Pazzia


Il direttore Aktus raccontò:

«Una volta ero assegnato a SCP-058. In quel periodo, si infuriava per tutto il giorno e le pareti della sua unità di contenimento si piegavano, fino a cedere e spaccarsi, e costruivamo pareti nuove. Si parlava di una possibile breccia nel contenimento, che non si poteva tenere il passo con la bestia per sempre. Si discuteva di terminarla. Mi hanno chiesto di intervenire, per via di certi lavori che avevo fatto altrove. In quel caso, ho adottato un approccio diverso con la creatura; qual è l'opzione migliore per placare qualcosa che vive solo per sventrare tutto ciò che percepisce?»

Karlyle tacque. Fece un sorrisetto, prima di riprendere l'aneddoto:

«Quindi ho visitato il sito dove la contenevano e ho proposto di offrirle una mucca. La documentazione descrive questo comportamento come "alimentazione", ma è inesatto. No, la bestia desidera solo la mutilazione. Offriamo alla creatura una mucca, qualcosa che può mutilare senza fare del male ai nostri addetti»

Si prese un attimo per schiarirsi la voce, quindi proseguì:

«Col tempo, abbiamo perfezionato questo meccanismo. All'inizio, era una mucca al giorno. Ma così era troppo frequente: la sete di sangue gettava la bestia nella frenesia. Darle più mucche l'avrebbe solo resa più distruttiva. Così l'abbiamo costretta a pazientare. Prima si aspettava una mucca ogni giorno, ma l'abbiamo condizionata per aspettarsene una ogni tre giorni. Ben presto, la creatura ha iniziato a trascorrere il tempo in attesa, perché sapeva che sarebbe giunto il momento. Abbiamo stabilito un equilibrio con la bestia, abbiamo fatto uno scambio. Ora SCP-058 è sotto controllo»

La direttrice Gillespie annuì con calma:

«La bestia si potrebbe addestrare»

Jean sorrise:

«La si potrebbe utilizzare»


voto: +3+x
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«È fatta, dunque. Abbiamo il via libera»

Karlyle studiava il messaggio che aveva ricevuto quella mattina. I risultati dei voti del Comando O5 erano segreti, noti solo ai diretti interessati. Jean si era stupito, quando aveva ricevuto quell'annuncio, prima di rendersi conto che sarebbe stato strano non riceverlo. Joshua stava nell'ombra dell'ufficio al Sito-19 del direttore Aktus, quasi sempre in silenzio. Annuì:

«Sì, è fatta. Il voto si è concluso ieri sera»

«Eri presente?»

«No. Non faceva parte del mio incarico»

Karlyle alzò lo sguardo:

«Molto bene. Immagino che significhi che abbiamo un nuovo incarico»

Joshua annuì. La sua espressione era neutra come un foglio bianco, ma Jean aveva imparato a leggere tra le righe:

«Non mi sembri molto entusiasta della decisione dei Sovrintendenti. C'è qualcosa che ti turba, Joshua?»

Lo sguardo di Joshua era tagliente come una sciabola:

«No. Le azioni del Comando O5 sono le mie. Tutto ciò che importa è l'obiettivo»

«Eppure ho ricevuto questo avviso stamattina presto. Non sei arrivato prima del pomeriggio, ma non sei mai stato un ritardatario. Non eri presente quando i Sovrintendenti hanno votato, giusto? Non mi hai informato di nessun altro incarico e credo di essere l'unico a cui devi comunicarli, quindi dove sei stato?»

Karlyle percepiva che Joshua si stava innervosendo, nonostante la sua incrollabile compostezza. Joshua rispose:

«Il mio unico incarico è garantire la tua incolumità e fare in modo che completi gli ordini»

Quando vide i suoi occhi stringersi, Karlyle avvertì un brivido lungo la schiena. Gli disse:

«Non illuderti di non essere più un libro aperto per me dopo tutti questi anni, fratello. Ti conosco da troppo tempo»

Joshua indugiò per un attimo, poi se ne andò. Karlyle esaminò il foglio che aveva in mano per qualche istante, poi iniziò a fare i bagagli.


