CASO VERDE SENZA COLORE
voto: +4+x

Elemento #: SCP-3125

Classe dell'Oggetto: Keter

Procedure Speciali di Contenimento:SCP-3125 è contenuto nell'Unità di Contenimento a Rischio Cognitivo 3125, al primo piano del Sito 41; tale unità è una stanza cuboidale 10 m x 15 m x 3 m rivestito di diversi strati di piombo, materiale insonorizzante e anti-telepatico, e l'accesso è possibile tramite un sistema ermetico installato ad una delle estremità dell'unità di contenimento. Il sistema di entrata alla camera di contenimento è programmato in modo tale da permettere l'accesso di una sola persona alla volta, ed in modo da rimanere sigillato fino a quando detta persona non sia uscita dal contenimento, prima di lasciare entrare un altro individuo.

Alcun pacchetto coerente di informazione può mai lasciare l'unità di contenimento: non devono lasciare la stanza note scritte, siano esse digitali o analogiche, fotografie, registrazioni audio o video, suono, segnali a onde o particelle, né emanazioni psichiche. Durante l'uscita dal contenimento, il sistema automatico del sigillo all'entrata inonda la camera di contenimento con gas amnestici per tre minuti onde cancellare la memoria dell'occupante.

Un membro anziano della Divisione Antimemetica deve visitare SCP-3125 ogni sei settimane (42 giorni).

TERMINE FILE

"Mi prendi per il culo. Tutto qui?"

"Già, non dice altro", conferma Wheeler.

Per Paul Kim questa non è nemmeno fra i cinquanta file più strani nel database, eppure: "Niente descrizione, né rapporto d'acquisizione, dati dei test, neanche un addendum? Non dice chi abbia costruito l'unità, o quando, o quante volte ci siano state queste visite, o chi le ha fatte, o cosa abbiano portato con sé, né per quanto ci siano stati."

"Beh, ovviamente Bart Hughes ha costruito l'unità", dice Wheeler, e non si può certo negare. Lo stile di Hughes per quanto riguarda l'architettura del contenimento di un SCP è riconoscibile da chilometri: minimale, bianco, praticamente impregnabile dall'esterno senza l'ausilio di mezzi pesanti. "Il che vuol dire che sta lì da almeno sette anni, per un totale di sessanta visite, se non di più. Immagino che, quanto al resto, ci sia un buon motivo se non c'è scritto nel file. Ad ogni modo… il contatore automatico dice che è ora di una nuova visita."

"Non mi piace l'idea di farti esporre ad un rischio cognitivo così pericoloso che non possiamo nemmeno scrivere il perché non possiamo scrivere nulla al riguardo", dice Kim. "Soprattutto perché così com'è non possiamo ricavare alcuna informazione utile da ciò: entrerai, rimarrai dentro un paio d'ore senza possibilità di comunicazione con il mondo esterno e ne uscirai beata piena di amnestici. Cosa ci guadagniamo? È solo un rischio di violazione di contenimento."

Wheeler sente ogni parola di quel che Kim ha da dire, ma sceglie di ignorarlo completamente. C'è un vago senso di familiarità in questo file, soprattutto dal modo in cui è scritto: diverse piccole scelte di parole che la rassicurano, in qualche modo, dandole l'impressione che sia stato scritto da qualcuno che sapeva cosa stava facendo. Forse lei stessa.

Kim sta ancora parlando: "Dovremmo cancellare quell'ultima righetta dal database. Non può esserci nulla di buono in quella stanza."

Wheeler inserisce la propria tessera magnetica nella fessura, che effettivamente si attiva, accendendo diversi LED verdi e causando l'apertura del sigillo stagno; questo è un cilindro, lungo e stretto, con un'unica apertura, e l'intero apparecchio si muove aprendosi verso l'alto, ruotando sul proprio asse. Al suo interno c'è appena abbastanza spazio per una persona sola in piedi, e comunque con le spalle un po' strette.

"Cosa stai portando con te?" le chiede Kim.

Wheeler si deve accovacciare un po' per entrare dall'apertura, e mentre lo fa si gira verso di lui, con un'alzata di spalle: "Un pacchetto di gomme da masticare."

