“Questa città è enorme” commentò Victor mentre si affacciava dalla finestra del 303° piano. Gli edifici adiacenti si stagliavano alti circa 1600 metri, ma l'edificio più alto misurava quasi il doppio, quattro volte più alto del più alto grattacielo del mondo. Le guglie titaniche avevano intelaiature in nanotubi di carbonio, e finestre a forma di diamante che scintillavano alla luce del sole; il loro numero era impossibile quanto la loro altezza e composizione, e la città si estendeva a perdita d'occhio fin dove Victor riusciva a vedere. "Come può essere così grande?"
“Hmmm? Oh, in base alle informazioni che Skitter è riuscito a scoprire nella Libreria, questa intera realtà è stata governata da una teocrazia pseudo-cattolica per più di trecento anni” replicò Iris con aria distaccata mentre osserveva un laptop che aveva trovato. "Fortemente patriarcale e puritana, e come tale aveva un tasso di natalità sopra la media. Ma possedeva anche la tecnologia avanzata che gli era stata donata da Lui, ed erano in grado di mantenere una popolazione ampia: in questo mondo c'erano decine di miliardi di persone, forse centinaia.”
Victor rivolse il suo sguardo alle strade sottostanti. Dove un tempo ci dovevano essere sconfinate masse di cittadini che vivevano le loro vite, ora c'erano solo gli Impuri: mezzi umani senza volto più grandi di qualunque animale non anomalo mai vissuto, che strisciavano attraverso le strade rovinate alla ricerca disperata di qualcosa che non potevano più comprendere.
“E ora, tutte quelle centinaia di miliardi di persone sono semplicemente… scomparse?” chiese sottovoce. “Gesù. Questo… questo è anche peggio di quel mondo in cui il sole trasforma le persone in mostri di cera. Almeno quelle cose sembravano felici, a modo loro. Ma gli Impuri, ha detto che loro -”
“Per usare le parole di un altro viaggiatore interdimensionale, 'non ci pensare' " disse Iris. "Lontano dalla finestra, Victor.”
“Certo, mi scusi” rispose. Voltò le spalle all'orrore all'esterno e si tolse gli occhiali per pulirli. “Magari la prossima distesa post-apocalittica che visitiamo potrebbe essere un semplice olocausto nucleare?”
“Pare che siano sorprendentemente rare; forse la deterrenza nucleare non è poi così inutile, dopotutto.”
“Parlando di nucleare e follie, è da un po' che non sento un fiato da Lolly" continuò lui. "Forse dovremmo darle un'occhiata."
"Sono certa che ha trovato qualcosa per tenersi impegnata."
"…e che la tiene silenziosa?"
Iris alzò gli occhi dal laptop.
"Hai ragione. Andiamo a vedere."
Dopo aver chiuso il laptop ed averlo infilato nella borsa, i due si misero in cerca di Lolly.
Il piano su cui si trovavano era costituito principalmente da uffici all'aperto, con la luce che proveniva da una parete di finestre sul lato più distante. Diversi oggetti personali mondani erano sparsi per la stanza - valigette, cappelli, giacche e foto 3D - ancora posate dove i loro proprietari le avevano abbandonate più di mezzo secolo prima. Numerose sedie erano ribaltate o di traverso, lasciate cadere ovunque nella folle corsa per abbandonare la città, e nessuno era tornato a raddrizzarle.
Victor ed Iris trasalirono per un attimo al suono di un rintocco angelico dall'impianto di amplificazione, in qualche modo ancora funzionante.
"Tutti si fermino per la preghiera di mezzodì" annunciò una voce serena.
"Colui che è al di sopra, per sempre Puro sia il Suo nome. Viene il suo regno, e sarà fatta la sua volontà, come in Cielo così in Terra.
Che Egli ci conceda la saggezza per evitare il Peccato, e possano le Sue Lacrime Purificarci quando ci smarriamo. Possa Egli perdonare le nostre devianze, e mai perdonare gli Impuri.
