Crediti
Autore: Ihp does not match any existing user name
Traduttore:
New York City
"Ehi, Sal, hai una sigaretta da passarmi?" Mary-Ann Lewitt guardò attraverso suo marito e la sua ultima creazione spruzzata sul muro di un magazzino vuoto, su tutta la parete, alta almeno 6 metri. Era una vulva rossa brillante con una mano che usciva dalle labbra e mandava a quel paese il pubblico. Era interamente dipinta con sangue mestruale, che aveva impiegato mesi per collezionare; lo chiamò "Period Piece: The Modern Age".
L'uomo pakistano aggrottò le sopracciglia a Mary-Ann dopo aver ascoltato la sua richiesta, guardandole la pancia gravida. "Sei incinta. In genere non è una buona idea fumare-"
Indicò la sua opera asciugandosi la fronte coperta da una bandana con la mano. "Ho bisogno di un modo adeguato per esprimere come le donne stiano distruggendo i loro corpi con droghe, pillole, materie plastiche e il signore sa cos'altro". Cercò in una tasca, tirando fuori diversi dildi che, sicuramente, non avrebbero potuto stare lì dentro. "Non la fumo, ne ho solo bisogno per completare l'opera.”
"Penso che vada bene così com'è!" Agitò una mano verso il Period Piece, sorridendogli. "Sta solo dicendo che il ciclo è il modo con cui il corpo di una donna dice "vaffanculo" a se stesso una volta al mese. Forse potresti mettere uno specchio laggiù"- Indicò un magazzino di fronte al muro- "o una scultura di Eva o qualcosa di simile ma davvero, va bene!"
Mary-Ann gli diede una gomitata nel fianco. "Lo dici di tutti i miei lavori, Sal. Non è più divertente. Almeno io ho le palle di criticare le tue merdate.
"…Pensavi davvero che il mio pezzo "Bacon Treaty" fosse disgustoso?"
"Ho pensato che fosse disgustosamente semplicistico. Ma ho apprezzato il fatto che tu abbia cercato di essere 'cool', nel senso di 'essere d'accordo'." Mary-Ann si diede una pacca sulla pancia e sospirò. "Ho fame. Prendiamo della pizza o qualcosa del genere."
"Che ne dici di andare nel vecchio posto? Sai…" Salah sorrise, estraendo una mappa di New York dalla tasca e avvicinandola a Mary-Ann in modo che potesse vederla anche lei. "Era proprio… qui." Indicò la 32esima e sorrise quando il distretto del magazzino svanì per essere sostituito dall'espansione urbana di Manhattan. Mary-Ann roteò gli occhi e gli diede un colpetto sullo stomaco.
"Continuerai ad ingrassare se farai ancora affidamento su questa storia del Cartografo" mormorò camminando verso la pizzeria mentre Salah metteva via la mappa. "Un po' di esercizio ti fa bene. Non potrai fare affidamento su quelle candele per sempre."
"La città di New York non mi autorizza più a salire sulla metropolitana, ricordi? Lasciami un po' in pace tesoro." Anche lui arrivò alla pizzeria e guardò il menu. "La pizza per amanti delle verdure mi pare perfetta."
Un'ora dopo, la coppia era in piedi davanti all'ingresso del BackDoor. Mary-Ann aveva preso la mappa di Salah e lo aveva costretto a camminare; era visibilmente affanato, mentre Mary-Ann aveva a malapena sudato. "Sei patetico. Sono incinta di tre mesi e non riesci nemmeno a starmi dietro." Si guardò attorno e si accigliò. "Dove cazzo è Chuck?"
Charlie uscì dal muro, i suoi capelli rosa oggi erano fatti a triglia. Accigliò ad entrambi giocando con il septum al naso. "Oggi non è la migliore giornata per trovarsi al BackDoor. Solo per avvertirvi."
