Ave Imperator
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"Cazzo Jon, non posso più andare avanti così."

Jonathan Remes osserva il suo amico, giacente sulla sua scrivania sovrastata da una montagna di cartacce. Sulla superficie che lo circonda ci sono diverse tazze consumate, ognuna delle quali è parzialmente riempita di caffè freddo, e dai bordi della suo porta pranzo sommerso a metà si intravede un sandwhich da tempo trascurato che parrebbe essere in procinto di sviluppare una propria coscienza. Un esile gemito fugge dalle labbra della figura.

"Senti, sono sicuro che non sia così male. Ti hanno dato compiti peggiori, non è vero? Il lavoro in archivio dovrebbe essere una passeggiata a confronto con quella roba che hai dovuto affrontare questi anni."

L’Agente Donovan alza il capo, con gli occhi impregnati di sangue fermi su di Remes'. Una nota scritta su un post-it scivola lentamente giù dalla sua guancia. Fa un rumore che sembrerebbe essere una risata, ma che allo stesso tempo potrebbe essere più semplicemente il rantolo di morte di un membro della speciale tipologia finale di un’ala ospedaliera che soffre ormai da tempo.

"Una passeggiata, Jon? Una cazzo di passeggiata? Ma si, è ovvio, come ho fatto ad essere così stupido. A chi serve dormire, avere una vita sociale, sai no, pasti regolari, quando il tuo lavoro è una fottuta passeggiata? Grazie per questa allegra chiacchierata Jonny, adesso mi sento molto meglio. Alla salute."

"D’accordo, non è il lavoro più facile al mondo, ma ci sono altre persone che-"

Un colpo interrompe la frase di Remes. Donovan si erge dinnanzi a lui come uno zombie che emerge dalla cripta, con le mani ossute sommerse nelle profondità delle nebbiose pile che sovrastavano la scrivania. Mentre lui si alza in piedi, gli occhi di Remes non possono fare a meno di fissare il movimento del suo braccio oscillante, il quale stringe visibilmente un apri lettere. Chi diamine usa gli apri lettere oggigiorno? Jon ha sempre presupposto che semplicemente si materializzassero attorno agli anziani, come le teiere e quel tipo di pantofole con quella strana fantasia che le fa sembrare costantemente rovinate, anche se appena nuove. All’epoca sembrava così divertente — ma ormai non lo è più.

"Cristo Jon, non parlarmi di quello che succede agli altri. Gli altri, " Oscilla, oscilla, fendendo l’aria. "non hanno a che vedere con questa roba. Credono che succeda tutto come per magia su lisci computer muniti di elaboratori di testo all’avanguardia per mano di persone che indossano dei sudici camici bianchi e che hanno una miriade di tempo libero. Non da un ex comandante SSM con una tendenza alla lettura scorrevole, rinchiuso in uno sporco ufficio privo di luce naturale e con un serio problema di muffa. Questo non gli passa minimamente per quelle dannate teste."

"Ascolta Donny, io-"

Oscilla.

"Non ti azzardare più a chiamarmi in quel fottuto modo."

"…d'accordo, Donovan. Qualcuno dovrà pur farlo, non è così? Almeno non sei stato catapultato od intrappolato in qualche altra dimensione."

Per un attimo, il volto dell'agente diventa vuoto. Il suo occhio si contrae, e comincia ad accennarsi il sospetto di una lacrima.

"Capisco. Se la metti così, suppongo che dovrei contare le mie benedizioni, giusto? È così?".

"Più o meno, sì".

Il suo respiro si fa affannoso e profondo, con grandi boccate d'aria. Senza interrompere il contatto visivo, allunga una mano dietro di sé e recupera una pila di fogli macchiati di tè.

"Sai cos'è questo?".

L'oscillare del tagliacarte coincide con una spinta sentita verso Remes — che afferra i fogli istintivamente.

"Non provare a darmi una fottuta risposta, so che non lo fai. È SCP-9611, o meglio, tutti e tre. Tutti assegnati allo stesso numero, e non abbiamo nemmeno aperto il blocco-7000. Questo", sputa, afferrando un foglio di carta laminata apparentemente vuoto, "è URA-0032. Un'anomalia non registrata per la quale l'accuratezza della sua documentazione dipende sia dalla vita prevista del mezzo che dalla visibilità per un osservatore casuale. Il rapporto preliminare, che tengo davanti a te come una fottuta Monna Lisa, è scritto con succo di limone ed è stato rivestito tre volte in plastica ad alta resistenza. Ed è anche completamente inaccurato. Ho avuto a che fare con anafabule, antifisica e pittogrammi autoreferenziali. Ho perso colleghi e amici a causa degli agenti memetici delle finestre, dei calamai, della digitalizzazione e dei Bad Text Data Dumps. Ora siamo solo io e alcuni part-time che non sanno distinguere il loro culo da un'appendice".

"Ehi, io so distinguere il mio culo da un…".

Donovan gli fa cenno di tacere.

"Ci sono cose tra questo ammasso che potrebbero pietrificarti se le leggessi al contrario. Posso citarne nove di anomalie scritte, composte pezzo per pezzo, in rime complete a metà. A proposito, non era necessario, semplicemente sentivo il bisogno di sfogare il mio fottuto spirito creativo". Gesticola per la stanza la stanza con la mano non armata. "Non ho molte occasioni per farlo, come probabilmente puoi immaginare. Ma sai cosa mi fa davvero arrabbiare? Cosa mi spinge davvero oltre il limite?".

