Deliberazioni Continue
voto: +4+x

O5-2 lasciò che la notifica della e-mail sparisse dal suo schermo senza aprirla. Sapeva già che le perdite sostenute dalla Fondazione nelle ultime ventiquattr'ore superavano quelle complessivamente sostenute nel corso dei cinque anni precedenti. Leggere i particolari della situazione non avrebbe fatto altro che demoralizzarla. Era chiaro quale fosse la strada da percorrere. La garanzia di un futuro non aveva prezzo. Le sarebbe piaciuto dire di persona ad ogni singolo comandante siamo sicuri di come andrà a finire, mantieni la tua posizione. Ad ogni modo, aveva dalla sua la forza della disperazione. Le persone mostrano una grande tenacia di fronte alla morte. Non c'era bisogno di ricordare a nessuno quali sarebbero state le conseguenze di un fallimento.

Il grande monitor sulla parete dietro di lei accompagnò con un tintinnio la notifica di una videoconferenza in arrivo. O5-3. Affondò il viso tra le mani. Non aveva già dato sfogo al proprio vetriolo durante durante la votazione del Consiglio? Conoscendo O5-3, era decisamente probabile. Si ricompose. Muoversi guerra per via telematica era uno dei pochi svaghi che il Consiglio aveva a questo mondo. Anche in circostanze come queste era difficile disfarsi di quegli atteggiamenti. Anzi, soprattutto in circostanze come queste. Fece un gesto nella direzione dello schermo e i tratti scuri del viso di O5-3 si delinearono sulla parete.

"Le votazioni sono finite, Tre. Hai perso. Sei ancora arrabbiata?"

La donna sullo schermo sospirò. "Ciò che sono è spaventata, Due."

Non erano passati nemmeno due giorni dallo spegnimento di SCP-2798, ma la conta delle vittime era già spaventosa. Le operazioni che stavano conducendo sarebbero divenute insostenibili nel giro di una settimana. La paura era l'unica reazione ragionevole.

"Dire a qualcun altro che hai paura non è terapeutico nel nostro tipo di lavoro, Tre. La paura è contagiosa. Posso fare qualcosa per te?"

O5-3 si avvicinò un poco al monitor. "Hai bloccato il voto. Hai ostruito la nostra via di fuga."

"Oh, tutte stronzate, molti di noi erano pieni di dubbi."

"Ma nessuno era sicuro dei propri dubbi quanto te. Cinque e Tredici non avrebbero votato comunque, ma Sei e Dodici sono un'altra storia. Avevo parlato con loro. So che sei stata tu a far cambiare loro idea."

"Comunque sia non è abbastanza. Uno avrebbe fatto la differenza, e neanche tu puoi credermi in grado di convincere Uno di checchessia."

O5-3 sospirò nuovamente. "Guarda. Non credo importi ora. È fatta, e finisce lì. Ma mi devi una cosa, Due."

"Ma davvero?" Questa volta fu il turno di O5-2 di avvicinarsi al monitor. "Cos'è che ti dovrei in cambio di averti impedito di ammazzarci tutti? Sei fuori di testa. Ne ho abbastanza."

"Aspetta. Ti prego. Devo saperlo." O5-3 si fermò un momento e si sforzò di pronunciare la domanda. "Devo sapere cosa sai. Devi dirmi la ragione per cui non abbiamo appena commesso il più grande errore della storia del mondo. La vera ragione, Due."

La mano di O5-2 passò sopra il tasto rosso per terminare la chiamata. La ritrasse. "Ho fatto visita agli oggetti precognitivi. Ho sbirciato."

La rivelazione sconvolse i tratti severi del viso di O5-3, sciogliendo la sua fronte aggrottata e ammorbidendo le sue labbra determinate e portando un'espressione di shock. Era la prima volta che O5-2 vedeva la sua faccia in quello stato. "Non l'hai fatto davvero. Non è possibile che tu-"

"È davvero una cosa così difficile da credere? Quando hai in bocca la canna della pistola, non ti viene neanche un pizzico di curiosità che ti faccia chiedere cosa succederebbe se non premessi il grilletto? So delle restrizioni e dei divieti. A chi importa, adesso? Vuoi denunciarmi? Vuoi scrivere un bel rapporto perché io sia messa in detenzione nel mezzo di tutto questo?"

O5-3 rimase seduta in silenzio. Non c'era nulla da obiettare. "Cos'hai visto?"

