Nota: Commento editato a seguito della recente rilettura dell'articolo, e perché quello di prima erano più che altro stronzate.
Questo articolo ha fatto discutere moltissime volte. Sia per l'elemento della meta-narrazione (che so essere particolarmente apprezzato da una parte quanto detestato dall'altra), sia per il suo apparire caotico e privo di senso, sia per il fatto che non è mai esattamente chiaro cosa stia realmente succedendo in questa storia (con relative interpretazioni libere da parte degli utenti).
La mia personale visione, fino a poco tempo fa, era quella di qualcosa di lovecraftiano, assimilabile ad Azathoth, un dio cieco e folle che crea un intero multiverso nei suoi sogni. Multiverso che non ha un vero scopo, caotico e contorto come qualsiasi altro sogno. Ecco, ovviamente non avevo capito una fava, in realtà l'interpretazione corretta mi pare d'aver capito sia quella di un flusso di coscienza stile Joyce da parte dell'autore, attraverso il quale riversa (tramite la figura del ricercatore Talloran) tutto il suo dolore e le sue paranoie, da qui l'elemento meta. Vabbè, sono un cretino.
In ogni caso, indipendentemente dalla visione del lettore, l'articolo è sorprendentemente ben scorrevole (nonostante — o proprio grazie a — il suo essere così assurdo), divertente quando deve essere divertente, serio quando deve essere serio, personalmente angosciante in alcuni punti. Insomma, un buon lavoro, sicuramente uno dei miei preferiti tra i "grandi".
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