"Posso procurarti dell'equipaggiamento da campo", le dice Kim mentre il cilindro ermetico comincia a richiudersi ruotando lentamente, emettendo un suono basso e solo per avvertire gli astanti del proprio movimento. "Posso fare man bassa all'inventario, dammi quindici minuti e ti posso rendere una guerra ambulante."

Se Wheeler gli risponde, le sue parole sono comunque inaudibili, tagliate dalla chiusura finale del sigillo insonorizzato.

Kim è ora solo, nell'anticamera. Per un breve, preoccupato istante, si mette a fissare il boccaporto; ci si appoggia con l'orecchio, ma nulla: nemmeno un leggero tremolio causato dagli ingranaggi in movimento.

*

All'interno, l'oscurità regna per alcuni secondi, ma, avvertita da sensori nel buio, Wheeler si ritrova presto a vedere di nuovo, mentre le luci fluorescenti all'interno del tubo si accendono. O perlomeno, la metà si accende: il resto rimane spento, oppure brilla incerto dopo chissà quanto tempo di mancata manutenzione.

I muri interni della stanza sono di vetro opaco bianchissimo (e a prova di proiettile, conoscendo Hughes) e pieni di documenti appesi, con gommini aderenti o semplice nastro adesivo. Nei punti in cui non ci sono scartoffie, qualcuno ha disegnato direttamente sul vetro usando dei pennarelli. C'è un tavolo da conferenze, lungo ed ellittico, coperto di ulteriori fogli e un groviglio di cavi elettrici e laptop aperti, che si stanno riavviando ora che la corrente torna nell'ambiente. Un proiettore si accende, e lentamente comincia a proiettare una mappa del mondo sul muro più lontano, quasi sovrapponendola alla rete di annotazioni complesse lì inscritte. Dei post-it sono ovunque sul pavimento, come le foglie che cadono d'autunno.

Oltre tutto questo, però, la stanza è vuota.

Rovistando fra le pile di documenti, Wheeler scopre che quasi tutti sono scritti a mano, e che quasi tutti sono la trascrizione di conversazioni in corso. La maggior parte dei documenti sono firmati e datati, spesso con date distanti di settimane. Le conversazioni lì riportate sono frenetiche, scritte in preda al panico, quasi casuali nel modo in cui passano da un SCP ad un altro, alcuni di essi con proprietà antimemetiche, sì, ma nessuno chiaramente collegato ad un altro. Nessuna di queste note, inoltre, menziona SCP-3125.

L'unico nome che Wheeler riconosce è il proprio, circa una firma ogni dieci o venti. Le firme e la calligrafia sembrano autentiche, ma il contenuto è scritto in modo tanto frenetico e disperato quanto quello degli altri, e ciò la innervosisce.

Sui muri ci sono anche dei diagrammi, troppo complessi per poterli decodificare così a prima vista, tanto da farle quasi male agli occhi.

Ancora persa, alla ricerca di qualcosa su cui basarsi, Wheeler maledice tutti i suoi predecessori: la ricerca asincrona — durante la quale l'argomento della ricerca stessa è completamente dimenticato da chi ci lavora fra una sessione e l'altra, per essere poi riscoperto ancora e ancora — è un metodo perfettamente standard per la Divisione Antimemetica, e i suoi sottoposti dovrebbero essere addestrati meglio di così: dovrebbe esserci un documento iniziale chiaramente marcato, qualcosa che dia senso a tutto il resto, una miccia—

"Marion, sono io."

Wheeler riconosce la voce come propria. Girando intorno al tavolo, trova il laptop da cui origina il suono; c'è un video che sta andando, apparentemente registrato tramite la webcam incorporata del computer, in questa stessa stanza.

La Marion Wheeler nel video è seduta, con uno sguardo alieno, qualcosa che la Marion reale non capisce solo dopo qualche secondo dall'aver guardato il video: non è esausta, non malata, né ferita fisicamente; si è già vista allo specchio in tutti quegli stati. No, stavolta quella donna manca di forza di volontà. È stata battuta.

"Avrai già indovinato che SCP-3125 non è in questa stanza", le dice. "In effetti, questa è l'unica stanza al mondo in cui SCP-3125 non è presente. Si chiama 'contenimento invertito'. SCP-3125 pervade la realtà intera tranne quei piccoli volumi che sono stati specificatamente isolati dalla sua influenza, e questa stanza è uno di quei posti: il nostro unico porto sicuro. Questa stanza racchiude in sé la guerra contro SCP-3125."