La voce della direttrice Gillespie crepitava al telefono e sembrava lontana:

«Non mi interessa, Karlyle. È troppo poco compreso»

Il direttore Aktus si strofinò la tempia e cercò di ignorare il suo mal di schiena pulsante, ogni volta che il veicolo su cui stava viaggiando passava sopra un fosso. Ribatté:

«Tutte le anomalie sono poco capite, altrimenti non sarebbero tali»

«Anche così, qui c'è un potenziale pericolo per cui potresti non essere pronto. E se non fosse quello che ti aspetti che sia?»

«Per quello c'è Joshua»

Shirley fece un verso di frustrazione:

«Giusto. Affidare l'incolumità di uno dei dottori di punta della Fondazione a uno stolto mercenario scovato dai Sovrintendenti. Magnifico»

Jean sorrise, nonostante tutto:

«Non sono preoccupato, Shirley. E non dovresti esserlo neanche tu. Ricordi quando abbiamo parlato di SCP-058?»

«Sì»

«Allora ricorderai cosa ti ho detto. Anche gli animali si possono capire e controllare, ma Pan Hun non è un animale. Anzi, è un essere umano a tutti gli effetti, e gli umani sono capaci di intendere e di volere»

«Karlyle, ha raso al suolo una cittadina»

«Sì, così ci hanno raccontato. Ma forse non è diverso da qualunque altra entità umanoide: potente oltre il suo stesso controllo e spaventato, quindi tende a scagliarsi su ciò che non capisce. Chissà di cosa è capace? Riesci a vedere il potenziale che rappresenta, per la SSM Alfa-9?»

«E va bene. Ti inoltrerò tutte le informazioni che ho sull'entità, ma è il massimo che posso fare per aiutarti. Ti conviene non morire, Karlyle, altrimenti mi arrabbio»

Il direttore Aktus rise:

«Ti prendo in parola»


Un aereo portò il direttore Aktus al Sito-23, nella baia di Hudson, dopodiché una nave lo portò a SCP-1864. Quando arrivò, Joshua era già sul molo e accompagnò Karlyle a un accampamento della Fondazione fuori dall'ingresso dell'anomalia vera e propria. Ad accoglierli fu un uomo sulla cinquantina coi capelli ingrigiti e un pizzetto curato. La targhetta sul suo giubbetto lo identificava come il dottor Tom Bradford.

«Benvenuto a SCP-1864, direttore Aktus»

Jean tese la mano:

«Dottor Bradford, la ringrazio per avermi incontrato. Abbiamo tanto di cui parlare»

I due entrarono in una tenda che forniva un misero rifugio dalla tempesta che si agitava sopra la baia. Sulla parete c'erano varie letture e immagini stampate. Karlyle si fermò per ispezionarne una: era una lettura di profondità di qualcosa dentro l'anomalia. Il risultato della scansione era inconcludente. Il dottor Bradford versò il caffè e disse:

«Non so cosa ci fa qui, direttore. Non sapevo che ora mandano direttori di siti a controllare anomalie remote e pericolose»

Jean prese la tazza che gli stava porgendo e sorrise:

«Temo che questo non sia un controllo tipico. Di recente, c'è stato un assalto che ha reso urgente il bisogno di tali visite; guarda caso, passavo da qui. Spero di non essere d'intralcio»

«No, si figuri. Per l'esattezza, cosa ha in mente di fare qui?»

