
SCP-102-IT
Elemento #: SCP-102-IT
Classe dell'Oggetto: Keter
Procedure Speciali di Contenimento: SCP-102-IT-A è stato trasferito dal Corridoio ζ1 a una camera di contenimento insonorizzata di 3 m × 4 m × 5 m nella medesima Area di Ricerca del Sito Minerva. La stanza deve essere sorvegliata in ogni momento da almeno una guardia armata, e non è consentito l'accesso a più di due membri del personale per volta, ai quali è fatto divieto di fornire a SCP-102-IT informazioni sensibili sulla Fondazione. In seguito all'Evento 102-IT-β, il numero di volte in cui è possibile far visita a SCP-102-IT è stato fissato ad uno al mese per non oltre un'ora; ogni incontro dev'essere approvato dal proprio capo reparto almeno una settimana prima della data prevista.
SCP-102-IT-B deve restare sotto costante sorveglianza di almeno due guardie armate in una camera standard di contenimento all'interno del Sito Deus. In nessun momento e per nessuna occasione che esuli dall'esecuzione dei test e dall'ordinaria manutenzione, è consentito l'accesso a membri del personale con livello di autorizzazione di sicurezza inferiore al 4/102-IT.
Ogni nuova copia di SCP-102-IT-A che la Fondazione riuscirà ad acquisire andrà contenuta in uno degli altri Siti presenti nel territorio italiano — non più di un'istanza per struttura — in una camera di contenimento con le medesime restrizioni. Qualora ne venissero rinvenute in soprannumero, andranno custodite in una stanza di massima sicurezza nei sotterranei del Sito Vittoria, sorvegliata da due guardie armate. Qui dovranno essere conservate in una teca in vetro da museo al fine da ridurre al minimo gli effetti dell'ossidazione, e dei sensori di movimento dovranno essere sempre attivi in maniera tale da rilevare eventuali intrusi. La manutenzione sarà effettuata una volta all'anno da personale altamente qualificato, che in seguito alla quale dovrà sottoporsi ad amnestici di Classe A.
Al fine di conservare uno spirito di amicizia tra l'entità e la Fondazione SCP, qualsiasi richiesta avanzata da SCP-102-IT che abbia come scopo quello di mitigare la sua noia deve essere attentamente valutata da almeno tre ricercatori senior — ed eventualmente concessa all'istanza presente nel Sito Minerva — se non sussistono rischi per il contenimento.
Descrizione: SCP-102-IT è un'entità sapiente e senziente con le fattezze della Gioconda, in grado di parlare e di spostarsi tra le copie identiche di uno stesso dipinto. Quest'ultimo consiste in una riproduzione estremamente fedele dell'omonimo quadro di Leonardo Da Vinci — fatta eccezione per alcuni impercettibili particolari sul viso di Monna Lisa. Attualmente la Fondazione è in possesso di █ copie del ritratto, che assumono una notazione seriale il cui primo elemento è SCP-102-IT-A. SCP-102-IT è in grado di parlare sia l'italiano che il francese e, pur mantenendo un buon rapporto con tutti i membri del personale, sembra avere un rapporto particolarmente stretto con la Dr.ssa Puxeddu.
SCP-102-IT-A è un dipinto ad olio su tavola di pioppo di 77 cm × 53 cm avente come soggetto SCP-102-IT, realizzato agli inizi del '900 da un artista sconosciuto. È stato acquisito dal Sito Minerva in occasione del cinquantesimo anniversario dalla dissoluzione del RIDIA e dalla nascita della Branca Italiana della Fondazione SCP, come dono da parte del Curatore della Medicea Accademia Dell'Arte Occulta. Non sono state riscontrate anomalie nella composizione chimico-fisica dei pigmenti, né nel legno usato per la cornice. Le altre copie di SCP-102-IT-A mantengono le medesime caratteristiche.
