Concorso Estivo 2023 Lo Dev 4

Elemento: SCP-150-IT

Classe dell'Oggetto: Neutralizzato Non contenuto

Procedure Speciali di Contenimento: In seguito alla neutralizzazione dell’anomalia, nessuna procedura speciale è richiesta per il suo contenimento. Fa eccezione, qualora dovessero emergere nuovi documenti riconducibili a SCP-150-IT, l’obbligo della Divisione Affari Legali di verificare ogni possibile menzione dell’anomalia, modificandola all’occorrenza per prevenire scenari di rottura del Velo.

La ricerca di informazioni riguardanti l'attività di SCP-150-IT successiva al 1973 ha la massima priorità. In caso l'anomalia dovesse essere identificata, una squadra della SSM-IV ("Pugnus Ferri") dovrà essere inviata con la massima urgenza per la cattura e il suo trasporto alla più vicina area della Fondazione disponibile. Eventuali documenti che dovessero fare riferimento alle abilità anomale di SCP-150-IT dovranno essere occultati.

Descrizione: SCP-150-IT è la denominazione assegnata a un essere umano mutaforma la cui reale identità rimane ad oggi incerta. L’anomalia era è in grado di mutare completamente i propri connotati fisici entro i limiti della biologia umana, era è pertanto in grado di modificare qualità come tratti somatici, altezza, età biologica e sesso biologico, ma incapace di alterare i processi chimico-fisici del proprio organismo per sviluppare caratteristiche animali, vegetali o fungine.

Nonostante non siano disponibili sperimentazioni o analisi di alcun genere sul corpo dell’anomalia, è noto che avesse abbia pieno controllo della propria capacità metamorfica e che fosse sia in grado di avvalersene con disinvoltura a un ritmo sostenuto, arrivando a mutare il proprio aspetto più volte nella stessa giornata per il semplice gusto personale. Ciò gli garantiva garantisce inoltre la possibilità di rigenerare intere parti del proprio corpo nell’arco di pochi minuti, abilità che, combinata a quella di modificare la propria età biologica, lo avrebbe reso renderebbe virtualmente immortale.

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SCP-150-IT nei panni di Mattia Adriani (1965).

SCP-150-IT, attivo su suolo italiano dal 1943 fino alla morte avvenuta nel 1973, è stato un generale e uno stratega al servizio della Fondazione SCP, membro fondatore della Branca Italiana e primo delegato al ruolo di Undicesimo Sovrintendente. Di carattere riflessivo e riservato, non ha mai rilasciato informazioni sulla propria identità o la propria vita precedente al 1943: sono incerti età, genere, nome e luogo di nascita. Nonostante rapportandosi con colleghi parigrado e collaboratori fosse solito alterare il proprio aspetto in maniera incostante e non abbia mai adottato un nome proprio, di fronte a sottoposti di basso livello e in particolar modo in presenza di personalità ufficiali esterne alla Fondazione si presentava sotto la persona di Mattia Adriani, con l’obiettivo di mantenere segrete le proprie abilità anomale. Non è mai stato sposato, né ha mantenuto conoscenze a lungo termine al di fuori dell’ambiente professionale.

Non sono disponibili informazioni sull'attuale status di SCP-150-IT né su cosa sia accaduto all'anomalia successivamente al 1973. È possibile, nonostante non ce ne sia conferma, che l'anomalia sia ancora in vita.


Addendum 150-IT-11 — Aggiornamenti del 23/08/2023:

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Scannerizzazione del ritratto contenuto nella valigia. Dimensioni: 42x60 cm.

In data 23/08/1973, il Primo Sovrintendente Valenti depositò alla Sezione Archivi e Memorie una valigia il cui contenuto era coperto dal Livello di Sicurezza 5-IT/1 riservato al solo Valenti, dando ordine che fosse desecretato dopo 50 anni. La valigia è stata recuperata e aperta, come da disposizione, il 23/08/2023: uno dei due elementi presenti all’interno era un ritratto a carboncino della baronessa Lucia Rosa dei Furianova, firmato da Edoardo Fiorentino e datato al 12/11/1946, un giorno prima della morte di quest’ultimo.
Sul retro del foglio è presente una breve dedica scritta a penna dal Sovrintendente, che recita: "Un amico e un compagno la cui storia merita di vivere nella nostra memoria".

Il secondo oggetto contenuto nella valigia era una videocassetta contenente dieci minuti di estratto delle videocamere di sicurezza dell’abitazione di Valenti, datato 21/08/1973. Di seguito è allegata la trascrizione audio.

Il ritrovamento di questi documenti ha permesso di rimettere in prospettiva le azioni successive del Sovrintendente, che nel tempo di lì fino alla fine del suo incarico avrebbe cercato di tenere fede alla richiesta di SCP-150-IT, dichiarando in un periodo di poco posteriore al loro incontro:

Nella vita di un uomo e nella storia in egual misura giungono momenti in cui conviene agitare i pugni, altri in cui passivamente sopportare quelli altrui; giungono momenti in cui conviene mettere in moto l’ingegno per muoversi verso il passo successivo, altri in cui è più ragionevole pensare solo dopo aver agito e risolto un problema; giungono, infine, momenti in cui è necessario guardarsi indietro al cammino percorso e porsi la domanda: "È stato giusto?". Questo è uno di quei momenti per la mia vita, ma deve esserlo anche per la storia. Perlomeno, deve esserlo per la storia di quest’organizzazione.

Dobbiamo chiederci e rispondere con la massima onestà: cosa abbiamo fatto per questo paese? Abbiamo combattuto per la pace del popolo o abbiamo alimentato guerre di potere? Abbiamo mantenuto la sua stabilità o solo soffocato la sua naturale crescita? E, quando invochiamo in nostra difesa un collettivo bene superiore, ci interroghiamo mai su quali siano le implicazioni? Con quale presunzione decidiamo cosa sia il bene superiore? Che diritto abbiamo di decretare il bene collettivo? Quante scoperte mediche e quanti strumenti di morte abbiamo tenuto per noi con la giustificazione di una maggiore sicurezza? Ma possiamo davvero garantire questa sicurezza in un processo di accentramento delle conoscenze e del potere? Qual è il nostro alibi per confinare in città stato migliaia e migliaia di persone che solo lì possono essere a pieno loro stesse? Chiudiamo il mondo in una bolla, lo preserviamo in maniera innaturale in un eterno presente negandogli un infinito numero di stimoli artistici, tecnologici e culturali: siamo davvero giusti e saggi o abbiamo solo paura del cambiamento?

Nella nostra folle pretesa di oggettività pretendiamo di decidere quale singola vita valga meno di un’altra confinandola in celle isolate dal mondo: la ricerca di un’utopistica prosperità collettiva, minata dal nostro stesso operato atto a conservare intatta la società, non ci conduce che alla negazione dell’individuo, che vive incarcerato per il solo crimine di apparire fuori dal normale ai nostri occhi, costretto a una vita di anonimato. Sono concetti che vorrei aver compreso prima: ormai il mio tempo scarseggia e non potrò fare molto per modificare le cose, ma forse i posteri sapranno agire meglio.

Ora il nostro motto, che dovrebbe concludere questa nota, mal si presta, a causa del suo triplice inno alla preservazione, a un discorso (e invero a un intero secolo) affamato di mutamenti. Il mio ultimo messaggio, che sarà forse meglio colto dalle nuove generazioni più che da quelle attuali, è dunque questo: combatti, lascia che gli ideali guidino il tuo spirito, cambia questo mondo.

- Primo Valenti, Primo Sovrintendente

18/09/1973

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