Tedio
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Il giorno ██/██/████, è stato scoperto che il log dei test di SCP-1733 aveva accumulato altre █████ riproduzioni in più. Al momento della scoperta, si pensa che l'oggetto stesse venendo riprodotto per la █████ volta. La maggior parte del video mostrava lo stadio, riempito di molteplici cadaveri mutilati di molte delle persone presente nelle riproduzioni precedenti. Negli ultimi cinque minuti della riproduzione, un singolo membro del pubblico, ricoperto di sangue, prende la telecamera e la appoggia sul pavimento di fronte a lui. Ciò che segue è una trascrizione del suo monologo:

Non sono riuscito a farlo. Non ce l'ho fatta e basta. Abbiamo concordato tutti poco fa che ci saremmo suicidati come potevamo, ma non ce la posso fare. Siamo intrappolati per l'eternità in questo inferno, e sono ancora troppo codardo per uccidermi. Io non… non ce la faccio…

L'uomo piange per i successivi venti secondi.

Questa è l'unica idea che mi è rimasta a questo punto. Provare ad utilizzare questa telecamera per contattare qualcuno fuori di qui. Ci hanno già provato, ci hanno provato così tante volte, e non ha mai funzionato ma… devo provare a fare qualcosa. Devo. Ci sono cadaveri ovunque, e questa è l'unica idea che mi è venuta in mente. È una telecamera per una stazione televisiva. Deve esserci qualcuno là fuori. Un produttore, un audience… qualcuno che possa aiutarci. Devo provarci.

Se… no… tu che sei là fuori. So che devi esserci. Siamo intrappolati qui. Non so come, e ancor di più non so perché, ma siamo intrappolati. La partita si ripete da… Dio, ho perso il conto a ████mila… è orribile. All'inizio era soltanto una strana sensazione di déjà-vu, ma ora so per certo che la stessa manciata di ore si sono ripetute ancora e ancora e ancora e ancora. E non c'è via d'uscita.

Per la maggior parte di noi, almeno. Penso che siano alcuni fortunati che se ne sono andati a metà della prima partita per fare… qualcosa. Non so. Quando quei pazzoidi religiosi hanno capito che potevano semplicemente andarsene mentre loro erano bloccati lì, hanno iniziato a torturarli. Naturalmente, non hanno scoperto nulla, e ora si limitano semplicemente a spiaccicare loro la testa contro i muri all'inizio di ogni ripetizione.

Ma loro a parte, non c'è modo per noi di lasciare questo edificio. Non sono neppure sicuro che esista più qualcosa all'esterno di questo stadio. Siamo in un limbo, girando in tondo e in tondo e…

Diversi secondi di respiri affannati, seguiti da una risata nervosa.

Cazzo, quante ne abbiamo viste. Sono bastate qualche dozzina di ripetizioni prima che si formassero dei culti. Non c'è voluto molto prima che iniziassero a sacrificare giocatori e bambini in un disperato tentativo di uscire. E da lì le cose non hanno fatto che peggiorare. Questa volta, c'è stata una guerra vera e propria; o almeno, hanno provato a fare una guerra. Si sono arresi quando hanno capito che era inutile se nessuno rimaneva morto. Alcuni hanno provato qualche stronzata psicologica su quelli che potevano andarsene. Sono rimasti in stato catatonico per il resto del tempo. Abbiamo avuto incendi, elettrocuzioni, sparatorie - saresti sorpreso dal numero di pazzi bastardi che si sono portati delle armi dietro- crociate sacre, cannibalismo… anche una volta in cui quei pazzi religiosi hanno provato ad affogare i bambini nel cesso intasato.