SCP-102-IT-B è una di queste riproduzioni, realizzata verosimilmente nello stesso periodo di SCP-102-IT-A; il suo ritrovamento è da configurarsi all'interno dell'Evento 102-IT-β. Per ulteriori informazioni circa il recupero delle altre copie, richiedere un accesso speciale ai documentiNECESSARIA AUTORIZZAZIONE DI SICUREZZA DI LIVELLO 5-IT nell'archivio del DAiED.
Evento 102-IT-β: L'Evento 102-IT-β rappresenta l'insieme di circostanze che hanno portato alla scoperta di alcune peculiari capacità di SCP-102-IT, e successivamente al recupero di SCP-102-IT-B.
Il 19 dicembre del 1999, la Dr.ssa Puxeddu è rimasta nella sala mensa oltre l'orario di chiusura del servizio. Alle 15:30 la ricercatrice è stata trovata immobile, seduta al suo posto, dal personale ausiliario, mentre teneva in mano un cucchiaio di minestra e aveva gli occhi chiusi. Stando al loro resoconto, la dottoressa non avrebbe reagito agli stimoli vocali e meccanici esercitati per svegliarla dal suo stato di astrazione, pertanto sarebbe stata chiamata una barella per condurla in infermeria. Durante il trasporto, tuttavia, la dottoressa si sarebbe svegliata spontaneamente, lamentando una leggera emicrania e mostrandosi agitata e confusa per qualche minuto. Dopo alcuni accertamenti sulla sua stabilità psichica, ha chiesto di poter parlare con un superiore ed è stata interrogata dal Dr. Luciano Chessa:
Dr. Chessa: Eccoci, Veronica. Come stai? Ti senti meglio?
Dr.ssa Puxeddu: Sì. A parte la confusione iniziale non c'è stato nessun altro problema.
Dr. Chessa: Il mal di testa è passato?
Dr.ssa Puxeddu: Sì, sto bene. Davvero, è stato solo un attimo.
Dr. Chessa: Ci siamo preoccupati tutti, hai creato un po' di scompiglio.
Dr.ssa Puxeddu: Lo immagino, mi dispiace…
Dr. Chessa: L'importante è che si sia risolto tutto per il meglio. La Dottoressa che ti ha visitato non ha riscontrato problemi neurologici e ha giudicato che non ti trovi sotto l'effetto di ipnosi o di agenti memetici.
Dr.ssa Puxeddu: Lo so, lo ha riferito anche a me. Dico sul serio, mi sento bene.
Dr. Chessa: Allora vuoi raccontarci cos'è successo?
Dr.ssa Puxeddu: Certo, vi cercavo per questo motivo.
Dr. Chessa: [facendo un cenno alle guardie] Uscite, per favore. La Dottoressa Puxeddu non è in arresto, non c'è alcun bisogno che rimaniate qui dentro.
Dr.ssa Puxeddu: Grazie, Dottore.
Dr. Chessa: Iniziamo, la registrazione è partita qualche minuto fa.
Dr.ssa Puxeddu: Bene. Era l'ora di pranzo, stavo finendo di mangiare la mia minestra nella sala mensa. Oggi sono rimasta da sola perché le mie colleghe sono in ferie per Natale e la Dr.ssa Scano aveva finito prima di me. Così ho fatto con calma e pensavo agli affari miei, in particolare a una discussione che abbiamo avuto io e 102-IT l'altra sera.
Dr. Chessa: Di che parlavate?
Dr.ssa Puxeddu: Vestiti, niente di che. Ad ogni modo, mentre pensavo, il ricordo del quadro è diventato improvvisamente più nitido e il flusso di parole mi è sfuggito dal controllo.
Dr. Chessa: Cosa intendi?
Dr.ssa Puxeddu: Il mio ricordo della Monna Lisa diceva cose che io non gli mettevo in bocca. Ho provato a distrarmi, a far viaggiare la mia mente verso qualcos'altro ma senza riuscirci finché alla fine, semplicemente, beh… ho smesso di opporre resistenza e l'ho ascoltata.
Dr. Chessa: Perché? Che diceva?
Dr.ssa Puxeddu: Mi chiamava per nome e cercava di tranquillizzarmi. Voleva che mi fidassi di lei.
