Guida alla Vita e all'Impiego dei Classe D

Scrivere per la Fondazione SCP può essere molto difficile: bisogna considerare se il concept è interessante, se le Procedure di Contenimento sono sensate, se l’anomalia è stata esplorata correttamente, se lo studio in-universe1 è coerente, eccetera eccetera… Ma c’è un piccolo dettaglio che di solito viene ignorato, un elemento apparentemente insignificante, monodimensionale, una risorsa utile solo a far progredire la nostra storia: i Classe D.

Un po’ tutti noi, indipendentemente da se abbiamo letto prima -EN o -IT, siamo stati abituati dalle guide ai Classe D come pura e semplice carne da macello altamente sacrificabile, ma la verità è che non è propriamente così che funziona, non in Italia.
Se si dà un'occhiata ai thread sul forum diventa molto evidente che c'è una generale incertezza su come utilizzare i Classe D, in particolare tra i più inesperti, ma capita anche con autori più navigati, per questo si è pensato che fosse meglio scrivere una guida, così da colmare ogni dubbio.

Nota bene: al momento della stesura, non tutte le informazioni che sto per fornire sono effettivamente apparse nel canone, causa la relativa giovinezza della nostra branca; in questi casi mi appellerò a quelle che sono le convenzioni generali tra gli scrittori.

SRE-M e Fondazione

La più grande differenza nella gestione dei Classe D tra -EN ed -IT sta nella forte presenza, in quest’ultima, della Sezione Regolamentazione Etico-Morale.
La Sezione Regolamentazione Etico-Morale2 è una divisione piuttosto influente del Dipartimento Affari Interni e Diplomatici3, essa è rappresentata principalmente da due personaggi molto presenti all'interno del canone: il Direttore della Sezione (Emanuele Bigotti) e S5-74 (Lorenzo Ferri). Proprio come questi due personaggi, questa sezione ha la fama di essere molto fastidiosa e invasiva: tocca infatti a loro l’ingrato compito di compiere ricerche sul personale per valutare la loro condotta e assicurarsi che il personale di Classe D riceva un trattamento adeguato. Questo interesse per i Classe D è, in effetti, quasi il loro vessillo.

Ora, c'è da dire una cosa: al momento non sono stati posti dei limiti solidi per il potere della SRE-M e il trattamento da riservare ai Classe D. Di solito quando si hanno dubbi sono facilmente risolvibili con una conversazione sul forum o su Discord, ma oggi voglio ridurre i possibili dubbi al minimo.
In questa guida dirò tutto ciò che sappiamo sulle condizioni dei Classe D italiani, così che possiate giudicare da soli, nella maggioranza dei casi, quando un Classe D sta venendo trattato in maniera inadeguata.

Acquisizione

Per cominciare: da dove provengono i Classe D? Sappiamo tutti che su -EN vengono raccolti tra i condannati a morte, gente già destinata a perire a causa di crimini molto gravi, che quindi va in qualche modo a giustificare l’orrendo trattamento che ricevono, ma in Italia la pena di morte non esiste, quindi che si fa? Beh, qui la Fondazione si vede costretta ad assumere anche altre risorse, queste sono:

  • Nullatenenti: senzatetto, essenzialmente chiunque non abbia alcuna maniera di sopravvivere se non affidarsi alla Fondazione. Questi soggetti vengono ovviamente trattati con più riguardo.
  • Carcerati: come gli anglofoni, tra i carcerati cerchiamo quelli sottoposti alle pene peggiori. La pena peggiore in Italia è l’ergastolo ostativo soggetto a regime 41-bis, ma, dal momento che solitamente il 41-bis è inferto a personalità criminali molto influenti, o perlomeno famose, è verosimile immaginare che la Fondazione si affidi di più all’ergastolo ostativo semplice.
  • Membri di GdI ostili5: questi sono prigionieri ricavati da qualche azione di conflitto o spie che sono state scoperte e catturate. Sono i Classe D più rari, per motivi facilmente intuibili. La loro totalità è destinata alle sperimentazioni con il maggiore rischio di morte, o in cui si prevedono pessime conseguenze per il soggetto, come, ad esempio, la sperimentazione di agenti memetici altamente dannosi o letali.

Ovviamente ci sono ulteriori fonti minori da cui è possibile ottenere personale di Classe D6, ma queste sono le principali.