Il direttore Aktus gli porse una busta:

«Il Comitato di Classificazione è incaricato con regolarità di esaminare le anomalie di classe Safe e Euclid, per stabilire se c'è bisogno di riclassificarle»

Il dottor Bradford strizzò gli occhi, mentre leggeva i documenti nella busta:

«Non c'è qualcuno che avrebbe potuto mandare al suo posto? Mi pare una vera seccatura per lei»

Karlyle ripeté, impassibile:

«La visita era urgente. Non c'era davvero tempo da perdere»

Il dottor Bradford sfogliò in fretta le pagine, poi fece spallucce:

«Mi sembra giusto. I miei ragazzi la faranno entrare per vederlo, poi la faranno uscire. Non so se questo era il momento migliore, però. Il dottor Boff è un po' agitato, in questi giorni»

Karlyle annuì:

«Sono certo che sarà poco più che ordinaria amministrazione, dottore»


Una squadra di sicurezza scortò Jean nelle profondità del labirinto di SCP-1864, a bordo di un veicolo di trasporto. Joshua non era con loro alla partenza, ma ogni tanto Karlyle lo intravedeva: lo si vedeva a malapena nel buio e li stava seguendo. Quando svoltarono un'ultima curva, il veicolo si fermò e il direttore Aktus scese a terra. Uno degli agenti disse:

«Torneremo al punto dei cento metri. I nostri ordini sono di stare indietro finché non ci chiama. Se succede qualcosa, inizi a scappare»

Karlyle lo ringraziò e percorse l'ultimo tratto del tragitto da solo, che finiva in una grande camera di pietra intagliata. Al centro c'era una pozza di acqua scura e, dalla parte opposta, c'era quello che una volta era stato un essere umano. Adesso era SCP-1864-1. Il direttore Aktus iniziò a parlare in tedesco, con una pronuncia quasi da madrelingua:

«Guten Tag, Doktor Boff. Ich heiße Jean Aktus, ich bin ein Doktor der Fondation»

La faccia dell'umanoide mastodontico e radicato si contorse in quello che sembrava un sorriso. Gli si avvicinò a passo lento; il suo unico braccio lungo e arrotolato si estese, in segno di saluto. Il dottor Boff disse:

«È bello rivedere un collega scienziato. Spesso vedo solo agenti con le pistole. Non vedo quasi più ricercatori»

Le sue parole erano sempre ovattate, dietro la sua mandibola impedita. Karlyle osservò i dintorni e intravide Joshua, nascosto nel buio alla sua sinistra. Rispose:

«È un vero peccato. Forse oggi faremo ammenda per l'assenza, dottore»

SCP-1854-1 chinò la sua testa brizzolata:

«Speriamo. Cosa la porta qui da me, signor Aktus?»

Karlyle indicò la pozza d'acqua e rispose:

«Speravo di parlare con SCP-1864-2, dottor Boff»

L'espressione di SCP-1864-1 diventò aggressiva, i suoi occhi si inclinarono e il suo piumaggio si rizzò:

«Pan Hun!» lo corresse.

Il direttore Aktus teneva d'occhio il braccio del dottor Boff, che dondolava immobile e pericoloso sopra di lui.

«Sì, Pan Hun. C'è stato un cambiamento, dottore. Il mondo diventa sempre più pericoloso col passare dei giorni e i nostri capi vogliono sfidare il pericolo con…»

SCP-1864-1 fece una risata timorosa:

«Sfidarlo? Non capisco. Ho la sensazione che qui ci sia poco che potrebbe tornarvi utile in una tale impresa»

«Una squadra speciale mobile, dottor Boff. Da qualche settimana, i nostri amministratori radunano anomalie senzienti che potremmo schierare contro i pericoli che minacciano il nostro mondo. Faccio parte del gruppo che sta cercando di identificare i migliori candidati per…»

Il sorriso del dottor Boff scomparve poco alla volta e l'umanoide strinse gli occhi:

«Oh, no no no no no, dottore. Ora capisco, sì, ma devo insistere: qui non c'è niente di utile per voi»

Karlyle sospirò:

«I nostri amministratori reputano possibile che SCP-1864-2 sia intelligente, ragionevole e frainteso. Abbiamo riscontrato numerose anomalie in apparenza ostili che, semplicemente, non erano capaci di controllarsi e non volevano fare del male a nessuno. Crediamo che parlare con Pan Hun potrebbe rivelare le sue vere intenzioni e, se sono benigne, forse sarebbe emozionato all'idea di uscire dalla sua prigione per tenere il mondo al sicuro»

Il dottor Boff indietreggiò; il suo braccio sbatté contro i muri laterali della camera.