Possa condurre la Milizia Benedetta alla vittoria sugli Impuri, e possano essi soffrire per l'Eternità per il loro indicibile Peccato, poiché Suoi sono il Regno e la Purezza e la Virtù, ora e per sempre, amen."
Un altra serie di rintocchi angelici segnalò la fine della preghiera.
"Ha continuato a ripetersi in un edificio vuoto per sessant'anni? Inquietante" commentò Victor.
"Blarg!" gridò Lolly mentre emergeva da un condotto dell'aria, la sua faccia trasformata in quella bianca degli Impuri. Con suo disappunto, nessuno dei suoi colleghi parve particolarmente spaventato. "Marp?"
"È questo che stavi facendo anziché cercare dispositivi elettronici?" chiese Iris alzando un sopracciglio.
Lolly si lasciò cadere sul pavimento e scosse il volto, facendolo tornare normale.
"No, ho fatto questo." replicò lei, estraendo una sacca dalle sue tasche hammerspace. “Ho setacciato l'intero ufficio e ho raccolto tutto quello che sono riuscito a trovare che sembrava un laptop, un case, un tablet o uno smartphone. Siete sicuri che questi computer siano magici comunque? Perché a me sembrano parecchio normali.”
“Non ho detto che erano magici, ho detto che erano avanzati” replicò Iris mentre esaminava il contenuto della sacca. “Non sono riuscita a capire esattamente che genere di hardware sia, ma so che è estremamente efficiente e non produce alcun calore in eccesso. La memoria e la potenza di calcolo sono almeno venti volte più alte dei prodotti più avanzati nella nostra realtà; si caricano via wireless in meno di un minuto, non consumano corrente in standby, e una carica completa consente più di cento ore di uso intensivo. Questo Faithful OS, d'altro canto, è… bé, quello che ti aspetteresti da un regime teocratico. Le restrizioni sono parecchio rigide, e come minimo dovrò eseguire un po' di jailbreak; idealmente, dovrei creare una versione di DarkEnergy compatibile con l'hardware e installarlo al suo posto."
"Alla peggio, probabilmente riusciremo a vendere questa roba ad Eurtec” suggerì Victor.
“Uh-huh. Figata, suppongo” disse Lolly, con scarso interesse. “Quindi… quando prendiamo il mio hovercraft?”
“Per la terza volta, Lolly, il tuo hovercraft viene per ultimo, perché non possiamo portarci dietro una vettura per tutto l'edificio” sbottò Iris.
"Noi non possiamo, ma lei forse sì: non ho ida di quante cose può infilare in quelle tasche" ribatté Victor. “Non preoccuparti Lolly, i quaranta piani inferiori di questo posto sono un parcheggio, quindi potrai persino scegliere; solo non andartene in giro, dato che nessuno di noi vuole finire in un episodio di Seinfeld.”
Lolly strillò eccitata, e iniziò a saltare su e giù.
“È così mitico! Sto per avere un hovercraft!”
Iris chiuse il sacco e lo restituì a Lolly.
“Molto bene, ci sono abbastanza congegni per tenere occupati per un po' me e il team tecnico" disse. "Diamo un'occhiata al laboratorio.”
I tre attraversarono gli uffici amministrativi ed entrarono nelle strutture mediche sul retro. Lontano dalle finestre il posto si fece ancora più buio, e furono costretti ad estrarre le torce per orientarsi. Il silenzio inquietante fu rotto brevemente da un leggero rombo sotto il pavimento. Rimasero immobili per un istante, per essere sicuri che non fosse il preludio a qualche disastro.
All'altro capo della stanza c'era una pesante porta con un'ampia targa, che leggeva ‘Solo Personale Autorizzato per Ordine del Sacrosanto Padre della Penitenza Splendente’, ma era socchiusa, e il lucchetto elettronico sembrava non funzionante.