"Perché?" chiese Salah, ansimando ancora per recuperare fiato. "C'è di nuovo Gilligans? Dallo semplicemente a uno dei Bailey; loro sanno cosa fare con Gilligans."
"Non gli Skipper" disse Charlie. "Il Critico è in città. Sta guardando le novità del Cartografo. Sai, quella sulla Corea?"
"Quella che mostra ogni persona nel paese che vuole dissentire?"
"Esattamente quella", disse, richiedendo con una mano il loro pass. "Sei sicuro di voler entrare? Ci sarà Bedlam lì dentro."
Mary-Ann porse a Charlie il suo pass e annuì. "Per ora eviteremo solo il posto del Cartografo. Probabilmente andremo a casa, a meno che non succeda qualcosa.
"Qualcosa succederà", mormorò Salah. "Come le ultime cinque volte in cui la Critica è entrata al BackDoorSoHo. Perché dovrebbe andare diversamente?"
"Vero," disse Mary-Ann, guardando Charlie. "Sai dove contattarci se succedono bordelli, giusto?"
"Sì, sì…" e così Charlie svanì nella muratura. Poco dopo anche Mary-Ann e Salah ci entrarono.
L'agente Ruiz Duchamp non stava passando una buona giornata. La sua armatura non newtoniana stava iniziando ad avere alcune cuciture strappate, la sua pistola si era inceppata al poligono in mattinate, gli era tornato l'herpes labiale, la sua arcinemica era in città ed il barista di Starbucks gli aveva messo la panna nel caffè. Era intollerante al lattosio.
Anche se, come sapevano tutti nella SSM, Ruiz Duchamp non ha mai avuto buone giornate. Non ne aveva avuta una da Milwaukee. Non aveva avuto una buona giornata da quando suo fratello aveva disertato per entrare nell'Insurrezione del Caos. Non aveva avuto una buona giornata da quando aveva incontrato Nessuno.
Ruiz fu uno dei pochi sopravvissuti all'incidente Milwaukee e da allora aveva inseguito strenuamente l'ombra che era conosciuta come Nessuno. L'aveva quasi raggiunta, una volta a Dubai, prima che quella cagna con la sciarpa lo congelasse in cima a uno degli edifici più alti del mondo. Sopravvisse, anche se ci vollero tre giorni per scongelarlo.
E oggi la stupida figlia di puttana era qui. A New York City. Sapeva esattamente anche dove si trovasse, e questa volta avrebbe preso tutto il suo plotone per uccidere quella stronza una volta per tutte. E non c'era niente, neanche una fottuta cosa che Pico avrebbe potuto fare per fermarlo stavolta.
Il furgone si fermò in un vicolo e la Squadra Speciale si precipitò fuori, circondando una grande macchia di graffiti che si trovava nel vicolo. Con un forte sospiro, Charlie emerse dalla muratura con le braccia incrociate. "Non vi lascerò entrare."
"Abbiamo i pass", disse Ruiz, estraendo un sacchetto e aprendolo sul cemento.
C'erano numerosi pass con la scritta "ARS GRATIA ARTIS" impressa su di essi, alcuni ancora macchiati di sangue. "Dovresti fottutamente farlo."
"Non devo fare un cazzo di niente Gilligan. Fuori dai coglioni." Charlie allungò la mano nella muratura e tirò fuori un detonatore da un graffito rosso. Il cavo rientrava nel muro, mimetizzandosi perfettamente con l'ingresso del BackDoor. "O faccio saltare questo vicolo fino all'Oort Cloud e poi i tuoi amici si potranno divertire per un bel po' a spiegare al NYPD come mai un vicolo è esploso senza motivo."
L'intera SSM sollevò i fucili contro di lui, con Duchamp che ridacchiava. "Ti sfido a provarci, australianello."
Charlie si strinse nelle spalle. "Eh. Potrei semplicemente venire dipinto di nuovo. Ma dato che la vernice spray rosa è così difficile da trovare…" Sospirò. "Prima avvertirò i miei ragazzi."