«Credete che sia stato un malinteso?! Volete rendere il mondo sicuro liberando Pan Hun?!»

Il direttore Aktus si sistemò gli occhiali e scosse la testa:

«Non per forza. Siamo diventati bravissimi a contenere le anomalie pericolose, dottore. Se scopriamo che Pan Hun è davvero ostile, sapremo gestirlo. Il nostro scopo è usare i tratti anomali di SCP-1864-2, se possibile, per prepararci meglio a qualcosa di peggiore»

Il dottor Boff ruggì:

«Qualcosa di peggiore? Credete che ci sia qualcosa di peggiore?!»

Il suo corpo si agitava e si contorceva nella camera. Karlyle fece un passo indietro per stabilizzarsi, in attesa di un'opportunità per riprendere il discorso, in mezzo agli insulti in tedesco che SCP-1864-1 gli stava urlando senza controllo. Prima che potesse fare un'argomentazione, Joshua apparve accanto a lui. Il corpo del dottor Boff si irrigidì all'istante. Jean scrutò i suoi occhi e vide un'espressione di familiarità.

«Joshua» brontolò l'umanoide

"Come fa il dottor Boff a conoscere Joshua?" si chiese Karlyle.

Joshua parlò in tono freddo e controllato:

«Dottor Boff, deve permettere al direttore Aktus di vedere Pan Hun. È la volontà dei Sovrintendenti»

SCP-1864-1 esitò; squadrò Joshua coi suoi occhi distorti. La sua fronte si imperlò di sudore e il suo sguardo guizzava di continuo da Karlyle a Joshua. Alla fine, il dottor Boff sospirò:

«Non sarò in grado di tenervi entrambi al sicuro»

«Non dovrà» rispose Joshua.

Il dottor Boff annuì e, con un solo movimento, il suo lungo braccio attorcigliato iniziò a calarsi in fretta nella pozza d'acqua davanti a loro. Continuò a scendere anche oltre il punto a cui Karlyle credeva che il braccio di SCP-1864-1 potesse arrivare, molto oltre. Infine si fermò e iniziò a riemergere dalla pozza. Dall'acqua spuntò una testa nera, poi un corpo. Pan Hun sembrava in tutto e per tutto un bambino normalissimo. Era asiatico, aveva la pelle chiara e non poteva avere più di nove anni.

Karlyle osservò il corpo, mentre il dottor Boff lo adagiava sul pavimento di pietra; Jean notò che SCP-1864-1 non lasciava la presa sul collo di Pan Hun. Ci fu un attimo di silenzio, dopodiché Pan Hun aprì gli occhi. Erano scuri e Karlyle si affrettò a evitare il loro sguardo, con la scusa di pulirsi gli occhiali. Pan Hun fece un ghigno ampio e, quando parlò, aveva la voce di Karlyle:

«Salve, direttore Aktus. Mi chiamo Pan Hun»

Quelle parole fecero rabbrividire Jean.

«Ciao, SCP-1864-2. Mi conosci?»

«So tantissime cose, direttore»

Karlyle annuì con calma:

«Allora sei al corrente della natura del tuo contenimento?»

Pan Hun guardò sopra di sé e il suo collo si reclinò all'indietro, finché non fissò il dottor Boff.

«Oh, sì, la fossa. Molto astuto. Il dottor Boff ha fatto un ottimo lavoro. In fondo, è uno dei migliori nel suo campo»

Quando sentì il proprio nome, SCP-1864-1 strinse la presa sul collo di Pan Hun. Il direttore Aktus fece un respiro profondo:

«Bene. Oggi sono qui perché…»

Pan Hun abbassò il capo di colpo per fissarlo, con lo stesso sorriso di prima:

«So perché sei qui, Jean Karlyle Aktus, direttore del Sito-81, dottore della Fondazione SCP, figlio di Anna e Gregori, fratello di Jeremiah e…»

SCP-1864-2 si interruppe; i suoi occhi scuri guizzavano a destra e a sinistra. Dopo un breve silenzio, affermò:

«La fossa è buia, ma lì dentro fa eco ogni sorta di parola. È uno di quei posti nel mondo che si trova in mezzo e sotto alle cose»

Karlyle si sentì tutti i peli rizzarsi. Si sforzò di restare calmo e disse:

«Molto bene, allora. Saresti disposto a partecipare a un esperimento per stabilire la portata delle tue proprietà anomale?»

