Empedocle
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Ippocrate,

Ho udito delle tue ricerche sulla composizione degli uomini. I tuoi metodi sono impeccabili, ed elogio il tuo disinteresse per il piano degli dei, tanto quanto apprezzo il tuo studio verso la natura stessa per determinare il decorso delle malattie.

Mi è stato detto che il tuo metodo consista nel prendere una stilla di sangue e lasciarlo depositare senza lasciarlo coagulare, per provocare la formazione dei quattro umori. Avendo io stesso un eccesso di sangue, ho eseguito tale esperimento, e infatti ho assistito alla sua scissione in sangue rosso, muco bianco, bile gialla e nera. Il fatto che sia poi ricollegato agli elementi del mondo, ossia aria, acqua, fuoco e terra, dimostra come l'uomo sia un mondo a sé.

Ma è qui che ho trovato qualcosa di più dei miei stessi fluidi. Forse non hai trovato questo umore? Ti dico questo perché gli elementi non sono quattro, ma cinque, come si vede nei misteri del pentagramma di Pitagora. Lo stesso Asclepio aveva cinque figlie, e dunque, deve per forza esserci un quinto umore. Non so cosa esso sia di preciso, ma so però che il quinto elemento è il Vuoto, lo spazio che giace tra le stelle e l’elemento che consente alla luce di diffondersi. Troverai questo quinto umore quanto vedrai lo spazio tra gli astri.

Empedocle


Socrate,

Non abbiamo mai avuto opportunità alcuna di parlarci prima, nondimeno ti rendo le giuste lodi e parlo con te, da semidio a semidio. Potresti dire di non essere un semidio, ma ho avuto modo di parlare con un compagno di viaggio che mi assicura che questo sia il caso. Tu sei uno tra gli illustri cinque uomini che camminano su questa terra, proclamando di dar ragione a ciò che percepiamo e concepiamo. Il mio compagno mi ha mostrato il gioioso scorrere della vita del Ventiquattresimo, il calmo centro della tempesta di un Principe Illuminato, il luminoso abbraccio di azione e inazione di Li Er e la solida abilità politica del Grande Kong, e ha dimostrato che la tua influenza sarà ancora più raggiante, fluttuando senza peso come la luce delle stelle attraverso i cuori e le menti di tutti gli uomini.

Così deve essere, quando giungerà il tempo di un’idea, essa arriverà. Il tempo è implacabile,
esso si mostra sia epocale, da segnare la storia con stele, sia intervallo, cambiando momento per momento. Possiamo abbracciare i cambiamenti necessari per evitare che la stasi prenda piede. Abbraccia gli insegnamenti dei quattro che non incontrerai mai e sappi che tu sei ancora quel quinto.

Empedocle


Euripide,

Mi si scalda il cuore a vedere andar così bene la tua tetralogia. Non piangere per il gioco che hai perso nel crearli. Filottete e Ditti si stavano spostando verso il nucleo, e tutti possiamo ridere raucamente come Tersite, ma è Medea che risalta di più. Non temere che l’uccisione dei suoi figli abbia fatto indietreggiare tutti con orrore; suonerà ancor molto dopo che qualcuno di noi sarà trapassato. Sono fortunato che il mio compagno di viaggio abbia portato i miei occhi e le mie orecchie ad Atene per banchettare con lo spettacolo.

Una cosa devo rimarcare: non temere la fede nella passione. Troppo spesso le persone si rivolgono agli dei per spiegare le proprie azioni, ma come medico e naturalista severo, sono ben consapevole che gli dei muoiono in tre, ma le stelle sorgono in cinque. Che Medea uccida la sua prole è solo il modo naturale; se mai abbracceremo completamente l'amore, o abbracceremo il conflitto, vedremo la fine del mondo. Finirà in ordine mentre tutto si cristallizza in un singolo momento, o in un caos dove tutto cade a pezzi, tutto decade nel nulla. La vita esiste solo in bilico, e a volte bisogna compiere il gesto più drastico.

Empedocle


Anassagora,

Le tue considerazioni sull’atomismo, l’aggregazione e la distruzione sono state cruciali nello sviluppo del mio equilibrio tra amore e conflitto da cui il nostro universo tutto dipende. Per questo, io ti ringrazio.

Eppure, sento di doverti informare dei grandissimi segreti di Pitagora. Certo, con il pentagramma, vi è una necessaria reverenza nel numero cinque. Tuttavia, il segreto è questo: proprio come c'è un altro senso dietro le nostre orecchie oltre ai nostri cinque che non possiamo percepire, così come c'è un'altra cifra, invisibile e intangibile, su ognuna delle nostre mani, c'è un altro numero tra uno e cinque. Non è un sesto numero, perché sarebbe sei, ma un numero nascosto, impossibile da contare. Ciò significa che i cinque elementi dell'universo non sono sufficienti per spiegarlo, ma ce n'è un altro, uno senza sostanza.

É solo ora che il nostro mondo si allontana dalla superstizione degli dei, e trova sollievo nei pensieri dell’uomo, che questo nuovo elemento, quest’elemento del numero incontabile, può essere trovato. Il mio compagno di viaggio mi dice essere questo il Tempo, l’unico strumento che concede spazio per il cambiamento alle cose. Attraverso il tempo l’aggregazione e la distruzione hanno senso, tenendo l’universo, ora fermo ad uno stato di stasi, ora ridotto in polvere spazzata dal vento dell’irrilevanza.

Il mondo pensa all’unisono. L’aggregazione è dominante. Temo lo stato dell’amore e che la fine di ogni Tempo arrivi presto.

Empedocle


Pausania,

Mio grande amore, mi duole scriverti questo. Hai sempre così volenterosamente studiato ai miei piedi, ti sei preso curo di me mentre invecchiavo, e che continuerai il mio lavoro quando non sarò più tra i viventi. T’amo più di qualsiasi altra cosa.

Il mondo raggiunge il consenso, sta uccidendo gli dei abbandonandoli e rimpiazzandoli con i pensieri. La teoria pitagorica delle tonalità è cresciuta, e il mondo sotto ai nostri piedi si riempie di armonia mentre l’armonia raggiunge un crescendo.

Lontano, a nord, oltre il mare e oltre le montagne invalicabili, lontano, nelle terre dei barbari, si erge un tempio dedicato a questa armonia, questo amore. É magnifico tanto quanto gli altri templi, anche di più, e senza tempo nella sua stessa natura, un tributo ad Alagadda. non dovrai mai recarti lì. É lì che dovrò viaggiare con il mio compagno, instillare conflitto nel mondo, assicurarci che il tempo non si fermi in un unico momento. Non ora, non ancora.

Piangi per me, Pausania. Le tue lacrime e pianti contribuiranno a nutrire le fauci affamate di sconvolgimento che il mondo brama così disperatamente.

Empedocle


Queste lettere risalgono al 430 a.C. circa e sono conservate nell'archivio dei documenti non anomali della Fondazione. Si noti che nonostante la loro natura non anomala, sono state classificate come materiale top secret d’accesso di livello 4. La ricerca su ciò a cui si riferiscono è in corso.

Da notare che si ritiene che Empedocle abbia posto fine alla sua vita gettandosi nell'Etna nel 430 a.C. Pausania, il suo eromenos, riferì di aver trovato un unico sandalo di bronzo, lanciato dall'Etna. Ha anche riportato che il vulcano abbia fumato profusamente per molti giorni dopo.

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