Incidente 784 - Parte 4: Breccia
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Parte 3: Tracollo

«Fino alla fine del mondo»

DICIOTTO MESI PRIMA…

«Molto bene, prossima domanda»

«Sì?»

«Immagina di aver appena vinto una gara e di dover scegliere tra due premi»

«Uno dei due sei tu?»

«No… lo prenderesti sul serio, per piacere?»

«Scusa, sono un po’ distratto dalla bellissima ragazza nuda a letto con me»

«Ora hai un’altra ragazza nascosta sotto le coperte? Cattivo!»

«Parlavo di te, dolcezza»

«Fammi il piacere… non sono bella»

«Invece sì. La più bella del mondo»

«Non ci credo»

«È vero. Che devo fare per convincerti che è così?»

«Dimmelo ancora…»

«Sei bellissima»

«…un milione di volte»

«Sei bellissima, sei bellissima, sei…»

«Non tutte in una volta, stupido! Più piano… una volta al giorno, magari»

«Ci vorrebbero… più o meno duemilasettecento anni»

«Allora ti conviene fare in modo che viviamo così a lungo»

«Sì, cara…»


OGGI…

«In definitiva, l’operazione è stata condotta con successo e perdite minime. Le prestazioni di SCP-784-ARC sono state eccellenti. L’anomalia è stata catturata e contenuta senza ulteriori incidenti, le procedure speciali di contenimento sono state avviate»

La tenente Takahashi chiuse il suo quaderno con uno scatto secco.

«Grazie, tenente. È congedata» disse la direttrice Valentine, distratta.

Passò un dito lungo il bracciolo della sua sedia. C’era una vaga espressione di estasi e godimento sul suo volto, come se avesse avuto un orgasmo. La tenente Takahashi si morse il labbro inferiore: non voleva davvero sapere cosa le stesse passando per la mente. Proseguì, esitante:

«C’è un’altra cosa. SCP-784-ARC mi ha fatto una domanda: vuole sapere quando rispetterà la sua parte dell’accordo, direttrice»

«Cosa? Quale accordo?» chiese la direttrice Valentine.

«L’agente Maddox. Aveva promesso…»

«Ah, sì. Gli dica che la richiesta è stata inoltrata e che è in attesa della revisione di un Supervisore»

«Ma… è vero, direttrice?»

«Cosa è vero?»

C’era qualcosa di strano nella sua voce: sembrava trafelata. La tenente Takahashi cominciava a sentirsi davvero infastidita.

«La richiesta è stata inoltrata? È vero che è in attesa della revisione di un Supervisore?» ripeté.

«Se la farà sentire meglio, allora, che lei ne sappia, è così» rispose la direttrice Valentine.

La vecchia serrò le labbra e la tenente Takahashi… sì, poteva decisamente sentire un suono ronzante.

«Ora, se non le dispiace… è congedata, tenente»

La porta le si chiuse alle spalle con uno scatto improvviso. La tenente Takahashi fece un respiro profondo. Da dietro di lei, nella stanza, proveniva il suono ronzante, che adesso stava diventando sempre più intenso. La tenente sentì anche gli inconfondibili versi acuti dei gemiti amorosi di una donna.

«Cristo…» sussurrò, scuotendo la testa.


Intervista Post-Incidente del ██/██/████

Intervistatore: Lei era al corrente della condizione della direttrice Valentine, in quel periodo?

Dott. Clef: Sì, sapevo della sua tecnofilia. La sua collezione di… ausili meccanici era piuttosto famosa nella struttura.

Intervistatore: E non le è sembrato inopportuno assegnare una ricercatrice tecnofila a un’anomalia a base meccanica?

Dott. Clef: Le attività extracurricolari della dottoressa Valentine erano irrilevanti per la sua capacità di condurre ricerche sul suo soggetto di prova, quindi no.

Intervistatore: Mi chiedo quanto ne sia davvero convinto.

Dott. Clef: Visto l'accaduto, è chiaro che… mi sbagliavo.


Di solito, la notte al Sito-19 non era diversa dalle altre ore della giornata. Il Dimenticatoio era costruito più o meno come un casinò di Las Vegas: si faceva di tutto per impedire a chiunque di vedere l’esterno. Invece del giorno e della notte, c’era un giorno interminabile e monotono, interrotto solo dal cambio di turno da un gruppo di guardie all’altro. L’agente Jared Thomas aveva appena iniziato il suo turno di notte alla sorveglianza, era seduto da pochi secondi alla sua comoda sedia con una copia del nuovo romanzo di John Grisham e un pacchetto di gomme da masticare, quando la porta si aprì. L’agente si alzò, sobbalzando dalla sorpresa. Non era poi così insolito vedere la direttrice Valentine lì, ma alle due di notte? Dopo aver dato una rapida occhiata al cartellino del giovane, la direttrice Valentine disse:

«Buonasera, signor Thomas. Oggi come sta l’agente Andrews?»