Appena entrarono le luci tentarono di accendersi, sfarfallando per un po' prima di cedere, lampeggiando ad intervalli casuali. Ciascun lato della stanza era occupato da tubi trasparenti, larghi un metro ed alti due; erano tutti vuoti e in condizioni perfette, con l'eccezione di un singolo tubo rotto, i cui frammenti erano ancora sparsi nelle vicinanze.
Iris era così concentrata su di esso che quasi saltò fuori dalla sua pelle quando udì Lolly strillare di terrore.
“Ommioddio, guardate!” disse, indicando verso l'estremità della camera e nascondendosi dietro Iris e Victor.
Lì, confinato dietro una barriera di spesso diamante, c'era la cosa che aveva prodotto il rombo di qualche istante prima.
Un Impuro.
Uno relativamente piccolo, solo qualche tonnellata di peso e pochi metri in altezza. Giaceva su un fianco, perfettamente immobile, la sua faccia pallida girata sull'altro lato.
“È morto?” sussurrò Victor.
“No, non credo sia in grado di morire e restare intatto” replicò Iris, puntando la torcia verso la mostruosità in gabbia. “Però non sembra attivo. Dev'essere rimasto qui da prima che il mondo finisse. Probabilmente è lo stesso che è uscito da questo tubo, e non sono mai riusciti a spedirlo nelle Terre Sterili. Se è rimasto chiuso qua per sessantaquattro anni credo che non dobbiamo preoccuparci. Tenetelo comunque d'occhio.”
“Mm-hmmm!” Lolly annuì con fervore, tenendo lo sguardo fisso sull'abominio. Sul fondo del laboratorio, di fronte agli Impuri, trovarono una stanza adiacente alla prima piena di cisterne.
“Le Sue Sante Lacrime. Eccellente.” disse Iris mentre iniziava ad ispezionare la prima cisterna.
“È solo un mucchio di bava. In che modo può essere meglio di un hovercraft?” chiese Lolly.
“È Siero Akivico per la Purificazione,” disse Iris. “Genera dei livelli fuori scala di radiazioni Akiva su lunghezze d'onda altamente specifiche. La radiazione rafforza i tratti con risonanza spettrale corrispondente, e distrugge i tratti con risonanza opposta. Se rimani esposto a quest'affare abbastanza a lungo ti purificherà dal peccato e arricchirà le tue virtù, almeno ai Suoi occhi. È in questo modo che la Chiesa è stata in grado di controllare questo Mondo; brucia un eretico e ne creerai una dozzina, ma immergilo in questa roba ed otterrai un missionario rinato a nuova vita e pronto a diffondere la buona novella. È l'agente di controllo mentale più perfetto che un regime totalitario possa mai desiderare.”
“E perché esattamente Darke lo desidera?” domandò Victor nervosamente.
“Dice che ha trovato un tipo disposto a vendergli della Carne Incarnata, ma prima di comprarla vuole essere sicuro di avere un modo per purificarla” replicò Iris. “Intende usare l'alchimia per cambiare la lunghezza d'onda Akiva in ciò che gli serve; i particolari non mi servono. Tuttavia, è pericoloso usare questa roba nella sua forma pura, quindi voglio che cerchiate in giro per cose con l'etichetta Soluzione Nutriente, un siero curativo chiamato Benedizione, e magari qualcosa chiamato HFT: in nessuno dei file era spiegato esplicitamente qual era il suo effetto, ma se consideriamo che si era esaurito appena prima della comparsa degli Impuri, ne deduco che prevenga o riduca la probabilità dei soggetti di subire la trasformazione.”
Mentre Victor e Lolly iniziavano a perlustrare il magazzino per i composti richiesti, Iris dedicò la sua attenzione al recupero delle Lacrime dalla vasca. Questa aveva in cima un ampio tubo che apparentemente inviava le Lacrime alle vasche quando richiesto, ma c'era anche un piccolo rubinetto vicino al fondo, presumibilmente per scaricare il liquido in eccesso o in caso di necessità di un campione. Piazzando un contenitore di plastica sotto il rubinetto, girò con cautela la manopola finché non cominciò ad uscire qualche goccia.
