A: O5-7
DA: Pendergast, William
RE: Esito Rilevazioni Planetarie - Importante
PRIORITÀ: ELEVATASignore,
Abbiamo i dati più recenti da Khevtuul 5. Esistono due possibili esopianeti che crediamo possano ospitare la vita umana. Non sono solo oggetti candidati per un possibile sforzo di colonizzazione, la preponderanza di pianeti Goldilocks indica che la possibilità di fondare in futuro un nuovo centro della civiltà umana è alta.
È anche degno di nota il fatto che le nostre sonde non si sono ancora imbattute in segni di HE né, più in generale, di vita extraterrestre. Se mi è permesso condividere una mia opinione personale, questo è sorprendente. Comunque sia, più a lungo procediamo senza entrare in contatto con alcunché, meglio è.
Questo pare avvalorare ulteriormente la tesi secondo cui l'umanità potrà sopravvivere. Suggerirei di rilasciare parte di queste informazioni per sollevare il morale del nostro personale. Aiuterebbe molto.
FIRMATO
Generale William Pendergast
Capo, Progetto Heimdall
A: Pendergast, William
DA: O5-7
RE: re: Esito Rilevazioni Planetarie - Importante
PRIORITÀ: ALTAGenerale,
Apprezzo il tuo recente messaggio. Sembra che Due non abbia tutti i torti. È già qualcosa, dal momento che è SCP-001 quello con cui abbiamo a che fare.
Un paio di cose da tenere a mente per quando scruterai ciò che sta là fuori. Stiamo cominciando a credere che 001 risieda da qualche parte nello spazio fisico. Non che tu abbia bisogno che ti si rinfreschi la memoria, ma tieni gli occhi aperti per qualsiasi cosa che corrisponda alla descrizione. Comunicazioni incluse. Potrebbe tentare di parlarci di nuovo.
L'altra cosa che dovresti sapere è che quello che nel '54 ha ricevuto il suo primo messaggio ero io. Quel messaggio non è ancora stato declassificato, ma tu sarai probabilmente il primo a ricevere un nuovo messaggio. È per questo che dovresti essere messo al corrente.
Innanzitutto alcune cose che nel file non sono riportate. Qualsiasi cosa sia sa della Fondazione, dato che tra tutti il messaggio è arrivato proprio a me. Questo perché ero l'uomo incaricato di capire cosa ci fosse dietro l'aumento dell'attività anomala. Ci conosce bene, Generale. E di me sapeva abbastanza da conoscere la mia passione per il cinema.
Mi aveva fatto avere indicazioni per raggiungere un posto in mezzo al deserto. Distante, ma non al punto da essere irraggiungibile nel giro di poche ore. Questo significa che sapeva dove vivevo. Ero salito assieme ad un team su alcune jeep ed eravamo arrivati fin dove, nel mezzo del nulla, si trovava un cinema. Seriamente nel mezzo del nulla. Niente strade, nessuna traccia di presenza umana. Proprio lì, in una gola mezza allagata, si trovava il cinema dove mi recavo quand'ero un ragazzino. All'epoca eravamo un po' più sregolati, perciò avevo detto ai miei ragazzi di aspettare mentre andavo in avanscoperta.
Comunica con noi utilizzando la performance. Preferisce questo metodo. Può dirci quello che vuole, davvero. Ma alla fine è l'ennesimo metodo per fottere con le nostre teste, credo. Ad ogni modo. Dentro era tranquillo e c'era l'aria condizionata. Più freddo dell'inferno. Non appena mi ero seduto le luci si erano abbassate e mi aveva mostrato un film. Come non ne avevo mai visto prima, ma era di sicuro un film.
Il titolo, in inglese, era "Pianeta delle Mani". Non aveva poi tutto questo senso. Non c'era una vera e propria storia. Potremmo definirlo una serie di immagini scollegate tra loro. Alcune erano roba abbastanza famosa, infatti la riconoscevo immediatamente. Un bel po' di materiale militare, scene di grandi battaglie, risultati di bombardamenti, cose del genere. Ho riconosciuto Stalingrado perché era stata registrata per i cinegiornali, e anche quella che penso fosse la Battaglia di Passchendaele. Non pensavo ci fossero filmati di quella.
In mezzo al mucchio, però, c'erano altre cose. Alcune erano filmati, della stessa qualità delle altre che ho già menzionato, di quelli che dovevano essere altri eventi storici. Morti di massa per fame, l'eruzione di uno o due vulcani, villaggi di Indiani devastati dai conquistadores Spagnoli. Il messaggio non era implicito.
Poi erano iniziate le scene dei Siti. Fermi immagine di strutture ed edifici che sapevo essere tutti nostri. Di nuovo, il messaggio per noi era abbastanza chiaro. Mi segui ancora? Strano, fin qui, ma nulla di nuovo. A quel punto la situazione era degenerata.