«SCP-784-ARC sta quieto come al solito, direttrice» rispose l’agente Thomas.

Indicò la vetrata di quarzo che si affacciava sull’unità di contenimento sotto di loro: SCP-784-ARC giaceva arricciato su se stesso nel suo contenitore di cemento; sembrava un misto fra un polpo d’acciaio dai mille tentacoli e un milione di lombrichi di silicio che si contorcevano lentamente.

«Credo che stia dormendo, a dirla tutta. Anche se è difficile da capire» spiegò l’agente.

«Capisco… dorme»

La direttrice Valentine si chinò e Thomas deglutì, nervoso. Il tessuto bianco e sottile del camice da laboratorio della donna di mezza età era abbastanza trasparente da permettergli di vedere che la direttrice non stava indossando niente, sotto di esso.

«Quando è stata l’ultima volta che ha dormito bene, agente Thomas?»

«Oggi ho dormito dalle nove alle sedici» sorrise Thomas.

«Intendevo un sonno notturno decente, agente Thomas»

«Eh? Faccio il turno di notte da cinque mesi. Tornerò a quello diurno tra…»

«Capisco. Vada a farsi una dormita, agente Thomas. Dormire di giorno e stare svegli di notte fa male ai ritmi circadiani. Finirò io il suo turno»

«A dire il vero, signora, mantengo questo nuovo ritmo da mesi. Non ho per niente sonno»

«Agente Thomas, vuole che la mandi a pulire i pannolini di SCP-053?»

«No, direi di no…»

«Allora le consiglio di seguire gli ordini di una superiore. Subito, agente Thomas»

«Sì, signora»

Il ragazzo, facendo il broncio, prese il suo libro, il suo caffè e la sua giacca, prima di uscire dalla camera della sorveglianza. Sbirciando dietro di sé, vide la direttrice Valentine prendere posto alla sua sedia e guardare gli schermi, l’immagine modello di una guardia professionista della Fondazione SCP. Notò inoltre che si stava sbottonando il camice da laboratorio, con fare timido. L’agente Thomas sorrise:

«Beccata» sussurrò.

Mentre se ne andava, prese un piccolo dispositivo elettronico dalla tasca della sua giacca e lo appiccicò al lato inferiore del cartello verde dell’uscita, usando la gomma che stava masticando come collante. Poi prese il suo cellulare e chiamò la tenente Takahashi:

«Ehi, Taki, ricordi quando mi hai detto di avvisarti se la troia di ferro avesse fatto qualcosa di strano? Raduna la tua squadra. Credo che stia per fare certe cose»


Registrazione Audio 784-T-K-421

Chang: Cristo, tenente, non dormi mai? Saranno le due di notte…

Takahashi: Non preoccuparti, Chang, ti piacerà. Ecco, dai un’occhiata a questo.

Chang: Va bene, abbocco. Cos’hai per noi?

Takahashi: Guardate.

[vocalizzi acuti]

Vicks: Cristo santo! Quella è…

Chang: [fischietta] Accidenti! Di solito devo pagare a ore per guardare roba del genere… un attimo, credo che la troia di ferro sia quasi… oh!

[forti ovazioni, intervallate dal grido: «Sì, bello!»]

Takahashi: Jared, la stai registrando?

Thomas: Registrare, cazzo, potrei vendere il video a qualunque studio e fare…

Takahashi: Thomas, dacci un taglio, la stai registrando?

Thomas: Sì, sto registrando tutto. L’abbiamo beccata.

Takahashi: Porta il video di corsa all’uomo sorridente. Io vado laggiù e arresto quella troia per inadempienza grossolana al dovere.

Chang: È disgustosa, avete visto come ha…

Takahashi: Chang, Vicks, cercate di non pensare a questa schifezza e prendete la vostra attrezzatura.

Vicks: Certo, tenente. Però, non è niente male, per essere una vecchia strega.

Takahashi: Cristo…

Thomas: Aspetta un momento, tenente, sta succedendo qualcosa… oh, cazzo! Taki? Faresti meglio ad andare subito laggiù!

Takahashi: Cosa c’è?

Thomas: La direttrice è appena uscita dalla struttura di controllo. Sta entrando.

Takahashi: Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo, cazzo! Muovetevi! Ehi… l’avete sentito?

[FINE REGISTRAZIONE]

Parte 5: Punto di Rottura

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