Dr. Chessa: Fidarsi nel senso di starla ad ascoltare?
Dr.ssa Puxeddu: Sì, esatto. Più la ascoltavo e più mi rilassavo, e a un certo punto non ero più in sala mensa.
Dr. Chessa: Ma tu non sei mai andata via dalla sala mensa.
Dr.ssa Puxeddu: Non era come se fossi da qualche parte, ma come se mi sentissi in qualche modo. Non so se riesco a rendere bene l'idea.
Dr. Chessa: Vagamente.
Dr.ssa Puxeddu: Sentivo che 102-IT era lì con me, ma intorno a noi non percepivo nulla. Era un ambiente virtualmente infinito, completamente vuoto. Sapevo che c'erano come delle vie d'uscita, ma non potevo raggiungerle. 102-IT mi ha spiegato poi che si trattava di altri quadri tutti uguali.
Dr. Chessa: Come facevi a sapere che c'erano delle vie d'uscita?
Dr.ssa Puxeddu: Credo… non so… ne ero soltanto consapevole. Ma ho chiesto a 102-IT se-
Dr. Chessa: Puoi chiamarla anche Lisa.
Dr.ssa Puxeddu: Preferirei chiamarla 102-IT.
Dr. Chessa: Come preferisci.
Dr.ssa Puxeddu. Ho chiesto a 102-IT se ci fossero altre copie che la raffigurassero, e candidamente mi ha risposto di sì. Si tenga forte: lei riesce a spostarsi da una copia a un'altra della Gioconda. È là che va quando la vediamo andare via! E immagino sia per questo che è riuscita a comparire nella mia mente: in quel momento, nella mia testa c'era una sua precisa rappresentazione. Perché stavo pensando a lei!
Dr. Chessa: Questa mi sembra davvero una rivelazione incredibile.
Dr.ssa Puxeddu: Lo so! Aspetti che si sparga la voce e tutti vorranno provare a ripetere l'esperienza. A parte la paralisi, è stato-
Dr. Chessa: No, Veronica, forse non ci siamo capiti. Quando dico che è "incredibile", intendo dire che non ti crederà nessuno.
Dr.ssa Puxeddu: Ma come, perché non dovrebbero?
Dr. Chessa: Perché se io chiederò loro di non crederti, non ti crederanno, e chi racconta buffe storie in giro qui non avrà mai vita facile. Quindi forse è meglio evitare direttamente di raccontarle, non credi?
Dr.ssa Puxeddu: Suona tanto come una minaccia.
Dr. Chessa: Allora fai in modo che rimanga tale. Finisci di raccontarmi cos'è successo: le hai chiesto come fa a spostarsi da un quadro all'altro?
Dr.ssa Puxeddu: [dopo un respiro profondo] Sì, gliel'ho chiesto, ma anche stavolta ho una risposta tutt'altro che semplice da darle. In quel posto, se così vogliamo chiamarlo, ho provato a muovermi verso quelle che credevo essere le vie d'uscita, ma per quanto ci provassi non sentivo altro che un formicolio generalizzato su tutto il corpo. 102-IT l'ha notato e mi ha spiegato che per me non è possibile viaggiare, ma che per lei è molto facile, come quando si prova a muovere un braccio e questo effettivamente si muove. Per dire, non riuscivo nemmeno a tornare indietro, a svegliarmi.
Dr. Chessa: Quante sono le altre copie?
Dr.ssa Puxeddu: Non saprei.
Dr. Chessa: Non te lo ha detto?
Dr.ssa Puxeddu: Se così fosse, non le avrei risposto "non saprei".
Dr. Chessa: Ok, senti. Forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato.
Dr.ssa Puxeddu: No, è lei che ha iniziato con il piede sbagliato. Lavoro qui solo da qualche anno, ma le assicuro che non ho bisogno di minacce per svolgere il mio lavoro. Sarebbe bastato chiedermi di tenere la bocca chiusa.
Dr. Chessa: Sei veramente ingenua.