"Ogni progetto di ricerca antimemetica che si rispetti prima o dopo trova le tracce di SCP-3125. Questo si manifesta in ogni angolo del mondo, in migliaia di forme diverse, la maggior parte delle quali non è nemmeno anomala. Alcune invece le abbiamo già classificate nel nostro database, e una porzione ancora più piccola di queste siamo riusciti persino a metterle in contenimento. Culti impossibilmente virulenti, aritmetica senza senso, ragni invisibili alti come grattacieli, gente nata con organi in più, che nessuno può vedere, e questi per citarne alcuni. Tutte queste manifestazioni sono già un grosso problema di per sé…"

La Wheeler nel video si volta, prende un pennarello verde fosforescente e un pezzo di carta bianca, cominciando a disegnare una forma che non è visibile dalla prospettiva della webcam, continuando però a parlare.

"Ma una volta che ti allontani dalle singole istanze puoi cominciare a vedere uno schema; devi essere stato addestrato in scienze memetiche, ma una volta che hai quell'addestramento e i dati di fronte ti serve solo un piccolo sforzo ulteriore per rimescolare i vari punti e disegnare un contorno attorno ad essi. Quei punti sono dei punti sullo scafo di SCP-3125, e le manifestazioni sono sue ombre, proiettate sulla nostra realtà. Basta collegare quattro o cinque SCP insieme per formare una forma unica, e finalmente lo vedi… ed esso vede te…"

Sta ancora disegnando: è un'immagine dettagliata. Non guarda verso la telecamera neanche una volta, la voce distante, come se stesse narrando la fine di una sinistra favola per bambini:

"Quando succede, quando si stabilisce questo 'contatto visivo', ti uccide. Uccide te e chiunque pensi come te. Non è una questione di vicinanza fisica, ma prossimità mentale: chiunque condivida le tue stesse idee, tutti coloro che abitano nel tuo stesso spazio mentale; uccide i tuoi colleghi, il tuo intero team di ricerca; uccide i tuoi genitori, i tuoi figli. Diventate umani assenti, buchi nella realtà dalla forma di esseri umani. E una volta che ciò succede, la tua intera ricerca non è altro che un buco nell'acqua, e nessuno sa più cosa sia SCP-3125; un buco nero nella scienza antimemetica che consuma i ricercatori che incauti vi si avvicinano, senza dare notizie di sé, rilevabile esclusivamente tramite l'osservazione indiretta. Una vera e propria descrizione di ciò che SCP-3125 è in effetti, o anche solo un'allusione a cosa sia, costituisce una breccia del contenimento, e un rischio cognitivo letale indiretto."

"Capisci? È un meccanismo di difesa: questo comportamento antimemetico è solo il suo strato esterno, una copertina avvelenata che protegge l'entità al suo interno dall'essere scoperta mentre è impegnata ad infestare la nostra realtà."

"Con il passare degli anni, le manifestazioni continueranno, sempre più dense, compatte… fino a che il mondo intero vi ci starà annegando, e tutti urleranno 'Perché nessuno ha mai capito cosa stava succedendo?' E nessuno potrà rispondere, perché tutti quelli che avevano capito saranno già morti, ingoiati da questo sistema…"

"Capisci, Marion? Capiscilo ora."

Wheeler è il cardine principale della scienza antimemetica della Fondazione, con tutti i dati a lei accessibili. Sui muri ci sono calcoli approfonditi al riguardo, ma lei non ha bisogno di leggerli, li può fare a mente. Aveva solo bisogno di quella piccola spinta, quel minimo suggerimento; con gli occhi che guardano oltre lo schermo del laptop, gli occhi grandi e che vedono sfocato, capisce come tutto si incastra. Wheeler vede SCP-3125.

E se ne sente schiacciata. Già prima d'ora aveva incontrato idee terribili e potenti, ad ogni livello della memeticità, e ogni volta le ha sottomesse o reclutate; eppure, quello che ha davanti stavolta è diversi ordine di magnitudine più potente di quanto mai avrebbe creduto possibile. Ora che conosce la sua esistenza, riesce quasi ad avvertire la sua presenza come delle radiazioni cosmiche che trivellano il mondo con migliaia di manifestazioni, distruggendo impunemente chiunque riconosca lo schema più ampio. Non fa parte di questa realtà, non è umano: viene da un posto più alto, peggiore, e sta scendendo su di noi.