"Certo."
"Probabilmente il critico sa già che sei qui."
"Naturalmente."
"Non la ucciderai."
"Fottiti, sbavatura di vernice." Ruiz sputò in direzione di Charlie, ma ormai era tornato nella muratura per dare l'allarme. Un subordinato di Duchamp lo guardò.
"Signore? Come entreremo senza di lui?"
"Aspettiamo." Ruiz sorrise con un'espressione sinistra. "Aspettiamo."
Il Cartografo camminava per il suo appartamento, chiedendosi dove diavolo si fosse cacciata. Gli aveva dato appuntamento alle 18:15, ed erano quasi le 18:30… dove cazzo era? Non pensava che valesse la pena commentare il suo capolavoro? Aveva trascorso tutto l'anno a lavorarci su, e ora non si sarebbe nemmeno presentata?
"Figlia di puttana!" York, il Cartografo, aveva voglia di ribaltare il suo tavolo da cartografia. Non pensava che le mappe potessero essere considerate arte?! Quella piccola-
"Salve, signor Il Cartografo." Si voltò e vide una donna con un cappello a cloche, un abito grigio e una sciarpa rossa in piedi nella sua galleria. "Mi scuso per l'ingresso improvviso. Presumo che non sia troppo tardi per vedere la sua opera?"
"C-certo che no, signora." Il Cartografo guardò l'orologio e vide che erano esattamente le 18:15.
"Da questa parte, da questa parte. l'opera è proprio di qua." York entrò nella sala espositiva e la indirizzò verso una mappa della Corea del Nord. Ogni secondo, dei punti blu apparivano e sparivano dalla superficie. Nell'angolo in alto a sinistra c'era un orologio per il conto alla rovescia nonostante fosse stato interamente fatto di inchiostro, mentre un altro orologio conteggiava il tempo normalmente; il conteggio sul secondo orologio era iniziato il 17 dicembre 2011. "La chiamo 'The Map of Dissent'."
"Un nome piuttosto sciapo", commentò il Critico, osservando la mappa. "Tuttavia, ammiro la tecnica. Riflette le tecniche cartografiche utilizzate nel periodo Gojoseon. Presumo che tutti questi punti siano dissenzienti?"
Il Cartografo annuì con entusiasmo. "Sì! Ognuno rappresenta un singolo dissidente che può essere trovato nella Corea del Nord, o almeno, qualcuno con pensieri dissenzienti. Si può persino ingrandire un po'; sto ancora lavorando sull'ingrandimento."
"Questo orologio" disse il Critico, indicando verso l'alto. "In qualche modo toglie credito al lavoro, ma funge anche da bella contrapposizione; un apparecchio pseudo-digitale in un pezzo altrimenti medievale. Qual è il suo scopo?"
"Il conto alla rovescia indica quanto tempo è rimasto alla vita di Kim Jong-un, specificando anche i secondi. Una volta che l'orologio raggiungerà lo 0, morirà. L'altro rappresenta il tempo trascorso dalla morte di Kim Jong-il."
"Ricontrolla i tuoi calcoli" sbuffò il Critico. "Kim Jong-il è morto da molto più tempo di questo - anche se nessuno tranne il governo nordcoreano lo sa, quindi suppongo di non poterti incolpare del tutto."
Poi mise una mano in tasca e tirò fuori uno smartphone. "Mi scusi. Devo rispondere a questa mail."
Il Cartografo era abbastanza contrariato e stava per commentare quanto fosse scortese fare una cosa del genere, quando improvvisamente il caos scoppiò fuori dalla sua finestra.
wow
quanto splendore
così bello
"Per amor di…" Mary-Ann si strofinò gli occhi per liberarsi dal Comic Sans mentre fissava il cane, chiamando Salah. "Tesoro, penso che Gerry abbia di nuovo messo le mani su Amaterasu!"