La sostanza era perfettamente trasparente, pura e incontaminata da qualunque corpo estraneo. Era leggermente più viscosa dell'acqua, ma usciva con una sorta di curiosa grazia, che sembrava occasionalmente aggirare le leggi della gravità e del moto; la luce si rifletteva attraverso di essa in un modo che le conferiva un bagliore soffuso, e persino il suono che faceva mentre usciva dal rubinetto e cadeva nel recipiente era quasi melodioso.
“Wow,” mormorò Iris mentre osservava rapita. “È affascinante. All'improvviso mi sento sporca, e provo una lieve compulsione ad immergermi, come se fosse l'esperienza più purificante immaginabile. È quasi inquietante, in realtà. Se all'improvviso inizio a togliermi i vestiti uno di voi due mi fermi, ok?"
“Naturalmente,” annuì Victor.
“Mi spiace, no” ridacchiò Lolly.
“Grazie, Victor” disse Iris con un sorrisetto e un leggero cenno del capo. “Curioso, non sentivo nulla mentre era nella vasca. Mi chiedo se sia schermato contro le radiazioni Akiva, e se ci sono dei contenitori schermati che potremmo usare al posto del-”
Fu interrotta da uno straziante, agghiacciante lamento alle loro spalle. Si voltarono all'unisono, per vedere l'Impuro nella gabbia che si sollevava in posizione eretta; anche nella sua camera sigillata ermeticamente, in qualche modo sentiva che c'era una sorgente libera delle Sue Lacrime nelle vicinanze. Finalmente sveglio dopo un lungo letargo, sbatté i pugni contro il muro di diamante con una forza inimmaginabile: apparvero immediatamente delle crepe nel muro, e l'Impuro colpì di nuovo e di nuovo e di nuovo, finché non si sbriciolò in migliaia di frammenti.
Con incredibile rapidità, Lolly fece un balzo verso l'alto sfondando il soffitto mentre Iris e Victor, intrappolati, fissavano il mostro che strisciava verso di loro ad una velocità preoccupante; fortunatamente, Lolly non li aveva dimenticati. Allungò le braccia verso il basso, avvolgendole attorno ai loro fianchi come una corda, e li issò al piano di sopra proprio mentre l'Impuro crollava in avanti.
“State bene? Vi ha toccati? Non vi ha toccati, vero?” chiese freneticamente.
“Toglimi di dosso quegli spaghetti!” disse Iris, liberandosi e precipitandosi al buco nel pavimento per osservare quel che succedeva.
“Stiamo bene Lolly, grazie.” disse Victor.
“Quell'affare si sta bevendo tutte le Lacrime, il motivo per cui siamo qua!” continuò Iris.
“Il motivo per cui voi siete qua. Io sono venuta per un hovercraft, e ho accettato solo perché pensavo che dentro saremmo stati al sicuro dagli Impuri” disse Lolly mentre riportava le braccia alla loro lunghezza normale. “Ma non siamo al sicuro, quindi cancello la missione.”
Infilò la mano in tasca e tirò fuori le chiavi del Caleidoscopio, con l'intenzione di trasformare la prossima porta che vedeva in una Via per il Circo.
“È solo un Impuro, e neppure uno grosso” disse Iris mentre frugava nel suo zaino e tirava fuori una pistola a dardi. “Questa è caricata con una formulazione alchemica potenziata del siero che Lord Blackwood ha inventato per distruggere gli Impuri. Darke l'ha creata per me appositamente per questa trasferta, quindi suppongo che potreste chiamarle Lacrime di Darkwood. Sono molto più potenti dell'originale, e quel coso è un piccoletto: un paio di colpi dovrebbero bastare.”