L'altra Wheeler mostra il diagramma, finito: è un disegno di una mano mutata, frattale e complessa che si spiega in cinque dimensioni; non ha polso né braccio, soltanto cinque lunghe dita umane che puntano in cinque diverse direzioni. Al suo centro, c'è un'apertura pentagonale, forse una bocca.

Ma il diagramma era già lì presente, nella stanza: evidente sul muro sullo sfondo del video, chiaro come il sole, un collage meticolosamente composto, fatto di post-it verdi e largo più di due metri in diametro; mostra lo stesso complesso di meme, cento volte più nel dettaglio. Ci sono anche altri diagrammi, più piccoli, sparsi tutto intorno come spore, con le braccia aperte intorno alla figura di Wheeler, seduto con le spalle direttamente di fronte alla bocca spalancata della figura.

La Wheeler che guarda il video non si accorge di tutto questo, però, né si gira per vedere la stessa cosa dietro di sé.

"Come si combatte un nemico senza mai scoprire che esiste?", chiede la Wheeler nel video. "Come si vince senza neanche sapere che si è in guerra? Cosa possiamo fare?"

"Sette anni fa c'erano più di quattrocento gruppi di ricerca antimemetica, nel mondo: agenzie governative, rami dell'esercito, corporazioni private, progetti universitari. Molti di questi erano dei GdI, o parte di essi. Eravamo alleati con la maggior parte di questi, eppure noi eravamo comunque la punta di diamante della Coalizione Antimemetica, un sistema coordinato in tutto il mondo con migliaia e migliaia di individui. Nessuno di questi gruppi è ancora con noi. L'ultimo ha smesso di esistere ad un certo punto nelle ultime settantadue ore."

"Tre anni fa, la sezione Antimemetica della Fondazione era un'organizzazione con più di quattromila persone. Adesso siamo novanta."

"Non c'è una guerra. L'abbiamo persa, è finita, non siamo altro che la squadra di pulizie che cerca di ripulire il disastro. L'unico motivo per cui ancora esistiamo è che abbiamo sviluppato della chimica amnestica, la migliore di tutti, perché è questo tutto ciò che puoi fare quando vedi SCP-3125: correre, dimenticare quello che hai visto… buttarsi nell'oblio dei farmaci, o alcool, o botte alla testa, e in realtà anche queste cose non sempre funzionano. Si sta avvicinando sempre di più, e noi lo incontriamo ancora e ancora, senza accorgercene. Non c'è modo di fermarci dallo scoprirlo! Siamo troppo maledettamente intelligenti!"

Di colpo indica qualcosa su un muro fuori dall'inquadratura; seguendone la direzione, Wheeler si gira e guarda: nell'angolo superiore del muro c'è una costellazione vertiginosamente complicata di schemi tecnici, con le iniziali di Bart Hughes su ogni pagina.

"C'è una macchina che potremmo costruire: ci vorrebbero solo otto anni, un laboratorio grosso come la West Virginia e tutti i soldi del mondo. Nulla che il Consiglio O5 troverebbe impressionante, se esponessimo le nostre ragioni, ma come costruire una macchina senza capire a cosa serve? Sarebbe come costruire e lanciare l'Apollo 11 senza che un ingegnere al lavoro sul progetto deduca l'esistenza della Luna. La logistica del progetto sarebbe già di per sé una follia da immaginare, ma il livello di segretezza richiesto è semplicemente impossibile: qualcuno prima o poi comincerebbe a farsi delle domande, e sarebbe la fine. Cosa facciamo, allora?"

"Troviamo un altro modo", dice Wheeler alla sorda registrazione. Il tono fatalistico della Wheeler nel video la fa arrabbiare: "Quale diamine di problema hai?"

"… Potrei dire a tutti quanti di smettere di investigare. Potrei mandare un messaggio a me stessa dicendomi 'La strada che stai percorrendo è pericolosa, dovresti sciogliere la Divisione Antimemetica e impegnarti in altri progetti', ma sarei troppo sospettosa, comincerei a fare domande e, ancora una volta, sarebbe la fine."