Lo sguardo di Pan Hun si fissò di nuovo su di lui, ma poi guizzò di lato per fissare Joshua. SCP-1864-2 sibilò:

«Sai cosa penso? Che quest'uomo avrebbe dovuto parlarti delle cose oscure nel mondo. E che avrebbe dovuto dirti cosa succede quando le punzecchiate come pustole»

Karlyle diede un'occhiata a Joshua che, nonostante sembrasse impassibile, a un certo punto aveva afferrato il manico della pistola nella sua fondina. Pan Hun continuò:

«Solo perché avete saputo trascinare Abele alla luce e farlo ballare per un po', siete così certi di poter fare altrettanto con tutti i giocattoli nelle vostre scatole. Ma scoprirete che molti di quei giocattoli non sono gentili come lui, direttore»

Jean fece una smorfia:

«Questo significa che non sei disposto a procedere?»

Pan Hun lo guardò negli occhi e disse:

«Sai, Karlyle, non siamo tanto diversi. Siamo entrambi vincolati a sistemi in cui non abbiamo scelto di entrare, ma ci siamo comunque ritrovati qui per via delle nostre azioni. Abbiamo vissuto entrambi più a lungo di quanto chiunque si aspettasse, date le circostanze. Come ti sentiresti, se qualcuno venisse da te e ti chiedesse se vuoi fare il burattino per i vostri Sovrintendenti?»

A quel punto, Joshua sibilò:

«Dottor Boff, credo che qui abbiamo finito»

Il sorriso di SCP-1864-2 svanì e la sua espressione diventò minacciosa:

«Oh, no. Avete chiesto una dimostrazione e ve la darò»

All'improvviso, il crescente disagio nello stomaco di Karlyle sfociò in supplizio.


Karlyle si accasciò sul pavimento e urlò. Senza dire una parola, Joshua sfoderò la pistola, ma le sue mani si fusero con l'arma e non poteva premere il grilletto. Chiamò il dottor Boff in tedesco e SCP-1864-1 ruggì con furia. Pan Hun sembrò ingrandirsi: si espanse con dozzine di lunghe appendici umide che apparvero su tutto il suo corpo. Il dottor Boff strinse con forza il collo dell'entità, mentre questa lo flagellava con le appendici, e sbatté Pan Hun contro il soffitto con uno scatto del suo enorme braccio. Il rumore del bambino che si schiantava contro la pietra risuonò come uno sparo e fu seguito dal rumore di qualcosa di disgustoso che strisciava fuori dallo stomaco del direttore Aktus.

Era un mostriciattolo umanoide, ma troppo carnoso e privo di lineamenti. Karlyle aprì gli occhi abbastanza per vederlo e gridò, finché non morì in una pozza del suo stesso sangue. La creatura dentro di lui uscì del tutto dal ventre del direttore Aktus e si voltò verso Joshua. Mentre il dottor Boff sbatteva con violenza SCP-1864-2 contro le pareti della caverna e il mostriciattolo si avvicinava in fretta, Joshua iniziò a strapparsi coi denti la carne in più che gli aveva ricoperto le mani. Indietreggiava poco alla volta; il suo sguardo passava di continuo dalla creatura alle sue viscere. Sputò i pezzi delle sue mani finché non sentì il sapore dell'acciaio sulla lingua.