Impiego e Vita di un Classe D

Un altro elemento che ci distingue dalla branca anglofona è il modo in cui i Classe D vengono impiegati: a differenza loro, infatti, non ci è concesso sottoporli ad esperimenti altamente dannosi o potenzialmente letali senza una valida motivazione. Per esperimenti rischiosi si preferiscono i Classe D carcerati, mentre i nullatenenti vengono impiegati nelle interazioni con anomalie delle quali non si sospettano grandi rischi7.
C'è da ricordare, poi, che per ottimizzare un esperimento e ridurre al minimo i rischi di morte è possibile utilizzare una SSM: esse sono generalmente preferibili in caso di esplorazione o di approccio ad anomalie altamente pericolose, che un umano senza addestramento non potrebbe compiere con gli stessi risultati.

Oltre alle sperimentazioni, la vita in un sito della Fondazione potrebbe essere paragonata a quella in un ospedale psichiatrico: i Classe D hanno le loro stanze, gli viene servito cibo ogni giorno, auspicabilmente hanno diritto a possedere qualche libro, possono visitare le aree comuni8 e possono ricevere assistenza psicologica da psicologi specializzati della Fondazione, se lo richiedono.

Tenete a mente che, a meno che non sia opportunamente giustificato, il Classe D, durante le sperimentazioni, non si metterà a parlare in tono clinico, descrivendo l’anomalia con freddezza mentre lo spazio attorno a lui verrà risucchiato da un buco nero.
Ricordate sempre che i Classe D sono persone estranee al mondo dell’anomalo, probabilmente terrorizzate da esso, reclutate perché costrette o per necessità personale. Noi siamo abituati a leggere anomalie tutto il giorno, ma io, personalmente, nella vita reale mi inquieterei già solo a veder volare una tazzina.

Ora suppongo che sarete un po’ confusi, vi starete forse chiedendo: "Quindi non posso uccidere il mio Classe D?" e la risposta è "Certo che sì, ma con razionalità." Per prima cosa immedesimatevi in un ricercatore che sta cercando di comprendere l’anomalia, immaginatevi tutte le incombenze della SRE-M e chiedetevi:

"Questo esperimento è essenziale?"

Se la risposta è "sì" chiedetevi:

"Per questo esperimento, è necessario un Classe D o ci sono alternative migliori?"

Se la risposta è negativa provate a cercare soggetti più adatti, se è affermativa procedete a chiedervi:

"L’attuale conoscenza dell’anomalia può prevenire la morte del Classe D?"

Ora sapete se ucciderlo o meno. Questo può anche essere un buon esercizio per strutturare dei test interessanti.

Tenete a mente anche la "scala dei valori" dei Classe D, per quanto possa sembrare una brutta espressione:

  • Nullatenenti: Esperimenti a basso rischio in cui non si prevedono danni.
  • Carcerati: Esperimenti rischiosi in cui si prevede un’elevata possibilità che il soggetto riporti danni permanenti o muoia.
  • Prigionieri dei GdI: Sperimentazioni altamente dannose o letali.

Rilascio

Infine, per concludere il "ciclo vitale" di un Classe D, veniamo al rilascio.
Dissimilmente da -EN, dove secondo parte della community i Classe D vengono eliminati a fine mese, su -IT un Classe D continua a essere usato negli esperimenti per un periodo di tempo molto più lungo. In genere tale periodo varia tra i quattro e i cinque anni per i nullatenenti, che inoltre vengono pagati per il servizio reso, e l’equivalente di una riduzione di pena per i carcerati (quei pochi che ce la fanno). Non credo sia necessario specificare che i prigionieri dei GdI resteranno in custodia alla Fondazione fino alla loro morte.
Ovviamente i Classe D verranno rilasciati solo dopo essere stati sottoposti a un corretto trattamento con amnestici.

Note Finali

Per chiudere questa guida, specifico che non è necessario avere timore di scrivere della morte di un Classe D durante un esperimento: fare da cavie rimane il loro compito principale, un compito essenziale per la Fondazione; non dovete pensare a vita, morte e miracoli di D-3834 prima di scrivere di lui che interagisce con un’anomalia.
Lo scopo di questa guida (oltre che di documentare come vive un Classe D alla Fondazione, di modo che gli autori abbiano un riferimento) è far comprendere agli scrittori, soprattutto quelli nuovi, che i Classe D non sono semplice carne da macello da far esplodere per rendere un po’ più splatter un articolo: sono persone, c’è dietro una burocrazia che li protegge entro certi limiti e che evita che vite utili vengano sprecate in maniera superflua.
Spero di aver reso il concetto e che questa guida abbia chiarito tutti i principali dubbi che gli scrittori possono avere riguardo quest’importante, ma molto ignorata, classe del personale.

Salvo diversa indicazione, il contenuto di questa pagina è sotto licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 License