Wheeler ora è curva sullo schermo, cercando di capire cosa sta guardando: "Cosa c'è che non va, Marion? Stai bene?"

"Potrei uccidermi qui dentro," dice il video, "ma il mio team troverebbe SCP-3125 anche senza di me, e poi lo dovrebbero combattere senza di me. Qualsiasi cosa succederà, succederà presto, al massimo nei prossimi due mesi. Entro la fine di quest'anno sarà tutto finito, e comunque potrei sempre morire qui: ho così tanti farmaci mnestici in corpo che il mio sistema endocrino si sta spegnendo, è l'equivalente farmacologico di una trapanazione craniale. Non ricordo l'ultima volta che mi sono fatta una buona dormita senza un incubo riguardo Adam, e sto cominciando a dimenticare se SCP-4987 esiste davvero o è solo un numero che ho dato alla mia vita—"

"Non sei fatta così", le sussurra Wheeler. "Sei più forte di così, cosa ti è successo? Chi è Adam?"

"Non so come sopravvivere. Non so come vincere. Siamo gli ultimi in questo mondo, dopo di noi non c'è nessuno."

Wheeler scuote la testa, incredula.

"Questo è quanto, dunque, non posso fare altro. A breve uscirò da questa porta e dimenticherò chi io sia, e sarò te, Marion, e tu dbragli capire qual è il modo di risolvere la questione, sempre che ci sia, perché io non ne sono capace." Si alza e cammina fuori dall'inquadratura; la si può sentire respirare profondamente. Comincia a parlare in modo strano ora: "Dio, gli occhi mi fanno malissimo, temo che saaa cominciando a krshr mieie dentro."

Si sente la porta che si apre, poi un impulso penetrante di suono e luce che termina la registrazione.

*

Wheeler fissa lo schermo, ormai scuro, per un lungo minuto.

Non si era mai vista così debole, e il suo ego ne esce molto intaccato dal vedere che è possibile. Si sente ora come disconnessa da quello che ha appena visto, come se fosse accaduto in un altro universo, e contemporaneamente è furiosa e disgustata da quella versione di sé, soprattutto sapendo che è ancora dentro di sé, da qualche parte. Non ha senso, sto guardando agli stessi dati, ma non capisco: cosa ti ha fatto rinunciare a tutto? Cosa sa lei che io non so?

Chi è Adam?

La risposta a questa domanda è tanto palese e terrificante che se ne distacca subito, istintivamente; stuzzica l'idea, la testa, cerca di confutarla, ma è impossibile sfuggirle: Adam era qualcuno a cui teneva al tempo della registrazione, ora completamente rimosso dalla propria memoria, qualcuno la cui sicurezza era tanto importante per lei da paralizzarla dalla paura al pensiero di perderlo. Qualcuno nel suo stesso spazio mentale, qualcuno che non avrebbe mai potuto permettersi di perdere.

E poi lo aveva perso.

E se…

(Ma come era stata costruita questa stanza, comunque? Poteva solo tirare ad indovinare. Wheeler si immagina che Hughes l'avesse costruita come un esperimento, e che una serie di fortunate coincidenze a catena l'avessero trasformata nella stanza in cui si teneva la guerra. Qualcuno per caso aveva scoperto SCP-3125 mentre era al suo interno, si era scritto delle note che ha portato nel mondo esterno che avevano funzionato da procedure di contenimento tanto vaghe da non essere un veicolo di propagazione per SCP-3125… Probabilmente il resto del materiale e delle componenti informatiche erano state lasciate dai visitatori nel corso del tempo, è possibile che sia successo così, sì…)

E se ci fosse un'altra stanza simile?

Le viene in mente un fatto casuale: il Sito 41 è quasi completamente vuoto. In particolare, esiste un laboratorio di ingegneria pesante duecento metri sottoterra, un complesso dalle dimensioni di uno stadio da calcio. Completamente auto-contenuto, nuovo, e abbandonata da tempo. Sigillato, il suo scopo originale dimenticato. Nessuno fra lei e suoi colleghi vi era mai entrato, a loro memoria: costruito chissà quante decadi prima da una generazione ormai morta di antimemetisti.

E se fosse lì che abbiamo costruito la nostra arma?