"Quel font le appare intorno?" Le chiese mentre tagliava le carote in cucina.
"Sì! Digli che se tocca di nuovo il nostro cane, lo prenderò a calci…" Il telefono di Mary-Ann improvvisamente suonò, e lei lo tirò fuori dalla tasca dei jeans, sospirando nel ricevitore. "Cosa".
"M-A, è C." Charlie era all'altro capo della linea telefonica e cominciò a cantare. "Siediti e sentirai una storia, la storia di un viaggio fatidico…"
"Merda! Capisco." Spense il telefono e chiamò Salah." La cena è cancellata. Abbiamo Gilligans."
Salah smise di tagliare le verdure e uscì dalla cucina, afferrando una penna dalla scrivania. Mary-Ann prese una fionda di metallo e guardò brevemente intorno al soggiorno dell'appartamento. "Merda, dov'è?"
"Dov'è cosa?"
"La mazza da cricket che abbiamo ricevuto da Marshall, Blackwood e Dark! Ne avremo bisogno se la situazione degenererà!"
"Uno:'se'? Due: l'abbiamo prestata a Dickens, ricordi?" Salah prese la sua fionda e si diresse verso la porta. "Ora, dai, abbiamo un Gilligans da uccidere, di nuovo!"
"Facciamolo." Mary-Ann sorrise mentre si precipitava fuori dalla porta e su per le scale dell'edificio.
Il Critico stava cercando un oggetto molto particolare nella borsa, la sua attenzione era ora completamente distolta dal lavoro del Cartografo. "Mi scusi, signor York, ma devo andarmene."
"Cos-chi? Abbiamo di nuovo Gilligans alle calcagna?" Guardò il Critico mentre copriva la mappa con un telo: "La stanno cercando, vero?"
"Tale insistenza terminologica!" borbottò il Critico mentre tirava fuori una bomboletta spray.
"Chiamali semplicemente "Fondazione". So che pensi che li nobiliti, ma in realtà il fatto che tu li conosca è umiliante." Andò alla finestra, guardando sotto di lei; c'era una grande folla di anartisti armata di fionde, proiettili che sparavano pistole, pasticcini ripieni di qualcosa di acido e corrosivo, copie del Codice DaVinci, spade fatte di giornali e penne. Erano preparati nel caso in cui gli agenti della Fondazione fossero arrivati fin lì. "Voi tutti laggiù!" Tutta la folla si voltò nella direzione della voce del Critico mentre lanciava diverse bombolette spray. "Fate un po' di casino per me, ok?"
La folla prese le lattine e le consegnò ai membri disarmati. Nessuno sorrise, ma tutti ridacchiarono dopo il nuovo regalo. Con ciò, il Critico si fece strada verso la porta. "Forse potremo continuare un'altra volta, signor York."
"Forse" disse York, guardando una mappa del BackDoor che aveva disegnato anni fa. "Forse."
Nessuno uscì dalla porta e nessuno si trovava nel corridoio pochi secondi dopo.
Ruiz Duchamp spezzò il collo di un anartista senza nome che aveva provato a spruzzare sulla sua visiera della vernice. Si tolse il copricapo in quanto ora era rovinato e iniziò a sparare tra la folla.
Intorno a lui, i membri della sua Squadra Speciale stavano morendo a causa di pistole in miniatura che volavano a velocità supersonica contro i loro petti, o da pezzi di argilla ricavati dai vecchi numeri del New York Times che recidevano le loro braccia. Ruiz era ancora in piedi. Scrutò la folla tra colori vivaci e accesi alla ricerca di un qualunque segno di grigio-
Eccolo. Stava uscendo dal retro del condominio. Quella sciarpa la rese subito riconoscibile.
Ruiz corse in mezzo la folla, sparando di fronte a lui e colpendo anartisti innocenti in cerca del suo bersaglio. Suddetto bersaglio lo vide e gli sorrise prima di farsi strada lungo un vicolo. L'agente Duchamp le corse dietro più veloce che poté, senza notare l'uomo pakistano e la donna americana sul tetto sopra di lui.