Ma tutto continua a ripetersi. Possiamo cambiare cosa succede quanto vogliamo, ma quando il timer scade, dopo qualche minuto, tutto diventa buio e torniamo ai nostri posti, proprio dove eravamo quando la partita è cominciata. Il periodo di tempo fra le ripetizioni varia. A volte dobbiamo aspettare qualche minuto, a volte qualche ora, a volte non riesci nemmeno a battere gli occhi che è già ricominciato. È tutto relativo, naturalmente. Quando la ripetizione comincia, è come se non fosse passato nemmeno un secondo, ma riesci più o meno a ricordarti un periodo vuoto, buio, durante il quale non esistevi, ma eri comunque conscio. È davvero bizzarro.

C'è stata una volta, una sola, gloriosa, volta, in cui non ci siamo stati per quelli che sembravano essere anni. Ero pronto ad esultare, pensavo che questa volta fossimo scappati per davvero. Poi ho realizzato che se potevo esultare, significava che la partita era ricominciata. Di nuovo. Ma prova ad immaginare: se non fosse ricominciato, tutte le cose che sono avvenute dopo che hanno iniziato a provare ad uccidere i bambini non sarebbero mai accadute.

Ma… non si è fermato. La violenza, il sesso, il rancore, la paura, era tutto ancora lì, e non si è mai fermato. Sono morto una manciata di volte, durante ciò. Mi hanno persino strappato i polmoni nel tentativo di costruire un golem di un qualche tipo. Ma è stato tutto in vano. Ho capito piuttosto presto che non c'è via di fuga.

E poi lo hanno capito anche tutti gli altri. Ad ogni ripetizione, c'era qualcun'altro che si univa al patto dei suicidi. Saltavano dal balcone, oppure tiravano fuori le loro pistole e si sparavano, altri invece si limitavano a tirare testate al muro fino a quando non crollavano. C'erano persone che si lasciavano trasportare dalla corrente, altri che resistevano, a volte qualche bomba rudimentale per farci crollare il soffitto addosso ma… sai come funziona ormai. Se moriamo, tutto si resetta.

Quindi questa è la nostra situazione al momento. Tutti, a parte i bambini più piccoli, si sono messi d'accordo per suicidarsi all'inizio di ogni ripetizione. Aiutano i più giovani a farlo. Siamo finalmente crollati per il tedio. Ognuno di noi ha fatto le cosi peggiori che un essere umano può fare, me incluso.
So che il mio racconto deve avervi fatto pensare che sono un qualche tipo di cavaliere senza macchia, ma a dirla tutta, ho anche io commesso atti orribili. Ho ammazzato di botte un bambino, cazzo, soltanto per scaricare la mia frustrazione, e l'ho lasciato lì, a morire. Abbiamo toccato il fondo, e abbiamo continuato a scavare fino a quando non abbiamo raggiunto il vuoto più assoluto.

Ecco qua. Tutti gli altri hanno perso ogni speranza, e neppure a me manca molto. È soltanto perché so che ci sei tu, là fuori, ad ascoltarmi, che sono ancora qui, e credimi, non sei neppure molto d'aiuto. Ho il torso di un bambino a due passi da me e il sangue non fa che avvicinarsi. Mi stanno fischiando le orecchie e ho una voce di sottofondo nella mia testa che non fa che pensare a tutti i modi in cui potrei uccidermi. Ma finché c'è qualcuno la fuori, io…

Ah, cazzo, chi voglio prendere in giro? Non c'è nessuno la fuori. Non c'è mai stato, fin dall'inizio.

Trenta secondi di silenzio.

Non sono mai stato un uomo particolarmente religioso. Ma andavo in chiesa. Ogni domenica. Dicevano che il suicidio è il modo più veloce di andare all'inferno. Nel circolo più basso possibile. Beh, questo posto è ancora più in basso di quello. Quindi se mi metto un proiettile nel cervello, magari avrò la possibilità di arrampicarmi fuori da qui.

O magari mi risveglierò semplicemente di nuovo qui.

L'uomo esce dal campo visivo della telecamera. Si sente il suono di una pistola che viene caricata, seguito dal click che indica che la sicura è stata rimossa. Fine del filmato.

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