Credo davvero di essere così furba? Che io e il mio team abbiamo avuto tanta previdenza da fare una cosa simile? Che abbiamo avuto tutta questa fortuna?

Si volta verso il portello, facendo calcoli a mente.

Totale dei membri fra lo staff della Divisione Antimemetica oltre me: trentotto. La prossima iterazione è fra quarantadue giorni. Ovvero oltre la fine dell'anno. Sarà troppo tardi. Se ora lascio questa stanza, non vi tornerò mai più. Il piano che ho in mente ora è il migliore che mai avremmo a disposizione.

Siamo gli ultimi rimasti. Dopo di noi non c'è più nessuno.

*

Kim è così sommerso di lavoro al suo terminale e il boccaporto è così silenzioso nei suoi movimenti che quasi non si accorge di quando comincia a riaprirsi.

"Dobbiamo controllare se ti sei lasciata scritta delle note addosso", comincia, ma poi vede Marion Wheeler accovacciata sul fondo dello stretto cilindro che ansima come se avesse appena finito una maratona. Kim le allunga una mano per aiutarla a rialzarsi, ma lei la rifiuta, decidendo di rimanere ancora accovacciata a terra con le ginocchia al petto, ingoiando enormi bocconi d'aria.

"Cosa diamine è successo lì dentro?" le chiede Kim.

"Devo solo…" dice, affannando, "… respirare. Fra un secondo… sto meglio. Aaaah. Credo di aver perso conoscenza per qualche secondo, potrei averne inalato un po'. Aaaaah. Credo di stare bene, però. Ricordo il piano."

Kim la guarda con sguardo preoccupato e confuso per un attimo, per poi riprendersi: "Non dovresti essere in grado di ricordare nulla… che cosa hai fatto?"

"Ho sbattuto la testa", gli dice Wheeler, poi torna a concentrarsi sulla propria respirazione. Improvvisamente si rende conto che Kim l'ha con le spalle al muro. Non piacendole questo corrente stato degli eventi, per motivi che sta cominciando solo ora a rimettere assieme, Wheeler fa leva sulla spalla e cerca di rimettersi in piedi. Kim le mette una mano addosso e la spinge giù, facendola rimettere seduta.

"Hai un aspetto orribile", le dice. "C'è qualcosa lllteeenr tuo collo. Lo senti?" Le punta la gola, poi la indica lo stesso punto sulla propria.

"Cosa?"

"Il tuo collo. Krrd poorp che tu sia stata infettata dalla roba che c'era lì dentro. Dobbiamo agire velocemente." Kim allunga la mano verso la tasca posteriore dei pantaloni ed estrae un coltellino svizzero, estraendo poi una piccola lama luccicante; lo fa con un portamento tanto metodico e ordinario che Wheeler quasi si dimentica di reagire quando lui si sporge verso di lei per tagliarle la gola.

Quasi. Lei gli afferra il polso. Per un attimo rimangono fermi così. Lei guarda negli occhi di Paul Kim, ma non sono più i suoi occhi: aguzzando la vista, Wheeler si chiede se sta guardando gli occhi di una persona o solo un buco vuoto nello spazio. Riesce già a sentire una forza che le opprime il cranio, che cerca di farsi strada attraverso esso, ma ne conosce la forma e può quindi resistergli, seppure per qualche minuto. Aveva sperato, pregato persino, che Kim non sarebbe caduto così velocemente. E in un qualche assurdo modo aveva persino sperato che ci sarebbe stato un segno, qualcosa di quasi teatrale a testimonianza che la sua mente gli era appena stata eradicata dalla testa.

Il polso di Kim ha uno spasmo mentre egli cerca di stoccare con il coltello. Wheeler riesce a deviare il colpo, e la punta della lama graffia stridendo la parete interna del portellone stagno. Lottano per un maldestro istante, poi lei pianta ambo i piedi nello stomaco di Kim e lo calcia via, scaraventandolo nell'anticamera. Precipitandosi fuori dal portellone, si lancia oltre Kim e corre via dall'unità di contenimento.

Sente SCP-3125 che la segue mentre corre nel Sito, come un faro. Sente uno schianto in un'altra ala del Sito, mentre il soffitto comincia a piegarsi.

Termina in Il Tuo Ultimo Primo Giorno

Salvo diversa indicazione, il contenuto di questa pagina è sotto licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 License