Un istante dopo non mi trovavo più nel cinema. Ero ancora sulla mia poltrona, ma tutto quello che mi stava attorno era cambiato. Colori intensi, tinte eccessivamente sature che parevano opera di un pittore folle, ovunque. Persone, cose, posti, tutte queste cose mi vorticavano intorno, luminose come neon, affinché ancora le vedessi qualora avessi chiuso gli occhi. E il tutto era una massa di azioni inenarrabili. Era come se tutti i saccheggi, gli stupri, gli omicidi accumulati nel corso di migliaia di anni fossero stati infilati nella stanza, e ogni atto andava singolarmente ad entrare in un altro e poi ad uscirne istante dopo istante. Non ricordo nessuna immagine che sia rimasta nella stanza per più di una manciata di secondi, fatta eccezione per quella davanti ai miei occhi. Era un Turco, o almeno credo, vestito di una tunica splendente del colore del sangue Technicolor, il suo viso era appena visibile nascosta dietro una barba blu elettrico. Spingeva senza preoccupazione certe persone sopra una picca incastrata nel terreno, impalandole, una persona dopo l'altra, la vittima di turno entrava nell'inquadratura per poi sparire. Prima una donna anziana, poi un soldato, quindi un bambino, poi di nuovo una donna, venivano e andavano uno dopo l'altro, bang bang bang. Il sangue schizzava e gli macchiava la tunica e lui ogni volta rifulgeva di più. Lui non sembrava arrabbiato né mosso dall'odio. Sembrava che quella fosse per lui la cosa più naturale del mondo, spingere gli altri sopra una picca fin quando quella non trapassava loro le viscere e li faceva urlare fin quando non morivano dissanguati. Penso che, se avessi fissato una parte diversa della stanza per qualsiasi lasso di tempo, avrei visto scenari simili.
Per quanto questo si sia protratto non saprei dirlo. Ero giovane, allora, e non mi vergogno a dire che a un certo punto mi ero coperto gli occhi e avevo aspettato che tutto finisse. Oggi farei lo stesso. Quando avevo rialzato lo sguardo il cinema era tornato, ma il film continuava.
Quello che avevo visto era me stesso, ora parte del film. Avevo un'espressione oscenamente contenta. Alla mia età non ti guardi molto allo specchio, ma ti garantisco che non ho mai visto un sorriso del genere sul mio viso, ora né allora. Più di ogni altra cosa, quel dettaglio si è impresso nella mia memoria. Non dovresti mai rimanere sorpreso da un'espressione sulla tua stessa faccia, è una cosa orribile. Nel film salivo a bordo di qualcosa; una grossa arca di legno o giù di lì, direi. Una cosa uscita da un libro per bambini sulla storia di Noè e il Diluvio, puramente simbolica. avevo guardato il me sullo schermo salire sull'arca. Altri salivano assieme a me. Una donna, un uomo nero, qualche bambino, un vecchio cinese, gente da ogni percorso di vita per intenderci, nessuno che conoscessi. Quando tutti eravamo saliti a bordo, l'arca si era librata in volo ed era salita nel cielo, per poi navigare attraverso il cosmo. C'era anche la musica di Buck Rodgers in sottofondo mentre le stelle scorrevano ai nostri lati. L'arca era arrivata ad un qualche sistema di pianeti. Ce n'era uno, simile alla Terra, blu e bianco e marrone e verde, al centro di un sistema selvaggio di lune. Mi aveva fatto pensare ad un atomo. L'arca si era avvicinata sempre di più ad una delle lune, fin quando quella non era diventata ben visibile. Non assomigliava alla Terra. Era tutta un paesaggio notturno e scuro, illuminato da incendi che costellavano l'intero paesaggio. Si vedevano solo cenere, fumo, fuoco e alcuni frammenti di metallo arrugginito torti per sembrare grosse forme vagamente umane.
Hai presente come la musica cresce verso la fine del film? Succedeva lo stesso mentre sbarcavamo e la nave toccava il suolo della luna notturna, tutti i personaggi sullo schermo erano in preda ad una gioia estatica. Come dicevo, è sconvolgente vedere una cosa del genere sul proprio viso. Il film ora si chiudeva in dissolvenza ma, al posto della solita dicitura "Fine", c'era una scritta in Russo. "вместо того, чтобы вернуться домой," che crediamo dovesse significare qualcosa come "venite a casa, invece". Perché l'inizio fosse in Inglese e la fine in Russo, non ne ho idea. Forse voleva essere una critica da intellettualoide sulla Guerra Fredda. Se così fosse allora avremmo una speranza nel gestire questa cosa. Sarebbe fallibile.
Ho i miei sospetti riguardo la ragione per cui questa roba non compare nel documento principale. Non importa, comunque. Ti serve un contesto per i futuri tentativi di interazione da parte di 001. Ora lo hai.
Riguardati.
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