Joshua si portò l'arma alla faccia e stabilizzò la mira. Il mostriciattolo alzò le braccia proprio mentre l'uomo distendeva la bocca abbastanza per cingere l'accessibile grilletto della pistola. Esitò per due secondi e, quando avvertì il calore corporeo della creatura sulla sua pelle, morse. Nella testa del mostriciattolo si aprì un buco e Joshua sentì il soddisfacente gorgoglio del sangue che zampillava. Il rinculo avrebbe frantumato i denti a un uomo normale, ma Joshua non lo era. Morse ancora due volte e la creatura cadde a terra. Joshua alzò il piede e calpestò il torso dell'umanoide, che fece il rumore di un palloncino pieno di vernice che scoppiava.

Allora si voltò verso SCP-1864-1, che stava perdendo il suo scontro col bambino che stringeva. Il suo corpo già distorto era pieno di lacerazioni e Pan Hun continuava a colpire e squarciare le carni del dottor Boff, che grugniva di dolore. Joshua fece due passi avanti, si portò ancora la pistola alla faccia e morse il grilletto. SCP-1864-2 urlò, quando il suo petto esplose, e le sue gambe si afflosciarono. Joshua fece un altro passo avanti e sparò ancora; stavolta, divise la faccia del bambino in due.

Pan Hun fissò Joshua con un occhio solo e lo attaccò con un'appendice nera e carnosa. Joshua la afferrò con la bocca e balzò all'indietro: la strappò e SCP-1864-2 emise un gemito agonizzante. Joshua sputò l'appendice e gridò al dottor Boff di avvicinare Pan Hun a lui. SCP-1864-1 obbedì; poco dopo, il corpo a pezzi del Bugiardo Solitario pendeva davanti Joshua come una marionetta. L'uomo osservò l'essere che si contorceva per un attimo, poi si piegò in avanti per guardarlo dritto in faccia. Sputacchiando sangue ogni volta che apriva la bocca, gli disse:

«In questo mondo, c'è un buco molto più buio di quello in cui stai marcendo, e non credere che non possa seppellirti lì»

Vide il panico pervadere lo sguardo di Pan Hun. Joshua sogghignò:

«Sai di cosa parlo: il santuario dei cuori a pezzi. In quell'oscurità, non potrai distorcere niente»

Gli occhi del dottor Boff si rovesciarono all'indietro e SCP-1864-1 iniziò a parlare con la voce di Pan Hun:

«Cosa vuoi da me?»

Joshua indicò il direttore Aktus e il dottor Boff e ordinò:

«Annulla le tue distorsioni, o ti sparerò ancora e ti lascerò dissanguare fino alla Porta. Quando avrai finito, torna nella tua fossa e non uscirne mai più»

L'unico occhio di Pan Hun era furioso, ma si placò. Le lacerazioni sul corpo del dottor Boff si rimarginarono e Joshua tornò a sentire il direttore Aktus respirare dietro di lui. Fece un cenno al dottor Boff, che iniziò a calare il bambino nella pozza d'acqua. Mentre affondava, Joshua fissò SCP-1864-2 e fece un sorriso gelido:

«Avevi ragione, Bugiardo Solitario: al mondo ci sono mostri meno gentili di Abele. È un peccato che tu abbia dovuto conoscerne uno così presto»

Pan Hun lo fissò mentre si immergeva nella pozza e lo osservò finché non svanì nelle profondità dell'acqua scura.


Molte ore dopo, la squadra di sicurezza tornò in superficie e Karlyle fu portato in fretta e furia nell'infermeria. I suoi occhi, vitrei com'erano, si aprirono per un istante; il direttore Aktus vide Joshua che lo fissava. Il suo corpo tremò, mentre cercava di formulare le parole, ma perdeva i sensi di continuo, incapace di finire le frasi.

Quando il suo vecchio corpo iniziò a cedere e mentre il personale medico interveniva, Karlyle guardò Joshua uscire dalla tenda. Sentì il suono distante di un numero di telefono che veniva composto, poi ancora la voce ovattata di Joshua. Karlyle cercò di chiamarlo. Gli misero una maschera in faccia e il mondo diventò tutto nero.

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