La donna ticchetta sul vetro della tua vasca. Srotoli il tuo corpo, estendendoti, braccio su braccio su braccio su braccio su braccio su braccio su braccio su braccio — movimenti di estensione e contrazione, di presa e di rilascio — su quella finta ghiaia di plastica. Fissi lo sguardo su di lei, cercando di ignorare l'immenso e imponente oceano la fuori. Delle creste bianche si innalzano contro il cielo notturno, danzano nella luce offerta dal tenue bagliore di un falò scavato nella sabbia.
Una figura, umana e statica, le è accanto rivolta verso l'oceano. La luce sfarfalla per la sua schiena e si riflette contro la lancia di metallo che si tiene appresso. È puntata in avanti verso le onde, il mare echeggia. Un nero ancora più scuro fiorisce nella notte mentre l'arma viene ritirata. Impalata sulla punta seghettata vi è un piccolo essere: rosso e strano, cinque appendici si dimenano nella luce. L'umano immerge la creatura nel fuoco, dove grida con il bagliore della punta della lancia. La non carne e la non materia deperiscono e si anneriscono, si sfaldano come uno scisto col calore. Mentre le fini ceneri si staccano dalla lancia, la figure rivolge di nuovo la sua attenzione al mare.
Le onde si insinuano sotto ai suoi piedi, ancora e ancora, senza che ce ne se renda conto. Un'onda si incontro con il fuoco splendente, dando origine ad un rilascio e ad un sibilo di vapore che non viene notato oppure preso in considerazione dal cacciatore.
La donna segue il tuo sguardo. La sua voce, quando parla, è calma e profetica: "anche tu conoscerai il conflitto. Il tuo nemico sarà intelligente, astuto ed ostinato. Ti cercherà ovunque ti nasconda, così da intrappolarti al di sotto della fondazione del nostro mondo. Ma tu, piccolino, sei il nostro passato; il passato non può essere dimenticato — e non deve esserlo."
"Farai il tuo sentiero per questo mondo. Non posso accompagnarti, ma posso allontanare i loro occhi dal tuo cammino."