"Sai cosa vuol dire, Tre. Essere vecchia. In teoria capisci che non devi darti false speranze. Ti rassegni. Ricordi il vecchio Undici? Ossessionato dall'idea di digitalizzare la propria coscienza per sfuggire alla Morte? Ridicolo. Era ridicolo…" Due si perse, tormentata per un attimo dal ricordo degli occhi folli di quello che era stato O5-11. "Ma questo… Abbiamo sempre lottato per preservare ciò che è, Tre. Non abbiamo mai pensato a quanto potrebbe essere."

"Cosa intendi dire?"

"Tutti gli oggetti precognitivi indicano un certo futuro. Non ho visto come ci si arrivi, ma non è un futuro di sopravvivenza. Ho visto grandiose spirali di vetro che attraversano le nuvole, paesaggi incontaminati, giganteschi stomi di uccelli che attraversano in volo città costruite sulle cime dei monti. Ho visto popoli che non temono la malattia né la morte. Nessuna guerra, né povertà." Si infervorò. "Tutte le anomalie in mano nostra che siano in grado di dirci alcunché mi hanno mostrato queste stesse cose. Che tutto questo esiste. Qualcuno sopravvive e riesce ad arrivare là."

O5-3 sembrava scettica. "È un posto decisamente diverso da quello che vediamo ora."

"È un altro pianeta. Questo lo sappiamo."

"Credi che saremo in grado di organizzare una missione di colonizzazione dello spazio quando non riusciamo nemmeno a tenerci in vita?"

"No. Probabilmente no," disse O5-2. "Ma primo o poi qualcuno ci riuscirà. E voglio dare a chiunque quel qualcuno sia una chance di farlo. Non capisci? Tutto questo ha un senso, adesso. L'umanità ha uno scopo, uno scopo che non si limita al solo sopravvivere alla notte. I nostri figli avranno la possibilità non solo di vivere, ma di vivere in pace. Non è abbastanza per spronarci ad andare avanti?"

"È tutto molto conveniente, certo," disse O5-3. "Sembra fatto apposta per impedirci di agire."

"Per quale motivo dovrei inventarmi qualcosa di simile? E comunque è stato inutile ai fini di influenzare il consiglio. Se avessi menzionato tutto questo durante la votazione, allora sì che sarei stata messa in cella."

"Hm. Di certo sembri crederci." O5-3 aggrottò di nuovo le sopracciglia. "Sai che quelle… Cose, possono essere decisamente poco degne di fiducia."

"una o due possono raccontare la stessa bugia," fece O5-2. "Ma tutte quante? È impensabile. Alcune di quelle cose sono contenute in realtà diverse. No, tutto questo ci sta indicando qualcosa che io credo sia reale. O meglio, ci credo abbastanza da voler portare avanti gli sforzi per renderlo reale."

O5-3 rimase in silenzio per un attimo. Deglutì. "Sai che SCP-089 si è già attivato due volte? In due giorni?"

O5-2 aspettò un secondo prima di rispondere. "No, non lo sapevo. E cose del genere preferirei non saperle affatto." Continuò. "Nulla di quello che facciamo ora è qualcosa di mai fatto prima. È più difficile, certo. Ma è comunque la stessa cosa. Abbiamo sempre provato a preservare un futuro di qualche tipo, E ora che abbiamo la prova che esiste, non possiamo fermarci."

"La prova," disse O5-3 a mezza voce. "Dio, spero tu sappia cosa stai facendo, Due."

"Aiutami a tenere tutto insieme. Fin quando non saremo più in grado di farlo, cosicché chiunque tra noi sarà in grado di scappare di qui e scampare a qualsiasi diavolo sia la cosa che ci dà la caccia possa farlo." O5-2 si sforzò e tenne le lacrime a bada; non le avrebbe lasciate scorrere.

O5-3, stanca all'inverosimile, con un'aria malata e infelice, mostrando ognuno dei suoi sessantotto anni, annuì appena. Terminò la chiamata, e O5-2 rimase a guardare il proprio riflesso sul vetro scuro del monitor. Esaminò un poco il proprio viso. Nutriva più speranze di quante ne nutrisse Tre, ma nonostante questo appariva altrettanto distrutta. Altrettanto impaurita.

Spero anch'io di sapere cosa io stia facendo.

O5-2 aprì il messaggio ricevuto dal Sottocomando Asiatico, e lesse gli ultimi sviluppi. Sempre le stesse cose.

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