-7 è stata uccisa. La versione ufficiale degli eventi registrati è che SCP-076-2 è il responsabile delle loro morti, ma la sequenza degli eventi com'è stata fornita dai sopravvissuti non ha mai corrisposto a dovere. D'altronde, SCP-076-2 non ha mai spiegato le sue azioni. Inoltre, c'è il problema di un agente elencato nei registri ufficiali solo come "A. A.", perché tutte le registrazioni col suo nome completo si sono perse o corrotte. Anche se più tardi è stata la causa della sua morte e di quella della sua fidanzata, la serie di eventi che l'ha trasformato in SCP-784-ARC è confusa, nel migliore dei casi: ci sono svariati resoconti discordanti. Tutti questi indizi portano a una sola conclusione: a un certo punto del passato recente, c'è stata un'immensa ristrutturazione della realtà di Classe-CK che ha provocato la rottura e la riparazione della linea temporale. Ma, come un vaso rotto, la linea temporale aggiustata è imperfetta. Se si controlla bene, si vedono le crepe: avvenimenti che non coincidono, effetti senza una causa, misteri irrisolti non perché non sappiamo la risposta, ma perché non sappiamo neanche porre la domanda»
O5-1 domandò:
«E stai dicendo che è successo perché questa cosa che chiami "il Fiore" si è attivata?»
O5-10 scosse la testa:
«No. Per quanto ne sappiamo, il Fiore non aggiusta le linee temporali, le azzera. Per usare ancora l'analogia del vaso rotto, attivare il Fiore sarebbe come buttare via i cocci del vaso vecchio e farne uno nuovo: quasi identico, ma con qualche differenza sottile. Quello che è successo dovrebbe essere impossibile»
«Sì, per noi. Ma che mi dici di Abele?» chiese O5-2.
«Cosa c'entra Abele con questo?» domandò O5-10.
O5-2 espose la sua teoria:
«Ecco, era un'osservazione che ho fatto ieri. Da quando la SSM Omega-7 è morta, SCP-076-2 non ha manifestato le sue lame neanche una volta. Poi ho notato una coincidenza interessante: le sue lame sono molto simili alla sostanza da cui è composto il Rovo. Mi ero fatta l'ipotesi che le lame di Abele derivassero dalla stessa fonte del Rovo, o magari dal Rovo stesso. Ma se quello che dici è vero, se questo "Fiore" è diventato in qualche modo il Rovo, più o meno nello stesso momento in cui quasi tutta la SSM Omega-7 è morta in un incidente nei paraggi…»
«Credi che Abele abbia trasformato il Fiore nel Rovo?» domandò O5-10.
O5-2 fece spallucce e puntualizzò:
«Non solo Abele. Anche SCP-073 è stato trovato dove la SSM Omega-7 è stata massacrata. Il che è sempre stato inspiegabile, dato che l'ultima volta era stato segnalato al Sito-17, a nove chilometri da lì. Forse dovremmo chiedere a loro»
O5-1 rimuginò in silenzio, ma alla fine disse:
«No»
«Ma…»
O5-1 interruppe l'obiezione di O5-10 alzando una mano:
«Un periodo così delicato è l'ultimo momento per le mosse rischiose. SCP-2000 sarà pronto fra un mese e l'ASIR sta per aprire una nuova serie: la Fondazione è già abbastanza impegnata a cercare di aggiustare questo universo, figuriamoci se è il caso di chiederci cosa potrebbe essere successo a quelli precedenti. Dobbiamo riordinare la nostra casa, prima di guardare quelle del vicinato»
O5-10 diede un'occhiata ai presenti. O5-2 stava annuendo, concorde. O5-13 era sempre il solito. Alla fine, alzò le mani e rispose:
«Se lo dici tu…»
O5-1 le rivolse uno sguardo serio:
«Non solo io. Ti chiedo di prestare un giuramento vincolante e obbligatorio su questa faccenda: non indagherai mai e poi mai sul collegamento tra SCP-073, SCP-076 e il Rovo. O, come lo chiami tu, il Fiore. D'accordo?»
O5-10 annuì:
«D'accordo»
Allora O5-1 sentenziò:
«In questo caso, abbiamo finito. Tutte le trascrizioni dell'assemblea di oggi devono essere considerate un rischio informativo e sottoposte a procedure speciali di contenimento di classe Sub-Rosa. Inoltra tutti i tuoi materiali all'ASIR entro la fine della giornata, anche gli allegati visivi e gli appunti. Questa riunione è conclusa»
Altrove, un uomo stava seduto in cima a una collina, guardando il tramonto. Contemplava ciò che era stato, ciò che era venuto prima e ciò che sarebbe stato nel futuro. La strada per quel posto e quel tempo era stata lunga e tortuosa. Come succedeva lungo molte strade, c'erano stati dei punti in cui il sentiero era accidentato e difficile. E forse era vero che la destinazione non era affatto piacevole come era stato portato a credere. Il viaggio, però, era stato memorabile. L'uomo immaginava di aver fatto in modo che ne valesse la pena. Prese il suo bastone da passeggio e bevve un sorso d'acqua dalla sua borraccia. Il tragitto per tornare a casa a piedi era lungo e l'uomo non vedeva l'ora di una doccia calda e un pasto abbondante, una volta arrivato.