Dr.ssa Puxeddu: Mi piace solo essere trattata come si deve.
Dr. Chessa: È ovvio. Ma non è altrettanto ovvio che la gente obbedisca quando le si chiede di tacere. Non importa quanto qualcuno giuri e spergiuri che manterrà la bocca chiusa: quasi certamente canterà. Stai pur certa che a tutti si strozza la voce in gola se si ha paura di subire ripercussioni.
Dr.ssa Puxeddu: Non è il mio caso.
Dr. Chessa: È il caso di tutti gli uomini e le donne che ho conosciuto finora, e non ho voglia di scoprire se tu sei un'eccezione. In ogni caso, non prenderla sul personale. Adesso ho bisogno di farti solo qualche altra domanda. Di cosa avete parlato, poi?
Dr.ssa Puxeddu: Solo di quello che già le ho raccontato. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, abbiamo sperimentato il surrogato di un abbraccio, e alla fine come sono entrata là dentro ne sono uscita. Un po' scossa, confusa. Lo sa già.
Dr. Chessa: Puoi definirla un'esperienza piacevole?
Dr.ssa Puxeddu: Sì, senza dubbio. Io e lei siamo diventate amiche.
Dr. Chessa: E perché si ostina a darti del voi, mentre tu le dai del lei?
Dr.ssa Puxeddu: Perché abbiamo iniziato così, e non abbiamo mai voluto cambiare. La trovo una cosa carina, e denota il grande rispetto che proviamo l'una per l'altra.
Dr. Chessa: Se è così, mi servirà il tuo aiuto.
Dr.ssa Puxeddu: Se posso, l'aiuterò.
Dr. Chessa: Quello che ci hai raccontato sulle altre copie di SCP-102-IT è di estrema rilevanza, e potrebbe aprirci molte porte nella comprensione piena di ciò che anima quel dipinto. Ma l'informazione in sé e per sé è vuota, se non riusciamo a mettere le mani su una di quelle copie, tanto meno se Lisa si rifiuta di partecipare ai test.
Dr.ssa Puxeddu: In sostanza vuole che io l'aiuti a trovare un altro dipinto.
Dr. Chessa: E una volta trovato, che Lisa ci permetta di sottoporla a dei test. Niente di troppo invasivo, è chiaro. Pensi di riuscirci?
Dr.ssa Puxeddu: Proviamoci.
Dr. Chessa: Grazie, Veronica. Dico sul serio.
Dr.ssa Puxeddu: È il mio lavoro.
Il 21 dicembre 1999, durante l'orario delle visite, la Dottoressa Puxeddu si è recata nella camera di contenimento di SCP-102-IT. Il tentativo di convincere il soggetto a rivelare l'ubicazione di almeno una delle copie che lo ritraggono ha avuto esito positivo: la Monna Lisa ha lasciato la stanza per circa tre ore, senza dare spiegazioni. Al suo ritorno ha ritrovato la Dottoressa Puxeddu ed il Dottor Chessa ad aspettarla.
Grazie all'aiuto di SCP-102-IT, la Fondazione è riuscita a entrare in possesso di una delle sue riproduzioni, denominata SCP-102-IT-B al momento del contenimento al Sito Deus. L'operazione di recupero è stata portata a termine dalla SIR-I ("Aureæ Notitiæ"), che si è servita delle conoscenze pregresse messe a disposizione dal ritratto.
SCP-102-IT-B è stato ritrovato in uno degli appartamenti del n.5 di rue de l'Hôpital-Saint-Louis, a Parigi, appeso a un muro; secondo il racconto degli inquilini, era stato ritrovato qualche decennio prima sotto alcune assi di legno del pavimento dell'hotel meublé1 che sorgeva in loco, prima che l'edificio cambiasse funzione. La struttura si trova a pochi km di distanza dal Museo del Louvre, e curiosamente è stata la residenza temporanea di [REDATTO]. L'intervento della squadra mobile non ha potuto prescindere dalla somministrazione di amnestici di Classe A agli interrogati e alla portineria, per un totale di █ persone.