"Salah, per l'amor del cielo, non devi fare un ponte ogni volta che ho bisogno di saltare da un tetto all'altro!" Si corrucciò mentre suo marito tracciava un ponte molto semplice per permetterle di attraversare usando la sua penna. "Il bambino starà bene!"
"Mary-Ann, non dovresti nemmeno farlo" disse mentre la penna riassorbiva l'inchiostro utilizzato. "Sei incinta, dovresti stare a casa nella stanza antipanico con Ammy e non qui fuori a combattere la maledetta Fondazione!"
"Oh, quindi solo perché sono incinta questo mi rende una donna fragile, vero? Ugh!" Alzò gli occhi al cielo e tirò fuori la fionda, prendendo di mira un agente che stava per entrare attraverso una breccia del gateway. Lanciò una pietra che aumentava di dimensioni mentre attraversava l'aria, facendo infine un buco nella gamba dell'agente. "Accidenti. Stava mirando alle sue palle."
Salah recepì il messaggio. "Sto solo dicendo che non farà bene a nostra figlia se continui a fare sforzi eccessivi come questo." Salah iniziò a disegnare una sedia quando notò che un agente stava correndo tra la folla, seguendo una donna in… grigio… "Merda! Quel tizio, proprio lì." Indicò l'agente maledetto. "Sta inseguendo il Critico."
"Me ne sto già occupando" disse Mary-Ann, caricando la sua fionda con una bomba a forma di ciliegia puntata dritta all'agente. "Devo solo tenere conto della traiettoria e…"
Ruiz Duchamp sparò un colpo d'avvertimento a Nessuno.
"Ferma lì." Il Critico si girò verso di lui, incrociando le braccia con un sorriso ironico. "Ciao di nuovo. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo incontrati? 6 mesi? 7?"
"Sette mesi, 18 giorni, 15 ore, 24 minuti."
"Nessun rancore" commentò ironicamente il Critico. Ruiz sollevò il suo fucile verso di lei, e lei alzò le mani. "Va bene, ho ricevuto il messaggio. Mi vuoi morta." Sbuffò. "Ruiz, sei la definizione stessa di ossessione, lo sai?"
"Stai zitta!" Ruiz sparò un proiettile che sfiorò il suo abito. "Hai ucciso molte brave persone a Milwaukee."
"Per l'ennesima volta, Ruiz, io non ho fatto nulla. Tutto quello che ho fatto è stato cercare un po' di divertimento."
"Metà della città è morta a causa del tuo 'divertimento'!"
"Beh, sì. Ma quell'inconveniente è stato risolto ora!" Sospirò. "Nulla di ciò che dirò ti impedirà di uccidermi, vero?"
"Neanche una fottuta cosa, signorina. Neanche una fottutissima cosa."
"Molto bene" disse il Critico mentre scriveva un ultimo messaggio sul suo smartphone prima di spegnerlo. "Salutami Pico se lo vedrai di nuovo."
"Fanculo Pico, e fanculo…" Ruiz sbatté le palpebre a causa di un fischio proveniente dalle sue spalle. Si voltò e vide i fuochi d'artificio di una piccola bomba a forma di ciliegia che volavano verso la sua testa. Atterrò ai suoi piedi e la miccia scomparve dentro l'involucro. Per quello che gli parve essere un lasso di tempo interminabile, non successe nulla.
E poi la bomba esplose.
L'ultima cosa che Ruiz Duchamp potè ricordare prima di sprofondare nell'oscurità era l'odore di frutta, il sapore di ciliegia selvatica Kool-Aid ed i suoi timpani che scoppiettavano. L'ultima cosa che vide fu una donna con un abito grigio accendere il suo smartphone mentre camminava in lontananza.