Probabilmente è al di sopra della tua autorizzazione, ma non è che potranno sanzionarmi più di quanto non lo stiano già facendo". Si volta e tira fuori da uno scaffale vicino un fitto mucchio di carta da lettere, facendo cadere, nel mentre, un'inoffensiva pianta in un vaso le cui foglie, spesse e cerose, riuscivano in qualche modo a sembrare più finte dell'arbusto di plastica della stanza accanto. "Tieni. Leggi. Posso aspettare".

09/09/1999


Proposta Progetto PP-V77R/011 ("Progetto Sion"): Richiesta di aumento dell'uso di fenomeni anomali per facilitare il benessere e le competenze del personale.
Direttore del Progetto: ███ ██████
Personale Aggiuntivo: **[Redatto]
Riepilogo: "È noto che alcune strutture della Fondazione hanno proprietà estremamente benefiche e sono da tempo disponibili per essere utilizzate in progetti, test ed altre attività di questo tipo. Alcune anomalie sono state utilizzate come metodo per ringiovanire ed istruire il personale, con ottimi risultati. L'analisi mostra che il guadagno in termini di produttività e morale derivati dal laghetto delle anatre da solo supera di gran lunga i danni combinati da tutti i nostri progetti 'imprudenti'."
"Ciò nonostante, negli ultimi anni è sorto uno spiacevole stigma riguardo a queste pratiche: ovvero che tali protocolli rappresentino una reliquia di un'epoca passata e non debbano più essere considerati 'standard'. Il nostro obiettivo è quello di cambiare questa situazione, utilizzando, modificando, riutilizzando e in alcuni casi creando anomalie di classe Safe specificamente per essere usate dal personale. Alleghiamo una specifica completa a questo documento, ma potete star certi che tutti i membri del personale, dagli agenti sul campo agli archivisti, sono stati presi in considerazione. Siamo certi di poter fornire regimi di formazione per aiutare a qualificare e riqualificare tutte le posizioni all'interno della gerarchia della Fondazione".
Status: APPROVATO [7/6]

"…o mio dio"

"Lo vedi? Lo vedi? Ho passato due anni e mezzo a ripulire questo casino, e ora, con la copertura in equilibrio più precario che mai, vogliono crearne altri. Altri fottuti documenti da archiviare per marcire. Beh, io non ci sto. Me ne vado, Jon, finché ho ancora voglia di vivere. Ho chiuso, cazzo".

"Sì, quello^^o^-oqeq-o#|; . .-. .-. --- .-.//#"

Gli occhi di Donovan si allargano e lui fa un passo indietro, allungando le mani verso un tavolo ormai reticolato che non sostiene più il suo peso. Il tagliacarte inizia a scivolare lateralmente attraverso il muro prima che la sua esistenza inizi a dissolversi.

"Che cazzo?"

La testa di Remes ruota di novanta gradi e il suo braccio sinistro scompare dalla vista. Le pareti dell'ufficio si restringono e si riducono al nulla, e improvvisamente Donovan si trova in piedi, confuso e solo, in una grande… arena sabbiosa? Come se si trovasse in un film, solo che gli spalti sono pieni di strane figure che sembrano contorcersi e balbettare e… oh no. Oh, santo iddio, no. Ciò che resta della replica di Remes inizia a recitare messaggi in un bizzarro tono monotono che sembra stranamente in contrasto con la sua grottesca mascella dilatata.

"Status: FALLITO. Valore di lealtà inferiore ai livelli accettabili. Abilità di archiviazione: 56%."

La vista dell'agente inizia ad oscurarsi.

"Azione consigliata: RIAVVIO COMPLETO. In attesa di conferma."

Donovan crede di sentire l'eco di una voce lontana, ma non riesce a distinguere neanche una parola.

"Conferma accolta. Cicli Totali: [194/256]. Inizio del riavvio di addestramento_per_capacità_archivistiche(2).slt."

Una pausa. La visuale di Don è troppo oscurata per per permettergli di distinguere lo scenario che lo circonda, e sente già di star dimenticando i suoi tre anni di… servizio? Si possono considerare "di servizio" se sono passati da rinchiuso in un programma di battaglia extradimensionale dirottato? Conoscendoli, quei bastardi probabilmente gli hanno fatto mangiare del vero e proprio lavoro mentre era sotto. Ci si può sempre fidare dei burocrati per trarre il meglio da una situazione orribile. Non che abbia importanza, in realtà. I suoi muscoli si tendono tutti insieme e in qualche modo l'oscurità sembra mettersi a fuoco intorno a lui.

"Ciclo del Loop [195/256] iniziato. Avvio simulazione inversa. Sogni d'oro."

L'oscurità si interrompe, e lui rimane nel vuoto.



"Don, tutto apposto?"

"J- Jonny? Sei tu, non è vero?"

"Certamente. A quanto pare sei svenuto per un pochetto. È per il lavoro, non è vero?"

"Hah, si." Si tocca la fronte, accigliato. "So che sembrerà strano, ma ho appena fatto un sogno stranissimo."

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