“Iris, non vale la pena rischiare la vita per combattere quell'affare! Possiamo trovare un'altra sorgente di Lacrime” ribatté Victor.
“Effettuare ricognizioni in questo posto è costoso, impegnativo e pericoloso. Abbattere questo Impuro adesso è preferibile rispetto a doverne combattere forse una moltitudine di più grossi in futuro” insistette Iris mentre caricava la pistola.
“Iris, non fare la stupida! Essere catturati da uno di quei cosi è un destino peggiore della morte, perché almeno sappiamo quel che ci succede quando moriamo!” disse Lolly. “Io finirò permanentemente ad Oneiroi Ovest, e voi due farete recuperare a H’rasm’Kal le vostre anime per infilarle in un nuovo corpo, ma non accadrà nulla di tutto questo se quella cosa ti prende!”
“Ha ragione: potrebbe finire intrappolata in un inferno vivente finché il sole non esplode." convenne Victor. "Non ne vale la pena!”
“Ora che mi ci fai pensare, non sono realmente certa che H’rasm possa estrarre un'anima da un Impuro” Iris appariva divertita. “Sentite, non è così tragica. Se mi prende, voi semplicemente tornerete indietro a prendere altro siero di Darkwood, così questo affare lo eliminerà qualcun altro.”
Mentre saltava di sotto, rivolse loro uno dei suoi rari sorrisi da un orecchio all'altro.
“Ma non mi prende.”
Il salto di quattro metri verso il piano di sotto era una cosa da nulla, ed atterrò in piedi con facilità. L'Impuro non reagì nemmeno al suono, era troppo occupato a lappare le Sue Lacrime: Iris si fece un po' indietro in silenzio, per darsi il massimo tempo per dei colpi addizionali, poi sparò un paio di dardi alla schiena dell'Impuro.
L'entità stridette in agonia mentre enormi pezzi di carne fusa si staccavano dalla sua forma, prendendo brevemente l'aspetto delle persone che erano un tempo prima di dissolversi, finalmente libere dal loro tormento. L'Impuro si girò verso Iris e la fissò mentre caricava un altra raffica di dardi: mirò alla testa questa volta, ma riuscì a colpire solo il collo, facendo dissolvere la maggior parte del suo lato sinistro in un icore brunastro. Usando il braccio che gli restava, si trascinò furiosamente verso Iris; ricaricando la pistola in fretta, lei sparò l'ultimo colpo proprio mentre quello le si lanciava addosso.
Esplose, schizzando un viscidume marrone incredibilmente puzzolente, che per la maggior parte piovve addosso ad Iris.
“Huh,” disse Lolly mentre guardava dal buco nel pavimento. “Ehi Victor, ricordi quando ci siamo visti per la prima volta e ti ho detto che pensavo che il tuo lavoro fosse noioso? Ritiro tutto.”
I due saltarono giù e corsero in aiuto di Iris, che era immobile lì vicino, quasi catatonica.
“Iris, sta bene?” chiese Victor mentre le porgeva un asciugamano preso da una vicina vasca da immersione.
“Sono ricoperta di viscere di Slenderman per la terza fottutissima volta!” sbraitò, ma riprese il controllo dopo diversi respiri profondi, ripulendosi la faccia dall'icore.
“Terza? Quand'é stata la seconda?” chiese Victor.
“Sono stata all'Ikea una volta, è una storia lunga” replicò lei. “Raccogli un po' di questa roba, ok? Potrebbe anche valere qualcosa.”
“Ricevuto.”
“Sei stata fantastica!” le disse Lolly. “Mi spiace per i vestiti però. Quel dolcevita è cashmere, vero?”
“Tutto ok, ne ho parecchi.” rispose l'altra.
“Ricorda, se vuoi levartelo, non ti fermerò.”
Iris si tolse dell'icore dal maglione e lo lanciò a Lolly.
“Be', non vorrai sederti nel mio hovercraft ricoperta di quella roba!”